Visualizzazione post con etichetta pasta. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta pasta. Mostra tutti i post

17 settembre 2020

Gnocchi verdi con pomodori freschi

Gnocchi verdi con pomodori freschi

gnocchi verdi con pomodori freschi
 

Scampoli d'estate... bhè direi che dalle temperature ci siamo ancora in pieno, almeno qui: un caldo umido asfissiante, quell'umidità che fa fare tutto a fatica... Così, in questi giorni in cui mi sto dedicando al restyling di casa, e ho lasciato mestoli e paiolo per pennelli e tinte, eccomi a cercare refrigerio almeno nel mangiare, e per ogni tanto mi stacco dai pennelli e mi riposo cucinando. 

La ricetta che propongo mi è capitata per caso tra le mani, o meglio sotto gli occhi, navigando in rete. E' una ricetta tratta dal blog di Csaba Dalla Zorza: come dicevo un piatto fresco, estivo, leggero e goloso... ed anche colorato. Un bouquet profumato che racchiude tutti i colori e i profumi estivi: un insalata di gnocchi verdi.

E' un piatto semplice, ma l'importante è avere dei buoni ingredienti di partenza, possibilmente freschi e un ottimo olio extravergine d’oliva.


Ingredienti per 4 persone
  • 500 gr di patate rosse (o vecchie)
  • 100 gr di pisellini freschi (o surgelati)
  • 50 gr di rucola
  • 1 uovo bio
  • 200 gr di farina circa 
  • 300 gr di datterini
  • 30 gr olio d’oliva extravergine
  • Basilico fresco
  • Parmigiano reggiano grattugiato
  • Mozzarelle (io non le ho messe)
  • Sale e pepe

Ho lessato le patate finché non sono tenere e le ho poi schiacciate con lo schiacciapatate.
Sbollento i piselli in poca acqua per cinque minuti. Poi li raffreddo in acqua ghiacciata per conservarne il colore verde.
Metto i piselli scolati con la rucola lavata nel tritatutto e riduco in un pesto fine.
Prendo le patate schiacciate intiepidite, aggiungo il sale, e unisco il pesto verde. Attenzione a non unire la rucola alle patate calde in quanto la rucola potrebbe cambiare colore e diventare marrone.
Amalgamo l’uovo, poi incorporo la farina poco alla volta, non sarà necessario usarla tutta: la quantità dipenderà dal grado di umidità delle patate, devo ottenere un impasto morbido ma consistente. A questo punto procedo a creare dei salsiciotti, dei filoni, cordoni. Con un coltello da cucina taglio i singoli gnocchi infarinandoli leggermente a mano a mano che procedo e li sistemo su un piatto.

Mentre aspetto che l'acqua per cuocere gli gnocchi bolla, lavo e taglio i pomodori, li sistemo in una grande ciotola, li condisco con olio, sale e basilico. Per una versione più ricca anche mozzarella strappata a mano.

Cuocio gli gnocchi tuffandoli per 2 minuti circa nell’acqua bollente salata, li scolo con una schiumarola e li unisco nella scodella con i pomodori e il resto. Aggiungo il parmigiano e servo.

 

27 luglio 2020

Tagliatelle al cacao con gamberi e lime

Tagliatelle al cacao con gamberi e lime

tagliatelle al cacao con gamberi e lime

Ho realizzato questo piatto in occasione di una cena in cui l'ingrediente protagonista  era il lime. Confesso che ho dato davvero libero sfogo alla creatività e alla fantasia, azzardando, forse, con dei sapori decisi e forti. Dopo il ceviche non potevo che continuare con le stesse note intense, fresche e agrumate, e un po' esotiche, inserendo  anche un altro sapore: il cacao, cacao rigorosamente amaro. Il cacao e il lime torneranno poi nel dolce (il cheesecake al lime), non uso troppi ingredienti, sono per la filosofia less is more, soprattutto se quelli già usati hanno un "carattere" ben definito. Il tema culinario viene rispettato, il protagonista torna in tutti i piatti, e ho un crescendo di sapori, in questo modo tutti i piatti verranno ricordati, almeno spero.

Ma ora veniamo al piatto: è una tagliatella un po' spessa al cacao, ho abbondato nella dose di cacao (ma potete anche ridurre, anzi suggerisco di ridurre se volete un sapore meno forte: 10 gr di cacao e 115 di farina), dal gusto molto intenso, e l'ho abbinata a dei gamberi marinati nel lime e peperoncino. Il lime, questo piccolo agrume, simile al limone, verde, dal profumo intenso e dal gusto asprigno, acidulo, dona freschezza al piatto e lega l'amaro della tagliatella con il dolce del gambero, che ho aggiunto a crudo (marinato) alla fine.

Un insieme di sapori molto particolare, per stupire e per cambiare...


Ingredienti per 2 persone

Per le tagliatelle al cacao

  • 100 gr di farina tipo 0
  • 25 gr di cacao amaro
  • 1 uovo bio
  • una presa di sale
  • zest di 1 lime
  • acqua q.b.

Per il condimento

  • 8 gamberi
  • 1 lime, zest e succo
  • 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
  • 1 peperoncino
  • pepe arcobaleno

Per le tagliatelle ho mescolato la farina con il cacao, zest di lime, una presa di sale e un uovo. Ho impastato il tutto, e se serve, perché impasto troppo asciutto, aggiungo poca acqua, o mi inumidisco le mani. Una volta creato un impasto ben amalgamato, avvolgo la pasta nella pellicola alimentare e lo lascio riposare per almeno mezz’ora. Tiro poi la sfoglia, a mano o con la macchina nonna papera, e infine taglio le tagliatelle. Le lascio un po’ spesse apposta. Sistemo in un vassoio con carta forno, copro con un canovaccio di tela e lascio riposare.

Pulisco i gamberi, levo le teste, il carapace e il filamento nero sul dorso. Lavo bene, li asciugo e li metto a marinare con 3 cucchiai d’olio extravergine d’oliva, zest di lime e pepe arcobaleno. Li lascio marinare per circa 20-30 minuti.

Metto una pentola capiente con acqua salata sul fuoco e quando arriva all’ebollizione tuffo le tagliatelle.

In una padella, saltapasta, scaldo un cucchiaio di olio extravergine d’oliva con un po’ di peperoncino, il succo del lime e la marinata dei gamberi. Faccio insaporire per qualche minuto.

Quando le tagliatelle saranno pronte, al dente, le scolo e le unisco nella padella, faccio insaporire e saltare per qualche minuto, e se il condimento si asciuga troppo allungo con un po’ di acqua di cottura della pasta. Non resta che impiattare, decorare con i gamberi tenuti da parte, volendo una spolverata di pepe, e servire.

27 aprile 2020

Tagliolini all’ortica cacio e pepe…

Tagliolini all’ortica cacio e pepe…

tagliolini all'ortica cacio e pepe
La cacio e pepe, ricetta semplice e allo stesso tempo complessa, perché nella sua semplicità nasconde delle insidie. La cacio e pepe, conosciuta in tutto il mondo, piatto tipico della tradizione romana…

Ho rifatto più volte la ricetta della cacio e pepe, e tutte le volte ho seguito i consigli dello chef Antonello Colonna. La tradizione vuole che venga usato un pecorino romano stagionato di almeno un anno… Però, in mancanza di questo, si potrebbe intendere “cacio” in senso generico di formaggio e quindi magari si potrebbe estendere a un formaggio adatto ad essere grattugiato. Quindi non me ne vogliano i romani e i tradizionalisti della ricetta, ma questa è una rivisitazione della ricetta con quello che c'era in casa. Quindi il pecorinoè stato sostituito con del buon parmigiano, e i bucatini o i tonnarelli, con dei tagliolini all’ortica… insomma una cacio e pepe alternativa.

Dallo chef Colonna ho preso il metodo particolare della cottura della pasta e come amalgamare il formaggio rigorosamente fuori dal fuoco per evitare che "fili" o che si appollottoli (se non abbastanza stagionato). Il risultato è davvero sorprendente: una pasta bella amalgamata, saporita, golosa, viscosa e fluida. Un metodo infallibile per avere una cacio e pepe perfetta.

Ingredienti

  • 500 gr di tagliolini alle ortiche
  • 300 gr di parmigiano grattugiato
  • pepe nero selvatico del Madagascar macinato fresco

In una pentola capiente faccio bollire l’acqua, senza salarla in quanto il formaggio sarà sufficiente a insaporire la pasta. Metto la pasta nell’acqua e dopo pochi secondi nell’acqua comparirà l’amido rilasciato dalla pasta rendendola leggermente lattiginosa: a questo punto tolgo quasi tutta l’acqua dalla pentola con un mestolo, travasandola in un altro pentolino che terrò da parte su un fornello acceso vicino alla prima pentola.

