- 130 gr di farina
- 300 ml di latte
- 2 uova
- 15 gr di burro fuso
- Sale
Pop overs... Pansoufflé

Pop overs... Pansoufflé
Clafoutis di ciliegie... tratto da Julia Child

Clafoutis di ciliegie... tratto da Julia Child
Ricette di clafoutis o clafouti ce ne sono moltissime. Ma io ero alla ricerca della ricetta antica, storica, così mi viene in mente il libro di cucina francese scritto dalla cuoca americana Julia Child, che portò e fece conoscere la cucina francese agli americani traducendo le ricette. Il testo è solo in inglese, quindi mi sono armata di pazienza, ho rispolverato il mio inglese e il dizionario e procedo alla traduzione. La parte più difficile è stata convertire le dosi degli ingredienti e temperature per le cotture.
Presa dalla mia passione culinaria mi piace soffermarmi e cercarla anche nelle mie letture e nei film e ho colto l'occasione per vedere il film Julia&Julia, nella cui storia un po' mi ci sono riconosciuta. Il film è piacevole, carino, solo il doppiaggio di Meryl Streep mi lascia un po' perplessa, la trama, bhè ovviamente non la racconterò.
Tornando alla ricetta confesso che mi ha sorpreso per la sua semplicità. L'origine va ricercata nelle famiglie contadine del Limousin in Francia durante la stagione delle ciliegie, e spesso veniva cotto direttamente in padella e poi servito per merenda, una merenda adatta a tutti. L'origine vuole che le ciliegie, quelle nere del Limousin, vengano messe col nocciolo, e che proprio questo nocciolo sprigioni in cottura un'aroma particolare. Bhè qui la scelta è molto personale, io ho scelto di togliere il nocciolo, e a dire il vero anche Julia Child nella sua ricetta parla di ciliegie denocciolate. L'impasto è una pastella simile a quella per le crêpes, velocissima da fare.
Ingredienti
- 500 g di ciliegie
- 3 uova
- 250 ml di latte
- 1 cucchiaio di estratto di vaniglia (anche un po' meno)
- 80 g di farina
- 80 g di zucchero
- burro per pirofila, teglia
Ho preriscaldato il forno statico a 175° C.
Ho lavato e snocciolato le ciliegie.
Ho fatto una pastella sbattendo insieme latte, uova, farina, estratto di vaniglia e zucchero.
Metodo di cottura di Julia CHild: ho imburrato una pirofila e versato la pastella fatta per un'altezza di 0.5 cm. Ho messo su fuoco moderato finchè sul fondo non si sarà asstestato uno strato di pastella. Tolgo dal fuoco, metto le ciliegie (volendo spolvero con un altro po' di zucchero), verso la restante pastella, livello il tutto con il dorso di un cucchiaio da cucina, e metto in forno a cuocere per circa un'ora. Il clafoutis sarà pronto quando sarà gonfio e dorato, e bucandolo con uno
stuzzicadenti nel mezzo questo risulterà pulito.
Altro metodo di cottura: dopo aver imburrato la pirofila e spolverato il fondo con lo zucchero, sistemo le ciliegie e ricopro con la pastella, Inforno per circa un'ora e prima di sfornare controllo la cottura con uno stuzzicadenti.
Il clafoutis non deve essere servito caldo, ma tiepido. Tenderà a sgonfiarsi leggermente durante il raffreddamento. Si porta in tavola direttamente dentro la teglia di cottura spolverando la superficie con zucchero a velo.
In origine veniva servito tagliandolo con cucchiaio, ora sembra più carino a fette... ma in qualsiasi modo verrà servito resta una piacevole leggera golosità...
Riso, zenzero e limone...

Riso, zenzero e limone...
- 350-400 gr di riso
- 1 cipolla
- zenzero
- 1 limone bio naturale
- olio extravergine d'oliva
- burro o latte
- acqua
- sale
- pepe arcobaleno
- parmigiano grattugiato
- zest di limone per decorare
Pasta con le melanzane... rivisitazione della Norma in chiave light

