tag:blogger.com,1999:blog-85474346434549511652024-03-18T04:03:26.281+01:00Mezza tazza di tèFood blog.Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.comBlogger512125tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-83841198757309268872024-03-11T13:55:00.002+01:002024-03-13T10:03:22.277+01:00Fermi, crema dolce al cardamomo e fiori d'arancio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmRePErddVbnGYbZryDoZK3KL8GnwLO7ADL0s24PhJt0g_AJrLwUUAPCTTFfPAuumuetYEfyeh7n91Ptz9MN1Md92nm4xHAJyiprPx8PK0t_b2esefu4wmF6L0_EolionIP5VT8lROAGNRCvhRxBhJFVzxoAMA4zDtmXv5dHZaKriPWMSYAYhqYwtOwi2E/s1200/fermi_ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="vasetti su tavolo con cucchiaino con il fermi, la crema dolce al cardamomo e fiori d'arancio, sullo sfondo il libro "Le cuoche che volevo diventare"" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1049" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmRePErddVbnGYbZryDoZK3KL8GnwLO7ADL0s24PhJt0g_AJrLwUUAPCTTFfPAuumuetYEfyeh7n91Ptz9MN1Md92nm4xHAJyiprPx8PK0t_b2esefu4wmF6L0_EolionIP5VT8lROAGNRCvhRxBhJFVzxoAMA4zDtmXv5dHZaKriPWMSYAYhqYwtOwi2E/w350-h400/fermi_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="fermi, crema dolce al cardamomo e fiori d'arancio" width="350" /></a><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></div><p> Il <b>fermi</b> è una crema al latte dolce di origine afgano molto profumata, un comfort food da cucchiaio con note croccanti e colorate date dai pistacchi e dalle mandorle tritate sistemati sulla superficie per decorare.</p><p>Con il progetto #frameofbreak con Gioia e Gabriella questo mese ci siamo date come tema le <b>donne che raccontano il cibo</b>.</p><p>Gioia, sul suo nuovo blog <a href="http://www.gioiabarbieri.it/un-filo-d-olio-simonetta-agnello-hornby" target="_blank">Gioia Barbieri</a>, ci parla del libro "<b>Un filo d'olio</b>" di Simonetta Agnello Hornby, accompagnandolo a dei deliziosi biancomangiare. Secondo me Simonetta Agnello Hornby è una delle più grandi food writer dei nostri tempi. In tutti i suoi libri c'è un'attenzione alla descrizione e alla cultura del cibo e della tavola che definirei squisita.</p><p>Gabriella, su Homework and Muffin, accompagnata da una <a href="https://www.homeworkandmuffin.it/torta-tenera/" target="_blank">torta tenera</a> ci racconta de "<b>I biscotti di Baudelaire</b>" di Alice B. Toklas, un libro di ricette ma non solo.</p><p>Per quanto riguarda me tra le varie scelte tra libri e film, alla fine ho optato per una chicca che ho scovato in libreria, un piccolo gustoso libro di Roberta Corradin "<b>Le cuoche che volevo diventare</b>" e da cui arriva la ricetta del fermi la crema dolce, da me rivisitata in un'aroma.</p><h4 style="text-align: left;">Il libro "Le cuoche che volevo diventare" </h4><p>"Le cuoche che volevo diventare" è edito da <b>ET Einaudi</b> nel 2008.</p><p>L'autrice, <b>Roberta Corradin</b> è una traduttrice di narrativa e saggistica, scrive di viaggi e cucina.</p><p>In questo libro, di un centinaio di pagine o poco più, l'autrice incontra ventuno grandi donne che si raccontano attraverso i loro piatti.</p><p>Il libro inizia con la singolare riflessione che la parola chef non ha un equivalente al femminile. Non importa se le donne di cui racconta sono grandi cuoche e alcune anche stellate, loro restano comunque cuoche. </p><p>Spesso si dimentica che dietro ogni chef ci sono state mamme, nonne, zie, cuoche che hanno formato e dato i primi imprinting a questa persona. Bene o male si ritorna sempre alla cucina dei ricordi, a quella che ci emoziona, a quella che ha lasciato il segno.</p><p></p><p style="text-align: left;">Il libro è un viaggio, fisico e psichico. Fisico mentre la voce narrante si sposta per andare ad incontrare le donne cuoche, ognuna con una sua storia, da ognuna impara qualcosa, alcune diventano anche amiche. Altre cuoche le incontra lungo il viaggio per caso. </p><blockquote><p style="text-align: left;">"L'incontro e lo scambio con ciascuna di queste donne aiutano a ritrovare un pezzetto di sé".</p></blockquote><p></p><p>Ma la voce narrante ringrazia anche le cuoche che "non vuole diventare", perché le hanno permesso di capire e di orientarsi e anche loro le hanno insegnato qualcosa.</p><p>Andando avanti con i racconti la voce narrante inizia a diventare un personaggio vero e proprio, nel momento finale (non realistico) in cui decide di dare una svolta e da food writer diventare lei stessa una cuoca. Il viaggio è anche un ritorno. </p><p>Il libro è assolutamente piacevole da leggere, ed è un viaggio anche per noi lettori con diversi spunti di riflessione. Impossibile non provare almeno una ricetta o anche più di una, e di non lasciarsi guidare da quella voce narrante.</p><h4 style="text-align: left;">La ricetta del mio Fermi</h4><p style="text-align: left;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgA6PAwT83IBYPpqlo6gR4BIqeLAAMmMYkx05Zt-ZhzZOK_q4BYkPEGEeO8GFiam0thvvEIsH0jzySPlL_FP5pwxQHhNJ7q71HD073MeBxNNFF91bEfljwnAlSldHcd21-W__ZAtNxey8Q_VogWSifvmPFFAitHrdUTRq1KTLPczcmMwOMhtdywxI0g1Qn/s1200/fermi-cucchiaino_ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="vasetto con fermi, crema dolce al latte al cardamomo e fiori d'arancio, su piatto d'ardesia" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="854" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgA6PAwT83IBYPpqlo6gR4BIqeLAAMmMYkx05Zt-ZhzZOK_q4BYkPEGEeO8GFiam0thvvEIsH0jzySPlL_FP5pwxQHhNJ7q71HD073MeBxNNFF91bEfljwnAlSldHcd21-W__ZAtNxey8Q_VogWSifvmPFFAitHrdUTRq1KTLPczcmMwOMhtdywxI0g1Qn/w285-h400/fermi-cucchiaino_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="fermi, crema dolce al cardamomo e fiori d'arancio" width="285" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="text-align: left;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: left;">La ricetta del fermi si trova proprio sul libro "Le cuoche che volevo diventare", viene data alla protagonista da Sadjia Masshour, una donna afgana che racconta della sua vita e di come da insegnate di letteratura nel suo paese natio, è costretta a reinventarsi quando con la famiglia chiede asilo in Francia. Sadjia racconta che la cucina familiare è affidata esclusivamente alle donne, mentre nei ristoranti, nelle taverne e nei mercati i cuochi di professione sono uomini. A Parigi insieme al marito aprono un piccolo locale a Montmatre. Inizialmente, fedele alle tradizioni il marito è in società con uno chef mediorientale che però imparerà le ricette familiari di Sadjia. Ma quando lo chef se ne va, Sadjia decidere di scendere lei in cucina. Sadjia racconta della cucina afgana come una cucina povera ma che viene esaltata dall'uso di spezie e di aromi. Ci sono anche i contrasti forti come al piccante si contrappone la freschezza della menta e dello yogurt caprino. I dolci si mangiano lontano dai pasti e accompagnati da una tazza di tè. </span></div><p></p><p style="text-align: left;">Ed ecco la ricetta del fermi, una <b>crema dolce al cardamomo </b>"che unisce il lato consolatorio del dessert all'effetto digestivo della spezia" scrive Roberta Corradin.</p><p style="text-align: left;">Nella ricetta Sadjia usa la maizena per addensare e l'acqua di rose insieme al cardamomo per aromatizzare e profumare. </p><p style="text-align: left;">Mi sono presa la licenza personale di sostituire la maizena con la frumina e, non avendo trovato l'acqua di rose, ho usato l'essenza di fiori d'arancio. Ho dimezzato anche le dosi indicate sul libro e ho riempito 4 vasetti da 125 g, dei barattolini monoporzione che ho guarnito, prima di servire, con pistacchi e mandorle tritate a coltello.</p><p style="text-align: left;">La ricetta è semplice da fare e anche veloce: la crema ha un profumo inebriante, fresca in bocca, una vera coccola, come tutte le creme di latte, ma dai profumi e sapori inusuali. Il croccante e il colore viene dato dalla frutta secca messa in superficie a guarnizione. </p><p style="text-align: left;">Non resta che metterci ai fornelli.</p><p><b>Ingredienti</b></p><p></p><ul style="text-align: left;"><li>25 g di frumina </li><li>500 g di latte</li><li>125 g di zucchero</li><li>1\2 cucchiaino di cardamomo in polvere</li><li>1\2 cucchiaino di essenza di fiori d'arancio </li><li>20 pistacchi</li><li>10 mandorle</li></ul><p style="text-align: left;"><b>Procedimento</b></p><p style="text-align: left;">Stempera la frumina in 125 g di latte freddo, usa una piccola frusta per scioglierla bene.</p><p style="text-align: left;">Scalda il restante 375 g di latte e porta quasi ad ebollizione.</p><p style="text-align: left;">Versa lo zucchero nel latte caldo, mescola per farlo sciogliere.</p><p style="text-align: left;">Abbassa la fiamma sotto la casseruola del latte e versa a filo la miscela di frumina, aggiungi il cardamomo e l'essenza di fiori d'arancio.</p><p style="text-align: left;">Cuoci la crema per circa cinque minuti dal bollore, continuando a mescolare, finché la crema non vela il cucchiaio e si addensa.</p><p style="text-align: left;">Dividi ora la crema in 4 coppette e lascia intiepidire, poi conserva in frigorifero fino al momento di servire.</p><p style="text-align: left;">Servi cospargendo la superficie con mandorle e pistacchi tritati a coltello.</p><p></p><p><br /></p><p><br /></p>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-50801526638601740742024-02-20T10:35:00.022+01:002024-02-20T10:40:34.867+01:00Gaufres de Liège<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnBj5iztFsQyYEEWkvFjCmnlPU94XT5LAE2CGNy3riVdC7fEM72IKOTDdgIlAfb6sK8P7VsdBYwmX51apcX20YoDmeMRt0I54n18u5TVuE9cGGF3TdkjtMc79nNiHgDrhvma4LX6IjpKDpZATeRAn6HLUYTyJOua1ruzD7VAm0ft-JSUQZxAvOGSTr_VEc/s1200/gaufres-de-liege_-ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="gaufre de Liège" border="0" data-original-height="843" data-original-width="1200" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnBj5iztFsQyYEEWkvFjCmnlPU94XT5LAE2CGNy3riVdC7fEM72IKOTDdgIlAfb6sK8P7VsdBYwmX51apcX20YoDmeMRt0I54n18u5TVuE9cGGF3TdkjtMc79nNiHgDrhvma4LX6IjpKDpZATeRAn6HLUYTyJOua1ruzD7VAm0ft-JSUQZxAvOGSTr_VEc/w400-h281/gaufres-de-liege_-ph-Gabriella-Comini.jpg" title="gaufre de Liège" width="400" /></a></div></div><br /><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p style="text-align: left;">Le <b>Gaufres de Liège</b> sono una preparazione tipica della città di Liège, e in Belgio sono considerate quasi un'istituzione nazionale. Questo tipo di gaufres sono diffuse anche in Francia.</p><p style="text-align: left;">La gaufres di Liège apparentemente assomiglia a un waffle, o alla gaufres de Bruxelles, ma l'impasto è completamente diverso. Infatti il waffle o la gaufres de Bruxelles sono fatti con la pastella, mentre la gaufres de Liège ha un impasto lievitato come quello di una <b>pasta brioche</b>, croccante fuori, morbido e burroso l'interno, impreziosito da zucchero perlato che, nella cottura, si scioglie e caramellizza rendendo la gaufre leggermente appiccicosa al tatto, da leccarsi le dita in tutti i sensi. </p><p style="text-align: left;">Si trovano come <b>street food</b>, per strada, o nelle sale da tè, si possono mangiare in tutte le stagioni sia fredde che calde, ma sono di gran lunga da preferire calde, al naturale, al massimo con una spolverata di zucchero a velo, ma si possono anche avere con una varietà diversa di condimenti come cioccolato, panna montata o frutta.</p><p style="text-align: left;">Scopriamo qualcosa di più sulla storia della gaufre de Liège.</p><h4 style="text-align: left;">Storia della gaufre de Liège</h4><p style="text-align: left;">La ricetta della gaufre si era diffusa in tutta Europa grazie ai Romani, e nel Medioevo venne perfezionata dai belgi. </p><p style="text-align: left;">Le origini della Gaufre de Liège sono avvolte nella <b>leggenda</b>, ma quella più diffusa racconta che il Principe di Liegi, nel XVIII secolo, chiese al suo pasticcere di creare un dolce che rappresentasse la città e che utilizzasse lo zucchero, una novità all'epoca. Il pasticcere creò una gaufre con un impasto ricco di burro e zucchero perlato, che cuoceva in ferri speciali a forma di nido d'ape. Il successo fu immediato e la gaufre de Liège divenne un simbolo della città.</p><p style="text-align: left;">I primi reperti storici ufficiali risalgono al 1890 quando la ricetta appare per la prima volta pubblicata nel libro di cucina “Le Journal de Cuisine" pubblicato a Liegi.</p><p style="text-align: left;">Verso la fine del XIX secolo la gaufre de Liège diventa un cibo da strada popolare a Liegi e in Vallonia. Ancora oggi in Belgio si celebra il “<b>Jour de la Gaufre</b>” il 25 marzo.</p><h4 style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRYNqebNpjrEtUZLnDN1gKHbexxxIuPBkPcwTzQ7Or74FhMW34UTHeA4Apq4WrMrzVpWB5tWy7B0MC9QUWfSAvpIOvqNKjwo8fBr3yAWMLSDQlxpmsZY-cq7goTQaaOopoYrx6LfD3o9cgunQxABoxCbf48DmSDk6LSMLzkDZDQxMD4g7vEHKIF0qKCyOx/s1200/gaufres-de-liege-2_ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="gaufre de Liège" border="0" data-original-height="822" data-original-width="1200" height="274" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRYNqebNpjrEtUZLnDN1gKHbexxxIuPBkPcwTzQ7Or74FhMW34UTHeA4Apq4WrMrzVpWB5tWy7B0MC9QUWfSAvpIOvqNKjwo8fBr3yAWMLSDQlxpmsZY-cq7goTQaaOopoYrx6LfD3o9cgunQxABoxCbf48DmSDk6LSMLzkDZDQxMD4g7vEHKIF0qKCyOx/w400-h274/gaufres-de-liege-2_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="gaufre de Liège" width="400" /></a></h4><h4 style="text-align: left;">La ricetta della gaufre di Liège</h4><p>La gaufre de Liège è una pasta brioche morbida arricchita con zucchero perlato, burrosa, il suo delizioso profumo riempirà casa. </p><p>Lo <b>zucchero perlato</b> è indispensabile per la realizzazione della ricetta: in cottura le perle di zucchero delicatamente si sciolgono all'interno, conferendo quel particolare e unico gusto caramellato. Inoltre alcune perle di zucchero potrebbero non sciogliersi completamente lasciando delle piccole pepite dolci. Se proprio non riusciamo a trovare lo zucchero perlato, anche se non è proprio lo stesso, si può provare a sostituire con la granella di zucchero.</p><p>Nell'impasto viene usato il <b>lievito di birra </b>che aiuta ad avere la gaufre croccante fuori e morbida dentro.</p><p style="text-align: left;">La cottura tra due piastre roventi antiaderenti gli conferisce il caratteristico aspetto a nido d’ape.</p><p style="text-align: left;">Mio tocco personale l'aggiunta della buccia grattugiata di mezzo limone.</p>
<br /><span style="font-size: medium;"><b>
Ingredienti</b></span><br />
<p style="text-align: left;"></p><p style="text-align: left;"></p><ul style="text-align: left;"><li>250 g di farina per pane</li></ul><ul style="text-align: left;"><li>125 g di latte</li></ul><ul style="text-align: left;"><li>3 g di lievito di birra fresco</li></ul><ul style="text-align: left;"><li>55 g d'uovo (1 uovo) </li></ul><ul style="text-align: left;"><li>125 g di burro morbido</li></ul><ul style="text-align: left;"><li>una fialetta di essenza vaniglia (o 1/2 cucchiaino)</li></ul><ul style="text-align: left;"><li>zest di 1/2 limone (mia aggiunta)</li></ul><ul style="text-align: left;"><li>15 g di zucchero semolato</li></ul><ul style="text-align: left;"><li>1/2 cucchiaino di sale</li></ul><ul style="text-align: left;"><li>100 g di zucchero perlato</li></ul><ul style="text-align: left;"><li>zucchero a velo per decorare</li></ul><p></p><div><div><p></p><div><span style="font-size: medium;"><b>Procedimento</b></span></div><p style="text-align: left;">Puoi impastare a mano o con la planetaria, se usi la planetaria monta il gancio a uncino.</p>
<p style="text-align: left;">Sciogli il lievito di birra nel latte.</p><p style="text-align: left;">Nella ciotola metti la farina, lo zucchero e il sale, mescola.</p><p style="text-align: left;">Versa il latte nelle polveri e inizia a impastare. </p><p style="text-align: left;">Aggiungi le uova leggermente sbattute, la vaniglia e la buccia di 1/2 limone grattugiata, continua a lavorare per farle assorbire dall'impasto.</p><p style="text-align: left;">Poco alla volta aggiungi il burro morbido e impasta finché non sarà tutto assorbito e l'impasto non si staccherà dalle pareti.</p><p style="text-align: left;">Copri e lascia riposare per 10 minuti, poi aggiungi lo zucchero perlato e lavora qualche minuto a mano affinché siano ben incorporate nell'impasto.</p><p style="text-align: left;">Metti l'impasto in una ciotola capiente, copri con pellicola alimentare e lascia lievitare a temperatura ambiente per 3-4 ore (2 ore invece d'estate quando fa caldo).</p><p style="text-align: left;">Spolvera leggermente il piano di lavoro con la farina, versa l'impasto sul piano dividilo formando delle palline di circa 70-80 g l'una.</p><p style="text-align: left;">Scalda la piastra per i waffle alla media potenza. Metti la pallina della gaufre al centro della piastra e cuoci per circa 3/4 minuti. Continua con tutte le palline. Il tempo di cottura potrebbe leggermente variare in base alla potenza della piastra.</p><p style="text-align: left;">Servi tiepide, per la classica gaufre sucrée con lo zucchero a velo, o farciti a piacere con panna montata e frutta fresca o creme spalmabili, o cioccolato..</p><p style="text-align: left;"><br /></p><ol style="border: 0px; box-sizing: inherit; caret-color: rgb(133, 133, 133); color: #858585; font-family: Lato; font-size: 13px; letter-spacing: 0.65px; list-style-image: none; list-style-position: outside; margin: 0px 0px 0px 1.5em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"></ol><p style="text-align: left;"><br /></p>