Continuo a girare la pasta, unendo via via l’acqua necessaria per il completamento della cottura, prendendola dall'altro pentolino. A cottura ultimata, quando la pasta sarà ben al dente, controllo che non ci sia acqua in eccesso, nel caso con un cucchiaio la tolgo. Tolgo la pentola dal fuoco e faccio riposare pochi secondi, dopodiché inizio ad aggiungere, sempre girando per amalgamare, il formaggio grattugiato e una quantità generosa di pepe macinato al momento. Importante non aggiungere il formaggio quando la pasta è ancora sul fuoco per evitare che “fili”. Una volta amalgamato tutto il formaggio, servo e completo ogni piatto con altro pepe.

17 ottobre 2019

Rivisitazione di pasta e patate con fonduta di provola

Rivisitazione di pasta e patate con fonduta di provola

pasta e patate con fonduta di provola

Arrivano le temperature invernali ed ecco che torna la voglia di qualcosa di caldo che scalda fuori e dentro. La pasta e patate poi è da sempre un comfort food, almeno per me. E' una ricetta, se vogliamo, povera, e semplice che però si presta a molte rivisitazioni e interpretazioni. Rispetto alla versione brodoso della zuppa semplice questa ricetta è un pochino più elaborata e laboriosa, ma il risultato finale ripaga certamente nella particolarità del piatto che viene fuori. Una crema di patate leggermente profumata con una nota di peperoncino che appena si percepisce, resa ancora più corposa da una fonduta di provola (se piace perchè non usare anche quella affumicata), avvolge la pasta mista. Un formato di pasta particolare, che regala consistenze diverse al palato, e resa ancora più saporita da una cottura risottata,cosicché la stessa pasta viene impregnata da tutti i profumi e i sapori… Nota speciale data da una patatina fritta, o finto fritta come l'ho fatta io, per decorare il piatto... così ecco anche una nota croccantina. Che dire un piatto che è davvero una sorpresa di profumi e di gusti e consistenze, molto molto goloso.


Ingredienti

Per la fonduta di provola
  • 200 gr di provola (volendo anche affumicata)
  • 120 ml di latte
  • 80 ml di panna fresca liquida
Per la crema di patate con la fonduta di provola
  • 2 patate
  • 1 cipolla, o due cipollotti
  • olio extravergine oliva
  • fonduta di provola
Per la pasta
  • 200 gr di pasta mischiata corta
  • 600 ml di brodo vegetale
  • 1 peperoncino
  • parmigiano grattugiato
  • sale
  • pepe
  • olio extravergine d’oliva
Finitura/impiattamento
  • 1 patata
  • olio oliva
Taglio la la provola e la metto in una casseruola con il latte e la panna a bagnomaria per creare una fonduta.
Preparo il brodo vegetale. Poi trito e rosolo la cipolla in una casseruola con un po’ di olio d’oliva extravergine, aggiungo le patate tagliate a cubetti, bagno con il brodo vegetale e cuocio per circa 15 minuti. unisco poi anche la fonduta di provola, proseguo la cottura per 5 minuti, infine frullo e metto da parte.
In una casseruola faccio soffriggere il peperoncino intero. Una volta che il peperoncino ha rosolato, lo rimuovo e verso una parte di brodo vegetale. Porto a bollore, metto la pasta e procedo con la cottura, aggiungendo man mano il brodo come per un risotto. Dopo circa dieci minuti unisco la crema di patate con la fonduta. A cottura ultimata levo dal fuoco e manteco con il parmigiano, e aggiusto di sale.
Per completare il piatto, taglio una patata a dadini, la cuocio in padella a fuoco alto con poco olio, viene un un finto fritto.
Non mi resta che impiattare: in un piatto fondo metto la pasta mischiata, decoro con la patatina fritta e una macinata di pepe.

23 marzo 2019

Tagliolini alle ortiche con prosciutto e limone.

Tagliolini alle ortiche con prosciutto e limone.

tagliolini alle ortiche con prosciutto e limone

Una ricetta nata un po’ per caso. Sapete quando si rientra a casa, si guarda dispensa e frigo e ci si dice “e ora che cosa cucino?” Sono sicura che capita anche a voi ogni tanto. E proprio con questo spirito, e ricordando una ricetta provata durante una mini vacanza (forse nata anche quella con lo stesso mood), nasce questo piatto. In vacanza era stata fatta con spaghetti o linguine, io ho pensato di provare questi taglioni all’ortica, e abbinarli al prosciutto crudo e limone. Un ricetta semplice e veloce. Mentre la pasta cuoce si taglia il prosciutto, si grattugia buccia di limone e si spreme. Non resta che saltare tutto in padella e pronto in tavola. Più veloce di così. Per chi gradisce anche una bella spolverata di parmigiano. Il limone conferisce quella nota acidula e fresca molto piacevole e stuzzicante, che alleggerisce la sapidità del prosciutto crudo scaldato. Un piatto che sa di natura di bosco, leggero e profumato…

Ingredienti
  • 250 gr di tagliolini all’ortica
  • 150/200 gr di prosciutto crudo
  • 40 gr di burro
  • 1 limone intero bio non trattato (succo e zest)
  • sale marino integrale grosso
  • parmigiano grattugiato a piacere
Mentre aspetto che l’acqua per la cottura della posta bolla, mi preparo il condimento. Io ho tagliato grossolanamente il prosciutto, ma per fare una bella figura consiglio di tagliarlo in strisce più o meno regolari. Lavo bene un limone, grattugio la buccia solo la parte gialla e non la bianca che è amara, e poi lo spremo eliminando i semini. Quando l’acqua bolle, verso una manciata di sale marino integrale grosso e la pasta. In una padella saltapasta faccio sciogliere il burro, unisco il prosciutto, dopo un minuto verso il succo di limone, e faccio insaporire per un paio di minuti e spengo o abbasso al minimo la fiamma, dipende dalla velocità di cottura della pasta. Quando la pasta è quasi al dente, poco prima del minuto, la scolo tenendo da parte un po’ di acqua di cottura, e la metto nella padella con il condimento. Unisco anche lo zest di limone, faccio insaporire per un paio di minuti, se si asciuga troppo allungo con un po’ di acqua di cottura della pasta. Non resta poi che servire ben caldo, con del parmigiano grattugiato servito a parte per chi lo gradisce.