Pasta con le melanzane... rivisitazione della Norma in chiave light
Ingredienti
- 2 melanzane
- 1 cipolla
- 300 gr di pomodori
- olio extravergine d'oliva
- olio di semi di mais (o arachide)
- sale
- pepe
- basilico
- cacioricotta o ricotta salata grattugiata
- 400 gr di pasta (io ho usato rigatoni)
Nel frattempo metto a bollire l'acqua per la pasta. Taglio a striscioline la buccia della melanzana, e le asciugo. Metto una pentola dai bordi alti con olio di semi, aspetto che raggiunga la temperatura e friggo le bucce di melanzana, che metterò poi ad asciugare su carta assorbente. Cuocio la pasta e prima che raggiunga la cottura al dente, un paio di minuti prima, con una schiumarola la metto in padella con il condimento, e se serve anche un po' di acqua di cottura, e faccio amalgamare bene il tutto. Aggiusto di sale e pepe. A fuoco spento grattugio la ricotta salata, mescolo bene. Impiatto la pasta, grattugio ancora un po' di cacioricotta, una spolverata di pepe, una fogliolina di basilico e le bucce di melanzana fritte sopra.
Sembrano pangoccioli... light

Sembrano pangoccioli... light
Rieccomi ad impastare per la colazione. A dire il vero non solo. Avevo rifatto il lievito madre, e visto il quantitativo ho diviso impasto: una parte per la pizza e una parte provo a fare dei pangoccioli light, perdonate se uso un nome usato commercialmente per queste brioche del mattino, ma rendono bene l'idea... spero non abbiano l'esclusiva. Perché light? perché ho usato il miele, poco olio e latte, e niente uova né burro. Vabbè ho poi arricchito con gocce di cioccolato fondente, ma questo nutrizionalmente parlando, e ultimamente molti pareri medici sono d’accordo, fa bene, e poi ho usato (come nella maggior parte dei miei impasti) il miele, zuccheri sì, ma naturale e antibiotico, con moltissime proprietà che aiutano l'organismo. Inoltre lo zucchero non è così dannoso all'organismo, tutto dipende dalle quantità, lavorazioni etc. Il nostro cervello si nutre di zucchero. Dimenticavo di dire che naturalmente queste brioche si possono fare anche con il lievito secco o di birra fresco, come uno si trova più comodo. Risultato dei bei panini leggeri e profumati, adattissimi per merende e colazioni. Il miele si sente, quindi se non piace meglio usarne uno dal gusto “neutro” o sostituire con zucchero. La mattina a colazione scaldati un pochino sono un bell'inizio sano e genuino di energia, accompagnato da tazza di latte, o caffèlatte,
Ingredienti
- 100 g di lievito madre
- 200 g di farina (io ho usato il tipo 2 buratto)
- 150 ml di latte tiepido
- 50 ml scarsi di olio (io ho usato extravergine d’oliva)
- 50 g circa di miele (io ho usato il millefiori, ma potete sostituire con zucchero)
- 50 g circa di gocce di cioccolato
- latte, miele e zucchero per spennellare
Ho messo la farina in una ciotola capiente a fontana, in mezzo ho sistemato il lievito madre. Ho intiepidito il latte, e sciolto il miele. Ho messo il liquido sul lievito madre e iniziato ad impastare aggiungendo pian piano la farina. Ho unito l’olio e continuo ad amalgamare bene il tutto. Deve venire un impasto morbido. Copro con un canovaccio e metto a lievitare in un posto tiepido e lontano da correnti d’aria. La lievitazione con pasta madre è un po’ più lenta, quindi io ho impastato il tutto la sera e lasciato a riposo tutta la notte. Il mattino dopo ho rilavorato l’impasto aggiungendo le gocce di cioccolato, e lascio rielievitare per un paio d’ore. Divido poi l’impasto in piccoli panini, li sistemo su una teglia rivestita di carta forno, e copro con canovaccio e lascio riposare ancora un’oretta. Spennello la superficie con latte in cui ho sciolto un a puntina di miele, e spolvero con un po’ di zucchero. Inforno in forno preriscaldato statico a 180-200° C per circa 20 minuti. Sforno e lascio raffreddare.
Una volta freddi posso congelare quelli che restano e scaldarli poi la mattina per colazione.
Gnocchi con rucola, patate, su fonduta di stracchino

Gnocchi con rucola, patate, su fonduta di stracchino
Ingredienti
- 500 gr di patate
- 1 uovo
- farina q.b.
- noce moscata
- 2 mazzetti di rucola
- qualche foglia di basilico
- panna
- stracchino
- sale e pepe
Torta latte, hot milk sponge cake