</div></div>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-86773916123425269422024-01-26T09:28:00.000+01:002024-01-26T09:28:11.333+01:00Sandwich baguette<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgG_Z1gClL8jU2WqVxSilkkDVJ0gST3AiO0ILl2oAnjF3deOYJs6x5wRbKeJVzuiyP3IgNF9UJkbf2h6BRY6UHqm1SPUMdcpbUtQiYn3n-9ywn0YncXWJC5d42DxDi2QUCRC6tZY0dD95brDKyoKR9VuGbiPePKgQ02g8ny6hbO0pdNkoMQM34io7RIbQ8/s1200/sandwich-baguette-5_ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="sandwich baguette" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1022" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgG_Z1gClL8jU2WqVxSilkkDVJ0gST3AiO0ILl2oAnjF3deOYJs6x5wRbKeJVzuiyP3IgNF9UJkbf2h6BRY6UHqm1SPUMdcpbUtQiYn3n-9ywn0YncXWJC5d42DxDi2QUCRC6tZY0dD95brDKyoKR9VuGbiPePKgQ02g8ny6hbO0pdNkoMQM34io7RIbQ8/w341-h400/sandwich-baguette-5_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="sandwich baguette" width="341" /></a></div><br /><p>Il <b>sandwich baguette</b> è la versione francese del panino. </p><p>Ovviamente non si tratta di una baguette intera, ma di una parte. </p><p>La mia preparazione, è assolutamente semplice, non ha nulla di complicato, credo che chiunque sia in grado di farsi un panino, quindi perché parlarne?</p><p>Semplice, innanzi tutto i panini si fanno ovunque, o parafrasando una canzone "all around the world". Poi questo particolare tipologia di sandwich (ovviamente rivisitato da me nella farcia) era nel film di cui parleremo tra poco e che ho associato al tema della lentezza. Premetto che il film è tutt'altro che lento, è molto piacevole, ma la lentezza è il tema che ci siamo date con le mie amiche del progetto <b>#frameofbreak</b>. </p><p>Un tema particolare che può essere interpretato e declinato in molti modi. </p><p>Nel web, se facciamo una ricerca con il termine lentezza troviamo una bella bibliografia: dai libri per bambini, le favole per tutti come quella di Louis Sepulveda "L'elogio della lentezza", testi in cui lentezza o "slow" sono lo stile di vita a cui aspirare, in netta contrapposizione alla vita frenetica a cui siamo sottoposti. </p><p>In questo stile di vita "slow" possiamo ritrovare e un riscoprire uno stile di vita personale, tempi e modi non dettati da altri ma i nostri, il piacere di vivere il momento e poterlo assaporare. La pausa caffè, il prendere il caffè in compagnia diventa la scusa per fare due chiacchiere, la lettura di un libro, il prendersi del tempo per sé stessi, vedere un film, andare al cinema, etc., ma anche ritrovare il piacere (sì il piacere) di annoiarsi.</p><p>Ma questo lo possiamo anche riportare nel nostro quotidiano in cucina: dove tutto corre veloce e fast, ritrovare il piacere del tempo lento di cucinare come una volta, impastare a mano e lasciare il giusto tempo della lievitazione e della cottura, i ritmi della natura.</p><p>Su questo tema della lentezza <b>Gabriella Rizzo</b>, del blog Homework and Muffin, ci parla de "<b>L'inganno della lentezza</b>" di Enrico Tommasi e l'associa a dei golosi <a href="https://www.homeworkandmuffin.it/cupcake-al-cioccolato-con-glassa-al-mandarino/" target="_blank">cupcake al cioccolato con glassa al mandarino</a></p><p>L'autore parla di un viaggio, a piedi, diverso dal solito, e questo viaggio diventa anche un viaggio interiore e una consapevolezza che la lentezza non è un difetto ma una medicina.</p><p>Con questa consapevolezza sulla lentezza, mi sono presa una piccola pausa per andare al cinemaa vedere uno dei miei autori e registi preferiti: Woody Allen con <b>Coup de Chance</b>, tradotto in italiano con Colpo di fortuna.</p><h4 style="text-align: left;">Il film: Colpo di Fortuna (Coup de Chance)</h4><p><b>Colpo di Fortuna</b> è il cinquantesimo film scritto e diretto da Woody Allen, ed è il primo girato a Parigi. Nel film affronta con il suo stile i temi a lui cari: le dinamiche di coppia, e la contrapposizione tra razionalismo e sentimenti, in una commedia noir.</p><p>In questo film <b>Woody Allen</b> riprende un tema, che era già presente nelle commedie greche, e che fa parte della vita così come nella rappresentazione scenica: le coincidenze, il caso e la fortuna. Il regista fa capire come tutti siamo in balia di questi elementi, e se vogliamo il tema della coincidenza è il fil rouge che collega molte su produzioni.</p><p>Ci ritroviamo in una Parigi autunnale, colonna sonora l'immancabile jazz, eccentrici personaggi dell'alta borghesia alla ricerca della personale ed egoistica felicità. Elemento disturbatore della commedia è lo scrittore che abita in una soffitta bohémienne. Tra pettegolezzi, allusioni, verità nascoste da altre parole, atteggiamenti ambivalenti, è buffo che la verità venga "indovinata" da personaggi con mentalità "complottiste" a cui non si sa se dare credito.</p><p>La commedia all'apparenza leggera ha un tema di sottofondo un po' amaro. Immancabile il sarcasmo e il pizzico di noir con delitti del regista. A dispetto di uno dei personaggi centrali che dice di non credere alla fortuna e al caso e che lui la fortuna se la crea, ecco arrivare l’immancabile caso a fine film per dimostrare la tesi che la fortuna e il caso esistono. Un finale un po' a sorpresa che lascia quasi con un punto di domanda e facoltà allo spettatore di decidere a cosa credere.</p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgX6XHktTiigDuWOc_FDAwCmgoegF5Msq9iKuKUFgUm-xQlMzoqZwXPgoO5yJJhofG9fab5ZPjEo82zLeKsPLRJawp0NHqR1irt4No1kLpIueqM_EzjGCUw-wEgL9PQlTZ14z37HEV_Z_hWET87DthZ3pKTd4A-oLWmSUqL5TJtmnqRGcUzNUw1rOBb2NYd/s1200/sandwich-baguette_ph%20Gabriella%20Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="sandwich baguette" border="0" data-original-height="1117" data-original-width="1200" height="373" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgX6XHktTiigDuWOc_FDAwCmgoegF5Msq9iKuKUFgUm-xQlMzoqZwXPgoO5yJJhofG9fab5ZPjEo82zLeKsPLRJawp0NHqR1irt4No1kLpIueqM_EzjGCUw-wEgL9PQlTZ14z37HEV_Z_hWET87DthZ3pKTd4A-oLWmSUqL5TJtmnqRGcUzNUw1rOBb2NYd/w400-h373/sandwich-baguette_ph%20Gabriella%20Comini.jpg" title="sandwich baguette" width="400" /></a></div><p><br /></p><h4 style="text-align: left;">La ricetta dei sandwich baguette</h4><p>Mentre riflettevo e pensavo al tema lentezza e come svilupparlo, una parte di me aveva un forte desiderio di una merenda che mi preparava la mia nonna: un panino con il burro e le melanzane sott'olio fatte da lei. Mia nonna era originaria di una bellissima terra, ora patrimonio Unesco e patria della dieta mediterranea con il suo stile di vita lento dettato dai ritmi della natura.</p><p>Ma sto divagando, era solo una premessa sulla scelta degli ingredienti che sono finiti a farcire un sandwich baguette. Tra l'altro mi è stato riferito che una volta questi sandwich francesi erano riempiti con burro, prosciutto e cetriolini sott'aceto.</p><p>Ma torniamo ai sandwich baguette che vengono tranquillamente mangiati in una pausa pranzo in un parco parigino: una tranquilla e piacevole pausa rilassante.</p><p>Ed ecco la mia interpretazione del sandwich baguette con la baguette fatta in casa, a mano, lentamente e rispettando i tempi naturali di lavorazione riposi. Per prepararti le baguette con la poolish (un prefermentato) segui il link. Altrimenti puoi sempre comprarla in una buona panetteria.</p><p>Non resta che farcire con quello che preferisci.</p><p><b>Ingredienti</b></p><p></p><ul style="text-align: left;"><li>1 baguette</li><li>prosciutto crudo</li><li>insalata fresca</li><li>burro</li><li>filetti di melanzana sott'olio</li></ul><p style="text-align: left;"><b>Preparazione</b></p><p style="text-align: left;">Prendi una baguette, dividila in pezzi per fare i panini.</p><p style="text-align: left;">Prendi un pezzo di baguette, taglialo a metà, spalma un velo di burro su entrambi i lati. Scola e strizza, per far perdere l'olio in eccesso i filetti di melanzana e sistemali su una metà. Sopra adagia due fette di prosciutto crudo, chiudi il panino con l'altra metà.</p><p style="text-align: left;">L'altro sandwich baguette farciscilo con insalata, ben lavata e strizzata, e prosciutto crudo.</p><div><br /></div><p></p><p><br /></p><p><br /></p>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-70405814305574680902024-01-07T17:07:00.000+01:002024-01-07T17:07:05.410+01:00Focaccia della Befana <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd7WQImT3_5-4uImBR2xlV_-DsWpwB2WYjo1ZWlIIuHdUHo5S8b9RreZ80Sx3mI_vzjUPgSmIiCP1Y4_0yac9yDAnzQH7P8X5B_HLCNrfqnq16MvH6UrOd0CzFozuDf4aPtj9hSoYesQ-Bu7xvu8r4usrNghi29ex_o7V5q_XkPWhvbTfIitLf8ex2H3je/s1200/focaccia-della-befana_-ph-Gabriella-Comini.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="focaccia della befana" border="0" data-original-height="900" data-original-width="1200" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd7WQImT3_5-4uImBR2xlV_-DsWpwB2WYjo1ZWlIIuHdUHo5S8b9RreZ80Sx3mI_vzjUPgSmIiCP1Y4_0yac9yDAnzQH7P8X5B_HLCNrfqnq16MvH6UrOd0CzFozuDf4aPtj9hSoYesQ-Bu7xvu8r4usrNghi29ex_o7V5q_XkPWhvbTfIitLf8ex2H3je/w400-h300/focaccia-della-befana_-ph-Gabriella-Comini.jpg" title="focaccia della befana" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p style="text-align: left;">La <b>focaccia della Befana</b> è un lievitato dolce di tradizione piemontese che si prepara proprio per il giorno dell'Epifania.</p><p style="text-align: left;">La focaccia è un pan brioche basso profumato di origine popolare che si prepara solo ed esclusivamente per il giorno dell'<b>Epifania.</b> </p><p style="text-align: left;">Originaria del Basso Piemonte, ora diffusa in tutta la regione, la focaccia rientra nell'elenco dei <b>prodotti PAT.</b></p><p style="text-align: left;">Sembra che anticamente la focaccia fosse preparata con ingredienti reperibili in tutte le case: farina, latte, uova, lievito e zucchero. Solo successivamente è stata arricchita dagli aromi di arancia, vaniglia, e nelle recenti rielaborazioni si possono trovare anche i canditi nell'impasto.</p><p style="text-align: left;">La leggenda vuole che all'interno venga nascosta una fava, o due, una bianca e una nera. Nella zona del cuneese era tradizione che chi trovava la fava nera doveva pagare il vino mentre chi trovava la fava bianca doveva pagare la focaccia.</p><p style="text-align: left;">Da che ho memoria nella focaccia ho sempre visto una sola fava, che portava l'augurio propiziatorio di anno fortunato per chi l'avesse trovata.</p><h4 style="text-align: left;">La ricetta</h4><p style="text-align: left;">La focaccia della Befana è un lievitato dolce la cui caratteristica è la forma bassa che ricorda un sole o un fiore, nascosto all'interno c'è la fava portafortuna.</p><p style="text-align: left;">Per realizzare la focaccia io ho preparato un mix aromatico, ma si può anche non fare e inserire direttamente nell'impasto la buccia di arancia grattugiata e l'essenze. Se non fai il mix aromatico puoi anche non mettere il miele e aumentare la dose di zucchero a 120 g.</p><p style="text-align: left;">Questo dolce è perfetto per una merenda in compagnia con una buona tazza di tè.</p>
<br />
<b>Ingredienti
</b><br />
<ul>
<li>500 g di farina tipo 0 (proteine 12,5-13%)<br /></li>
<li>120 g di burro</li>
<li>8 g di lievito di birra fresco<br /></li>
<li>100 gr di zucchero semolato</li>
<li>25 g di miele millefiori<br /></li>
<li>120 g uova bio</li>
<li>150 g di latte fresco</li><li>10 g sale</li>
<li>5 gocce di essenza di vaniglia o fiori d'arancio</li>
<li>buccia grattugiata di un'arancia bio</li>
<li>fava secca </li>
<li>latte per spennellare<br /></li>
<li>granella di zucchero</li>
</ul><p><b>Procedimento</b></p><p>Prepara il mix aromatico il giorno prima di impastare la focaccia. In una tazza mescola il miele, le essenze e la buccia grattugiata dell'arancia, copri con pellicola e metti da parte. </p><p>Per impastare puoi procedere a mano o usare la planetaria con il gancio ad uncino.</p><p>Sciogli il lievito nel latte.</p><p>Metti in un'ampia ciotola la farina, mescolala allo zucchero, versa il latte con il lievito e inizia ad impastare.</p><p>Quando il latte è stato assorbito metti il sale e poi aggiungi le uova leggermente sbattute, continua a lavorare l'impasto.</p><p>Ora inserisci gli aromi, o il mix aromatico, sempre continuando a lavorare per amalgamare bene gli ingredienti.</p><p>Infine aggiungi il burro morbido a pezzi, uno alla volta e non inserire il successivo finché il primo non è stato assorbito.</p><p>Per ultimo inserisci la fava, lavora ancora finché l'impasto non sarà lucido, incordato ed elastico.</p><p>Copri con pellicola alimentare la ciotola con l'impasto e mettila in frigorifero per 12 ore.</p><p>Fodera con carta forno una teglia o una tortiera da 32 cm (in alternativa imburra), schiaccia l'impasto all'interno. La pasta sarà dura e poco lievitata.</p><p>Con una tazzina o un tagliabiscotti rotondo crea il centro, ma non incidere la pasta. Ora con un tarocco o un coltello dividi l'impasto in 4, poi ogni quarto in tre parti. Avrai così dodici spicchi. Arrotola ogni spicchio su se stesso formando delle eliche. Copri con pellicola e lascia lievitare fino al raddoppio.</p><p>Prima di infornare spolvera la focaccia con la granella di zucchero, poi cuoci in forno preriscaldato, statico, a 180° C per 30-40 minuti.</p><p>Sforna e lascia raffreddare su una gratella per dolci prima di servirla.</p><p><br /></p>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-24309882278686580292023-12-31T16:03:00.006+01:002023-12-31T17:31:48.560+01:00Focaccine, scones, ai mirtilli<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQPUJks8K-pwT_fxPU783_yZ7MjwMTr2xtQQx2WktWc8PfOO7plkqI3Y7mlDu6vQnlvXPfr-GKBJxKM-_nK3Q-j3luop-0QGS_jp5H6gunAms0S4A7bV27MgSIvi50QyPkP6eL5PxtV4rpWH63g_QJAebcIoh_k4mWQQ5RceRzHt2bTRXty8r8HXJg0VI8/s1200/focaccine-ai-mirtilli_ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="focaccine ai mirtilli" border="0" data-original-height="1095" data-original-width="1200" height="365" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQPUJks8K-pwT_fxPU783_yZ7MjwMTr2xtQQx2WktWc8PfOO7plkqI3Y7mlDu6vQnlvXPfr-GKBJxKM-_nK3Q-j3luop-0QGS_jp5H6gunAms0S4A7bV27MgSIvi50QyPkP6eL5PxtV4rpWH63g_QJAebcIoh_k4mWQQ5RceRzHt2bTRXty8r8HXJg0VI8/w400-h365/focaccine-ai-mirtilli_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="focaccine ai mirtilli" width="400" /></a></div><p></p><p style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-size: 12px; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p><p style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-size: 12px; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 14px;"><br /></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">Le <b>focaccine</b>, o <b>scones</b>, <b>ai mirtilli</b> mi accompagnano nella lettura del romanzo di Erica Bauermeister “<b>La scuola del ingredienti magici</b>”, dove sono citate.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">Il libro, trovato per caso, e la ricetta che l’accompagna conclude questo mese di dicembre, e questo anno 2023. </span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">Dicembre è un mese che profuma di spezie, doni e buoni propositi per il nuovo anno.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">Anche noi di <b>#frameofbreak</b> abbiamo pensato di parlare di generosità e doni, e il romanzo letto sembra perfettamente inserito nel tema.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 14px;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;"><b>Gabriella Rizzo</b>, del blog Homework and Muffin ci delizia con i Pabassini e “Il dono di Natale” di Grazia Deledda.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 14px;"><br /></p><h4 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">La scuola degli ingredienti segreti</span></h4><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">Il romanzo di <b>Erica Bauermeister</b> è una delicata storia in cui la vita di diverse persone si intrecciano durante un corso di cucina. La protagonista è una chef, proprietaria di un ristorante dall’ambientazione molto particolare, intima e accogliente. </span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">Il libro comincia proprio con il prologo della chef che racconta come abbia scoperto la sua passione per la cucina e il magico potere degli ingredienti sin da piccola.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">Gli allievi che una volta al mese si ritrovano al corso scoprono ben presto che Lillian non è una docente convenzionale: non fornisce loro delle dispense o un ricettario, ma preferisce che i suoi allievi si affidino all’osservazione e ai sensi, rispettando sempre gli ingredienti che usano.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;"></span></p><blockquote><span style="font-family: inherit;">“Cucinare - dice Lillian - è imperniato sul gusto personale: aggiungi un pizzico in più di questo o quello finché ottieni il sapore desiderato. La pasticceria, però, è diversa. Devi assicurarti che alcune combinazioni siano esatte. Essenzialmente, una torta è in realtà una delicata equazione chimica: un equilibrio tra aria e struttura.”</span></blockquote><p></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">Gli otto allievi che per motivi diversi si sono trovati al corso presto scopriranno qual è il loro ingrediente segreto, e il magico potere terapeutico della cucina.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">L’autrice ha la capacità di descrivere i piatti e le preparazioni con una cura e un amore ricche di dettagli, sembra quasi dipingerli con le parole: possiamo vedere tutti i passaggi, le consistenze esattamente come se fossimo presenti, lo chiama il <b>potere del realismo magico</b>.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">Non voglio raccontare la trama o peggio il finale, il libro è così piacevole e delicato che è stato una piacevole scoperta. Confesso che sono stata attratta dal titolo e mi sono ritrovata tra le pagine a ripensare al potere degli ingredienti, alla cucinoterapia, al potere emozionale e curativo del cibo. Basta saper ascoltare e osservare.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">E poi ci sono i doni. Cucinare è un atto d’amore, quando non è solo dover mangiare per sopravvivere. E il dono non sempre è qualcosa che ci viene dato. La stessa autrice lo scrive tramite Abuelita, che ha un negozio pieno di spezie e ingredienti magici e diventa una sorta di guida per la protagonista.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;">Riflettendoci anche noi abbiamo i nostri ingredienti a cui siamo più legati o che ci ricordano qualcosa, e forse anche a noi è stato fatto "quel dono".</p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;">Come i personaggi del libro anche noi dobbiamo ritrovare il nostro tempo e prenderci il giusto ritmo per poter usare i nostri sensi, saper ascoltare, rispettare, "gli ingredienti" e noi stessi. </p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"> </p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 14px;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></p><h4 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Focaccine, scones, ai mirtilli</span></h4><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Gli <b>scones</b> o focaccine sono dei dolcetti immancabili nel tradizionale <b>tè inglese delle cinque</b>. Pare risalgano al diciannovesimo secolo quando, dice la leggenda, la <b>Duchessa di Belford</b> chiese che le venisse servito uno spuntino pomeridiano con del tè caldo e delle tortine. Successivamente la Duchessa prese l'abitudine di invitare le amiche per il tè pomeridiano, inaugurando così un rituale destinato a diventare una sociale. Questo nuovo rito sociale arrivò sino a corte dove la <b>Regina Vittoria</b> organizzò sontuosi ricevimenti con il tè.</span></p><p style="text-align: left;">Dopo questa curiosità storica veniamo alla ricetta degli scones. Ci troviamo davanti a una ricetta tradizionale della quale possiamo trovare diverse versioni: più soffici o più friabili, con uvetta, semplici o rivisitazioni come in questo caso con i mirtilli.</p><p style="text-align: left;">Per un tradizionale tè inglese vanno serviti accompagnati da "clotterd cream" che è una panna densa che possiamo sostituire con panna appena montata, o panna e burro, o panna e mascarpone, e confettura di lamponi (o altra a piacere).</p><p style="text-align: left;"><b>Ingredienti</b></p><p style="text-align: left;"></p><ul style="text-align: left;"><li>300 g di farina tipo 0 + quella per il piano di lavoro</li><li>40 g di zucchero</li><li>80 g burro</li><li>10 g lievito per dolci</li><li>1 uovo</li><li>150-200 ml latte intero</li><li>75 g mirtilli o uvetta</li></ul><p></p><p style="text-align: left;"><b>Procedimento</b></p><p style="text-align: left;">Scalda il forno a 220° C e rivesti una teglia con un foglio di carta forno.