19 agosto 2018

Pasta al forno napoletana

Pasta al forno napoletana


pasta al forno napoletanaE alla fine arriva la pasta della festa... 
La maggior parte dei ricordi di ognuno, solitamente è legata ai profumi, quante volte abbiamo sentito dire a qualcuno che un profumo gli ricorda qualcosa? Capita a tutti e molto spesso: succede quando il profumo di un dolce o di un sugo in particolare riportano alla nostra mente quelli che sono ricordi speciali. Sono tanti gli odori che fanno viaggiare i nostri pensieri riportandoci a determinati momenti della nostra vita, e... proprio pensando ai profumi e ai sapori, mi sono ricordata di un piatto meraviglioso che mangiavo da bambina in alcuni giorni di festa e di vacanze: la pasta al forno napoletana. Esiste la versione che in casa abbiamo chiamato “pasta a mattonella” perché mia nonna e sua sorella non solo le facevano a volte per il pranzo della domenica o della festa, ma c'era la versione da portare nei pic-nic, ed era talmente compatta da poter esser mangiata a cubotti con le mani. La ricetta della sorella della nonna aveva un’aggiunta di uova sbattute con formaggio, oltre a tutto il resto di base della ricetta ovviamente, queste venivano versate sulla pasta sistemata nel “ruoto”, nella teglia, in modo da chiudere bene gli eventuali spazi vuoti. La mia è venuta un po’ meno a mattonella e un po’ più stile pasta al forno. Esistono diverse versioni per quanto riguarda il sugo, in teoria ci vorrebbe il ragù napoletano che cuoce per tre ore… ma si può semplificare e alleggerire un pochino la ricetta usando un sugo semplice… ed io ho optato per il sugo semplice. Questo piatto potrebbe rientrare a pieno titolo come piatto unico, ma per coloro che conoscono i pranzi napoletani e cilentani, ben saprà che invece nelle feste questa pasta sarà una portata tra le tante…
A pasta "ô furno, sapurita e arruscatella" , la vera pasta della festa. Quella piena zeppa di ingredienti a pezzettoni, che piace a tutti e che dunque, da sempre, ha avuto l’allegro compito di riunire intorno ad un tavolo tutta la famiglia. La gara a chi conquista più polpettine, il profumo del salame, la crosticina "arruscata": chi non ne conserva un ricordo meraviglioso?
Io ho usato come formato di pasta gli ziti, ma si possono usare anche i rigatoni o altro tipo di pasta corta, e come procedimento per assemblare per la cottura in forno si può scegliere se condire il tutto in una ciotola (meno le uova sode) e fare così uno strato in teglia e poi sistemare le delicate uova sode tra uno strato e l'altro di pasta, oppure fare direttamente gli strati in teglia. Io avendo usato gli ziti lunghi, spezzati solo a metà (altrimenti non ci stavano nella pentola), ho lavorato nella teglia da forno. Ma al di là di quale metodo si preferisce adottare, l’importante è il risultato finale. Una bella pasta saporita e condita colorata…
Per il formaggio a pasta filata si può usare la provola o la mozzarella, in questo caso la mozzarella, una volta tagliata, va lasciata scolare dall'acqua. Importante tagliare il formaggio e il salame della stessa grandezza. Per il salame a casa mia si usa la soppressata, ma in mancanza, ci vorrebbe un bel salame tipo Napoli (soppressata e salame tipo Napoli so che sono difficili da trovare),  o un ottimo salame.
Quindi po’ per far festa, un po’ perché è buona ma anche perché, come si dice giù “se fai ‘na cusarella dint ‘o furno, fai primma”, proprio una pasta, bella, saporita ma soprattutto “arruscatella”, motivo per cui tutti chiederanno sempre “l’angolo”, se si userà teglia quadrata o rettangolare, mentre nel mio caso che ho usato teglia rotonda avere l'angolo diventa difficile.
Piccola curiosità culinaria. Qualora vi dovesse venire in mente di aver calato troppa pasta, se uno ne "volesse un po' di più e non ha da rimanere con la voglia", ricordatevi che la pasta al forno riscaldata o meglio “scarfata” in padella, la sera o anche il giorno dopo, vale quasi come una ricetta a parte.

Ingredienti
  • 500 g di ziti o candele
  • 100 g di parmigiano grattugiato (io cacioricotta stagionata e parmigiano)
  • 2 litri di salsa di pomodoro
  • 250 g di provola dolce (io di bufala)
  • 3 uova
  • 1 cipolla
  • 200 g di soppressata (o salame)
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva pasta al forno napoletana
  • foglie di basilico fresco
  • sale
  • polpettine
Ingredienti per le polpettine
  • 300 g di carne macinata di manzo e di maiale, in parti eguali 
  • 1 uovo
  • 2 fette d pane raffermo
  • 50 g di parmigiano reggiano
  • un ciuffetto di prezzemolo
  • olio oliva per friggere o olio di semi
  • sale
  • pepe
  • un pezzetto di cipolla (io cipollotto piccolo)
Inizio la preparazione della pasta al forno dal sugo, il quale necessita di una lunga cottura, consiglio di prepararlo in anticipo, anche il giorno prima per poi essere conservato in frigorifero. Ho optato per la versione sugo semplice.
In una pentola abbastanza grande metto l’olio extravergine di oliva e la cipolla dopo averla sminuzzata in parti piccolissime. Lascio dorare perfettamente a fiamma molto bassa poi aggiungiamo la passata di pomodoro, il basilico e lascio cuocere il sugo per circa 3 ore coprendolo con un coperchio (ma facendo sugo semplice i tempi si possono un po’ accorciare, però almeno 1 oretta). Aggiungo anche una manciata di sale a metà cottura.
Poi metto a bollire le uova in un pentolino pieno di acqua e lascio cuocere per 8 minuti perché dovranno risultare molto sode e compatte per essere messe nella pasta e non sfaldarsi troppo. Appena cotte le sbuccio e le taglio a spicchi abbastanza grossi.
Preparo le polpettine. Metto il pane raffermo coperto di acqua tiepida in una ciotola e lo lascio ammorbidire per bene, In una terrina mescolo la carne macinata e l’uovo, il parmigiano, un pizzico di sale e una manciata di pepe e la cipolla tritata finemente. Lavo con cura il ciuffetto di prezzemolo sotto l’acqua corrente lo asciugo e lo sminuzzo finemente e lo aggiungo al resto degli ingredienti. Ora è il momento di strizzare per bene il pane stringendolo fortemente tra le mani per scolare tuta l’acqua in eccesso. Unisco anche il pane agli altri ingredienti e inizio ad amalgamare con cura fino ad ottenere un composto molto morbido. Con l’impasto ottenuto faccio delle polpette, delle piccole, mini polpette, più piccole sono meglio è. In una padella larga verso l’olio d’oliva, lo faccio scaldare per bene, quando raggiunge la giusta temperatura friggo le polpettine facendole rosolare per bene.. Con una schiumarola, o ragno, le scolo e le sistemo su un piatto con carta fritti per far assorbire l’olio.
Taglio la provola e la soppressata a cubetti delle stesse dimensioni. Se si usa una mozzarella, una volta tagliata, bisognerà farla scolare, asciugare per un’ora in frigo.
Metto a bollire la pasta in abbondante acqua salata. Lascio cuocere gli ziti qualche minuto meno del tempo di cottura indicato sulla confezione. Scolo bene la pasta. Ora ci sono due modi per procedere: si può versare la pasta in una ciotola e condirla col sugo, oppure si lavora in teglia tipo lasagna.
Ora verso un po’ di sugo in una pirofila da forno, poi faccio uno strato di pasta, uno di uova, polpettine, provola e salame, un po’ di formaggio grattugiato, sugo o altro strato pasta condita, altro strato di ingredienti, etc… ultimo strato pasta con sugo e spolverata di formaggio grattugiato.
Metto a cuocere in forno preriscaldato ventilato a 190° per 30/35 minuti. Lascio che la pasta al forno napoletana formi una crosticina dorata sulla superficie. Servo la pasta al forno ben calda, ancora filante. In realtà è ancora più buona se viene lasciata riposare… si insaporisce…

9 agosto 2018

Scialatielli mafiosetti

Scialatielli mafiosetti

scialatielli mafiosetti
Gli scialatielli sono un tipo di pasta fresca, molto diffuso in Campania, specialmente nella costiera amalfitana, spesso sono conditi con sughi a base di frutti di mare, ma sono ottimi anche con i pomodorini freschi o con le verdure saltate in padella. Gli scialatielli nascono dall'inventiva dello chef Enrico Cosentino nel 1978, che gli fecero vincere il premio entremetier dell’anno ad un concorso culinario, hanno una forma rettangolare, simile a quella delle tagliatelle, ma sono più spessi ed irregolari e corti.
Il nome degli scialatielli si presume derivi da due parole della lingua napoletana "scialare" (godere) e "tiella" (padella), oppure dal verbo napoletano “sciglià”, che significa scompigliare, riferito alla pasta che assomiglia a dei capelli arruffati.
Nel tempo sono poi stati riconosciuti come Prodotto Agroalimentare Tradizionale della regione Campania. Attualmente ne esistono diverse varianti che circolano in rete, ma i veri scialatielli, la vera ricetta è solo quella dello chef Cosentino, il quale dice che l’impasto è fatto solo con farina 00, o al massimo per dare un po’ di consistenza alla farina 00 viene mescolata una piccola percentuale di semola (max 10-20%). Gli scialatielli non fanno parte delle paste all’uovo, quindi non bisogna esagerare, su 500 gr di farina si mette 1 uovo, il resto dell’umidità necessaria la fornirà il latte. Per l’impasto va usato il latte e non l’acqua, che conferirà un particolare sapore e morbidezza. Nota dello chef è stata quella di aggiungere parmigiano e pecorino (entrambi mescolati, o uno o l’altro) alla pasta insieme agli altri ingredienti, e basilico tritato. La pasta va poi tirata piu spessa di una tagliatella ed è più corta: le misure precise date dallo chef sono le seguenti: lunghezza di circa 10-12 cm. e spessore di circa 3-4 mm. Queste indicazioni se si vuole farli a mano in casa. Altrimenti ora esistono anche già confezionati da acquistare.
Da Palermo mi viene portato un condimento chiamato “mafiosetta” mi dicono che lo consigliano per condirci la pasta così semplicemente... però non lo conosco, mai usato... inizio con aprire il sacchetto e cerco di capire, annusando, che spezie e aromi sono stati mescolati: sento profumo di finocchietto, pomodori secchi, peperoncino… Riflettendo sui profumi credo che quel finocchietto sia perfetto per la pasta con le sarde. Però io non amo le sarde, io adoro le alici, e penso che potrebbero starci bene. Così preparo il mio condimento con due filetti di alici e un cucchiaio di mafiosetta abbondante a testa e capperi tritati. In questo condimento faccio saltare i miei scialatielli, che si assorbono bene tutto il condimento… una macinata di pepe e servo in tavola caldo caldo. Lo scialatiello è un tipo di pasta che mi piace moltissimo, bello cicciotto, che assorbe bene il condimento, e rimane con una bella consistenza... a me la pasta piace al dente, molto al dente. Lo scialatiello è un fomato di pasta che mi piace proprio mangiare. Il condimento usato lo potrei definire... sperimentale... è stato una sorpresa, di carattere, un insieme di profumi e aromi insoliti: la freschezza del finocchietto, l’acidità del pomodoro secco, capperi e alici che danno sapidità, e il peperoncino non invadente ma che si sente… un insieme gustoso. Certo devono piacere i sapori forti…