Torta latte, hot milk sponge cake
Cercavo la ricetta di un dolce che mi permettesse di usare il latte, e capito su questo blog che posta la ricetta di questo dolce tratta dal testo di Tish Boyle, The cake book. Sono incuriosita dal titolo del post e lo leggo tutto. La ricetta mi sembra interessante, anche se non mi fa usare tutto il latte che dovevo far fuori (e che saranno poi le galettes ad aiutarmi nello scopo), però decido di farla. Conosco la sponge cake e solitamente sono piene di burro. Questa invece mi sembra di consistenza più leggera, e poi viene paragonata alla japanese cheesecake che ho adorato, quindi ingredienti alla mano, pronti e via... si impasta.
Realizzazione veloce e semplice direi.
All'assaggio neutro, ossia torta senza alcuna crema di accompagnamento o salsa, è molto buona, leggera, spugnosa ma senza risultare grassa o stucchevole. I bimbi l'ameranno, ed è un'ottima merenda. Direi che può essere anche usata da farcire, proprio come fosse un pan di spagna con il pregio che non necessita di una bagna vista la consistenza più spugnosa e umida e non secca tipica del pan di spagna appunto. Io ho poi sperimentato, da buona golosa, di accompagnarla con del cioccolato fondente, cioccolato al latte, ho mischiato anche i due cioccolati, o cioccolato fondente volendo un po' salato. Buonissimo il contrasto. Ci sta anche bene un coulis di fragole o lamponi, a seconda se si vuole un gusto può asprigno e pungente o più dolce. La prossima volta la farò aromatizzata al limone. In questa versione alla vaniglia è buona come chiusura pasto, a merenda e a colazione, e con il tè del pomeriggio... Sono solo indecisa se mi piace di più tiepida o a temperatura ambiente.

Ingredienti
- 120 g di latte fresco intero
- 60 g di burro
- 165 g di farina debole (io ho usato un tipo 0 per dolci e pasta)
- 6 g di lievito per dolci
- 165 g di zucchero
- 3 uova medie a temperatura ambiente
- 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
- 1 pizzico di sale
Salmone su crema di patate

Salmone su crema di patate
E così ho accontentato tutti (a dire il vero solo figlia, gatti e... me) oggi, in questa uggiosa giornata... ognuno con il suo comfort food...
Ingredienti
- 500 gr di patate
- 1 cipolla piccola
- 1 noce di burro
- sale
- pepe
- 200 gr salmone affumicato
- latte e acqua
Galettes... crepes de sarrasin (crepes di grano saraceno)

Galettes... crepes de sarrasin (crepes di grano saraceno)
Giornata uggiosa e, per fortuna, fresca, voglia di andare... tanta... e allora evasione sia almeno con la mente e la cucina. Adoro le crêpes, e poi ho conosciuto anche le galettes bretonnes o galettes de sarrasin. La versione delle crêpes con grano saraceno è molto diffusa in Bretagna, è un piatto da consumare quasi settimanalmente in casa. Quando sono andata in Francia le ho sempre mangiate, e se mi capiterà di tornare, ovviamente riconsumerò. Qui a casa, con un mio carissimo amico francese abbiamo scoperto una crêperie che propone crêpes e galettes à la mode français.
Oggi, aiutata anche dalla temperatura, e dal latte da consumare parto con l'idea di fare le crêpes... e strada facendo le trasformo in galettes.
Le galettes sono sottili sfoglie di grano saraceno, leggere e al tempo stesso nutrienti. Il grano saraceno è adatto anche per chi è intollerante al glutine.
Di seguito riporto semplicemente la ricetta della pastella per le galettes, che ho farcito con una crema di patate, cipolle fritte, e fondutina di formaggio, e un'altra con crema di patate, salmone e erba cipollina. Le ho fatte usando la farina di grano saraceno pura, senza mischiarla con altro, e ho usato come liquidi solo il latte (alcune ricette prevedono che si usi solo acqua o metà acqua e metà latte). Il risultato è stato molto goloso, un gusto più intenso e rustico.
Sono un piatto veloce da fare tanto che spesso si trasforma spesso in un salvacena/pranzo dell’ultimo minuto, come quando si torna a casa stanchi e con tanto bisogno di consolazione, così un cibo calorico e corroborante, unito alle temperature più basse diventa risolutivo e amato all’istante. Ma io non mi limiterei alle temperature più fresche, basta cambiare i ripieni e si presteranno benissimo anche con il caldo. Infatti le mangio anche a colazione: quelle che mi sono avanzate, e che conservo in frigorifero in contenitore ermetico, al mattino ne prendo una, la scaldo e la farcisco con miele, marmellata, etc... per iniziare bene la giornata... in fondo non è sempre stato detto da medici, dietologi e nutrizionisti che la colazione è il pasto più importante di tutta la giornata?