</p><p style="text-align: left;">In una larga ciotola metti la farina, il burro tagliato a cubetti e il lievito. Lavora gli ingredienti, con la punta della dita, fino ad avere un composto briciolo.</p><p style="text-align: left;">Unisci lo zucchero e l'uovo e mescola con un cucchiaio in modo da incorporare tutti gli ingredienti.</p><p style="text-align: left;">Versa metà del latte e mescola ancora delicatamente con il cucchiaio, quindi unisci il latte rimasto, poco alla volta, continuando a mescolare fino ad ottenere un impasto molto soffice e leggero. Osserva bene l'impasto che stai lavorando perché potrebbe non essere necessario tutto il latte. Infine aggiungi i mirtilli e incorporali delicatamente all'impasto.</p><p style="text-align: left;">Trasferisci ora l'impasto su un piano di lavoro infarinato e inizia a lavorarlo facendo dei giri di pieghe finché l'impasto non sarà morbido (e non più appiccicoso), ma attenzione a non lavorarla troppo.</p><p style="text-align: left;">Ora stendi l'impasto, aiutandoti con un po' di farina per il piano, dal centro verso l'alto e poi dal centro verso il basso, ruotala di 90° e prosegui così fino ad ottenere uno spessore di 2,5 cm circa. "Rilassa" la pasta sollevando delicatamente i bordi e lasciandola ricadere sul piano di lavoro.</p><p style="text-align: left;">Ora usa un tagliabiscotto rotondo per ricavare gli scones e sistemali sulla teglia distanziati tra loro. Una volta che avrai ritagliato tutta la pasta, impastala e stendila di nuovo. Fallo una sola volta perché poi l'impasto inizierà a diventare gommoso.</p><p style="text-align: left;">Spennella la superficie degli scones con un po' di latte e inforna per 15 minuti circa, sino a che saranno gonfi e dorati.</p><p style="text-align: left;">Falli intiepidire su una gratella e poi servili.</p><p style="text-align: left;"><br /></p>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-62400723062928558512023-12-18T17:19:00.001+01:002023-12-18T17:19:52.277+01:00Focaccine inglesi…<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p style="text-align: left;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjX9TtoyskrmDnITzJx1iQXUvTZ7X8JInAX_bTsvthlBoZJp8e3_O0_ZHDcIZ7azQjn_1MN_RGJVrPI9tzrRGu-N4vwXIqQ3No02DfZ8oTr7NMvjpkItRsrJh_RvZ1DoXQxRy9b-E5Lz_Lf6ALbJF8p1RGV5rgIOBixYesHDr29KL7A0Synu_FWSlElgIdf/s1200/focaccine-inglesi-2_ph-Gabriella-Comini.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="focaccine inglesi" border="0" data-original-height="900" data-original-width="1200" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjX9TtoyskrmDnITzJx1iQXUvTZ7X8JInAX_bTsvthlBoZJp8e3_O0_ZHDcIZ7azQjn_1MN_RGJVrPI9tzrRGu-N4vwXIqQ3No02DfZ8oTr7NMvjpkItRsrJh_RvZ1DoXQxRy9b-E5Lz_Lf6ALbJF8p1RGV5rgIOBixYesHDr29KL7A0Synu_FWSlElgIdf/w400-h300/focaccine-inglesi-2_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="focaccine inglesi" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div>Le <b>focaccine inglesi</b> sono una ricetta antica inglese, un lievitato soffice perfetto da servire appena fatto caldo, o tagliato a metà e tostato, spalmate con burro e marmellata, per l'ora del tè.<p></p><p style="text-align: left;">In epoca vittoriana l’uomo delle focaccine era una presenza immancabile all’ora del tè. I gallesi le inventarono più di mille anni fa, ma fu solo nell’Ottocento che divennero di moda tra le classi più agiate. Il modo tradizionale di mangiarle è, come ho detto, appena fatte, volendo si tagliano a metà e si tostano (soprattutto se sono fredde), farcite con burro e marmellata.</p><p style="text-align: left;">E dall'800 finiscono immortalate nelle pagine di <b>J. K. Rowlings</b>, nel primo libro della celebre saga, "<b>Harry Potter e la pietra filosofale</b>". Il primo Natale di Harry che trascorre a Hogwarts insieme all'amico Ron. Sono seduti davanti al camino della sala comune di Grifondoro e si divertono ad arrostire qualsiasi cosa capiti loro tra le mani. Tra i vari golosi cibi troviamo anche queste deliziose focaccine.</p><p style="text-align: left;">Dalle pagine di Harry Potter al ricettario di <b>Dinah Bucholz</b>, ispirato alla serie, è un attimo, per riscoprire così la cucina inglese, troppe volte ingiustamente bistrattata.</p><h4 style="text-align: left;">La ricetta delle focaccine inglesi</h4><div><p style="text-align: left;"></p><p style="text-align: left;">Nella ricetta inglese riportata da Dinah Bucholz, nel suo ricettario non ufficiale "<b>In cucina con Harry Potter</b>", usa il lievito di birra secco. L'ho sostituito con il lievito di birra fresco, diminuendo la dose. Ne ho anche fatta una versione con la pasta madre, ovviamente i tempi di lievitazione cambiano.</p><p style="text-align: left;">Quando arriviamo al periodo invernale, e vicini al Natale, ecco che le faccio per vivere un po' la magia inglese che trovo nei libri.</p><p style="text-align: left;">Le focaccine sono davvero deliziose, dal sapore delicato, perfette per essere farcite sia con ingredienti salati che dolci. Proprio come da tradizione le mangiamo appena sfornate calde calde. Quelle che avanzano le surgelo, e le scaldo quando servono, e alcune le taglio a metà e le facciamo anche tostare.</p><p style="text-align: left;">Si servono con burro e marmellata, <i>a la mode anglais</i>, con un caldo e fumante tè, ma sono ottime anche con altre farciture.</p><p><br /></p><p><b><font size="3">Ingredienti</font></b></p><p><u><font size="3">Focaccine con lievito di birra </font></u><b><font size="3"><br /></font></b></p><ul><li>120 ml di latte intero </li><li>60 g di burro </li><li>240 ml di acqua calda</li><li>5 g di lievito di birra fresco</li><li>1 cucchiaio di zucchero semolato </li><li>500 g di farina tipo 0 per pane</li><li>1 cucchiaino di sale</li></ul><p><u>Focaccine con pasta madre </u></p><ul style="text-align: left;"><li>500 g di farina tipo 1 macinata a pietra</li><li>150 g di pasta madre rinfrescata </li><li>125 ml di latte</li><li>60 g di burro</li><li>250-300 ml acqua calda</li><li>1 cucchiaio di zucchero semolato o miele</li><li>1 cucchiaino di sale<br /></li></ul><p>Il procedimento per entrambe le versioni delle focaccine, con lievito di birra o con pasta madre, è simile.</p><p>Scalda il latte e il burro in un pentolino a fuoco dolce finché il burro non si sarà completamente sciolto. Metti da parte e lascia intiepidire.</p><p>Se usi il lievito di birra scioglilo nell'acqua con lo zucchero e lascia riposare finché non inizia a gonfiarsi.</p><p>Se usi la pasta madre rinfrescata scioglila nell'acqua con lo zucchero (o il miele) e poi procedi subito con l'impasto per le focaccine.<br /></p><p></p><p>In una ciotola metti la farina a fontana, il sale sul bordo, al centro versa il lievito sciolto, il latte e inizia a mescolare e impastare bene. Lavora per circa 10 minuti, finché l’impasto si stacca dai lati della ciotola. Forma un palla liscia ed elastica, fai un giro di pieghe in ciotola, copri poi con pellicola alimentare e lascia lievitare in un luogo tiepido fino al raddoppio del volume. </p><p></p><p>Trasferisci l'impasto lievitato su un piano di lavoro leggermente infarinato, stendilo fino ad ottenere un cerchio dello spessore di 1 cm, 1 cm e 1/2 circa. Con un coppapasta da circa 8-10 cm di diametro forma le focaccine.</p><p>Scalda una padella leggermente unta e fai cuocere le focaccine a fuoco basso per circa 10-15 minuti per lato, finché non si scuriscono. Volendo puoi metterle anche su una leccarda da forno e cuocerle a 180° C per circa 15-20 minuti.</p><p>Mangia le focaccine calde calde appena fatte, oppure una volta fredde tagliale a metà e tostale prima di farcirle.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p></p></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br />Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-74778739143688992592023-11-28T17:12:00.003+01:002023-11-28T17:29:46.014+01:00Torta di mele dell'Hobbit<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxVYuQ6lnLaloG-M__iavaDOc7KN9CzdXyeReYnoZUCeiSCCa9AR36aacMP8xd5gji8fiS59FMMBY8KfGyYPistbIx8rsBkcM3G1_ITBAdZk3DRbglkR8s5gulZJOeMKD3i3FXqnzyBF-UouxjTBzsIXL3xFwPfIQ4IfakIpH8N4vMF15yGRuRNPsyvsSi/s1200/torta-di-mele-degli-hobbit_Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="torta di mele degli hobbit" border="0" data-original-height="901" data-original-width="1200" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxVYuQ6lnLaloG-M__iavaDOc7KN9CzdXyeReYnoZUCeiSCCa9AR36aacMP8xd5gji8fiS59FMMBY8KfGyYPistbIx8rsBkcM3G1_ITBAdZk3DRbglkR8s5gulZJOeMKD3i3FXqnzyBF-UouxjTBzsIXL3xFwPfIQ4IfakIpH8N4vMF15yGRuRNPsyvsSi/w640-h480/torta-di-mele-degli-hobbit_Gabriella-Comini.jpg" title="torta di mele degli hobbit" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p style="text-align: left;">
La <b>torta di mele dell'Hobbit</b> è un classico dolce da credenza, la torta della nonna, con l'aggiunta di qualche tocco speziato, semplice e perfetta per l'ora del tè.<br /></p><p style="text-align: left;">La torta di mele è nella dispensa di <b>Bilbo Baggins</b>, e viene offerta durante una sorta di riunione a sorpresa del padrone di casa, ai molti nani che hanno appuntamento lì e a <b>Gandalf</b> (il mago bianco), dirò di più tra le varie leccornie che vengono servite, questo dolce è proprio richiesto da uno degli ultimi nani arrivati a casa di Bilbo. Stiamo parlando del capitolo primo del libro di <b>J.R.R. Tolkien</b>, "<b>Lo hobbit</b>".</p><p style="text-align: left;">È noto come il genere di letteratura <b>fantasy</b> sia ricco di dettagli legati alle ambientazioni anche gastronomiche, e Tolkien non è da meno. Anzi per lui è un elemento che va oltre la necessità del nutrimento. Le descrizioni dei banchetti sono ricche di dettagli che sottolineano il <b>piacere</b> dei suoi personaggi (oltre che dell'autore stesso) hanno della buona cucina. Inoltre sono di aiuto alla <b>struttura narrativa</b>, spesso precedono le avventure dei personaggi. Ma la cucina è anche il <b>focolare</b> ed è legato a valori di amicizia e fratellanza.</p><div><p></p></div><h4 style="text-align: left;">La torta di mele dell'hobbit</h4><p>La <b>mela</b> è <span style="font-family: inherit;">da sempre protagonista in letteratura e nel cinema, sia dall’antichità, associata al desiderio, o portatrice di “morte” avvelenata, o di discordia (il pomo della discordia).</span></p><div><p>Le torte di mele poi spopolano in tutte le sue versioni nelle pagine dei libri, nelle favole e sul grande schermo, e non poteva mancare in un autore come J.R.R. Tolkien.</p><p>Sul web facilmente si troveranno altre ricette che si sono ispirate ai film o ai libri di Tolkien, e questa è la mia interpretazione della torta di mele citata.</p></div><p style="text-align: left;">Sono partita pensando ai luoghi, al benessere di Bilbo Baggins e agli ingredienti che poteva avere a disposizione. </p><p style="text-align: left;">Gli hobbit, ricordiamolo, sono un popolo goloso e pacifico, che abita nella <b>Terra di Mezzo</b>, un luogo fantastico sito nell'immaginario, quindi potrebbe essere ovunque noi preferiamo, ma nella mia fantasia (sarà anche perché Tolkien è inglese), mi oriento verso il Nord. </p><p style="text-align: left;">Ho quindi pensato a una torta di mele, con una varietà di mele autoctone antiche le grigie (o le Annurca), profumata e speziata con cannella, e impreziosita da noce moscata e limone.</p><p style="text-align: left;">A proposito di <b>spezie</b>, questo è il tema che ci siamo date, con il progetto <b>#frameofbreak</b>, io e <b>Gabriella Rizzo</b>. Gabriella ha associato a dei <a href="https://www.homeworkandmuffin.it/biscotti-di-farina-di-ceci-con-cardamomo-e-pistacchi/" target="_blank">biscotti persiani con farina di ceci, pistacchi e profumati di cardamomo</a> il libro "<b>Caffè Babilonia"</b>, vai sul suo sito per scoprire i dettagli.<br /><br /></p><p></p><h4 style="text-align: left;">La ricetta</h4><div><p style="text-align: left;">Ma eccoci al momento della ricetta e del procedimento, molto semplice, per poter realizzare la torta di mele dell'hobbit da accompagnare con un buon tè.</p>
<div><b><br /></b></div><div><b><span style="font-size: medium;">Ingredienti</span></b></div>
<ul><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwX59oj_MFWbXwWyHzBqsQDYMexTfr938O7ORHF02hTFInybxnCpinvJ3KfbZjS_eBkOe2tlQCdh0Z129stUHQDeT-NduhyYXSdToArCcDxZYA-aZR5PwJwSllUqivjnlmf7GUflormLk8/s1600/torta-di-mele.jpg" style="margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a>
<li>200 gr di farina (tipo 0)</li><li>150 gr di zucchero semolato</li><li>164 g uova (3 uova intere)</li><li>8 g bustina di lievito per dolci vanigliato</li>
<li>4-5 mele annurca o 2 mele Grigie di Torriana (simili alle renette)</li><li>80 ml di olio di semi (meglio se biologico e spremuto a freddo)</li><li>50 ml latte </li>
<li>buccia grattugiata di 1 limone</li>
<li>1/4 tbs di cannella</li>
<li>un pizzico di noce moscata</li><li>un pizzico di sale</li><li>1 o 2 cucchiai zucchero semolato e cannella </li><li>zucchero a velo per decorare (facoltativo)</li>
</ul><span style="font-size: medium;"><b>Preparazione</b></span><div><br /></div><p style="text-align: left;">Setaccia e mescola la farina, il lievito, la cannella, la buccia di limone grattugiata e un pizzico di noce moscata.</p><p style="text-align: left;">Monta le uova con lo zucchero e un pizzico di sale fino a renderli gonfi e spumosi.</p><p style="text-align: left;">Poco alla volta aggiungi le polveri alla massa montata alternandolo con l'olio e il latte, devi ottenere un impasto liscio, fluido e soffice.</p><p style="text-align: left;">Pulisci le mele e tagliane la metà a dadini da mescolare delicatamente all'impasto, l'altra metà a fettine sottili da disporre sulla superficie.</p><p style="text-align: left;">Imburra e infarina, o rivesti con carta forno, uno stampo da 20 cm.</p><p style="text-align: left;">Versa l'impasto nello stampo, sistema le fettine di mela sulla superficie e spolvera con zucchero semolato e cannella.</p><p style="text-align: left;">Cuoci in forno statico preriscaldato a 160-170° C per circa un'ora. Prima di sfornare fai la prova stecchino; se dovesse essere ancora umido allunga il tempo di cottura.</p><p style="text-align: left;">Una volta pronta spegni il forno, lascia la porta aperta e fai riposare per 10 minuti. </p><p style="text-align: left;">Delicatamente sforma la torta e lasciala raffreddare su una griglia per dolci.</p><p style="text-align: left;">Puoi servirla così semplice o decorata con un po' di zucchero a velo, o accompagnata con una crema o panna poco montata, un buon tè.</p><p style="text-align: left;"><br /></p><div><br /></div><div><br /></div><div><div><br /></div>
<div style="text-align: center;"><br /></div></div></div>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-7141196277999465012023-11-16T15:58:00.004+01:002023-12-03T09:30:48.378+01:00Crème brûlée di Michel Paquier<br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimF-UopfvgFaFq-9WQ-Gop-dbuaeYTm6rZBG6ZUhRBSGSRuXatOQz7y0jL087UN5nFj6n6Go9wmxkdpdNRVUWDWgAfo3BevIHcYyGdk_BMhedpEOnSh2mnM-IPHKgp4E7tUTJNJHMPzD_gCdQA9mQrf2BKFw7dBCnX5ALJsnYU2Ke7QfgS7DOX8DTSLTdh/s1200/creme-brule%CC%80e-2--ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Crème brûlée" border="0" data-original-height="832" data-original-width="1200" height="278" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimF-UopfvgFaFq-9WQ-Gop-dbuaeYTm6rZBG6ZUhRBSGSRuXatOQz7y0jL087UN5nFj6n6Go9wmxkdpdNRVUWDWgAfo3BevIHcYyGdk_BMhedpEOnSh2mnM-IPHKgp4E7tUTJNJHMPzD_gCdQA9mQrf2BKFw7dBCnX5ALJsnYU2Ke7QfgS7DOX8DTSLTdh/w400-h278/creme-brule%CC%80e-2--ph-Gabriella-Comini.jpg" title="Crème brûlée" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;"><span style="text-align: left;">La </span><b style="text-align: left;">Crème Brûlée</b><span style="text-align: left;"> è da secoli che delizia i palati dei golosi, e non perde terreno. Morbida, densa, profumata alla vaniglia, si nasconde sotto un velo croccante e caramellato. È facile da fare, ma per raggiungere la perfezione bisogna avere qualche attenzione in più. Un dolce che racchiude nella sua semplicità diverse consistenze e temperature e coinvolge tutti i sensi. </span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Ma quali sono le sue origini</span>?</span></p><h4 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Storia della crème brûlée</span></h4><p style="text-align: left;">Il dolce è conteso tra francesi e inglesi, ma secondo alcune fonti i natali pare siano <b>inglesi</b>. E non dovremmo stupirci più di tanto, perché la cucina inglese, prima delle guerre, non aveva nulla da invidiare alle altre cucine. </p><p style="text-align: left;">Però per aumentare la confusione sulle sue origini possiamo citare anche la Catalogna (Spagna) con la sua crema catalana, molto somigliante alla crème brûlée. </p><p style="text-align: left;">Una cosa è sicura è un dolce molto antico di cui troviamo traccia scritta verso la fine del 1600. Infatti nel 1691 <b>François Massialot</b>, nel libro di cucina “<b>Cuisinier royal et bourgeois</b>”, troviamo una prima informazione sulla crème brûlée (letteralmente crema bruciata). Però lo stesso Massialot successivamente, nel 1740, crea confusione parlando di una ricetta simile che chiama "crème à l'Anglaise" (ossia la crema all'inglese).</p><p style="text-align: left;">Ritroviamo poi, intorno al 1870 a <b>Cambridge</b>, un dolce che viene servito nel <b>Trinity College</b> chiamato <b>Trinity cream</b>, con lo stemma del college impressa a fuoco sulla superficie caramellata (molto simile alla crème brûlée).</p><div style="clear: both;"><h4 style="text-align: left;">La ricetta del pasticciere Michel Paquier</h4></div><p style="text-align: left;">Per realizzare questo delizioso dolce al cucchiaio ho seguito la ricetta e i consigli del pasticciere bretone <b>Michel Paquier.</b></p><p style="text-align: left;">I consigli sono:</p><div>