Ingredienti
  • 400 gr di scialatielli
  • 2 filetti di alici a testa
  • 1 cucchiaio a testa di condimento secco mafiosetta
  • 1 manciata di capperi sotto sale
  • 1 cipollotto (se piace, facoltativo)
  • olio extravergine d’oliva, o olio d’oliva.
  • pepe macinato fresco
In una padella, tipo saltapasta, verso l’olio d’oliva, metto il cipollotto tritato finemente e lo faccio appassire. Unisco i filetti di alici, da far sciogliere, e il misto secco “mafiosetta”. Sciacquo e trito i capperi e li aggiungo al condimento. Se serve allungo il condimento con l’acqua della pasta. Faccio cuocere gli scialatielli in abbondante acqua salata. Scolo la pasta molto al dente e completo la cottura nella padella con il condimento, allungando con dell’acqua di cottura della pasta. In questo modo la pasta assorbe il condimento e crea quella “cremina” speciale e golosa… Non resta che servire con una macinata di pepe…

3 maggio 2018

Tagliolini cremosi al limone

Tagliolini cremosi al limone

tagliolini cremosi al limone
Mi piacciono molto i piatti al profumo di agrumi e in particolare quelli al limone. Mi sono rimasti due tuorli freschissimi da un'altra preparazione... strano perché di solito rimangono gli albumi, ma ogni tanto ci sono le eccezioni. Visto che era la prima volta che mi trovavo in questa situazione, mi metto alla ricerca di ispirazione su come poter usare questi due tuorli. Penso a panbrioche, sfoglia per pasta ripiena... ovviamente creme varie e zabaioni... e poi ecco che mi trovo la ricetta delle tagliatelle all’arancia mantecate con i tuorli e parmigiano…  L’idea mi piace, leggere e golose… ma per esser più nelle mie corde, mi lascio solo ispirare e modifico a mio gusto. L’arancia viene sostituita dal limone, l’erba cipollina fresca con quella secca, le tagliatelle diventano tagliolini… e il tutto decorato con fiori secchi commestibili…
Un piatto semplice da preparare, veloce e leggero… un piacere da vedere, da annusare e soprattutto da assaporare…

Ingredienti
  • 300 gr di taglioni all’uovo
  • 1 limone
  • 2 tuorli bio
  • olio extravergine d’oliva
  • 10 gr di burro
  • erba cipollina (fresca o secca)
  • 25 gr di parmigiano reggiano
  • pepe macinato fresco
  • sale grosso integrale e se serve sale fino integrale
  • fiori secchi commestibili
Ho lavato bene il limone e l’ho sbucciato con un pelaverdure, prendendo così solo la parte gialla e non il bianco più amaro. Una metà della buccia del limone l’ho lasciata tagliata a strisce spesse e messa nella pentola con l’acqua fredda per la cottura della pasta. L’altra metà l’ho ridotta una parte a julienne e una parte tritata sottile. Se ho erba cipollina fresca trito a coltello anche questa.
Allungo i tuorli d’uovo, che devono essere freschissimi, con due cucchiai dell’acqua fredda aromatizzata dalle bucce di limone in infusione, e mescolo bene creando una crema.
Mentre aspetto che l'acqua con le bucce di limone bolla per la cottura della pasta, preparo il condimento. Ho messo in una padella una noce di burro con l’olio extravergine d’oliva, se ho erba cipollina secca la metto subito e la faccio scaldare in padella mentre si scioglie il burro a fuoco dolce. Unisco poi lo zest di limone e faccio dorare mescolando di tanto in tanto.
Quando l'acqua della pasta bolle, elimino le bucce di limone e metto i tagliolini.
Scolo i tagliolini al dente e tengo da parte un po’ di acqua di cottura. Metto i tagliolini nella padella, mescolo bene, verso la crema d’uovo e sempre a fuoco dolce per pochi secondi mescolando faccio un po’ cuocere le uova… ma proprio pochi secondi non voglio che si rapprendano. Se vedo che la pasta risulta troppo asciutta, allungo con un po’ di acqua di cottura per dare cremosità. Manteco con parmigiano reggiano, mescolo. Se ho erba cipollina fresca l’aggiungo. Macino sul momento il pepe e servo. Ben caldo e cremoso.

26 aprile 2018

Pasta alla caprese

Pasta alla caprese

insalata di pasta alla capreseAlla pasta non si rinuncia nemmeno quando inizia a far caldo... e allora nulla di meglio di una bella pasta alla caprese! Un piatto che può esser servito fresco o tiepido, profumato, colorato, perché si mangia anche con gli occhi e così mette di buon umore, gustoso e, per ultimo ma non meno importante, veloce e semplice da fare. La pasta alla caprese può anche essere calda, basta passarla un attimo al forno per rendere la mozzarella filante, ma in questo caso meglio scegliere una mozzarella fiordilatte. Per la versione invece fresca o tiepida possiamo anche usare una bella mozzarella di bufala. Rigorosamente si usa pasta corta, libera scelta sul formato. Io uso tanti pomodori, va un po’ a gusto, ma a casa ne siamo molto golose, soprattutto ciliegini o datterini. Questo è un sano piatto della cucina mediterranea. Se poi piace si può usare anche pasta integrale. Un piatto di sicuro successo sia per grandi che piccoli. 

Ingredienti
  • 300-400 gr di pasta
  • 300 gr di pomodorini maturi
  • 1 mozzarella da 250 gr sgocciolata
  • basilico fresco
  • olio extravergine d’oliva
  • sale
Mentre cuocio la pasta lavo e taglio i pomodori che sistemo in una capiente scodella. Taglio anche la mozzarella. Scolo la pasta al dente e la passo sotto l’acqua fredda per fermarne la cottura. Metto la pasta con i pomodori, la mozzarella, il basilico, condisco con sale e olio extravergine d’oliva. Mescolo bene e porto in tavola.

26 marzo 2018

Spaghetti con polpette di patate al sugo...

Spaghetti con polpette di patate al sugo...

spaghetti con polpette di patate al sugo
Un omaggio alla mia nonna materna...
Uno dei piatti più amati della cucina cilentana le cosiddette “porpette re patate", cioè polpette fatte con le patate. Sono un alimento umile, semplice, ma ricco di vitamine e minerali, una golosità che conquista tutti i palati. Perfette anche per i vegetariani e intolleranti al glutine.
Questo è un piatto che può esser servito come antipasto, appena fritte e scolate, come secondo con il sugo o senza e come condimento per la pasta, una pasta preferibilmente liscia, gli spaghetti.
La mia nonna, per non scontentare nessuno, ne faceva tantissime, e una parte le lasciava semplicemente fritte, e le altre le metteva nel sugo. E poi via libera a chi schiacciava le polpette così si impregnavano nella salsa, e chi come me che invece non amava schiacciarle, e così sentivo meglio i diversi sapori che si amalgamavano. Insomma un piatto che fa felice chiunque e lascia libero sfogo alla fantasia su come consumarle. Queste polpette conquistano anche coloro che normalmente non amano le classiche polpette.
Un piatto allegro, sfizioso e gustoso, saporito… della serie una tira l’altra... e son sempre troppo poche...

polpette di patate
 Ingredienti
  • 1 kg di patate
  • 250 gr di formaggio vaccino misto capra grattugiato (un formaggio gustoso e sapido)
  • 4-5 uova intere
  • prezzemolo (facoltativo)
  • sale e pepe
  • olio d’oliva
  • 1 litro di passata di pomodoro
  • 1 cipolla piccola
  • basilico
  • spaghetti
Preparazione delle polpette.
Faccio bollire le patate, le pelo e le schiaccio con schiacciapatate. Aggiungo formaggio grattugiato, uova, prezzemolo tritato, sale e pepe e formo un impasto morbido ma compatto. Con le mani leggermente umide formo delle palline tutte della stessa grandezza che friggo in olio d’oliva bollente finché non diventano dorate. Scolo e faccio asciugare su carta assorbente per fritto e tengo al caldo.
Preparazione del sugo per le polpette.
Faccio appassire una cipolla tagliata sottilissima in poco olio d’oliva. Verso un litro di passata di pomodoro, unisco il basilico e lascio sobbollire per un’ora, dopodiché aggiungo le polpette e completo la cottura. In questo modo le polpette e il sugo si insaporiscono a vicenda. Aggiusto di sale, e quando il sugo sarà abbastanza ristretto spengo. Con questa salsa si può condire la pasta. Basterà cuocere in abbondante acqua salata la pasta prescelta, scolarla e poi condire abbondantemente con il sugo e polpette di patate insieme.
Non resta che servire il tutto ben caldo.