Ingredienti
- 250 ml di latte
- 1 uovo
- 100 gr di farina di grano saraceno
- 1 pizzico di sale
- burro per padella
Metto a scaldare una padella antiaderente con una nocciolina di burro, mescolo la pastella, e con un mestolo la verso nella padella calda e faccio cuocere su entrambi i lati. Attenzione nel girare la crêpes in quanto è molto delicata e tende a rompersi, data la mancanza di glutine. Farcisco a piacere, chiudo a pochette o a quadrato (ripiego i bordi verso interno lasciando vedere ripieno centrale).
Se non consumo subito metto in un piatto e tengo al caldo. Posso anche congelarle o conservarle in frigorifero e scaldare quando servono.

Panini per tutti i giorni... ricetta svedese...

Panini per tutti i giorni... ricetta svedese...
Spero che i miei impasti e le mie ricette di questo periodo non vengano influenzate dagli stati d'animo e sentimenti. Anche se penso che sia difficile, in fondo la cucina è anche espresione della nostra interiorità. Ben lo sanno gli orientali, ricordo il film Ramen Girl, in cui una scodella di ramen, preparato con tutto il suo rito e tradizioni, aveva il potere di influenzare lo stato d'animo di chi la consumava. E non dimentico nemmeno il film Come l'acqua per il cioccolato, in cui la protagonista usa l'arte culinaria, di cui è maestra, per comunicare: la preparazione di piatti che hanno il potere magico di trasmettere i suoi sentimenti, siano essi di estrema tristezza (come quando tutti gli invitati al matrimonio della sorella Rosaura finiscono per piangere, solo perché lei aveva versato lacrime nell’impasto del dolce) o incredibilmente sensuali, come le quaglie ai petali di rosa, preparate con quei fiori, regalati da Pedro, che la madre le ordina di buttare.
Ma tornando ai miei panini, ho tratto la ricetta dal librone In cucina naturalmente, acquistato all'IKEA. Ho apportato una variante alla ricetta scritta nel testo: io ho usato il mio lievito madre, fatto con farina tipo 0, per cui per l'impasto ho usato solo farina di farro. Per correttezza scriverò anche la ricetta originale. Inoltre ho voluto provare la cottura partendo da forno spento, e sono venuti benissimo, molto soffici, non mi pare che ci sia molta differenza rispetto a quando parto da forno preriscaldato. Magari sono qualche minuto inpiù in cottura (ma sempre meno del preriscaldamento). Questi panini sono semplici da preparare e rimangono soffici per molti giorni, rimangono bassi, e si possono guarnire a piacere (si può anche evitare di spennellarli con uovo e semi di papavero), si possono usare le farine che si preferiscono. Sono ideali per accompagnare piatti salati, usarli per sandwich, hamburger o toast, e anche per la colazione.

Ingredienti panini ricetta originale
- 8 gr di lievito fresco
- 400 ml di acqua tiepida
- 150 ml di yogurt naturale
- 25 gr di olio d'oliva
- 200 gr di farina di farro
- 300 gr di farina
- 10 gr di sale marino fine
- 1 tuorlo
- 1/2 cucchiaio di latte (intero)
- semi di papavero
Di seguito la mia preparazione.
Ingredienti
- 140 gr di lievito madre
- 280 gr di farina di farro
- 25 gr di olio d'oliva
- sale
- 300 ml acqua tiepida
- 100-125 ml di yogurt naturale (homemade)
- panna
- semi di papavero
Zucchine tonde ripiene di riso filante...