<p style="text-align: left;"></p><ol style="text-align: left;"><li>nella preparazione fondamentale è la cottura per la quale si dovranno scegliere degli appositi <b>stampini monoporzione</b> in ceramica bassi e larghi (quello ideale ha un diametro di 11-12 cm e un’altezza di 3 cm). Il motivo per questo tipo di stampo è per avere una cottura veloce e uniforme, che con una cocotte non si avrebbe, inoltre offre una superficie più ampia per caramellare la superficie, che poi è la caratteristica del dolce stesso la crosticina croccante.</li><li>Usare solo i <b>tuorli</b> per avere una crema morbida e allo stesso tempo ricca e cremosa. L’albume conferirebbe una consistenza solida e non sarebbe una crema…</li><li><b>Filtrare</b>, o almeno passare al colino, per avere un composto setoso e liscio,molto liscio.</li><li>Normalmente la crème brûlée viene cotta in forno a <b>bagnomaria</b>, suddivisa in stampini messi in una teglia con acqua fino a metà della loro altezza per garantire una consistenza liscia come la seta (l'acqua che avvolge gli stampi trasmette il calore più dolcemente e in modo uniforme). In questa fase bisogna fare molta attenzione a non far bollire mai l’acqua per evitare che qualche goccia d’acqua vada nella crema rovinandola. Un trucco per evitare il disastro è<b> </b>avvolgere il fondo e i lati degli stampini con fogli di alluminio quadrati: l’eccesso di alluminio che si alzerà tutt’intorno agli stampi fungerà da effettiva barriera contro eventuali schizzi, in cottura e nel trasporto. Oppure, meglio ancora, si seguono istruzioni del pasticcere Michel Paquier che semplifica molto questo passaggio.</li><li>Di solito si consiglia di usare solo lo <b>zucchero bianco semolato</b>, in quanto i piccoli granuli caramellano in fretta, evitando che con il calore intenso del cannello a gas lo zucchero si bruci troppo e che il budino si sciolga. Inoltre, il colore bianco dello zucchero che prende una tinta dorata con il calore è un ottimo strumento di misura del processo di caramellizzazione. Il colore marrone dello zucchero di canna rende più difficile rendersi conto del punto di caramellizzazione, con il rischio di eccedere con la fiamma.</li><li>Si sconsiglia di caramellare la crema sotto il grill in quanto non si otterrà quella crosticina liscia e croccante, intensamente ambrata che caratterizza questo dolce e che ogni goloso adora rompere con il cucchiaio. Inoltre, per quanto si faccia attenzione, bastano pochi secondi sotto il grill per bruciare lo zucchero. Usare il <b>cannello a gas</b> per la buona riuscita.</li></ol><p></p><p style="text-align: left;">Se preferisci qualcosa di maggiormente aromatizzato puoi aggiungere un cucchiaino di liquore, quello che preferisci, o qualche altra spezia.<br />Ma ora veniamo alla ricetta del maestro pasticciere.</p><p style="text-align: left;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyvdNPFXaNwurICZajmuxTW7bR7QpfurcuZPZbptsZXWGeHQ1vBBNtyI0svEwNrJ-JdviJMJ4sXM5EkvANEPX8NMdRiGh-be49spQRtHLJS4e9JcTZhvoy-cu8Ylj_VQqCO0NAYkq6EMA2oJGsuCog9RCJnUaXC4prWrv6M8xPCmz5QjICU1LA_H4DUDfb/s1200/cre%CC%80me-brule%CC%81e_ph-Gabriella-Comini.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="crème brûlée" border="0" data-original-height="873" data-original-width="1200" height="291" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyvdNPFXaNwurICZajmuxTW7bR7QpfurcuZPZbptsZXWGeHQ1vBBNtyI0svEwNrJ-JdviJMJ4sXM5EkvANEPX8NMdRiGh-be49spQRtHLJS4e9JcTZhvoy-cu8Ylj_VQqCO0NAYkq6EMA2oJGsuCog9RCJnUaXC4prWrv6M8xPCmz5QjICU1LA_H4DUDfb/w400-h291/cre%CC%80me-brule%CC%81e_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="crème brûlée" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></div><div>
<br />
<b>Ingredienti</b><br />
<ul>
<li>250 ml di panna fresca liquida</li>
<li>250 ml di latte intero</li>
<li>6 tuorli bio (108g circa)</li>
<li>70 gr di zucchero semolato</li>
<li>1 bacca di vaniglia </li>
<li>zucchero di canna</li></ul><p style="text-align: left;">In una casseruola porta a bollore il latte, la panna, i semi della bacca di vaniglia e la stessa bacca aperta.</p><p style="text-align: left;">Mescola in una ciotola i tuorli con lo zucchero, non devi montarli, devi solo sciogliere lo zucchero.</p><p style="text-align: left;">Togli la bacca di vaniglia dai liquidi bollenti.</p><p style="text-align: left;">Aggiungi il latte sul composto di uova in due volte, mescolando con la frusta.</p><p style="text-align: left;">Versa il composto negli stampi, nelle cocotte, filtrandolo con un colino. </p><p style="text-align: left;">Cuoci in forno ventilato a 100° C per circa 20 minuti.</p><p style="text-align: left;">Fai raffreddare a temperatura ambiente e poi metti in frigorifero.</p><p style="text-align: left;">La crème brûlée va servita fredda, ma prima cospargi la superficie con lo zucchero che farai sciogliere con il cannello per ottenere la crosticina croccante di caramello ambrato. </p><p style="text-align: left;"><br /></p></div>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-60351539288274195682023-11-07T17:23:00.008+01:002023-11-07T17:24:54.056+01:00Dark and sumptuous chocolate vegan cake<div class="separator" style="clear: both;">
</div>
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</div>
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</div>
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</div>
<br /><br /><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEii2qDarbXMJLwDTPEHgwL4CrcxYv1856agKZK3NtH5yhZkoHSl8t0huTDsqSGXgIk3uZIlFdPfFoRKqPNYzLBA5IzbHAGYPvNVjiI9c_6p5oky3SEmDPqC1lMOQ0ob1ZfeqatJRC52RbOu3FAdxgd6grnt3wz7u7CcW4tkF9EST5-Dp8w2D6wCozUwFGaJ/s1200/dark-sumptuosus-chocolate-cake-Nigella_-ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="dark and sumptuous chocolate vegan cake" border="0" data-original-height="901" data-original-width="1200" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEii2qDarbXMJLwDTPEHgwL4CrcxYv1856agKZK3NtH5yhZkoHSl8t0huTDsqSGXgIk3uZIlFdPfFoRKqPNYzLBA5IzbHAGYPvNVjiI9c_6p5oky3SEmDPqC1lMOQ0ob1ZfeqatJRC52RbOu3FAdxgd6grnt3wz7u7CcW4tkF9EST5-Dp8w2D6wCozUwFGaJ/w400-h300/dark-sumptuosus-chocolate-cake-Nigella_-ph-Gabriella-Comini.jpg" title="dark and sumptuous chocolate vegan cake" width="400" /></a></div><br /></div>
<div>
</div><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">La <b>Dark and Sumptuous Chocolate Cake</b> è una ricetta goduriosa super cioccolatosa e vegana. </span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Troppo bello per essere vero? O ci sono dubbi sulla pasticceria vegana?</span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">A volte bisogna superare i preconcetti e provare. Io l'ho fatto e il risultato è stato superiore, e di molto, alle aspettative. Con le ricette giuste e se fatte bene la pasticceria vegana è buonissima.</span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Quando portate a tavola questa torta suggerisco di non dire che è un dolce vegano, facciamo prima assaporare, mangiare, e solo dopo confessare di che dolce si tratta... gli ospiti resteranno stupiti, come minimo.</span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">La ricetta di questa torta è di <b>Nigella Lawson.</b></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Questa è una torta che ho fatto in diverse occasioni e in diversi modi, anche gluten free, e il risultato è stato sempre delizioso. </span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">La torta è scenograficamente bella a vedersi: il contrasto del colore dei pistacchi sulla glassa lucida rende il dolce allegro con il suo voluto finto disordinato. Il profumo è delizioso. Il dolce è umido, soffice e leggero, il gusto di cioccolato avvolgente. I pistacchi regalano la nota croccante. Per usare un termine di Nigella, è un dolce sontuoso</span>.</p><p style="text-align: left;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpEwEvRyw9835Qwf714Vh9-WprvT1qJj61M170e2NDBVdD6hAmoDWq6GXjOwRuZbzpkw9J0KfQGWHt9OTYw8wlza0zugjhAZ68v93aB1S01uAIgZ3SqG9j8PRzcSqVRVvS8K8-toaj97fX32_T6v8BD3e8NBreLmhoKGLMn2Yc7V_XX1PbZsEVYLnaxisZ/s1200/dark-sumptuosus-chocolate-cake_-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="dark and sumptuous chocolate vegan cake" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="901" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpEwEvRyw9835Qwf714Vh9-WprvT1qJj61M170e2NDBVdD6hAmoDWq6GXjOwRuZbzpkw9J0KfQGWHt9OTYw8wlza0zugjhAZ68v93aB1S01uAIgZ3SqG9j8PRzcSqVRVvS8K8-toaj97fX32_T6v8BD3e8NBreLmhoKGLMn2Yc7V_XX1PbZsEVYLnaxisZ/w300-h400/dark-sumptuosus-chocolate-cake_-Gabriella-Comini.jpg" title="dark and sumptuous chocolate vegan cake" width="300" /></a></div><p></p><h4 style="text-align: left;"><br /></h4><h4 style="text-align: left;">La ricetta</h4><p style="text-align: left;">La torta è molto semplice da fare, sembra incredibile visto il risultato.</p><p style="text-align: left;">È perfetta per chi è intollerante ai latticini e alle uova, e come ho detto, volendo si può fare anche in versione gluten free usando della farina di riso.</p><p style="text-align: left;">Rispetto alla ricetta di Nigella Lawson io non ho aggiunto il caffè in polvere né nella glassa né nell'impasto. </p><p style="text-align: left;">Di seguito la torta che ho fatto io omettendo appunto il caffè, inoltre ho inserito sia la grammatura che l'uso anglosassone dei teaspoon. </p><p style="text-align: left;">Ora senza ulteriori indugi mettiamoci i grembiuli e accendiamo il forno.</p><div>
<br /><span style="font-size: medium;"><b>
Ingredienti</b></span><div><span style="font-size: medium;"><b><br /></b></span><div>Per la torta<br />
<ul>
<li>225 g di farina debole per dolci</li>
<li>1 tsp e 1/2 di bicarbonato, circa 8 g</li>
<li>1/2 tsp di sale, circa 3 g</li>
<li>75 g di cacao amaro </li>
<li>300 g di zucchero di canna integrale grezzo</li>
<li>375 ml di acqua calda </li>
<li>75 g o 90 ml di olio di cocco bio deodorato</li>
<li>1 tsp e 1/2 di aceto di mele o aceto di vino bianco, circa 7,5/8 ml</li></ul>Per la glassa<br /><ul>
<li>60 ml di acqua fredda </li>
<li>75 g di<a href="http://www.mezzatazzadite.com/2017/02/burro-di-cocco.html"> </a>olio di cocco bio deodorato</li>
<li>50 g di zucchero di canna grezzo </li>
<li>1 tsp e 1/2 di cacao amaro</li>
<li>150 g di cioccolato fondente al 70% tritato finemente </li>
<li>1 manciata di pistacchi da tritare.</li>
</ul><div><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><b>Procedimento</b></span></div><p style="text-align: left;">Preriscalda il forno in modalità statica a 180°C e rivesti una tortiera da 20 cm con la carta forno.</p><p style="text-align: left;">Inizia con la preparazione della glassa.</p><p style="text-align: left;">In un pentolino metti il cacao, lo zucchero, il burro di cocco e l'acqua. Porta a bollore mescolando per far sciogliere bene gli ingredienti ed evitare la formazione di grumi. </p><p style="text-align: left;">Leva il pentolino dal fuoco e aggiungi il cioccolato tritato finemente, lavora con la frusta per ottenere una glassa liscia e lucida. Poi metti da parte e lascia raffreddare.</p><p style="text-align: left;">Prepara l'impasto della torta.</p><p style="text-align: left;">In una ciotola capiente mescola la farina e il cacao setacciati, il sale, e il bicarbonato.</p><p style="text-align: left;">In un'altra ciotola metti lo zucchero, l'aceto, l'olio di cocco e l'acqua bollente, lavora gli ingredienti con una spatola per amalgamare e sciogliere tutti gli elementi.</p><p style="text-align: left;">Ora aggiungi i liquidi alle polveri, mescola velocemente e versa l'impasto nella tortiera.</p><p style="text-align: left;">Inforna e cuoci per 35 minuti circa. Prima di sfornare fai la prova stecchino, che deve uscire senza impasto attaccato, asciutto, e se serve allunga la cottura per altri 10 minuti.</p><p style="text-align: left;">Lascia raffreddare la torta nello stampo, poi sformala su un'alzata.</p><p style="text-align: left;">Versa la glassa sulla torta, ricoprila, e decorala con dei pistacchi tritati grossolanamente.</p><p style="text-align: left;">Attendi mezz'ora prima di servirla.</p><p style="text-align: left;"><br /><br /></p>
<br /></div></div></div>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-61884512646373382232023-10-16T10:53:00.002+02:002023-10-16T19:49:05.166+02:00La Torta Elisabetta di Nonna Papera<p><span style="font-family: inherit;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjejS3jlaWW5unbk1XnfcPGP_HjhpzpEYpSvuzBHfXJo_fwwM6XxuhuKHx5q2qkUA7YeYZpDnNbsxdN0Awrm2RRAOWa83A_b4oGACbUQAFM6t0A9bC4WBElP1bQpuVeJLFHPYgUeLEaBYYboJu6nm0p_KZLAr8vaGF-6ce-G3WRbcDGyoERgyb8AARdXfcn/s1200/torta-Elisabetta-di-Nonna-Papera-2_ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Torta Elisabetta di Nonna Papera" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="901" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjejS3jlaWW5unbk1XnfcPGP_HjhpzpEYpSvuzBHfXJo_fwwM6XxuhuKHx5q2qkUA7YeYZpDnNbsxdN0Awrm2RRAOWa83A_b4oGACbUQAFM6t0A9bC4WBElP1bQpuVeJLFHPYgUeLEaBYYboJu6nm0p_KZLAr8vaGF-6ce-G3WRbcDGyoERgyb8AARdXfcn/w300-h400/torta-Elisabetta-di-Nonna-Papera-2_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="Torta Elisabetta di Nonna Papera" width="300" /></a></span></div><span style="font-family: inherit;"><b><br /></b></span><p></p><p><span style="font-family: inherit;"><b>La torta Elisabetta</b> di Nonna Papera è una soffice torta formata da tante palline di pasta brioche farcite. Si chiamerebbe danubio dolce<b>,</b> ricorda il buchtlen, ma nel Manuale di Nonna Papera i nomi delle varie preparazioni vengono cambiati a favore di nomi di fantasia che hanno un richiamo storico.</span></p>
<p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">Con Gioia e Gabriella, le mie amiche del progetto <b>#frameofbreak</b>, vogliamo unirci ai festeggiamenti del centenario della Walt Disney, che ricorre il 16 ottobre 2023. Per restare nel tema abbiamo pensato di preparare qualcosa tratto appunto dal fantastico mondo Disney.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;"><b>Gabriella</b> ricorda <b>Pinocchio</b> e prepara una golosa <a href="https://www.homeworkandmuffin.it/pinocchio-e-la-torta-di-pere-e-cioccolato/" target="_blank">torta cioccolato e pere</a>... con buccia o senza? vai a scoprirlo.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;"><b>Gioia</b>, ispirata dal film d'animazione "<b>La principessa e il ranocchio</b>", cucina dei deliziosi brownies con le noci pecan, tipiche del sud degli USA.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 14px;"><span style="font-family: inherit;"></span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">Io sono stata molto indecisa da quale film o fumetto farmi ispirare, e così alla fine, ho scelto il personaggio di <b>Nonna Papera</b> e una delle sue ricette presente sul suo manuale. Nonna Papera la potremmo potremmo considerare una delle prime <b>food writer</b> anche se appartenente al mondo dei fumetti e dell’animazione, con il suo manuale di cucina e consigli domestici che ha accompagnato, e ancora lo fa, intere generazioni dal 1970.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">Ma facciamo una piccola parentesi su chi è Walt Disney.</span></p>
<p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 14px;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></p>
<h4 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Walt Disney</span></h4>
<p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;"><b>Walt Disney</b>, alias Walt Disney Company, è la multinazionale fondata nel 1923 con il nome di Disney Brothers Cartoon Studios da Walter Elias Disney (meglio noto come Walt Disney) e suo fratello Roy; successivamente, nel 1926 rinominata The Walt Disney Studio, nel 1929 cambia nome in Walt Disney Production, e nel 1986 infine prende il nome con il quale la conosciamo oggi.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;">Tutto nasce da Walt Disney, all'anagrafe <b>Walter Elias Disney</b>, disegnatore americano che rappresenta il simbolo americano del "self made", ossia chi realizza i propri sogni da solo. Lui nasce in una famiglia numerosa e svolge sin da piccolo lavoretti per aiutare. Le sue doti da disegnatore fuori dal comune si manifestano molto presto, aveva solo sette anni. A diciotto anni si trasferisce con il fratello <b>Roy</b> a <b>Hollywood</b> e in pochi anni riesce a raggiungere il successo con una serie di fumetti, tra i quali <b>Mickey Mouse</b>, con il quel nel 1928 realizza il primo cartone animato con il sonoro. Da qui è tutto un percorso in salita ricco di successi, infatti diventa famoso per i fumetti, film d'animazione e non, e nel 1944 realizza un altro sogno: un parco a tema, il primo, <b>Disneyland</b>. Durante il discorso di inaugurazione lo stesso Walt Disney dirà:</p><blockquote>"Qui gli adulti rivivranno i loro più teneri ricordi del passato e i più giovani potranno assaporare le sfide e le promesse del futuro. Disneyland è dedicato agli ideali, ai sogni e alle realtà che hanno fondato l’America, nella speranza che ognuno ne tragga forza, gioia e ispirazione".</blockquote><div><br /><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 14px;"><span style="font-family: inherit;">Non era che il primo di altri parchi tematici dei divertimenti, ora nell'impero ci sono anche i vari <b>merchandising</b>.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 14px;"><span style="font-family: inherit;">Walt Disney muore nel 1966, lasciando un impero, e il suo nome è divenuto leggenda nel mondo del cinema.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 14px;">Walt Disney era ed è tutt'ora il magico <b>produttore di sogni</b>, capace di emozionare grandi e piccini.</p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 14px;">Ultima cosa Walt Disney è stato non solo disegnatore ma anche imprenditore, produttore cinematografico, doppiatore e regista. Molti dei suoi lavori hanno avuto importanti riconoscimenti come gli <b>Oscar</b>.</p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 14px;"><br /></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 14px;">Ora scopriamo qualcosa su Nonna Papera, uno dei personaggi dei noti giornalini a fumetti dell'impero Walt Disney. </p>
<h4 style="text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGWu2mSGwZRIFlsiImql5_qCYT5HWs9787vB7XeipufXNikS43vcuki9cOjpuBhxWtVHDw6-7t6XtPTaCMK3vy-lHXymzN6S6Z3E4v1meUlZ0QpMoqHOPVM12QqDU0Tcbv9ZUBRcGf4Fp6jZJt0t_8RLmkVf2n9oi5qVa7BLIs1NwD2HehhNw0rhNccHQX/s1124/torta-Nonna-Papera.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Nonna Papera" border="0" data-original-height="631" data-original-width="1124" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGWu2mSGwZRIFlsiImql5_qCYT5HWs9787vB7XeipufXNikS43vcuki9cOjpuBhxWtVHDw6-7t6XtPTaCMK3vy-lHXymzN6S6Z3E4v1meUlZ0QpMoqHOPVM12QqDU0Tcbv9ZUBRcGf4Fp6jZJt0t_8RLmkVf2n9oi5qVa7BLIs1NwD2HehhNw0rhNccHQX/w320-h180/torta-Nonna-Papera.jpg" title="Nonna Papera" width="320" /></a></div><span style="font-family: inherit;"><br /></span></h4><h4 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Nonna Papera e il suo Manuale</span></h4>
<p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">Nonna Papera è la <b>cuoca</b> per eccellenza nelle strisce dei fumetti. Impossibile non ricordare le sue torte fumanti messe a raffreddare sul davanzale. È una super anziana arzilla nonnina sempre molto impegnata in mille attività e sempre di corsa. Abita fuori città in una fattoria con i suoi animali di cui si occupa personalmente, e con il nipote dormiglione Ciccio. </span></p>