28 agosto 2017

Pasta su crema di patate e basilico dello chef Cannavacciuolo

Pasta su crema di patate e basilico dello chef Cannavacciuolo


Quando non si può fare a meno della pasta e patate, nemmeno d’estate, ecco che si provano delle varianti. In questo caso la modifica alla ricetta familiare viene data, addirittura dallo chef Antonino Cannavacciuolo. Gliel’avevo vista preparare durante una delle sue trasmissioni, e sebbene con qualche modifica, ossia eliminando l’uso dell’olio all’aglio (per me intollerante) e riducendo la quantità di basilico, solo perché non ne avevo così tanto e anche per andare incontro al gusto della mia bambina, eccomi a lasciarmi ispirare dalla ricetta dello chef. Il piatto nell’insieme è un’insolita pasta cremosa e profumata molto piacevole, la crema avvolge i diversi formati di pasta, che proprio grazie ai diversi tipi di paste si gioca con consistenze diverse. Un’armonia di gusto che incontra il favore anche dei più piccoli ospiti, a dispetto del colore verde.


Ingredienti
  • 300 gr di pasta mista
  • 1 litro di brodo vegetale
  • 1 scalogno (io cipolla)
  • 2 patate medie (io ne ho messe 3)
  • 300 gr di basilico (io ne ho usato 150)
  • olio evo
  • sale e pepe
Taglio la cipolla e la faccio rosolare in pentola con un filo d’olio. Aggiungo le patate tagliate finemente, le bagno con il brodo e porto a cottura. Conservo l’acqua di cottura e metto le patate in un frullatore. Frullo assieme al basilico precedentemente sbianchito (messo pochi minuti in acqua bollente) e raffreddato in acqua ghiacciata.
Porto a bollore l’acqua di cottura rimasta, vi faccio cuocere la pasta mista (se necessita aggiungo altra acqua o brodo). Una volta terminata la cottura, sistemare di sale e aggiungere olio evo a crudo. Verso la crema crema di patate e basilico in un piatto fondo, sistemo sopra la pasta mista, e servo in tavola.
Il risultato deve avere una consistenza cremosa.

8 aprile 2017

Noodles di patata viola dolce con sautè di vongole

Noodles di patata viola dolce con sautè di vongole

Potevo resistere alla tentazione di provare una pasta viola? Assolutamente no... e così ecco che questa strana e particolare pasta salta nella mia borsa della spesa e mi accompagna verso casa. Subito avevo pensato di proporla a una mia amica intollerante al glutine, ma in realtà ho evitato visto che il frumento è presente nella composizione del noodles alla patata viola dolce. I noodles sono un classico della cucina orientale, e vengono impiegati in particolare nelle zuppe o fritti. Questo particolare noodles ha un colore unico e un aroma leggermente dolce conferitogli dalla patata viola. Dato questo suo sapore si accompagna bene a gusti decisi, come verdure piccanti, pesci saporiti o carni. E infatti io l'ho usato con un bel sautè di vongole veraci piccante. Il sughetto viene tutto ben assorbito dal noodles e il piatto risulta vivace sia come sapore che visivamente.
Il bello di questi noodles è anche la velocità di cottura e preparazione: tre minuti in acqua bollente e poi di corsa a condire. Come si potrà osservare in cottura perdono un po' del loro bel colore viola, ma restano comunque di un bel colore allegro e insolito.
Che dire noodles di patata viola mi hanno conquistato, devo assolutamente ritrovarli...

Ingredienti
  • 200 gr di noodles di patate viola
  • 1/2 kg di vongole veraci
  • 1 scalogno 
  • 1/2 cipolla piccola
  • 20 pomodorini pachino o datterini 
  • 3 peperoncini forti
  • olio extravergine d'oliva
  • pepe nero 
  • prezzemolo
Ho iniziato mettendo a spurgare le vongole in acqua fredda e sale e le lascio almeno mezz'ora. Poi le sciacquo bene, e intanto metto una bella padella capiente su fuoco. Verso le vongole nella padella e chiudo con coperchio. Quando vedo che iniziano ad aprirsi levo il coperchio, tolgo le vongole che si sono aperte, lasciando quelle chiuse nella padella al caldo. Procedo la cottura e a togliere quelle che si aprono fino a quando non si saran aperte tutte, o quasi. Quelle che proprio non si vogliono aprire, ahimè le butterò via. L'acqua che è rimasta nella padella di cottura delle vongole la filtro con colino rivestito con uno strofinaccio di cotone o lino e la tengo da parte, così facendo sono sicura di trattenere tutte le eventuali impurità. Procedo poi a sgusciare la maggior parte delle vongole, ne tengo solo qualcuna da parte con la sua vulva per decorazione, quelle con la conchiglia più bella.
Pulisco e trito finemente lo scalogno e 1/2 cipolla, che metto in una padella con dell'olio e faccio cuocere dolcemente. Insieme al fondo di scalogno metto anche i peperoncini sminuzzati. Procedo lavando e tagliando i pomodori che unirò al fondo di cottura, quando anche questi saran un po' appassiti, aggiungo le vongole con la loro acqua filtrata e regolo di sale.
Nel frattempo faccio cuocere i noodles in acqua salata, e quando pronti li aggiungo al sautè di vongole. Mescolo bene il tutto, se serve allungo con un po' di acqua di cottura della pasta, aggiusto di sale e pepe, è un po' di prezzemolo tritato. Servo ben caldo... e bon appétit...

22 marzo 2017

Tagliatelle di riso Venere con salmone, limone e panna acida

Tagliatelle di riso Venere con salmone, limone e panna acida


Frequento volentieri il mercato biologico km 0 della Campagna Amica e Coldiretti, e si trovano sempre delle cose interessanti. Stavolta ho provato le tagliatelle di riso venere. Purtroppo il formato tagliatella non è proprio rispettato, perché è tutto spezzettato, quindi ha lo spessore ma non la lunghezza. Sarà un caso, incidente di trasporto o proprio son nate così? Chi lo sa… Comunque bisogna provarle, anche per cambiare. In origine il colore della pasta è molto scuro, quasi tendente al nero, come il riso venere appunto… ma il mio condimento ha avuto effetto schiarante. Il gusto della tagliatella ricorda proprio il riso, anche se nell’impasto è presente della farina di grano duro, quindi non è adatta a coloro che sono intolleranti al glutine (che poteva essere la mia idea per una mia cara amica, e invece…). Per smorzare la dolcezza della tagliatella, senza però perdere effetto scenico, ho deciso di condirla associandole il rosa del salmone, con del giallo limone, e un pochino di panna acida. Sul sale da usare sono stata indecisa perché non so bene se considerare il salmone un pesce di mare o di acqua dolce, voi che dite? Qualcuno mi ha suggerito “dipende da dove lo pescano”. Ah brava! e io che ne so? Scrivono solo provenienza non luogo esatto del pescato, se mare o fiume o lago. E poi comunque il salmone nasce in acqua dolce, va nel mare, e ritorna nell’acqua dolce per riprodursi… Dopo questa piccola parentesi ho deciso di usare sia il sale grigio bretone adatto per pesci di mare, che il sale rosa himalayano adatto per pesci d’acqua dolce, così risolvo il dilemma. Il piatto finale è risultato molto gradevole, fresco e leggero nonostante la presenza della panna, e il limone aggiunge la nota fresca e acidula, in ultimo una nota profumata di pepe nero del Madagascar. E abbiamo fatto un St. Patrick alternativo… però abbiamo tovaglioli con “Shaun the sheep”