Zucchine tonde ripiene di riso filante...
Zucchine o zucchini? Attualmente sono accettate entrambi i nomi, per molto tempo sono andata alla ricerca del termine corretto, e ognuno porta acqua al suo mulino dicendo che il termine usato da loro è quello corretto, e parlo di cuochi, linguisti, scrittori di enogastronomia, etc... Ma oramai è talmente entrato nell'uso comune che gli stessi dizionari riportano e accettano entrambi i nomi. Ma al di là della linguistica, le zucchine (io sono per il femminile) si trovano ormai tutto l'anno, sono buone, fanno bene, a basso contenuto calorico, hanno molti sali minerali, e il loro gusto dolcino è apprezzato anche dai bambini. Oggi sul mercato ho trovato queste a botte belle fresche, con ancora la peluria che punge, avete presente? Così le prendo con l'idea di farle ripiene usandole proprio come contenitore commestibile, e in più sono carine a vedersi. Le farcisco con del riso integrale insaporito con pomodori, cipollotto e la pancia delle zucchine che ho scavato. Lascio le zucchine molto al dente, le sbollento appena, e riutilizzo l'acqua di cottura per il riso, e poi le passo in forno. Capisco, però, che altri le possano preferire più morbide e cotte, e allora basterà lasciarle un po' di più a bollire e in forno.
Questo piatto può essere una bella idea da usare come antipasto, un piatto unico, un primo... Può essere preparato in anticipo e passato al forno in ultimo, prima di portare a tavola. Tra l'altro mi aspettavo dei capricci da mia figlia, i bimbi piccoli si sa come sono no?, invece le ha adorate e mangiate molto volentieri, anzi mi ha proprio chiesto lei di avere anche le zucchine esterne croccantine (e io che ero convinta che avrebbe mangiato solo il ripieno). Nella mia zucchina ho aggiunto lo zenzero, e devo dire che dà una nota particolare, quasi di freschezza in più che sta proprio bene, ma non è indispensabile se uno non ce l'ha o se non piace.
Ingredienti
- 4 zucchine tonde fresche
- 150-200 gr di riso (io integrale)
- 1 cipollotto
- 10-20 pomodorini
- olio extravergine d'oliva
- sale
- pepe
- parmigiano grattugiato
- mozzarella
- zenzero (se piace)

Pane con lievito madre in terracotta

Pane con lievito madre in terracotta
Con esperimento della pasta/lievito madre ho prima fatto la pizza e insieme anche il pane. Però ho voluto provare la cottura in una pentola di coccio con il coperchio. L'idea mi è stata suggerita da un libro che ho comprato all'IKEA. Incredibile, ma quel libro mi è saltato in mano, parla di cucina e suggerimenti per essere ecologici e altro. E' un librone enorme, stampato penso su carta riciclata, copertina in cartone grezzo e rilegatura scarsissima. Ma nonostante questo aspetto grezzo e rustico, quasi come se ce lo fossimo stampati in casa con stampante e rilegato alla buona, il libro è interessante, e quindi trovandolo anche in offerta l'ho infilato nella borsona blu ed è venuto a casa con me. Già dall'IKEA è difficile uscire senza qualcosa. Leggendo il libro In cucina naturalmente, trovo subito alcune idee e pensieri che condivido, tipo "c'è qualcosa che sprigiona profumi così meravigliosi e diversi come la cucina?", ma soprattutto le "5 buone ragioni per cucinare: per mostrare ai tuoi figli come si fa e per offrire loro abitudini alimentari sane, perché i piatti hanno un sapore migliore e possono essere personalizzati in base ai gusti personali (impossibile se si acquistano piatti pronti), perché conosci gli ingredienti e come sono preparati i piatti e sai che sono privi dei conservanti e degli aromi spesso contenuti nei piatti pronti e precotti, per risparmiare (la cucina casalinga con prodotti stagionali non richiede costosi imballaggi, pubblicità o altro che comporta costi nascosti), e in ultimo, ma non meno importante, perché è sano, divertente e lascia ricordi indimenticabili. Continuando nella lettura delle ricette, consigli e suggerimenti, mi imbatto in un suggerimento chiamato idea gustosa che consiglia di provare la cottura in una casseruola di terracotta, partendo da casseruola fredda, per avere un sapore più rustico. Ma non solo il pane verrà soffice e si mantiene più a lungo. Così ecco qui il risultato. Devo dire che mi è piaciuto moltissimo. Ci vuole solo più pazienza nella preparazione e cottura, perché molto lenta, ma gusto e risultati ottimi, la casseruola di terracotta rilascerà lentamente l'umidità che consente una buona lievitazione anche in cottura.