<p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">Nonna Papera, il cui nome è <b>Elvira Coot</b>, è un personaggio inventato da <b>Al Tagliaferro</b>. Nonna Papera è figlia di Clinton Coot, fondatore delle Giovani Marmotte, e nipote di Cornelius, fondatore di Paperopoli.</span></p>Elvira e il marito Humperdink Duck hanno avuto tre figli: Eider, il padre di Paperoga e del meno noto Abner "Chiarafonte", il forzuto di famiglia; Dafne, la madre di Gastone, fortunatissima anche lei; e Quackmore, il padre dei gemelli Donald (ovvero Paperino) e Della, che poi sarebbe la mamma di Qui, Quo e Qua.<br /><br />Il <b>Manuale di Nonna Papera</b> viene stampato per la prima volta nel 1970 edito da <b>Mondadori</b>, e nel 2015 la casa editrice <b>Giunti</b> ha deciso di ripubblicarlo. </div><div>La prima edizione del manuale era stato curato da <b>Mario Gentilini </b>(direttore di Topolino), <b>Giovan Battista Carpi</b>, illustratore, e <b>Elisa Penna</b>, autrice dei testi.</div><div>Nel manuale troviamo le ricette e alla fine dei consigli domestici per la cura della casa. È un libro per bambini, ma ho visto anche adulti che lo hanno caro nella loro biblioteca; le ricette non hanno le foto bisogna usare l'immaginazione per realizzarli seguendo solo le istruzioni. Il manuale è <b>illustrato</b> con i personaggi dei fumetti che impersonano personaggi e situazioni storiche o mitologiche. Ecco che così ci ritroviamo Paperino nelle vesti di Goffredo di Buglione alle Crociate, Pippo un buffo Re Sole, Archimede Pitagorico è Ulisse, e la stessa Nonna Papera nei panni della Gioconda. Un modo per abbinare alla cucina qualche nozione di storia e mitologia, perché tutte le ricette sono introdotte da cenni storici, dalla Storia vera e propria: partendo dal paleolitico fino alla conquista dello spazio, con qualche salto temporale, significativo sicuramente per la Storia ma non per il manuale, in fondo il suo fine era un altro.</div><div>Altra cosa interessante di questo libro è che, a dispetto di quello che si può pensare, non si trovano le tipiche ricette degli States come pancakes soffici, impilati e cosparsi di sciroppo d'acero che ci hanno fatto venire l'acquolina in bocca da bambini mentre leggevamo il giornalino, o le tipiche pie che Nonna Papera sforna in continuazione e mette a raffreddare sul davanzale della cucina.</div><div><br /></div><div>Grazie a <b>Sabrine d'Aubergine</b>, e al suo progetto della "raccolta delle ricette di Nonna Papera quarant'anni dopo", scopriamo che la Nonna Papera gastronoma non è americana ma italiana, e infatti nella fantasia americana la tipica nonna che cucina è una nonna italiana. La ricerca di Sabrine d'Aubergine ci conduce a un'altra collaboratrice italiana che ha aiutato nella redazione del manuale, e dopo moltissimi anni ecco svelata la nostra Nonna Papera: <b>Luisa Ridolfi</b>, professoressa di sociologia che, appena laureata, ha aiutato nella selezione delle ricette, e i nomi fantasiosi, per il progetto del manuale già ben disegnato. </div><div><br /></div><div>Ma ora torniamo a noi e alla nostra Torta Elisabetta.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgo_h9o3TNwgQwSo1fehrlJW68sdJZ13uKtuAe49KUupPv3Xabt-5Oj4O7cXJ0bMQ1Fqpv8VNyEEx5DI6b1Qv-V-NjL8nYMsEaG-eMjfGoBauKW535XSZfYCBLDm1ZmsCM90TvpUrAjlmFn4muVJk9pPsBTvcUpnoVI0yiX_rhA8hYuPMAy17QCBSzY2BUv/s1200/torta-Elisabetta-Nonna-Papera_ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Torta Elisabetta di Nonna Papera" border="0" data-original-height="901" data-original-width="1200" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgo_h9o3TNwgQwSo1fehrlJW68sdJZ13uKtuAe49KUupPv3Xabt-5Oj4O7cXJ0bMQ1Fqpv8VNyEEx5DI6b1Qv-V-NjL8nYMsEaG-eMjfGoBauKW535XSZfYCBLDm1ZmsCM90TvpUrAjlmFn4muVJk9pPsBTvcUpnoVI0yiX_rhA8hYuPMAy17QCBSzY2BUv/w400-h300/torta-Elisabetta-Nonna-Papera_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="Torta Elisabetta di Nonna Papera" width="400" /></a></div><br /><div><br /></div><div>
<h4 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Torta Elisabetta, la ricetta</span></h4>
<p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">La Torta Elisabetta è una ricetta tratta dal Manuale di Nonna Papera. È il classico <b>danubio</b> in versione dolce, ossia delle palline di <b>pasta brioche</b> ripiena, messe a lievitare una vicina all’altra. Le palline lievitando e poi in cottura si uniscono e formano così una torta. Starà a noi scegliere come servirla: se tagliarla a fette o se lasciare che ognuno si stacchi la propria pallina, che conterrà un ripieno goloso.</span></p>
<p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 14px;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></p>
<p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">Nel manuale la torta Elisabetta è un omaggio a <b>Elisabetta I d’Inghilterra</b>, le sue conquiste e il suo amato teatro shakespeariano.</span></p>
<p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 14px;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></p>
<p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">Le ricette di Nonna Papera, ahimè, sono un po’ approssimative: usa come unità di misura bicchieri e cucchiai. Ma una volte le nonne si regolavano, diciamo a sentimento, a occhio. Non volendo modificare quanto scritto sul manuale ho scritto tra parentesi le mie indicazioni. </span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;">Ho farcito le palline della torta con della confettura di ciliegie, mi piaceva il contrasto di colore, ma anche nel gusto è stata una scelta corretta e ben bilanciata, perché l'impasto è poco dolce e la nota agrumata si accompagna perfettamente con le ciliegie della confettura. </p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;">Il dolce è soffice, profumato, delicato e goloso, perfetto per colazione o per merenda, magari accompagnato da una bella tazza di tè.</p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><b>Ingredienti</b></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"></p><ul style="text-align: left;"><li>300 g di farina di frumento (tipo 0 W230-260)</li><li>130 g di burro</li><li>1 bustina di lievito di birra disidratato (ho ridotto la dose a 3 g)</li><li>1 limone bio</li><li>2 uova bio (120 g circa)</li><li>1 bicchiere di latte (circa 100 ml)</li><li>sale (5 g)</li><li>1 vasetto di confettura (io ciliegie)</li></ul><p style="text-align: left;"><b>Procedimento</b></p><p style="text-align: left;">Sciogli il lievito di birra in una tazza con due cucchiai di acqua tiepida.</p><p style="text-align: left;">In una ciotola metti la farina, il sale, le uova, lo zucchero, la scorza grattugiata del limone, il lievito di birra sciolto e inizia a mescolare con un cucchiaio (se preferisci puoi usare la planetaria).</p><p style="text-align: left;">Aggiungi 80 g di burro sciolto e impasta bene.</p><p style="text-align: left;">Poco alla volta unisci il latte, probabilmente non servirà tutto ma solo quello che l'impasto assorbe, fino a quando non avrai una pasta morbida ed elastica.</p><p style="text-align: left;">Sistema l'impasto nella ciotola coperta con pellicola alimentare e lascia lievitare per 2-3 ore in ambiente tiepido.</p><p style="text-align: left;">Trascorso il tempo di riposo metti l'impasto su un piano di lavoro e dividi la pasta in pezzetti tutti dello stesso peso. </p><p style="text-align: left;">Stendi i pezzi di pasta, metti al centro un cucchiaino scarso di confettura e richiudi formando una pallina. Procedi con tutti i pezzetti.</p><p style="text-align: left;">Fodera con carta forno una teglia dal diametro di 24 cm.</p><p style="text-align: left;">Nella ricetta di Nonna Papera devi passare la chiusura delle palline farcite nel burro sciolto e poi sistemarle nella teglia con la chiusura verso il basso lasciando dello spazio l'una dall'altra per la lievitazione.</p><p style="text-align: left;">Una volta sistemate tutte le palline, copri con pellicola e lascia riposare per circa due ore. La pasta si gonfierà e riempirà gli spazi vuoti.</p><p style="text-align: left;">Preriscalda il forno a 180° C in modalità statica e cuoci per circa 25-30 minuti.</p><p style="text-align: left;">Sforna e lascia intiepidire su una griglia per dolci.</p><p style="text-align: left;">Se piace completa prima di servire con una spolverata di zucchero a velo.</p><p style="text-align: left;"><br /></p><div><br /></div><p></p><p style="color: #0f243e; font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-size: 9px; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p><p style="color: #0f243e; font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-size: 9px; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p><p style="color: #0f243e; font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-size: 9px; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p></div>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-62665170806307679972023-09-25T16:04:00.017+02:002023-09-25T16:32:59.973+02:00Waffles in Bruges, del maestro pasticcere Gianluca Fusto<div class="separator" style="clear: both;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivb1aILx0SUmcFvFNNeJ9GqceDQtLNxcZjhBnf52dO8csVn0V1z4ZX5BNagtb-sRJjkUJbZKJ8ht7sfeje85aHtOMabDadxoKy522CXUQxO2A90G6F4PA52gnj0yZZezKwwZr1U-aMya8ip915GYZjqJf44hO3GJD661h7pwRgKz4i-tAVKXPC6JyBgu47/s1200/waffles-in-bruges-2_Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="waffles in bruges" border="0" data-original-height="730" data-original-width="1200" height="390" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivb1aILx0SUmcFvFNNeJ9GqceDQtLNxcZjhBnf52dO8csVn0V1z4ZX5BNagtb-sRJjkUJbZKJ8ht7sfeje85aHtOMabDadxoKy522CXUQxO2A90G6F4PA52gnj0yZZezKwwZr1U-aMya8ip915GYZjqJf44hO3GJD661h7pwRgKz4i-tAVKXPC6JyBgu47/w640-h390/waffles-in-bruges-2_Gabriella-Comini.jpg" title="waffles in bruges" width="640" /></a></div><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;"><b><br /></b></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;"><b>Waffles in Bruges</b> è una ricetta tratta dal libro "<b>Le mie 24 ore dolci</b>" del maestro pasticcere Gianluca Fusto, edito da <b>Gribaudo</b>.</span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;"><br />Il libro del maestro è un piacere da sfogliare prima con gli occhi, ricco di golosità suddivise nell'arco della giornata sia dolci che salate. Variabili i gradi di difficoltà, anche se il maestro dice che è "per non professionisti". Le foto sono molto belle, il testo curato e ben spiegato, e invoglia a mettersi ai fornelli.<br />Il volume è diviso in capitoli corrispondenti ai diversi momenti della giornata. All'inizio, dopo alcune pagine in cui diversi personaggi, tra cui <b>Gualtiero Marchesi</b>, presentano e parlano di <b>Gianluca Fusto</b>, troviamo gli attrezzi del mestiere e le preparazioni base.</span></p><div><h4 style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">Waffles in Bruges</span></h4><p style="text-align: left;">I waffles in bruges sono inseriti nel capitolo "<b>la merenda dei campioni</b>", quella del pomeriggio alle 16, di cui Gianluca Fusto scrive "la mia merenda non è un fuori pasto ultracalorico, il peggior nemico di menti attive... È una pausa di dolce relax e condivisione che può diventare una genuina tradizione... sorseggiando un buon tè o una calda ti-sana!"</p><p style="text-align: left;">Il waffle è la versione americana della <b>gaufre</b> belga. Un tempo le piastre tradizionali in ghisa, di varie forme e dimensioni, venivano tramandate da madre in figlia o venivano regalate alle nozze come augurio di felicità. </p><p style="text-align: left;">Oggi usiamo delle piastre elettriche, e anche in questo settore ci sono forme diverse. La mia sarebbe rettangolare da fare dei quadrati, ma a me vengono sempre delle forme un po' irregolari.</p><p style="text-align: left;">I waffles a casa li mangiamo a <b>colazione</b> per darci energia per affrontare la giornata che ci aspetta e per iniziare con dolcezza.</p><p style="text-align: left;">La ricetta di Gianluca Fusto oltre ad essere deliziosamente golosa, inebria con il <b>profumo</b> dei suoi aromi, leggerissima, leggermente <b>fragrante</b> fuori e, allo stesso tempo, <b>morbida</b> all'interno; è anche una ricetta <b>antispreco</b> in quanto possiamo usare gli <b>albumi</b> che rimangono da altre preparazioni.</p><div>Ed ecco la ricetta, assolutamente da fare e rifare.</div><div><div>
<br />
<b><span style="font-size: medium;">Ingredienti</span></b><br />
<ul>
<li>150 g di latte fresco intero</li>
<li>130 g di farina</li><li>130 g di albumi</li><li>90 g di burro </li><li>30 g zucchero</li>
<li>6 g di cannella in polvere</li>
<li>3 g di buccia di limone (zest) fresco bio</li>
<li>3 g di stecca di vaniglia (o essenza)</li>
<li>2 g di fior di sale</li>
</ul><div><b>Per la presentazione</b></div><div><ul style="text-align: left;"><li>zucchero a velo</li><li>cannella in polvere</li><li>panna fresca</li></ul></div><b><span style="font-size: medium;">Preparazione</span></b></div><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">In una casseruola scalda il latte con la stecca di vaniglia (o l’essenza), labuccia di limone, il burro e il sale, poi spegni e lascia in infusione per almeno 10 minuti. </span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Togli il baccello e la buccia di limone.</span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Versa poco per volta il latte caldo sulla farina, precedentemente setacciata insieme alla cannella. </span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">In una planetaria munita di gancio a foglia monta gli albumi a velocità moderata, aggiungendo poco per volta lo zucchero, in modo da ottenere una consistenza perfettamente liscia e al massimo del suo volume. </span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Amalgama delicatamente i due impasti mescolando dal basso verso l’alto. </span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Dosa il composto con un mestolo e cuoci direttamente nell’apposita macchina o piastra per waffles.</span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Servi con una spolverata di zucchero a velo e cannella o con panna leggermente montata, oppure con quello che preferisci.</span></p></div></div><br />Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-33095011295553999702023-09-11T14:49:00.003+02:002023-09-11T16:19:56.790+02:00Tyropita<p style="text-align: left;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8PtHNOSJItaA3CTnYI_hTwu2tf5keRBEzrRPm_y--Dx8CCZA8IY0T1VeQg3zA9aU8-CtUKxumc4CKs8T6Nk1zloNzQ3O4JbA9FPjVJQUwnztnt5bMrB4-sTKM1ZOsBPS_SA_yXpmMuLDOki2cPtfOZ3rnqFYiGAienrMp8w78MpoZSATBVYSdpufHd3LE/s1200/tyropita_Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="tyropita" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="900" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8PtHNOSJItaA3CTnYI_hTwu2tf5keRBEzrRPm_y--Dx8CCZA8IY0T1VeQg3zA9aU8-CtUKxumc4CKs8T6Nk1zloNzQ3O4JbA9FPjVJQUwnztnt5bMrB4-sTKM1ZOsBPS_SA_yXpmMuLDOki2cPtfOZ3rnqFYiGAienrMp8w78MpoZSATBVYSdpufHd3LE/w300-h400/tyropita_Gabriella-Comini.jpg" title="tyropita" width="300" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><span style="font-family: inherit;">La </span><b style="font-family: inherit;">tyropita</b><span style="font-family: inherit;"> è una torta salata della cucina tradizionale greca, assolutamente deliziosa e saporita. L'ho preparata per il progetto </span><b style="font-family: inherit;">#frameofbreak</b><span style="font-family: inherit;"> in occasione dell'inizio dell'anno scolastico.</span><p></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">Con Gabriella (del blog www.homeworkandmuffin.it) ci siamo ritrovate a pensare ai libri che in qualche modo hanno fatto parte del nostro percorso scolastico. Alcuni ci vengono assegnati altri, invece, sono stati scelti da noi. </span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">Gabriella ricorda con particolare emozione "<b>Piccole Donne"</b> di <b>Louisa May Alcott</b>, e lo abbina a una <a href="https://www.homeworkandmuffin.it/merenda-dolce-torta-di-mele-e-piccole-donne/" target="_blank">torta di mele</a> fatta in casa.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">Per quanto riguarda me la scelta è stata difficile sono legata a molti libri. Però ripensando a quegli anni e alle mie passioni ricordo particolarmente libri che in qualche modo hanno a che fare con gli animali, o </span>libri<span style="font-family: inherit;"> leggeri e divertenti. Che dire sono sempre stata un po' diversa, nel mio animo resto una veterinaria o zoologa mancata, e così la mia scelta è ricaduta su un testo che non mi era stato assegnato a scuola ma che avevo scelto io proprio per il tema trattato. Il mio libro è scritto da <b>Gerald Durrell</b>, noto zoologo e il titolo è "</span><b>La mia famiglia e altri animali</b>".</p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;">In questo libro l'autore parla di se stesso di quando era un ragazzo e con la sua famiglia si trasferisce per 5 anni sull'<b>isola di Corfù</b>. </p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;">Gerald Durrell presenta il libro dicendo che "in origine doveva essere un resoconto blandamente nostalgico della storia naturale dell'isola, ma ho commesso il grave errore di infilare la mia famiglia nel primo capitolo del libro. Non appena si sono trovati sulla pagina non ne hanno più voluto sapere di levarsi di torno, e hanno persino invitato i vari amici a dividere i capitoli con loro". </p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;">Così con umorismo, leggerezza e delicatezza ci troviamo immersi nella lettura tra le avventure e le scoperte di uno zoologo in erba, intervallati anche da una serie di situazioni familiari a volte anche con tensioni e turbamenti. Ma su tutto si è immersi in un'atmosfera di felicità contagiante. </p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p>