Ingredienti
  • 250/300 gr di tagliatelle di riso venere
  • 200 gr di salmone affumicato (o fresco)
  • 1 limone bio, zest e succo
  • 200 ml di panna fresca
  • 1 scalogno
  • olio d’oliva
  • sale rosa himalayano
  • sale grigio bretone
  • pepe nero del Madagascar
Ho grattugiato e la buccia del limone e poi l’ho spremuto, e ho messo il tutto da parte Ho mescolato due cucchiai di succo di limone alla panna fresca liquida, ho mescolato e lasciato riposare. Ho tritato finemente uno scalogno e l’ho fatto appassire dolcemente con dell’olio d’oliva e un pochino d’acqua. Quando lo scalogno ha iniziato a diventare trasparente ho unito un cucchiaino di zest di limone e il succo che avevo tenuto da parte. Nel frattempo porto a bollore l’acqua per cuocere la pasta. Ho tagliato il salmone e l’ho aggiunto allo scalogno, sempre a fuoco basso, e infine ho messo anche la panna acida, e ho spento il fuoco. Trito il sale grigio e rosa, e lo unisco al condimento. Intanto cuocio le tagliatelle, ci vogliono pochissimi minuti. Senza scolarle troppo le unisco al condimento, riaccendo la fiamma al minimo e faccio insaporire il tutto, se serve allungo con dell’acqua di cottura della pasta. Proprio pochissimi minuti. Spengo, aggiusto di sale, unisco il resto dello zest di limone, una macinata di pepe del Madagascar e… in pochi minuti pronto in tavola… bon appétit.

3 febbraio 2017

Tagliolini con salsa di noci... a sorpresa

Tagliolini con salsa di noci... a sorpresa

Era da un po' che meditavo di fare la salsa di noci... era lì scritta su uno dei miei tanti fogli d'appunti sparsi per casa. Oggi mi sono decisa visto che avevo delle noci che mi guardavano, e desideravo un condimento diverso dal solito e veloce da fare, e questo si prepara davvero in pochissimo tempo. La salsa di noci è tipico della cucina ligure, di solito viene usato per condire i pansoti, una sorta di ravioli, il cui ripieno è di borragine, bietola, spinaci e ricotta. Ma lo si può usare su un qualsiasi primo. Per la preparazione si hanno addirittura tre scelte: una versione leggera con il latte, poi quella in cui la panna sostituisce il latte, e infine una terza in cui si aggiunge qualche fetta di pancarrè. Questo da "manuale". Sempre da ricetta ligure bisognerebbe usare 1/2 spicchio d'aglio... come dicevo da ricetta classica... ma io ho cambiato, non solo per assenza dell'aglio (a cui io sono intollerante) ma anche per il tipo di latte, o panna, usata. Giusto poche ore prima avevo fatto il "latte di miglio", fa parte delle mie nuove sperimentazioni, e il risultato di questa bevanda, appena filtrata col colino, ha la consistenza di una panna liquida, non proprio liquida ma non densa, ed essendo senza zuccheri aggiunti, ho pensato di utilizzarla per fare la mia salsa di noci. In questo modo la posso suggerire anche a coloro che sono intolleranti al lattosio. Il parmigiano usato è anche quello senza lattosio e con caglio vegetale. Ultimamente mi sto rendendo conto che coloro che devono seguire delle diete si ritrovano con poche scelte alimentari, e magari se conoscessero qualcuno che può dare dei suggerimenti per variare, la loro dieta peserebbe un po' meno psicologicamente. Questo perché evitare la monotonia alimentare aiuta e la mente vuole essere gratificata anche quando è a dieta.
Così oggi ecco i tagliolini con la mia salsa di noci.

Ingredienti
  • 250 gr di tagliolini
  • 1 bicchiere di latte di miglio
  • 30 gr di pinoli
  • un pizzico di sale
  • 15 di noci
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 3 cucchiai di Parmigiano 
Ho messo l'acqua sul fuoco per cuocere la pasta e mentre aspetto che raggiunga il bollore preparo la salsa.
Ho sgusciato 15 noci, le ho messe nel mixer insieme a 3/4 di bicchiere di latte di miglio e le ho tritate. Ho aggiunto un filo d’olio, una decina di pinoli, il sale, e 2-3 cucchiai di Parmigiano grattugiato, ho tritato ancora fino a che non è diventato una crema.
Quando l'acqua bolle cuocio i tagliolini, li scolo al dente conservando un po' di acqua di cottura. Condisco i tagliolini con la salsa, aggiungo anche il latte rimasto e amalgamo tutto. Se serve aggiungo un po' di olio, e se risulta ancora troppo densa allungo un po' di acqua di cottura. Aggiusto di sale e pepe, impiatto, spolvero con parmigiano, e per chi lo gradisce ancora un po' di pepe macinato fresco. Non resta che mangiare... bon appétit

9 dicembre 2016

Il nostro albero...

Il nostro albero...

Kanelbullar, cinnamon rolls
Ed eccoci arrivati all’8 dicembre, giorno dell'Immacolata, giorno in cui si addobba casa con albero, luci, presepi e via discorrendo. Stavolta ha collaborato attivamente anche mia figlia, e ad essere sincera, abbiamo queste ricorrenze proprio per lei, e per tutti i bimbi. Così oggi ci siamo alzate presto, abbiamo preparato dolci e pranzo, e poi via a fare albero con il profumo di cannella e vaniglia che aleggiava casa. Da noi l'albero ha vita non facile con due gatti che lo adottano come parco giochi. Volendo personalizzare al massimo le nostre decorazione, ho preso l’abitudine, da quando c’è la mia piccola, che ogni anno personalizziamo l’albero con delle decorazioni nuove, ma fatte in casa. Questo anno abbiamo scelto di mettere dei cioccolatini, le calze, e appena saran pronti i biscotti decorati, naturalmente fatti in casa.
Per sostenerci in questa giornata di festa e di lavoro ci siamo preparate il gattò di patate con la variante pezzetti di prosciutto crudo al posto del salame (che lo rende piùdelicato nel gusto), pasta col formaggio (la famosa mac 'n cheese), e infine i dolcetti svedesi profumatissimi alla cannella i kanebullar, le brioche a spirale che si trovano all'Ikea, cinnamon rolls. Di queste brioche ho fatto la ricetta svedese, ma visto che piacciono moltissimo in casa, a breve proverò anche la ricetta americana.

Mac 'n cheese , ovvero pasta al formaggio

Questa pasta ha origini antiche, e se ne appropriano la maternità gli americani… anche se… a dire il vero l’hanno solo importata. Le sue origini risalgono addirittura alla fine del Settecento quando il presidente americano Thomas Jefferson importò la ricetta dei Macaroni and Cheese, di ritorno da uno dei suoi tanti viaggi in Europa. Dai suoi viaggi in Italia il presidente sviluppò una grande passione per la pasta tanto da portare a casa, uno chef  francese, pure un torchio e si scrisse tutte le istruzioni per fare la pasta in America. In verità egli scrisse molto di come era rimasto affascinato dal modo in cui questo piatto veniva preparato, ed in special modo di come veniva prodotta questo tipo di pasta corta. Successivamente fece servire questo piatto ad una cena di Stato nella sua casa di Monticello in Virginia.
Questa ricetta è così radicata nella cultura politica statunitense, che le è stata dedicata una ricorrenza speciale; ogni 14 di luglio infatti viene ricordato il giorno dei maccheroni al formaggio con il “National Macaroni and Cheese Day”.
Anche se esistono molte varianti, alcune più ricche di altre, alla fine tutte contengono tre ingredienti di base: pasta corta di medio formato, burro e qualsiasi tipo di formaggio fondente (cheddar, raclette, comté, edam, fontina, etc.), esclusa la mozzarella ed affini.
In questa ricetta troverete un modo facile ed unico di preparare la besciamella: questa, mentre aggiunge un nuovo gusto, aiuta ad amalgamare gli ingredienti facendone scaturire tutto il gusto ad ogni boccone. Per questa besciamella ho seguito le indicazioni di Martha Stewart, quindi ho usato la cipolla. In molte ricette questa salsa viene arricchita da spezie o altre salse, qualcuno addirittura usa la salsa Mornay, ma io ho preferito attenermi a un gusto più semplice. Questa ricetta viene anche rivisitata da molti chef, aggiungendo altri ingredienti come pesce, crostacei, o salumi, alla base di salsa al formaggio. Di sicuro, anche in questa versione semplice, è da considerarsi una ricetta ricca e non leggera… ma ogni tanto uno strappo ci sta, o no?