Ingredienti
- 230 gr di lievito madre
- 460 gr di farina per pane e pizza (io ho usato un tipo 2 buratto)
- sale (se necessario)
- olio extravergine d'oliva (facoltativo...)
- acqua tiepida q.b.
Ho messo la farina in una ciotola capiente, e sistemata a fontana e nel mezzo no messo il lievito madre. Verso lentamente l'acqua tiepida (volendo ancora altra acqua di coltura della mozzarelle) e inizio a impastare. Aggiungo l'olio d'oliva extravergine e amalgamo bene il tutto. Se necessario sciolgo il sale in un po' d'acqua e lo unisco alla fine all'impasto, in modo che non venga a contatto diretto con il lievito. L'impasto deve venire morbido, ma non liquido. Copro con un canovaccio e metto a lievitare in un posto tiepido e al riparo da correnti d'aria. Di solito io lo faccio la sera prima e lo lascio lievitare tutta la notte. Il mattino dopo lavoro l'impasto e lo metto nuovamente a lievitare. Nel primo pomeriggio immergo la casseruola di terracotta con il suo coperchio in acqua fredda per almeno 20 minuti. Nel frattempo riprendo l'impasto e lo lavoro. Asciugo la casseruola, la rivesto di carta forno e metto l'impasto dentro. Chiudo con il coperchio, ma non ermeticamente, e lascio nuovamente lievitare in ambiente caldo per un paio d'ore, o almeno finché non sarà raddoppiato di volume. Poi metto bene il coperchio, chiudo la casseruola, e la metto nel forno freddo. Imposto la temperatura a 225° C e cuocio per circa un'ora. Tolgo poi il coperchio e cuocio per altri 15 minuti, finché la superficie non sarà dorata. Rimuovo il pane appena sfornato dalla casseruola e metto a raffreddare su una griglia.
'Ndunderi... una pasta protetta...

'Ndunderi... una pasta protetta...
Per il pranzo della domenica oggi si va in Costiera Amalfitana! Sono andata a riscoprire una pasta antica, riconosciuta come "pasta da salvare" dal Ministero delle Risorse Agricole e dall'UNESCO come una delle prime paste codificate al mondo.
La ricetta degli ndunderi, utilizzati tradizionalmente per i festeggiamenti in onore di Santa Trofimena, è antichissima, pare che sia una variante delle "palline latine" o "farina cassata" di origine romana, ossia farina di farro cagliato, piccole palline di farina di farro con latte cagliato e cotte in acqua salata, condita con cacio e spezie. Furono i pastai di Minori a modificarne la ricetta, gli stessi che, nel ‘700, valicarono i monti lattari per trasferirsi a Gragnano dove impiantarono la moderna industria della pasta. La ricetta attuale prevede un impasto di farina e latte cagliato oppure ricotta, tuorli d’uovo, formaggio di vacca grattugiato, sale, pepe e noce moscata; la lavorazione deve avvenire a mano, l'impasto va ridotto in un lungo cordone, non troppo sottile, e poi tagliato a tocchetti che vanno resi concavi dalla leggera pressione di un dito o di due dita a seconda della grandezza stabilita. Dopo, i tocchetti si fanno scivolare sulla concavità di una grattugia, su una forchetta, o su un'apposita tavoletta rigata detta “pettine”. Da fonti storiche pare venissero conditi con lo squisito “moretum” una salsa a base di profumate erbe aromatiche, presenti in Costiera, formaggio pecorino primo sale e olio.
Oggi io ho voluto farli con due tipi di condimento: uno un più tradizionale con il sugo di pomodoro, e l'altro con un condimento al limone, il cui profumo e gusto è sicuramente più particolare e ricercato.
Realizzarli mi ha soddisfatto parecchio. A tavola sono stati molto apprezzati. Entrambe le versioni sono buone, poi dipende un po' dai gusti e dalle occasioni.
Ingredienti per l'impasto
- 200 gr di ricotta
- 125 gr di farina + quella per il piano di lavoro
- 2 tuorli
- 15 gr di parmigiano
- sale
- pepe
- noce moscata
- buccia grattugiata di limone bio (per fare quelli al limone)

- olio extravergine d'oliva
- pomodori
- succo di 1 limone
- burro
- caciocavallo grattugiato o parmigiano
Pizza con lievito madre