<p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Nel libro non si parla molto di cucina, sì i personaggi mangiano, prendono il tè delle cinque con i pasticcini da buoni inglesi, fanno ricevimenti e picnic con prodotti del luogo, ma non ci sono descrizioni di piatti. D’altra parte Gerald Durrell è più concentrato sulla natura che lo circonda, e il cibo qui non ha nemmeno un ruolo secondario o scenografico. In questi giorni l'ho riletto cercando qualche particolare gastronomico che magari mi era sfuggito da adolescente, ma non ne ho trovati. Allora, visto che la storia è ambientata sull'isola greca di Corfù ho pensato che magari anche Gerald Durrell e la sua famiglia magari hanno mangiato la tyropita.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: left;"><br /></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span><br /></span></p><h4 style="text-align: left;"><span>La Tyropita</span></h4><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span face="-webkit-standard">La tyropita è una <b>torta rustica salata</b> della cucina tradizionale greca realizzata con pasta </span><span style="font-family: inherit;">phillo ripiena di feta profumata alla menta. </span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span><span style="font-family: inherit;">La <b>pasta </b></span><b>phillo</b> è un tipo di pasta molto usata nella cucina orientale e balcanica: sono dei fogli di pasta molto sottili e delicati. Si può fare in casa o comprarla già pronta. Importante è spennellare ogni foglio di pasta con olio extravergine d'oliva.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span>La versione originale della tyropita prevede l'uso della sola <b>feta</b>, che ha un sapore molto intenso e sapido, ed è davvero buonissima, ma non tutti amano un gusto così forte, e così ho aggiunto della ricotta vaccina per rendere il ripieno più bilanciato e meno sapido.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span>Se non hai la <b>menta</b> fresca puoi mettere in infusione nel latte della menta secca.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span>La croccantezza del guscio di pasta phillo, il ripieno gustoso profumato di menta che dona freschezza, rende l'insieme uno spuntino davvero speciale. Ideale mangiarla calda o tiepida.</span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><b>Ingredienti</b></span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"></p><ul style="text-align: left;"><li><span style="font-family: inherit;">225 g di pasta phillo</span></li><li><span style="font-family: inherit;">400 g di feta</span></li><li><span style="font-family: inherit;">250 g di yogurt greco</span></li><li><span style="font-family: inherit;">200 g di ricotta vaccina</span></li><li><span style="font-family: inherit;">15 foglie di menta</span></li><li><span style="font-family: inherit;">1 uovo</span></li><li>50 ml di latte intero</li><li>olio extravergine d'oliva quanto basta</li></ul><p></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><b><span style="font-size: medium;">Preparazione</span></b></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p><p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: left;">Se non hai la menta fresca, metti in infusione nel latte della menta secca.<br />Trita finemente le foglie di menta fresche.<br />In una ciotola capiente unire la feta sbriciolata, lo yogurt greco, la ricotta, il trito di menta, l'uovo e amalgamare in tutto.<br />Sul piano di lavoro adagia un foglio di pasta phillo e spennella, in modo uniforme, olio extravergine d'oliva. Ripeti l'operazione con altri fogli di pasta phillo e sovrapponi una sfoglia sull'altra fino ad avere una decine di sfoglie.<br />Sistema delicatamente le sfoglie di pasta in una pirofila e versa il ripieno di feta e ricotta.<br />Copri la superficie con un'altra sfoglia di pasta phillo ripetendo l'operazione fatta prima per la base. <br />Ripiega i bordi verso l'interno della sfoglia di copertura per evitare che il ripieno fuoriesca durante la cottura.<br />Spennella dell'olio extravergine d'oliva sulla superficie. <br />Poi con un coltello realizza una scacchiera a trama larga.<br />Versa il latte (filtralo se hai messo in infusione la menta) sulla tyropita.<br />Cuoci in forno preriscaldato statico a 180° C per circa 50 minuti.<br />Servi caldo o tiepido.</p><p style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-size: 12px; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p><div><p style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-size: 12px; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p>
<p style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-size: 12px; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 14px;"><br /></p>
<p style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-size: 12px; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><br /></p></div>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-62632463229109907082023-08-30T07:56:00.003+02:002023-08-31T07:55:02.516+02:00Il Babà<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOjt2r3YUk4-8DYCkrj7WYNbDRi-UZ0-mOGjavT_zCoHxYmpma87UpWQsdl9gpyEiYfsv6WRc5DNrcQG0RoT2H1Fs9BQftWMFFOvAinaqpWvKbMMxcgjwv6Z6_-GoXa2kP5xNdcPi6LnImfVkhG60Z2FBUwiBYScab5hccwBW6qqJBCsQqduiDiRfFqK2T/s1600/torta-baba%CC%80-2_ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="torta babà" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1088" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOjt2r3YUk4-8DYCkrj7WYNbDRi-UZ0-mOGjavT_zCoHxYmpma87UpWQsdl9gpyEiYfsv6WRc5DNrcQG0RoT2H1Fs9BQftWMFFOvAinaqpWvKbMMxcgjwv6Z6_-GoXa2kP5xNdcPi6LnImfVkhG60Z2FBUwiBYScab5hccwBW6qqJBCsQqduiDiRfFqK2T/w273-h400/torta-baba%CC%80-2_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="torta babà" width="273" /></a></div><br /><span style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51); color: #333333; font-size: 16px;"><br /></span><p></p><p><span style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51); color: #333333; font-size: 16px;">Il <b>babà</b> è uno dei dolci rappresentativi di Napoli. È il <b>simbolo della dolcezza</b>, per fare un complimento si dice "si nu' babbà" ad indicare la dolcezza e la bontà d'animo, la disponibilità, o la bellezza e si usa sia per persone che cose (e perché no anche animali). </span></p><p style="text-align: left;"> Il babà è una cosa seria, cantava <b>Marisa Laurito</b> nel lontano 1989, praticamente lo scorso secolo. E come non darle ragione?</p><span face=""Libre Franklin", "Helvetica Neue", helvetica, arial, sans-serif" style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51); color: #333333; font-size: 16px;"></span><p style="text-align: left;"><span face=""Libre Franklin", "Helvetica Neue", helvetica, arial, sans-serif" style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51); color: #333333; font-size: 16px;"></span></p><blockquote><span face=""Libre Franklin", "Helvetica Neue", helvetica, arial, sans-serif" style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51); color: #333333; font-size: 16px;">E si ‘a vita amara se fa<br /></span><span face=""Libre Franklin", "Helvetica Neue", helvetica, arial, sans-serif" style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51); color: #333333; font-size: 16px;">è una cura che fa bene<br /></span><span face=""Libre Franklin", "Helvetica Neue", helvetica, arial, sans-serif" style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51); color: #333333; font-size: 16px;">‘O babà nun po’ ingannà<br /></span><span face=""Libre Franklin", "Helvetica Neue", helvetica, arial, sans-serif" style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51); color: #333333; font-size: 16px;">Il babà è come il ciucciotto<br /></span><span face=""Libre Franklin", "Helvetica Neue", helvetica, arial, sans-serif" style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51); color: #333333; font-size: 16px;">La coperta di Linus<br /></span><span face=""Libre Franklin", "Helvetica Neue", helvetica, arial, sans-serif" style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51); color: #333333; font-size: 16px;">Se cercate un antistress<br /></span><span face=""Libre Franklin", "Helvetica Neue", helvetica, arial, sans-serif" style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51); color: #333333; font-size: 16px;">Accattateve ‘o babà<br /></span><span style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51); color: #333333; font-size: 16px;">Si addolcisce cu nu babà<br /></span><span style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51); color: #333333; font-size: 16px;">Il babà è una cosa seria<br /></span><span style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51); color: #333333; font-size: 16px;">Cu ‘o babà nun se pazzea</span></blockquote><p style="text-align: left;"><span style="color: #333333;"><span style="background-color: white;">Il suono della parola babà (in napoletano si scrive <b>babbà</b>, quindi in modo diverso da come si pronuncia) gioca sul piacere uditivo e sul successo </span>memonico: come dimenticare un simile nome formato dalle prime due lettere dell'alfabeto?</span></p><p><span style="color: #333333;">Di babà abbiamo due versioni: quello grande la <b>torta babà</b>, il dolce della domenica da decorare e portare a tavola e condividere a fette e si mangia con piattino e forchetta, o le varie misure monoporzioni, a <b>funghetto o cappello del cuoco</b>, anch'essi bagnati e decorati ma che si possono mangiare in due tre bocconi usando le mani, magari anche continuando a passeggiare.</span></p><h4 style="text-align: left;"><span face=""Libre Franklin", "Helvetica Neue", helvetica, arial, sans-serif" style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51); color: #333333; font-size: medium;">Storia del Babà</span></h4><div class="entry-single-post" style="box-sizing: inherit; outline: currentcolor;"><div class="content-single-post" style="box-sizing: inherit; outline: currentcolor;"><p style="box-sizing: inherit; margin-bottom: 1.5em; margin-top: 0px; outline: currentcolor;">Anche se il babà è oramai per tutti uno dei simboli partenopei, le sue <b>origini</b> sono da ricercare invece in una cittadina francese del nord al confine con la Germania, <b>Luneville</b>.</p><p style="box-sizing: inherit; margin-bottom: 1.5em; margin-top: 0px; outline: currentcolor;">La storia di questo dolce è raccontata da <b>Flavia Amabile</b> nel suo libro "<b>Si nu' babà</b>", <b>edizioni Ippogrifo,</b> 2001, arricchito dalle foto di <b>Gérald Bruneau</b> e dall’introduzione di <b>Antonio Bassolino</b> oltre che da alcune testimonianze di personaggi celebri.</p><p style="box-sizing: inherit; margin-bottom: 1.5em; margin-top: 0px; outline: currentcolor;"><span style="box-sizing: inherit; outline: currentcolor;">Il babà </span><span style="box-sizing: inherit; outline: currentcolor;">deve la sua nascita all’ultimo</span><span style="box-sizing: inherit; outline: currentcolor;"> duca di Lorena ed ex re di Polonia, </span><span style="box-sizing: inherit; outline: currentcolor;">Stanislao Leszczyński</span><span style="box-sizing: inherit; outline: currentcolor;">, suocero di Luigi XV di Francia, che aveva sposato sua figlia Maria.</span></p><p style="box-sizing: inherit; margin-bottom: 1.5em; margin-top: 0px; outline: currentcolor;"><span style="box-sizing: inherit; outline: currentcolor;">La storia narra che il precursore dell’odierno babà, fosse un dolce austriaco, il </span><span style="box-sizing: inherit; outline: currentcolor;"><b>kugelhopf</b>,</span><span style="box-sizing: inherit; outline: currentcolor;"> per metà panettone e per metà brioche, che un giorno il duca di Lorena decise di bagnare con il <b>Madeira</b> per ammorbidirlo. La sua passione per l’arte culinaria lo portò successivamente a farlo rielaborare: nel procedimento il dolce verrà fatto lievitare per ben 3 volte e verrà sbattuto al fine di ottenere una pasta più leggera, verrà inoltre </span><span style="box-sizing: inherit; outline: currentcolor;">uvetta e zafferano (ingredienti tipici della cucina turca, che il re aveva conosciuto durante la sua prigionia ad Instabul)</span><span style="box-sizing: inherit; outline: currentcolor;">. Anche la forma cambia assumendo quella </span>della cupola di Santa Sofia e chiamato Alì Babà (come il protagonista de "Le Mille e Una Notte"). </p><p style="box-sizing: inherit; margin-bottom: 1.5em; margin-top: 0px; outline: currentcolor;">Questa contaminazione culturale porta il <b>prof. Fabrizio Mangoni</b>, autore di "<b>Di che dolce sei?</b>" sulla fisiognomica dei dolci, a definire il babà come il "<b>dolce dei Lumi</b>" in quanto è "figlio di un'idea", a differenza degli altri dolci delle cui origini si sa ben poco.</p><p style="box-sizing: inherit; margin-bottom: 1.5em; margin-top: 0px; outline: currentcolor;">Al dolce viene poi aggiunta una <b>bagna</b>, necessaria per mantenerne la morbidezza (altrimenti destinato ad indurire nel giro di poche ore). Il duca Stanislao Leszczyński sceglie il Madeira, mentre a Versailles si usa il rhum giamaicano, importato dalle colonie e di gran moda.</p><p style="box-sizing: inherit; margin-bottom: 1.5em; margin-top: 0px; outline: currentcolor;">Il <b>pasticciere polacco Sthorer</b>, che prima era a servizio del duca Stanislao Leszczyński, seguirà e si trasferirà con la figlia del duca Maria, che nel 1725 sposerà Luigi XV. In seguito il pasticciere aprirà un suo laboratorio in <b>Rue Montorgueil</b> dove crea i babà a forma di fungo o cappello di cuoco, così come lo conosciamo noi.</p><p style="box-sizing: inherit; margin-bottom: 1.5em; margin-top: 0px; outline: currentcolor;">In seguito <b>Jean Anthelme Brillant-Savarin</b> regala un babà a forma di ciambella, ai fratelli Julien per il loro laboratorio sul Boulevard St. Honorè. Al centro della ciambella è possibile inserire la frutta, viene eliminata l'uvetta, aggiunto il burro e una spennellata di confettura di albicocche per far durare la bagna più a lungo, e diventa semplicemente Babà.</p><p style="box-sizing: inherit; margin-bottom: 1.5em; margin-top: 0px; outline: currentcolor;"><span style="box-sizing: inherit; outline: currentcolor;">Ma come giunse il babà dalle corti parigine a <b>Napoli</b>? </span></p><p style="box-sizing: inherit; margin-bottom: 1.5em; margin-top: 0px; outline: currentcolor;"><span style="box-sizing: inherit; outline: currentcolor;">La risposta la possiamo trovare nelle <b>pagine di storia</b>, e nella rivalità tra sorelle, anche se regali. Parliamo delle figlie di </span>Francesco duca di Lorena e imperatore d’Austria e di Maria Teresa d’Asburgo: Maria Antonietta e Maria Carolina. La prima va in sposa a Luigi XVI, nella corte francese, la seconda sposerà Ferdinando IV di Borbone. Ecco il collegamento tra Parigi e Napoli: <b>Maria Carolina</b> manda continuamente emissari nella corte francese per scoprire e copiare le ultime tendenze nella moda e nella cucina e replicandola nella sua corte a Napoli. Ecco come la cucina partenopea viene "influenzata" dalla cucina francese, nasce il periodo della cucina dei "<b>monzù</b>" con i gattò, la besciamella, gli "sciù" e i gratin. Evidentemente era possibile replicare, anche se in modo diverso, lo stile francese in una grande città come Napoli, capitale del regno Borbone.</p><p style="box-sizing: inherit; margin-bottom: 1.5em; margin-top: 0px; outline: currentcolor;">Nel 1836 il babà viene citato come dolce tipico napoletano nel <b>primo manuale di cucina italiana</b> scritto da <b>Angeletti</b> per Maria Luigia di Parma.</p><p style="box-sizing: inherit; margin-bottom: 1.5em; margin-top: 0px; outline: currentcolor;">Da allora di strada ne ha fatta il babà, l'ultima evoluzione è il babà al limoncello o alla crema di limone nato a Capri. </p><p style="box-sizing: inherit; margin-bottom: 1.5em; margin-top: 0px; outline: currentcolor;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnX5gHbBX2_UL1VtKGKGgOVpqRMpkjoHQn17jX0YS-VXusW6msbXWwHr1QcnMtQLyxotBBNAht7080NM1nAJFKP8652eUBQ2aqH96qr2JHhGTC-aWWy1E69gga5Ujfq1nwX2kAzs65A-7dMfurPkI62oTM3pmzewl_P6jTFoOoo6gzDcHjfvjy7hwTajpv/s1200/mini-baba%CC%80-con-panna_ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="babà a funghetto o cappello da cuoco" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="972" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnX5gHbBX2_UL1VtKGKGgOVpqRMpkjoHQn17jX0YS-VXusW6msbXWwHr1QcnMtQLyxotBBNAht7080NM1nAJFKP8652eUBQ2aqH96qr2JHhGTC-aWWy1E69gga5Ujfq1nwX2kAzs65A-7dMfurPkI62oTM3pmzewl_P6jTFoOoo6gzDcHjfvjy7hwTajpv/w324-h400/mini-baba%CC%80-con-panna_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="babà a funghetto o cappello da cuoco" width="324" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p></p><h4 style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">La ricetta del Babà</span></h4><p style="text-align: left;">Fare un babà non è semplice, che sia a torta o a funghetto l'impasto è lo stesso ed è un impasto ricco che richiede alcuni accorgimenti. Di ricette se ne trovano molte. </p><p style="text-align: left;">Quella che ti propongo è la ricetta di <b>Angela Frenda</b> dal libro "<b>Racconti di cucina</b>". Ho confrontato lo scritto della Angela Frenda con la ricetta del taccuino della mia nonna, bravissima Babbaina, e devo dire che le ricette sono praticamente uguali, ma in quella di mia nonna manca il procedimento per la lavorazione, lei appuntava solo ingredienti e dosi, tutto il resto era a memoria e nella sua abilità.</p><p style="text-align: left;">A proposito viene chiamata <b>Babbaina</b> la signora che prepara in casa il babà.</p><p style="text-align: left;">Angela Frenda è molto chiara nei suoi passaggi, io ho solo diminuito, di pochissimo, la dose del lievito di birra usandone 25 g invece di 30 g, e sia la torta babà che i babà a funghetto o cappello da cuoco mi sono venuti perfettamente. <br />Come da tradizione ho poi farcito con panna e frutta fresca.<br />Per la bagna... bhè a te la scelta se innovativa al limoncello o tradizionale al rum, ma se ci sono dei bambini anche solo nello sciroppo profumato con scorza di limone.</p><p style="text-align: left;">Ma ora mettiamoci ad impastare.</p><p style="box-sizing: inherit; margin-bottom: 1.5em; margin-top: 0px; outline: currentcolor;"><br /></p></div></div><p><span face=""Libre Franklin", "Helvetica Neue", helvetica, arial, sans-serif" style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51); color: #333333; font-size: 16px;"></span></p><div class="actions-single-post justify-content-middle d-flex align-items-center" style="-webkit-box-align: center !important; align-items: center; box-sizing: inherit; display: flex; outline: currentcolor;"><b style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51); color: #333333;"><span style="font-size: medium;">Ingredienti</span></b><span style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51); color: #333333;"> per 8/10 persone</span></div><p><span face="Libre Franklin, Helvetica Neue, helvetica, arial, sans-serif" style="color: #333333;"><span style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51);"><u>Per l'impasto</u></span></span></p><p></p><ul style="text-align: left;"><li>500 g di farina forte</li><li>150 g di burro</li><li>70 ml di latte </li><li>40 g di zucchero semolato</li><li>25 g lievito di birra fresco</li><li>8 uova (440 g di uova)</li><li>10 g di sale fino</li><li>una bacca di vaniglia</li></ul><div><u>Per la bagna</u></div><div><ul style="text-align: left;"><li>1 litro e mezzo di acqua</li><li>500 g di zucchero</li><li>150 ml di rum (o limoncello, o quello che si preferisce)</li><li>scorza di limone (facoltativa)</li></ul></div><div><br /></div><div><u>Per la decorazione</u></div><div><ul style="text-align: left;"><li>Panna montata</li><li>Fragole </li></ul><p style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><b>Procedimento</b></span></p></div><p></p><p><span face="Libre Franklin, Helvetica Neue, helvetica, arial, sans-serif" style="color: #333333;"><span style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51);">Setaccia la farina e inseriscila nella ciotola della planetaria con il sale. </span></span></p><p><span face="Libre Franklin, Helvetica Neue, helvetica, arial, sans-serif" style="color: #333333;"><span style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51);">Aggiungi un uovo alla volta e aziona la planetaria.</span></span></p><p><span style="color: #333333;"><span style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51);">Versa il lievito sciolto nel latte e continua a lavorare fino a quando l'impasto si staccherà dalle pareti della ciotola.</span></span></p><p><span style="color: #333333;"><span style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51);">Mescola i semi di una bacca di vaniglia con lo zucchero e il burro morbido e uniscilo all'impasto, amalgama bene.