Ingredienti
  • 300 gr di pasta corta, io ho usato fusilli bucati
  • 50 gr di burro
  • 40 gr di farina (io uso la 0)
  • noce moscata
  • 200 gr di panna
  • 300 ml di latte
  • sale
  • pepe
  • 45 gr di cipolla tritata finemente
  • 200/300 gr di formaggio saporito (ho usato un masdam)
  • 60 gr di parmigiano reggiano, più quello per gratinare
Ho messo l’acqua per la pasta. Ho tritato finemente la cipolla e l’ho messa a stufare dolcemente nel burro. Quando la cipolla diventa trasparente e morbida, quasi una crema, aggiungo la farina e, sempre mescolando, la faccio tostare ma non scurire (formo il roux), a questo punto, lentamente, unisco il latte, continuando a mescolare bene per non formare i grumi. Sempre mescolando aspetto il bollore, fiamma bassa, e aspetto pochi minuti che si addensi. A questo punto verso i formaggi grattugiati e faccio sciogliere bene. Aggiusto di sale, pepe e noce moscata.
Quando l’acqua bolle verso la pasta, e quando sarà al dente, al minuto, la scolo bene e la condisco con la salsa al formaggio. Verso la pasta in una pirofila imburrata, cospargo la superficie con parmigiano grattugiato e qualche fiocchetto di burro (facoltativo). Faccio cuocere in forno ventilato a 180° C per circa mezz’ora. Poi lascio riposare 5 minuti fuori dal forno prima di servire.


Kanelbullar, o cinnamon rolls, rotolo alla cannella…

Come si fa a resistere a delle brioche calde al profumo di cannella? Proprio come quelle che si trovano all'Ikea... chi non le ha assaggiate almeno una volta?
Non si può… e non so perché mi sembra che facciano festa, o meglio che ben si intonano alla giornata in cui ci si dedica agli addobbi natalizi. Non è tra i dolci della tradizione dell’8 dicembre, ma a volte è anche bello cambiare. Così tra una decorazione e l’altra ecco una golosa e profumata merenda.
Il kanelbulle (plurale kanelbullar, "rotolo alla cannella") è un dolce nato in Svezia negli anni venti del XX secolo, diffuso come dolce da colazione o dessert in nord Europa e in America. In Svezia è particolarmente popolare e viene spesso consumato nella fika, la tradizionale pausa caffè con il dolce. Il 4 ottobre di ogni anno ricorre la giornata dei kanelbullar, in questa occasione si sfornano e si consumano in compagnia.
Questo dolce consiste in un impasto lievitato, che viene coperto con un sottile strato di burro e con una mistura di zucchero e cannella, quindi viene arrotolato, tagliato a fette (solitamente guarnite con granella di zucchero) e infine cotto.
Ho cercato la ricetta svedese, e, come sempre accade nelle ricette tradizionali, esistono delle varianti nell’uso delle spezie da unire all’impasto: in alcuni casi prevedono uso del cardamomo o zest arancia, o vaniglia. Io ho optato per vaniglia. Anche per lo strato di burro cannella e zucchero da spalmare, possiamo trovare usi di diversi tipi di zucchero: dal quello di canna scuro a quello semolato. Io ho scelto di usare uno zucchero di canna integrale dal gusto non troppo forte, la qualità demerara. Avendo usato un burro leggermente salato non ho aggiunto sale nell’impasto, se invece si usa burro non salato è necessario aggiungere 1/2 cucchiaino di sale (lontano dal lievito). Il mio impasto non risulta dolcissimo, anzi,  ma anche qui ho scelto di usare del miele di acacia bio, e per la farcia forse potevo mettere un po’ di più di burro, visto che già nell’impasto ce n’era poco per essere una pasta brioche. Comunque il risultato sono state delle brioche profumate e leggere, e in effetti male non fanno così… ottime in ogni momento della giornata, a me piacciono leggermente tiepide…

Ingredienti
  • 250 ml di latte tiepido
  • 75 gr di burro leggermente salato
  • 450 gr di farina (io tipo 0)
  • 2 cucchiai di lievito pasta madre disidratato (o 25 gr di lievito di birra fresco)
  • 2 cucchiai di miele d’acacia (65 gr di zucchero)
  • 50 gr di burro (io leggermente salato, come quantità meglio 75 gr)
  • 2 o 3 cucchiai di cannella
  • 4 cucchiai di zucchero di canna demerara
  • 1 tuorlo
  • 3 cucchiai di panna liquida
  • zucchero o granella di zucchero
Ho scaldato il latte con 75 gr di burro (37° C max). in un’altra ciotola ho messo il burro che userò da spalmare, e lascio che si ammorbidisca a temperatura ambiente. Impasto la farina, il lievito (se uso lievito di birra lo sciolgo prima nel latte tiepido), i liquidi, il miele (o zucchero), l’aroma scelta, e creo un bel panetto elastico e liscio che metto a lievitare in un posto caldo. Quando la pasta farà la prima lievitazione, la prendo e la stendo con il mattarello creando un rettangolo non troppo sottile. Su questa pasta spalmo la crema ottenuta mescolando burro, zucchero e cannella. Arrotolo la pasta nel senso della lunghezza. Taglio delle fette dello spessore di 1.5/2 cm e le metto nei pirottini o su teglia a lievitare per un’altra mezz’ora, coperti. Riscaldo il forno a 180° C statico. Spennello la superficie dei dolci con tuorlo sbattuto con panna e decoro con granella di zucchero ( o solo tuorlo e panna e zucchero). Cuocio per 25 minuti, e poi lascio intiepidire su gratella per dolci prima di servirli.






2 dicembre 2016

Una domenica in compagnia a fare esperimenti

Una domenica in compagnia a fare esperimenti

 
Una domenica in compagnia con un pranzo organizzato in pochissimo tempo giusto per stare in compagnia e... provare cose nuove.
Il menù è nato assaggiando prima un prodotto caseario fresco di latte vaccino piemontese, prodotto locale che han chiamato stracciatella ma buona come una burrata, solo che è confezionata in modo stracciato appunto. Questa mi ha dato l’idea di poterla usare come antipasto prendendo spunto da una ricetta dello chef Antonino Cannavacciuolo. Un antipasto fresco, veloce, lui accompagna con pane carasau, io ho tirato velocissima una piadina sottilissima e l’ho tagliata a spicchi per accompagnare la crema di stracciatella, pomodori e piadina.
Come primo piatto sono andata alla tradizione della costiera amalfitana. Mi ritrovo, grazie alla manifestazione Terra Madre Slow Food, una bottiglietta di colatura d’alici di Cetara (golfo Salerno), una bontà divina da centellinare con il contagocce. Così ho fatto questo primo piatto di linguine alla colatura con ricetta classica cetarese. Questo è un piatto che nella sua semplicità, per tradizione a Cetara, viene fatto nei pranzi o cene delle vigilie natalizie. La colatura d’alici è un liquido distillato limpido di colore ambrato carico (quasi bruno mogano) dal sapore deciso e corposo, un’eccezionale riserva di sapidità che conserva inalterato l’aroma della materia prima, le alici salate. Questo liquido si ottiene dal processo di maturazione delle alici sotto sale. La ricetta della pasta è facilissima e veloce, ma piena di sapore e profumi. Visti gli ingredienti ho fatto versione con e senza peperoncino, non tutti gradiscono.
Per dolce ho sperimentato una ricetta che va molto sul web, e non solo, per l’effetto scenico che crea: la chocoball. La mia racchiude un biscotto semplicissimo con una crema di ricotta ricca. Ho poi fatto aprire la mia palla con della cioccolata calda, bollente versata sopra. La parte più complicata di questo dolce? fare la palla di cioccolato sottile in modo che si possa fondere, e non rompere la mezza sfera quando la si leva dallo stampo.
Effetto scenico ottenuto, profumi e gusti piacevolmente coccolati.
Obiettivo di un pranzo improvvisato riuscito: oggi ci coccoliamo…



Crema di stracciatella con pomodorini e spicchi di piadina

Questo antipasto parla da solo, veloce, fresco e gustoso, e di sicuro successo...