Pizza con lievito madre

Pizza: altro comfort food per eccellenza in casa, sia farle che mangiarle. Sono partita facendo il lievito madre con l'acqua di governo delle mozzarelle di bufala, e nonostante la mia perplessità iniziale, me lo ritrovo lì bello vivo e così procedo subito a testarlo: faccio la pizza e il pane!
Anche in questo caso non ero proprio sicura della riuscita e invece eccole qui: le mie pizzette! Non so se le foto rendono giustizia, ma bando alla modestia, sono belline e soprattutto buone. Comunque sono talmente soddisfatta di questo lievito/pasta madre che ho rifatto anche altre volte l'impasto e devo dire sempre con ottimi risultati. A mio parere le pizze risultano molto leggere, e digeribili, probabilmente per merito della lievitazione naturale, lenta e lunga nei tempi che permettono così ai fermenti di agire.
Ingredienti
- 230 gr di lievito madre
- 460 gr di farina per pane e pizza (io ho usato un tipo 2 buratto)
- sale (se necessario)
- olio extravergine d'oliva
- acqua tiepida q.b.
- condimento a piacere (pomodoro, mozzarella, parmigiano, basilico, alici piccanti, parmigiano)

Fiordilatte con note alla lavanda

Fiordilatte con note alla lavanda
Latte in scadenza... che fare? Ed ecco qui l'idea golosa adatta a tutti e resa particolare dall'infusione della lavanda. Giusto per chiudere in bellezza un pranzo festivo.
Non so perchè ma faccio pochi dolci al cucchiaio, devo rimediare, in fondo mi piacciono e anche molto.
Così nel giro di circa mezz'ora pronti i budini fiordilatte in forno a cuocere nel bagnomaria, di primissima mattina (rilassata, calma e senza far nulla proprio non ci so stare, sembra...), così hanno il tempo di raffreddarsi e saranno pronti per essere mangiati come dolce di fine pasto, ovviamente con la immancabile Sister. Normalmente questi budini si servono con il caramello che vien messo direttamente negli stampi e, poi, rovesciando il fiordilatte nel piatto, cola giù. Alclassico caramello ho preferito aggiungere, come topping, un filo di miele dorato alla lavanda di provenza Io non ho fatto il caramello e ho preferito aggiungere dopo un filo di miele alla lavanda... una bontà, una vera golosità! Per trovare questo miele sono andata fino ad una sagra di mieli, e lo cercavo a dire il vero per un'altra preparazione, ma già che c'ero l'ho provato anche qui. I budino con il caramello sono golosi, ma vi assicuro che il fiordilatte profumato alla lavanda con questo filo di miele acquista una marcia in più, una nota particolare, un carattere speciale. In più lavanda chiamava lavanda... una vera raffinatezza poetica, se me lo concedete...
Ingredienti
- 500 ml di latte
- 3 uova
- 125 g di zucchero
- un cucchiaino di fiori di lavanda
- miele alla lavanda
- un pizzico di sale
Piadine light... senza grassi, soffici e leggere

Piadine light... senza grassi, soffici e leggere
Ieri sera in casa c'era bisogno, e sottolineo bisogno, di comfort food causa giornata molto, ma molto difficile… Si sente parlare molto di questo comfort food, ma che cos’è? Cosa si può definire cibo consolatorio, cibo di conforto? Un sapore, una ricetta che ci fa stare bene, che ci coccola, che ci scalda, che ci ricorda un momento… un momento casalingo, un ricordo d'infanzia, ricorda casa… ma non solo...
Ebbene qui in casa di comfort food ne abbiamo diversi, ma stasera ci siamo concesse piadine casalinghe, condivise anche con la cara Sister, che era da un po che le voleva ma sostiene di non poterle mangiare… ma queste sì…
Per questo nuovo impasto ho pensato di usare l’acqua di governo delle mozzarelle, in fondo se ho fatto la pasta, e poi il lievito/pasta madre, anche le piadine devono venire.
Così oggi pomeriggio impasto: farina, acqua di coltura di mozzarella di bufala, e bicarbonato, niente sale e niente grassi.
Conclusione, non solo le piadine sono venute, ma sono leggerissime, soffici e buone. Qui le hanno divorate.

Ingredienti
- 250 gr di farina per pizza e pane
- 5 gr di bicarbonato
- acqua coltura di mozzarella
- per farcire salmone, prosciutto, mozzarella, squacquerone, stracchino…
Impasto la farina con il bicarbonato e l’acqua di coltura della mozzarella fino ad ottenere una pasta morbida, e lascio riposare coperta da un canovaccio in una ciotola. Divido poi la pasta in 4/8 palline di pasta (a seconda di quanto grande voglio la piadina) e lascio riposare ancora un po’ coperte da canovaccio. Nel frattempo mi preparo i ripieni e metto a scaldare una padella antiaderente. Stendo la pasta in sfoglie sottili e metto, una alla volta, nella padella a cuocere. Quando inizia a gonfiarsi la giro, faccio cuocere ancora qualche minuto e poi farcisco e servo. Attenzione che la padella sia ben calda, e poi lasciare a fuoco medio in questo modo non si brucerà e cuocerà bene.
Bāozi e Jiaozi con verdure al vapore... ovvero i ravioli cinesi