</span></span></p><p><span style="color: #333333;"><span style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51);">Copri la ciotola con pellicola alimentare e lascia lievitare l'impasto al fresco per un'ora.</span></span></p><p><span style="color: #333333;"><span style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51);">Versa l'impasto in uno stampo tondo fino a metà (per la forma grande) o negli stampini per mini babà, e lascia lievitare per due ore circa.</span></span></p><p><span style="color: #333333;"><span style="background-color: white;">Cuoci il babà grande in forno statico preriscaldato a 170° C per 40 minuti, per i mini babà per 20-30 minuti.</span></span></p><p><span style="color: #333333;"><span style="background-color: white;">Prepara la bagna con uno sciroppo di acqua e zucchero, quando l'acqua bolle aggiungere il rum e spegni.</span></span></p><p><span style="color: #333333;"><span style="background-color: white;">Fai raffreddare ul babà e bagnalo a più riprese. </span></span></p><p><span style="color: #333333;"><span style="background-color: white; caret-color: rgb(51, 51, 51);">Completa decorando con panna e fragole.</span></span></p><p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZdupUbanLgBZgXi3upozcBaMRfV7tzIQdgHehHlxh7jO0zBHNfAKtH2dvkbkw7AHaIhZRLEKl2ksKQnzyHoju5plTbLFdmJwHu-kjx-nkacAgizKXPEFJSX1bJKCQ4GFKv2jnIlYtFqER2rb8TPTUUDf5s8ZTNIYGhwKx9KoJ3KXbiAkzxvQEOnIzgNma/s1600/torta-baba%CC%80_ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="babà torta" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="497" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZdupUbanLgBZgXi3upozcBaMRfV7tzIQdgHehHlxh7jO0zBHNfAKtH2dvkbkw7AHaIhZRLEKl2ksKQnzyHoju5plTbLFdmJwHu-kjx-nkacAgizKXPEFJSX1bJKCQ4GFKv2jnIlYtFqER2rb8TPTUUDf5s8ZTNIYGhwKx9KoJ3KXbiAkzxvQEOnIzgNma/w124-h400/torta-baba%CC%80_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="babà torta" width="124" /></a></div><p></p><p>P. S. Le ceramiche artistiche sono opera di mia zia Lucia.</p>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-11690658819242321262023-08-08T07:26:00.002+02:002023-08-09T19:02:16.132+02:00Storia e ricetta del Soda Bread<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx5gIWXvYiVs-T-IFVYks5BpQLAy9O_3AOvIDgCphMUf4qcjsNrxGN3hGTVE-BtbFKETtit4gnubQTxtpCX_HFrGihC7TopkcBYjTz1mbwxvT-ckEymKBgFolbSWdlasf7YVt1-p7k4nmSXfUSXNLp3q6dDy0iYjicr7oFfEkWgN31QVAQ9IUZsPR0Gqgc/s1200/soda-bread_ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="soda bread pagnotta" border="0" data-original-height="901" data-original-width="1200" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx5gIWXvYiVs-T-IFVYks5BpQLAy9O_3AOvIDgCphMUf4qcjsNrxGN3hGTVE-BtbFKETtit4gnubQTxtpCX_HFrGihC7TopkcBYjTz1mbwxvT-ckEymKBgFolbSWdlasf7YVt1-p7k4nmSXfUSXNLp3q6dDy0iYjicr7oFfEkWgN31QVAQ9IUZsPR0Gqgc/w400-h300/soda-bread_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="soda bread" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Il <b>Soda Bread</b> o <b>Irish Soda Bread</b> è il pane della tradizione irlandese, il simbolo della tavola irlandese. </span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">È il pane più semplice che ci sia dall'aspetto <b>rustico</b>, la sua particolarità è quella di essere <b>senza lievito</b> di conseguenza non necessita di tempi di lievitazione: si impasta, si dà la forma e si cuoce. Una ricetta davvero facile e veloce.<br />Lo si può realizzare sia con farina bianca che con la farina integrale.<br />Si presenta con la <b>crosta croccante</b> e la <b>mollica molto compatta</b>, la sua consistenza particolare è il risultato della reazione del latticello con il bicarbonato di sodio che forma delle piccole bolle di anidride carbonica nell'impasto.</span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Il soda bread andrebbe mangiato tiepido appena sfornato, o leggermente tostato. È buonissimo con burro e marmellata, ma anche per fare la scarpetta perché assorbe benissimo gli intingoli.</span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">È da consumare nel giro di pochi giorni perché tende ad asciugarsi facilmente, ma si può conservare per qualche giorno in un sacchetto per il pane o surgelarlo tagliato a fette.</span></p><p style="text-align: left;"><br /></p><p></p><h4 style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">Storia del Soda Bread</span></h4><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Il Soda Bread è il pane delle nonne <b>irlandesi</b>, fortemente legato alla <b>cultura</b> dell'isola e immancabile nella <b>Festa di San Patrizio</b>.</span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Però questo pane, attribuito agli irlandesi, in realtà è stato creato per la prima volta dai <b>nativi americani</b>. Si hanno reperti storici documentati che sono stati proprio loro i primi a usare una specie di bicarbonato di soda naturale ricavato dalle ceneri del legno per far lievitare il pane. </span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Tuttavia si deve agli <b>irlandesi</b> il merito di promuovere e diffondere il consumo del soda bread realizzando per la prima volta un pane, simile a quello che conosciamo ora, nell'Ottocento, con l'introduzione del bicarbonato. Il soda bread fu la risposta alla <b>grande carestia</b>, e depressione economica di metà '800, che la popolazione visse e che li costrinse a una cucina umile e di recupero. </span>In particolare gli irlandesi si ritrovano con le coltivazioni di <b>patate</b>, loro alimento principale, distrutto a causa di un'infestazione di <b>peronospora</b>, così dovettero concentrarsi sul <b>pane</b> come unico <b>sostentamento</b> fondamentale. Un pane dall'aspetto rustico ma saporito, realizzato con ingredienti di facile reperibilità ed economici, è facile, veloce e pratico da preparare, non richiede di lievitazione e la pagnotta veniva cotta direttamente su una pasta posta sul fuoco. </p><p style="text-align: left;">Il soda bread ha resistito nel tempo tanto da diventare <b>ricetta tradizionale irlandese</b>. Non solo esiste anche una <a href="http://sodabread.info/history">Società per la conservazione del pane di soda irlandese</a>, l'organizzazione si dedica alla protezione di questo patrimonio gastronomico nazionale.</p><div><h4 style="text-align: left;"><span style="color: #2a2a2a; font-family: petrona;"><span style="background-color: white; caret-color: rgb(42, 42, 42); font-size: medium;">Storia del bicarbonato di sodio</span></span></h4><p style="box-sizing: border-box;"><span style="color: #2a2a2a;"><span style="background-color: white; caret-color: rgb(42, 42, 42);"><span style="caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black; font-family: inherit;">Il bicarbonato di sodio è una sostanza che si trova anche in <b>natura</b> dove si sono sedimentati i depositi dei laghi salati dopo l'evaporazione. </span></span></span></p><p style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: inherit;"><span style="color: #2a2a2a;"><span style="background-color: white; caret-color: rgb(42, 42, 42);"><span face="-webkit-standard" style="caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black;">Gli <b>antichi Egizi</b> usavano un minerale, chiamato </span></span></span><span style="background-color: white;">"</span><b>natron</b><span style="background-color: white;">" e veniva usato per produrre</span><span style="background-color: white;"> sapone, per tingere e pulire i tessuti, per la fabbricazione del vetro, come ingrediente per i cosmetici e veniva usato durante il processo di mummificazione. Il nome passò ai <b>Greci</b> e ai <b>Romani</b> che lo modificarono in <b>natrium</b>, da cui poi la sigla "<b>Na"</b> che contraddistingue il sodio nella tavola degli elementi. I Romani lo usavano per lavare il bucato e nella preparazione di unguenti. Nel corso dei secoli continuò ad essere usato per la pulizia e per la cura di molti disturbi, tra cui quelli della pelle e i denti.</span></span></p><p style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: inherit;"><span style="color: #2a2a2a;"><span style="background-color: white; caret-color: rgb(42, 42, 42);"><span face="-webkit-standard" style="caret-color: rgb(0, 0, 0); color: black;">Ma dovremo attendere fino alla fine del</span></span></span><span style="background-color: white;"> Settecento quando il medico e chimico francese <b>Nicholas Leblanc</b> brevettò per la prima volta il bicarbonato a partire dal sale marino (cloruro di sodio) con un procedimento che richiedeva due passaggi. Il metodo era complicato e pericoloso perché avveniva ad elevate temperature e produceva residui tossici.</span></span></p><p style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white;">Nel<span> 1861 </span><b>Ernst Solvay</b><span> depose il brevetto "</span></span><span>Fabbricazione industriale del carbonato di sodio a partire da sale marino, dall'ammoniaca e dall'acido carbonico", più comunemente noto come </span><b>processo Solvay</b><span style="background-color: white; caret-color: rgb(32, 33, 34); color: #202122;">. </span><span style="background-color: white;">Il chimico belga scopre che qualcosa di simile era già stato fatto decenni prima ma con esiti non apprezzabili anche a causa degli elevati costi. Il metodo Solvay era meno pericolo, più economico e soprattutto non produceva residui nocivi. E mentre altri studiosi cercano di replicare i risultati di Ernst senza però riuscirci, lui, insieme al fratello, fonda la <b>Solvay & </b></span><b>Cie</b> nel 1863</span></p><p style="box-sizing: border-box;"><span><span style="background-color: white; font-family: inherit;">Seguì l'ennesima svolta nella storia del bicarbonato <b>Austin Church</b>, medico americano che insieme all'imprenditore <b>John Dwight</b> sviluppò l'azienda che per prima lo promosse in America con il marchio <b>Are&Hammer</b>.</span></span></p><p style="box-sizing: border-box;"><span><span style="background-color: white; font-family: inherit;">Il bicarbonato di sodio ha moltissimi usi e proprietà, è <b>ecologico</b> ed <b>economico</b>, e viene impiegato non solo in ambito domestico ma anche industriale.</span></span></p><p style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white;"><br /></span></span></p><h4 style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">La ricetta Soda Bread e la croce scaccia spiritelli</span></h4><div><div class="separator" style="clear: both; font-size: 18px; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwKL-0x7xIKIbQRFXgiBWWvg8IjRjPw0cPBqnO8Qms5exWDTEAczODyASZcm5GUPYHktg__5rFe7q6mfa-Xvd2rboEuaqtVLf9tA4TOEnUDdAvLVIh7eHnUGeZm_orvwucsGBvQK0NSUI2VJh7DDlsyB84jUcCveeVitnb4AbAUD14rTS1zkBLU1giaHCo/s1200/soda-bread-2_ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1037" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwKL-0x7xIKIbQRFXgiBWWvg8IjRjPw0cPBqnO8Qms5exWDTEAczODyASZcm5GUPYHktg__5rFe7q6mfa-Xvd2rboEuaqtVLf9tA4TOEnUDdAvLVIh7eHnUGeZm_orvwucsGBvQK0NSUI2VJh7DDlsyB84jUcCveeVitnb4AbAUD14rTS1zkBLU1giaHCo/s320/soda-bread-2_ph-Gabriella-Comini.jpg" width="277" /></a></div><div><br /></div>Ma torniamo all'Irlanda, al pane e alla sua ricetta.</div><div>La fame, finalmente, finì. Il soda bread, però, è rimasto, più o meno fedele alla tradizione, come <b>simbolo</b> simbolo di un popolo orgoglioso. </div><div>Farina, latticello, sale e bicarbonato sono gli ingredienti <b>tradizionali</b> della ricetta, tramandata di generazione in generazione in ogni famiglia. I panifici contemporanei non hanno perso l’occasione per rivisitare il prodotto, così come cuochi e appassionati. Per cui possiamo trovare il soda bread arricchito con un uovo nell'impasto o con dei fiocchi d’avena sulla superficie.</div><div>Anche per la scelta della farina possiamo avere un soda bread con farina bianca, o integrale. </div><div>In origine la cottura avveniva su una piastra rotonda messa direttamente sulla fiamma, ora si usa il forno. </div><div>Ma a dispetto dei cambiamenti o personalizzazioni la forma della pagnotta rimane sempre la stessa: <b>tonda</b> con una croce in superficie, un’usanza comune in passato, una delle tante <b>superstizioni</b> legate al cibo, secondo la quale la <b>croce</b> allontanerebbe gli spiriti maligni che altrimenti si siederebbero sull’impasto.<br /><div><br /></div><div>
<br /><b>
Ingredienti</b><br /><ul style="text-align: left;"><li>500 g di farina per pane</li><li>5 g di bicarbonato di soda per uso alimentare </li><li>5 g cucchiaino di sale </li><li>400 ml di latticello</li></ul><ul>
</ul><div><b>Procedimento</b></div><div><b><br /></b></div>Preriscalda il forno a 200° C.<br />
Mescola tutti gli ingredienti secchi in una ciotola capiente.</div><div>Unisci il latticello e amalgama fino ad ottenere una pasta un po' appiccicosa. </div><div>Trasferisci il composto sul piano di lavoro infarinato e forma una palla che schiacci leggermente con il palmo della mano. </div><div>Sistema l'impasto in una teglia rivestita con carta forno, incidila con un taglio a croce profondo fin quasi alla base, spolverizza con farina la superficie. </div><div>Inforna e cuoci il soda bread per circa 30 minuti, o fino a quando sarà cotto (dovrà essere di un bel colore dorato e battendo la base con le nocche si deve sentire un rumore sordo). </div><div>Lascia intiepidire su gratella. </div><div><br /></div><div>
<br />
<br />
<br /></div></div></div>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-66694158079452476802023-07-15T16:42:00.014+02:002023-08-09T19:01:22.612+02:00Melktert<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiP4PkxsJzC4Ft4VaFUdmkDmGr8e5nd2CegEWZ6_sNMw8QkTOabCOY-oSu8tqly-3Ildm_mfnaCoQtMZS28os7DroX_cxfpGBrP9TvB8KXrdhsrWxzSsFMdWLwXx3BYol-wmSNsqZTDhWyg2X_mZr4PsUKutdUhp8vt1P2Sf3rgmMQotZjiRwVz_YqJjrdC/s1200/melktert_ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="melktert, crostata con crema al latte alla vaniglia, spolverata di zucchero e cannella" border="0" data-original-height="726" data-original-width="1200" height="243" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiP4PkxsJzC4Ft4VaFUdmkDmGr8e5nd2CegEWZ6_sNMw8QkTOabCOY-oSu8tqly-3Ildm_mfnaCoQtMZS28os7DroX_cxfpGBrP9TvB8KXrdhsrWxzSsFMdWLwXx3BYol-wmSNsqZTDhWyg2X_mZr4PsUKutdUhp8vt1P2Sf3rgmMQotZjiRwVz_YqJjrdC/w400-h243/melktert_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="Melktert" width="400" /></a></div><br /><span style="background-color: white; color: #18191a; font-family: Helvetica;"><br /></span><p></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #18191a;">La <b>Melktert </b>(mɛlktɛt) in afrikaans significa “torta al latte”, è un famoso dolce sudafricano.</span><span style="background-color: white; color: #18191a;"> </span></span></p>
<p style="background-color: white; color: #18191a; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 7px; text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Insieme a <b>Gabriella Rizzo</b> di <b>Homeworkandmuffin</b>, per il progetto <b>#frameofbreak</b>, abbiamo preparato delle ricette sudafricane per il <b>Mandela Day</b>, la giornata mondiale per onorare, nel giorno della nascita, la vita e il lavoro di <b>Nelson Mandela</b>. La sua storia è leggenda tanto da ispirare libri e film sulla sua vita e la sua attività. Mandela è stato il primo presidente nero della Repubblica Sudafricana e La sua attività politica è stata molto rilevante: per tutta la vita si è battuto per i diritti dei neri in Sudafrica, passando per questo un totale di 27 anni in prigione. Fu una figura determinante per la fine dell’<span style="color: black;"><b>Apartheid</b></span>, il sistema di segregazione razziale sudafricano. Per il suo impegno ha ricevuto un <b>Nobel per la pace</b> nel 1993. Dopo la presidenza del Sudafrica (1994-1999) Mandela continuerà ad essere un attivista per la giustizia sociale in tutto il mondo.</span></p>
<p style="background-color: white; color: #18191a; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 7px; text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Gabriella ha preparato <b><a href="https://www.homeworkandmuffin.it/mandela-day-koeksisters/" target="_blank">koeksister</a></b>, deliziose frittelle e oltre che di Mandela e del suo operato ci parla anche di una cantante sudafricana nota, oltre che per la sua voce, anche per aver lottato contro il regime dell’apartheid: <b>Miriam Makeba</b>.</span></p>
<p style="background-color: white; color: #18191a; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 7px; text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Parlando di Sudafrica la mia mente è subito andata a una mia lettura d’adolescente: "<b>Il grido del Kalhari</b>", di <b>Mark e Delia Owens</b>. Gli autori sono due naturalisti americani con la passione per la zoologia che lasciano tutto per trasferirsi a studiare gli animali nel loro ambiente naturale, nel deserto del Kalhari appunto, e vi rimarranno per ben 7 anni. Il libro scritto come un loro diario racconta dettagliatamente questa loro esperienza.</span></p>
<p style="background-color: white; color: #18191a; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 7px; text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Ho poi scoperto recentemente che anche un libro per ragazzi della serie <b>Tea Sisters</b> parla del Sudafrica e riporta la ricetta della melktert: infatti una delle protagoniste, Pam, ha la passione della cucina e in ogni libro si troveranno riferimenti gastronomici.</span></p>
<h2 style="text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_-Re5V2RbPZ72mPIM0A0Y_fCfFtc0S8GD1OR3p4iWAwEix0_S400dU8UpMI1LUNM_TtrConKYWG1_QCl4zZeOq6kr6mci8EwJY8QezVsXlSZt70PMJGSnV0u5yPSHaJLjDGDLFKQ9sFjVAQul3w9YU1b89CvqcRVdw0EgXRe2ebH4JnYN026sUq93otu7/s1200/melktert-fetta_ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img alt="fetta di melktert, crostata con crema al latte alla vaniglia, spolverata di zucchero e cannella" border="0" data-original-height="853" data-original-width="1200" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_-Re5V2RbPZ72mPIM0A0Y_fCfFtc0S8GD1OR3p4iWAwEix0_S400dU8UpMI1LUNM_TtrConKYWG1_QCl4zZeOq6kr6mci8EwJY8QezVsXlSZt70PMJGSnV0u5yPSHaJLjDGDLFKQ9sFjVAQul3w9YU1b89CvqcRVdw0EgXRe2ebH4JnYN026sUq93otu7/w320-h227/melktert-fetta_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="fetta di melktert" width="320" /></span></a></div><b style="font-size: 17px; text-align: left;"><span style="font-family: inherit;"><h2 style="text-align: left;"><b style="font-size: 17px; text-align: left;"><br /></b></h2></span></b></h2><h4 style="text-align: left;"><b style="font-size: 17px; text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Melkert: storia e ricetta</span></b></h4>
<p style="background-color: white; color: #18191a; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 7px; text-align: left;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></p><p style="background-color: white; color: #18191a; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 7px; text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">La <b>melktert</b> è uno dei dolci più diffusi, presente nelle sale da tè e nelle pasticcerie sudafricane. La torta è formata da un croccante guscio di frolla che racchiude un goloso e cremoso ripieno a base di latte, farina, zucchero e uova. </span></p><p style="background-color: white; color: #18191a; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 7px; text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Assomiglia al dolce tipico portoghese <b>pastel de nata</b>, differendo nella consistenza più leggera e un più intenso profumo di latte. </span></p>