Ingredienti
  • 250 gr stracciatella vaccina
  • pomodorini (io ne ho usati 12)
  • basilico
  • zucchero a velo
  • olio extravergine d’oliva
  • 50 gr di farina di semola grano duro rimacinata sottile
  • acqua
  • sale
Ho lavato e messo i pomodorini su una teglia con il basilico, un filo di olio extravergine di oliva,  e li ho cosparsi con dello zucchero a velo per togliere l’acidità naturale del pomodorino. Inforno per 10 minuti a 180° C.
Preparo la piadina impastando la farina con un po’ di sale e acqua tiepida. Su dose acqua per l’impasto vado un po’ ad occhio, comunque indicativamente 25/30 ml di acqua. lavoro l’impasto fino ad avere una palla liscia ed elastica, la copro e la lascio riposare.
Frullo la stracciatella nel mixer, e se non fosse abbastanza cremosa, aggiungo un pochino di latte o panna.
Stendo col mattarello la piadina, deve essere molto sottile, la taglio già a spicchi, e la faccio cuocere in una padella ben calda.
Impiatto versando la crema di stracciatella nelle scodelline, decoro con i pomodori e il loro condimento e spicchi di piadina e foglie di basilico, se serve aggiungo un filo di olio extravergine.

 

 

Linguine alla colatura di alici

Ingredienti per 4 persone
  • 2 peperoncini
  • 2 cucchiai da cucina di colatura d’alici
  • alcuni rametti di rosmarino
  • 5 cucchiai di olio d’oliva extravergine
  • 2 cucchiai di acqua di cottura
  • spicchio aglio (io non l’ho usato)
  • 400 gr di linguine
Ho cotto la pasta in abbondante acqua non salata, in quanto la sapidità verrà già data dal condimento. Mentre la pasta cuoce preparo il condimento, tutto rigorosamente a crudo in un’isalatiera, e amalgamo bene. Preparo anche un’insalatiera con lo stesso condimento ma senza peperoncino, per chi non lo gradisce o per i bambini. Quando la pasta è cotta al dente la scolo e la verso nelle insalatiere, mescolo bene, creo la giusta viscosità con il condimento e la pasta, e se serve allungo dell’acqua di cottura. Assaggio di sale, e se serve aggiungo della colatura d’alici, poca alla volta. Porto a tavola e servo.



Chocoball fondente

Un dolce che sorprende: una palla di cioccolato fondente che si scioglie a contatto con la cioccolata calda svelando una cassatina nuda con pistacchi e aromatizzata con essenza di fiori d'arancio su un piccolo disco di pan di spagna. Un dolce di sicuro effetto scenico e perfetto per scaldare fredde giornate invernali. Piccole coccole per superare il freddo e... un comfort food che mette di buonumore. Il ripieno della chocoball è abbastanza semplice. Il complicato viene nel fare la sfera di cioccolato il cui guscio deve essere abbastanza sottile in modo che si sciolga a contatto con il cioccolato caldo svelando il suo interno, e allo stesso tempo questo guscio di cioccolato non si deve rompere tirandolo fuori dallo stampo. Confesso che ne ho fatti diversi di gusci, meglio in più, non si sa mai.
Oltre alle foto che svelano l'interno della sfera, allego anche il video. La chocoball va servita intera su un piatto o scodellina che possa raccogliere la cioccolata calda. La cioccolata calda va colata solo quando il dolce sarà davanti al nostro ospite. Lo spettacolo, se così vogliamo chiamarlo, farà apprezzare ancora di più il dolce che lo aspetta.
Magie da strega...



Ingredienti
  • 1 uovo
  • 3 gr di fecola patate
  • 15 gr di farina debole (io uso farina tipo 0)
  • 30 gr di zucchero semolato
  • 1 pizzico di sale
  • qualche goccia di estratto di fiori d’arancio
  • 200 gr di cioccolato fondente
  • latte
  • fecola patate
  • zucchero
  • cacao
  • 1 pizzico di sale
  • 200 gr di ricotta vaccina
  • 80/100 gr zucchero (va a gusto)
  • 80/100 gr di pistacchi tritati
  • cannella, a gusto
  • 500 ml di latte fresco
  • 40 gr di cacao amaro (io ho aggiunto anche del cioccolato fondente)
  • 25 gr di zucchero
  • 20 gr di fecola di patate
  • pizzico di sale maldon


Ho iniziato preparando le sfere di cioccolato fondente. Per temperare il cioccolato ho scelto il metodo, per me più semplice, per innesto. Ho tritato il cioccolato in pezzi piccoli per permettere di sciogliersi in maniera uniforme. Ho messo a sciogliere a bagnomaria i 2/3 del cioccolato con qualche fiocco di sale maldon. Attenzione che il pentolino con la cioccolata non venga a contatto, né deve essere a contatto con l’acqua. Quando la cioccolata si è fusa e raggiunge la temperatura di 45°- 48°, comincio ad inserire, poco per volta, i pezzetti di cioccolata lasciati da parte, facendoli fondere e controllando che la temperatura arrivi a 30° per il cioccolato fondente. A questo punto posso lavorare il cioccolato, ma occorre farlo velocemente per non abbassare troppo la temperatura. Se dovesse accadere, riporto il cioccolato sul bagnomaria facendo attenzione a non superare le temperature suddette.
Per creare le sfere prendo il mio stampo in silicone (io ho quello, si fa quel che si può e ci si arrangia un po’…) riempio le cavità con il cioccolato temperato fino a metà altezza, anche un po' meno, poi facendo roteare lo stampo cerco di rivestirle tutte. Siccome la sfera deve essere sottile, dopo pochi minuti, 3-5, giro lo stampo su una gratella per far colare il cioccolato in eccesso. Pulisco la superficie dello stampo con una spatola per livellare e lascio raffreddare bene le mie semisfere.
Preparo il pan di Spagna sbattendo le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso. Setaccio farina, fecola e sale, e lo aggiungo al composto senza formare grumi, mescolando bene con una spatola e facendo attenzione a non smontare il tutto. Aggiungo qualche goccia di estratto di fiori d’arancio, o essenza a piacere. Imburro, o fodero con carta forno, una teglia o uno stampo per torta, vi verso l’impasto, lo livello bene, e inforno in forno statico a 180° C per almeno 10-15 minuti, avendo cura di non aprire assolutamente il forno in questo tempo. Passato il tempo controllo la cottura con uno stuzzicadenti, se rimane della pasta attaccata allo stuzzicadente il dolce deve cuocere ancora un po’, se lo stuzzicadente esce pulito il dolce è cotto. Quando il pan di Spagna sarà cotto lo lascio ancora nel forno spento con la porta leggermente aperta per una decina di minuti. Trascorso questo tempo lo sforno e lo metto a raffreddare su una gratella per dolci.
Preparo ora la cassata. Trito finemente i pistacchi a al coltello, in modo che il trito non sia una polvere e sia irregolare, si deve sentire la granella. Amalgamo lo zucchero alla ricotta, assaggio per trovare la giusta misura, io la faccio un po’ dolce per contrastare il cioccolato fondente. Aggiungo qualche goccia di estratto di fiori d’arancio, 1 cucchiaino di cannella (poco alla volta), e mescolo bene, fino a quando non trovo quello che è il mio equilibrio nel sapore. Infine unisco anche la granella di pistacchi.
Compongo ora il dolce. Prendo le semisfere di cioccolato e, molto delicatamente, le tolgo dallo stampo. Ritaglio un disco di pan di Spagna e lo metto dentro la semisfera, come base. Con l’ausilio di un sac à poche metto la ricotta sul pan di Spagna, ricordandomi che la palla di cioccolato deve essere ben ripiena e che devo poterla chiudere con l’altra semisfera. A questo punto prendo l’altra semisfera di cioccolato, e scaldando leggermente il bordo su una pentola calda, vado a sistemarla sopra l’altra semisfera e chiudo così la palla. Metto il tutto a raffreddare.
Per servire il dolce sistemo la palla di cioccolato in una ciotola con bordi alti. Preparo una cioccolata calda: metto tutti gli ingredienti, mescolandoli bene e senza grumi, in un pentolino. A questi unisco anche il cioccolato fondente che mi è avanzato dalla preparazione delle sfere. Metto il pentolino sul fuoco e, sempre mescolando bene, faccio cuocere finché non inizia ad addensarsi. Allora tolgo la cioccolata dal fuoco (mi serve molto calda e abbastanza morbida) e la verso in una salsiera. Porto tutto a tavola e servo ad ogni ospite la sua palla di cioccolato versandoci sopra la cioccolata calda bollente, lentamente, non devo affogare la palla, ma devo solo far sciogliere un pochino la sfera per svelare la sorpresa… ed ecco la magia, ogni sfera si aprirà sempre in modo diverso…

Created By lacreativeroom