Bāozi e Jiaozi con verdure al vapore... ovvero i ravioli cinesi
E' da un po' che provo a rifare a casa i ravioli di verdure al vapore. Affascinata dai film orientali in cui si vedono scene di preparazione culinarie, dei veri e propri rituali, scanditi da ritmi e gesti ben precisi, il tutto in un'armonia particolare che viene ricercata anche nei sapori e nelle pietanze. Ricerca di una pace e un equilibrio, essere zen. Passerei ore a vedere quelle immagini scorrere sul mio video, e non mi stanco nemmeno dalla lentezza della ripresa che si attarda sui particolari: coinvolge a tal punto che la storia quasi passa in secondo piano. Ma sto divagando sulla poesia che trovo in quelle immagini, e a volte anche nel poco di letteratura orientale che ogni tanto mi concedo. Comunque da amante della cucina orientale, che conosciamo qui in occidente, quindi parlo della cucina ricca cantonese, e memore dei film visti, mi sono più volte chiesta se sarebbe stato difficile rifare in casa alcuni dei piatti che prediligo. Ho iniziato così a documentarmi e a sperimentare finché, visitando il Salone del Libro di questo anno, nella miriade di libri, mi salta in mano La cucina vegetariana cinese di Jack Santa Maria. Mi incuriosisce, lo sfoglio, e decido di approfondire portandomelo a casa. L'autore racconta ricette dell'oriente vegetariano, un oriente popolare, magari anche povero, ricette che riflettono l'etica del Taoismo e del Buddismo, con cenni storici e linguistici. Ed eccomi ora a ricercare l'armonia, l'essere zen, la pace e la tranquillità, nel farmi assorbire dalla preparazione di questi ravioli.
La cottura che io preferisco è quella al vapore, molto veloce e leggera. Quasi tutta la cucina cinese si basa su preparazioni con cottura veloce per non alterare le proprietà degli alimenti (che una lunga cottura farebbe perdere), anche se magari la preparazione di alcune pietanze risulterà più laboriosa. Una curiosità che avevo sempre avuto, magari mangiando nei ristoranti orientali, era proprio la differenza tra i diversi ravioli, ed ecco che grazie a questo libro mi viene anche spiegato l'etimologia dei nomi dati ai piatti.
La differenza sostanziale tra questi due tipi di ravioli è nel tipo di pasta impiegato, anche perché per il ripieno ho usato lo stesso per entrambi: il bāozi viene fatto con pasta lievitata, mentre lo jiaozi è un impasto semplice senza uova né lievito e la sfoglia è più sottile (che io ho arricchito con della lecitina di soia, ma è stata una mia libera iniziativa non scritta nel testo). Rispetto alle ricette del testo, io non ho usato il vino di riso, che si può sostituire con cherry secco, in quanto non avevo né l'uno né l'altro.
Ingredienti per jiaozi
- 3 cucchiaini di lievito secco
- 1 cucchiaino di zucchero grezzo (io ho usato il miele)
- 450 gr di farina
- acqua tiepida
- 1 cipolla finemente tritata
- 2 cucchiai di olio (io ho usato extravergine d'oliva)
- 1-2 cucchiaino di zenzero tritato fine
- 2 cucchiai di salsa di soia
- 500 gr di ortaggi misti ( io ho usato cavolo verza e carote)
- cherry secco o vino di riso per sfumare (io non l'ho usato)
- salsa di soia
- paprika (io ho scelto quella piccante)
- zenzero
Per i ravioli jiaozi (mezzelune farcite): ho setacciato la farina con il sale, ho aggiunto abbastanza acqua (circa 225 ml), in cui ho sciolto la lecitina di soia, da fare una pasta liscia e setosa. Ho impastato bene e coperto con un canovaccio.
Stendo anche la sfoglia dei jiaozi, stessa procedura, mi creo dei dischi di sottile sfoglia, al centro metto il ripieno e richiudo la pasta dando la forma di una mezzaluna, pizzicando bene i bordi. Posso anche sigillare i bordi inumidendo gli orli con un po' d'acqua.