<p style="background-color: white; color: #18191a; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 7px; text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Le origini del dolce sono da ricercare nei <b>coloni olandesi</b> del XVII secolo. Ma questo non dovrebbe stupirci, infatti il Sudafrica è “un paese che contiene un mondo intero” grazie alla coesistenza di molte culture, quella indigena locale e quella dei coloni, che si mescolano tra loro. Anche la cucina non è immune da questa fusione e viene chiamata <b>rainbow cuisine</b> (cucina arcobaleno) proprio grazie alle varietà e alle influenze multietniche e culturali.</span></p>
<p style="background-color: white; color: #18191a; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 7px; text-align: left;"><span style="font-family: inherit;"><b>Tessa Kiros</b> nel suo libro “<b>Falling Cloudberries</b>”, un libro di ricette e memorie, racconta le sue esperienze di vita attraverso il cibo in giro per il mondo. Ai suoi ricordi d’infanzia del Sudafrica dedica un intero capitolo e naturalmente parla della melktert e ne scrive la ricetta.</span></p><p style="background-color: white; color: #18191a; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 7px; text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">La torta è legata alla tradizione popolare, è un dolce a basso costo con ingredienti di facile reperibilità. Risulta molto dolce e piacevolmente speziato con un ripieno vellutato e la consistenza di un budino al latte racchiuso in un guscio croccante. È perfetta in ogni momento della giornata: per una consistente colazione, un fine pasto, per una merenda o con un tè, magari un tè Roobois (un tè rosso africano), volendo anche aromatizzato.</span></p>
<h3 style="text-align: left;"><b><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">Ingredienti </span></b></h3>
<p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><u><span style="font-family: inherit;">Per la pasta:</span></u></p>
<ul>
<li style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">230 g di farina per dolci</span></li>
<li style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">100 g burro freddo a cubetti</span></li>
<li style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">100 g zucchero semolato</span></li>
<li style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">1/2 cucchiaino lievito in polvere</span></li>
<li style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">1 uovo </span></li>
<li style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">1 presa di sale</span></li></ul>
<p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><u><span style="font-family: inherit;">Per il ripieno</span></u></p>
<ul>
<li style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">750 ml latte</span></li>
<li style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">75 g burro</span></li>
<li style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">3 tuorli</span></li>
<li style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">3 albumi</span></li>
<li style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">100 g zucchero</span></li>
<li style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">30 g frumina (o un altro amido)</span></li>
<li style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">semi di una bacca di vaniglia</span></li></ul>
<p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><u><span style="font-family: inherit;">Per decorare</span></u></p>
<ul>
<li style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">1 cucchiaio di zucchero semolato </span></li>
<li style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: inherit;">cannella in polvere</span></li>
</ul>
<p style="color: #4e4e4e; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 19px;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></p>
<p style="color: #262626; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><b><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">Procedimento</span></b></p><p style="color: #262626; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><b><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><br /></span></b></p>
<p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Comincia a preparare la pasta.<br />In una ciotola capiente metti burro e zucchero, lavorali con un cucchiaio di legno finché non diventa un composto soffice.<br />Aggiungi la farina setacciata con il lievito e il sale, impasta con la punta delle dita fino ad avere un composto sabbioso.<br />Unisci l’uovo leggermente sbattuto lavora il composto per amalgamare tutti gli ingredienti, forma una palla leggermente schiacciata.<br />Avvolgi l’impasto nella pellicola alimentare e mettila in frigorifero a riposare per un’ora.<br />Preriscalda il forno a 180° C.<br />Stendi la pasta con un mattarello su una superficie di lavoro infarinata.<br />Rivesti una tortiera da 26 cm di diametro.<br />Bucherella la pasta con i rebbi di una forchetta, copri con carta forno e inserisci dei pesi per procedere con la cottura in bianco per 20 minuti. <br />Trascorso il tempo togli i pesi e la carta forno e fai asciugare il guscio in forno per altri 10 minuti.<br />Procedi a preparare il ripieno.<br />Sciogli il burro nel latte a fuoco moderato.<br />Sbatti i tuorli con lo zucchero.<br />Incidi una bacca di vaniglia, raschiane i semi e aggiungili alle uova sbattute.<br />Unisci anche l'amido e mescola bene con una frusta.<br />Aggiungi un po’ di latte caldo alle uova, mescolando per non farle impazzire.<br />Unisci il resto del latte e mescola fino a che non è tutto omogeneo; quindi lascia raffreddare.<br />Monta gli albumi a neve, e poi uniscili, in più riprese, mescolando con una frusta al composto di tuorli ormai freddo: deve venire una consistenza tipo mousse.<br />Versa il ripieno nella guscio della crostata, spolverizza la superficie con zucchero e cannella, inforna per 30 minuti in forno preriscaldato a 180° C.<br />Una volta pronto sforna, lascia raffreddare completamente e servi con una spolverata di cannella extra.</span></p>
Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-80444832813079268912023-06-27T14:40:00.002+02:002023-06-27T14:56:56.531+02:00Pain Briè<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIegzfkfKVQfvZiUlVkdgecKS3njSQU8Z3tGtjherkON2AagVNitaC00l9i1Eqch7B8hm0UsslLPEA5hJIbUtXioVw6g2PQAXFL8g2otuyIhfxs7Yw03Tf5gDIcm-hKAjGjovmJT0JFU9aQAHAmBDT9c3cgWKaq3jd0y2bEE-CXjQ8--sIAr4sdbUx1Fmb/s1200/pain-brie%CC%80-2_ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="pain briè" border="0" data-original-height="901" data-original-width="1200" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIegzfkfKVQfvZiUlVkdgecKS3njSQU8Z3tGtjherkON2AagVNitaC00l9i1Eqch7B8hm0UsslLPEA5hJIbUtXioVw6g2PQAXFL8g2otuyIhfxs7Yw03Tf5gDIcm-hKAjGjovmJT0JFU9aQAHAmBDT9c3cgWKaq3jd0y2bEE-CXjQ8--sIAr4sdbUx1Fmb/w400-h300/pain-brie%CC%80-2_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="pain briè" width="400" /></a></div><br /><p>Il <b>pain briè</b> è un pane tradizionale della <b>Normandia</b>, il suo nome deriva dalla battitura della pasta, in quanto "brie" deriva dal verbo antico normanno "brier", che significa "<b>battere</b>".</p><p>In Francia esistono molte varianti di pane oltre alla baguette, che hanno antichi natali. Infatti, verso la fine del ‘700 nell’Encyclopédie venivano citati una trentina di diversi tipi di pane. Negli stessi anni usciva “<b>Le Parfait Boulanger ou Traité complet sur la fabrication et le commerce du pain</b>” <b>Antoine Parmentier</b> (1778) un trattato ufficiale sul pane e sul “perfetto panettiere”. </p><p style="text-align: left;">In Francia la panetteria di quartiere è un posto che <b>riunisce</b> tutti, e non è un caso che la parola amico "copain" contenga il termine pain, pane; un amico è qualcuno con cui <b>condividere</b> il pane co-pain. </p><p style="text-align: left;">Oggi viene seguita una nuova <b>filosofia</b> di paysans-boulangers, gli artigiani panettieri, che si trasferiscono in campagna per gestire tutta la <b>filiera</b>: dal coltivare i grani antichi e rari, recuperare macine a pietra e difendere le biodiversità e le sementi. Così come in città una nuova generazione di panettieri per <b>vocazione</b>, artigiani, spesso laureati, legati alla tradizione ma allo stesso tempo innovativi. I panettieri in Francia sono considerati degli <b>artigiani</b> e vengono anche premiati con il <b>MOF</b>: a maggio durante la <b>Festa del Pane</b> vengono celebrati e con loro questo antico mestiere.</p><p>Ma torniamo al nostro pain briè con la sua singolare <b>forma</b>: un filone allungato nelle punte e sulla cui superficie fanno bella mostra delle incisioni longitudinali, da una punta all'altra, e ricorda lo scafo delle imbarcazioni. </p><p>Il pane si presenta con una <b>crosta</b> spessa e dorata che racchiude una <b>mollica</b> morbida e spessa, lo completano <b>un'aroma</b> intenso e l'aspetto rustico.</p><p>È un impasto con poca idratazione, e la presenza del <b>burro</b> lo rende goloso, con l'interno morbido e una buona conservazione, infatti veniva dato ai <b>pescatori</b> e ai <b>marinai</b>.</p><p>Questo pane richiede un <b>procedimento</b> particolare nella lavorazione con tempi di riposo e lavoro precisi.</p><p><span style="background-color: white; caret-color: rgb(68, 68, 68); color: #444444; font-family: "Libre Franklin", serif; font-size: 16px;">È perfetto spalmato di burro e marmellata, ma anche farcito con del prosciutto per una colazione salata. </span></p><p><span style="background-color: white; caret-color: rgb(68, 68, 68); color: #444444; font-family: "Libre Franklin", serif;"><b></b></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="background-color: white; caret-color: rgb(68, 68, 68); color: #444444; font-family: "Libre Franklin", serif;"><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGvDCtMd-6pwgr3-_6UddluSiIUCOePrdFHVYGTmoWbVItn3XrND7f31vrNZEnmjXWZ8tHL8NhHxamPSLDlO3O9DO8WmSrVtgnzyGvyTYx7JD3whhNiBLrNvXl7db8pRItmuESPbmDz0V3oyIGNazHR8c_5no_uBifdgoJyVbPMcf4ubPUBL6ObK5-iXoO/s1200/pain-brie%CC%80-3_ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="pain brie interno" border="0" data-original-height="901" data-original-width="1200" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGvDCtMd-6pwgr3-_6UddluSiIUCOePrdFHVYGTmoWbVItn3XrND7f31vrNZEnmjXWZ8tHL8NhHxamPSLDlO3O9DO8WmSrVtgnzyGvyTYx7JD3whhNiBLrNvXl7db8pRItmuESPbmDz0V3oyIGNazHR8c_5no_uBifdgoJyVbPMcf4ubPUBL6ObK5-iXoO/w400-h300/pain-brie%CC%80-3_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="pain brie interno" width="400" /></a></b></span></div><span style="background-color: white; caret-color: rgb(68, 68, 68); color: #444444; font-family: "Libre Franklin", serif;"><b><span style="font-size: medium;"><p><span style="background-color: white; caret-color: rgb(68, 68, 68); color: #444444; font-family: "Libre Franklin", serif;"><b><span style="font-size: medium;"><br /></span></b></span></p>Ingredienti</span></b></span><p></p><p></p><ul style="text-align: left;"><li><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;"><span style="background-color: white; caret-color: rgb(68, 68, 68);">1 kg di farina tipo 0</span></span></li><li><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;"><span style="background-color: white; caret-color: rgb(68, 68, 68);">550 ml di acqua</span></span></li><li><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;"><span style="background-color: white; caret-color: rgb(68, 68, 68);">12 g di lievito di birra fresco</span></span></li><li><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;"><span style="background-color: white; caret-color: rgb(68, 68, 68);">18 g di sale</span></span></li><li><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;"><span style="background-color: white; caret-color: rgb(68, 68, 68);">60 g di burro</span></span></li><li><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;"><span style="background-color: white; caret-color: rgb(68, 68, 68);">10 g di malto in polvere (io non l'ho messo)</span></span></li></ul><div><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif; font-size: medium;"><span style="caret-color: rgb(68, 68, 68);"><b>Procedimento</b></span></span></div><div><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;"><span style="caret-color: rgb(68, 68, 68);">Sciogli il lievito di birra nell'acqua.</span></span></div><div><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;"><span style="caret-color: rgb(68, 68, 68);">In un'ampia ciotola, o in planetaria, metti la farina e il malto (se lo usi), iniziando ad impastare versa l'acqua.</span></span></div><div><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;"><span style="caret-color: rgb(68, 68, 68);">Aggiungi il sale quando l'impasto sarà formato, lavora qualche minuto fino ad avere una pasta liscia ed omogenea.</span></span></div><div><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;"><span style="caret-color: rgb(68, 68, 68);">Aggiungi il burro a pezzetti, poco alla volta, e continua ad impastare finché non sarà completamente assorbito.</span></span></div><div><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;"><span style="caret-color: rgb(68, 68, 68);">Copri e lascia riposare per 10 minuti a temperatura ambiente.</span></span></div><div><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;"><span style="caret-color: rgb(68, 68, 68);">Ora prendi l'impasto e sbattilo sul piano di lavoro per 5-6 volte per attivare il glutine.</span></span></div><div><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;"><span style="caret-color: rgb(68, 68, 68);">Rimetti la pasta nella ciotola, copri, e lasciala lievitare per un'ora a temperatura ambiente.</span></span></div><div><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;"><span style="caret-color: rgb(68, 68, 68);">Dividi l'impasto lievitato in due parti uguali. </span></span></div><div><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;"><span style="caret-color: rgb(68, 68, 68);">Ripiega ogni panetto su se stesso: porta i lembi esterni verso il centro per creare due sfere (o palle) lisce.</span></span></div><div><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;"><span style="caret-color: rgb(68, 68, 68);">Sistema i due impasti in due ciotole, copri e lascia lievitare per 40 minuti a temperatura ambiente.</span></span></div><div><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;">Capovolgi l'impazzo sul piano infarinato, allargalo leggermente e ripiegalo su se stesso dando la forma di un filone dalle punte allungate.</span></div><div><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;">Mettilo su una teglia con carta carta forno, copri e lascia lievitare ancora 1 ora a temperatura ambiente.</span></div><div><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;">Pratica delle incisioni sulla superficie, da una punta all'altra, il lato lungo, profonde 2 cm. </span></div><div><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;">Cuoci in forno caldo e statico a 220° C per 20 minuti, poi alza a 240° C per altri 20 minuti.</span></div><div><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;"><br /></span></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvPrjunKm7gXJ7DR9fdHkfDSVQDEt8HDAVpba2sBzOrz-8G2fB4tLTPTJ5fZ1cB7d2nIPMDVmOcVxNAZpjVgP6ZYFwSU-aDin3v4QEUtf-5TlcVnNR_pO3I5zhNp87Qqhvi2A_ot6-Tf2ENWoH-J03mOEbQjD5mttIuQNyCVsfIXNAYIDs-5ey9Vp6iTVK/s1200/pain-brie%CC%80_ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="incisioni su pain briè" border="0" data-original-height="901" data-original-width="1200" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvPrjunKm7gXJ7DR9fdHkfDSVQDEt8HDAVpba2sBzOrz-8G2fB4tLTPTJ5fZ1cB7d2nIPMDVmOcVxNAZpjVgP6ZYFwSU-aDin3v4QEUtf-5TlcVnNR_pO3I5zhNp87Qqhvi2A_ot6-Tf2ENWoH-J03mOEbQjD5mttIuQNyCVsfIXNAYIDs-5ey9Vp6iTVK/w400-h300/pain-brie%CC%80_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="incisioni su pain briè" width="400" /></a></div><br /><span style="color: #444444; font-family: Libre Franklin, serif;"><br /></span></div><div></div><p></p><p><br /></p>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-91557625889604997222023-06-20T18:13:00.001+02:002023-06-20T18:13:44.070+02:00I bassotti della signora Giuliana, da Chef per un Giorno<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkv_XSmfoMyh8mvMSD5U4b0s5fHkuuEvz4Nt4Cg5YNioXn-Xe4SQnqNB_uubFQU4ihtQJHXv3rRi4nTypKXm39tf5cszFbzDDfHms-4SVZUTD1vY7O8gqoFK8INHc0omKY0Ex5zbF1lBHIOskb36OH3o3B7OLtxFEIgQVqdH4QnQINnpC516C11ywfyxRY/s1200/bassotti-della-signora-Giuliana_ph-Gabriella-Comini.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="i bassotti della signora Giuliana" border="0" data-original-height="901" data-original-width="1200" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkv_XSmfoMyh8mvMSD5U4b0s5fHkuuEvz4Nt4Cg5YNioXn-Xe4SQnqNB_uubFQU4ihtQJHXv3rRi4nTypKXm39tf5cszFbzDDfHms-4SVZUTD1vY7O8gqoFK8INHc0omKY0Ex5zbF1lBHIOskb36OH3o3B7OLtxFEIgQVqdH4QnQINnpC516C11ywfyxRY/w400-h300/bassotti-della-signora-Giuliana_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="i bassotti della signora Giuliana" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></div><p></p><p>I <b>Bassotti della signora Giuliana</b> sono un primo piatto della tradizione romagnola, chiamati anche basotti o bazòtt.</p><p>Tanto tempo fa...</p><p>Sembra l'inizio di una storia o di un racconto, e forse un po' lo è.</p><p>Tanto tempo fa, andava in onda un programma televisivo di cucina un po' particolare dal titolo “<b>Chef per un giorno</b>”.</p><p>Il programma è stato trasmesso dal 2007 al 201, il conduttore è stato lo chef <b>Alessandro Borghese</b>. In ogni puntata un personaggio del mondo dello spettacolo viene invitato a vestire i panni dello chef e a proporre un menù, composto da antipasto, primo, secondo, e dolce, in un ristorante, un vero ristorante. Ad aiutarlo una brigata di sous chef ognuno specializzato in una delle portate. In sala, oltre ai clienti (reali, non è finzione) è presente anche un tavolo speciale che ospita i critici gastronomici (<b>Fiammetta Fadda</b>, <b>Lorenzo Romanelli</b>, ospiti fissi, e uno chef diverso ogni volta). </p><p>I critici, nel corso della serata, mentre assaggiano il menù, provano a creare il profilo dello chef misterioso e commentano i piatti. Gli ospiti del ristorante e i critici non sanno che, intanto, l'ospite in cucina, insieme alla sua brigata, assiste da un monitor a quanto succede in sala e sente i commenti.</p><p>I critici a fine serata assegneranno un punteggio alla cena (da uno a cinque cappelli) e provarenno a indovinare l'dentità del cuoco misterioso. Solo alla fine della cena verrà rivelata l'identità dell'ospite chef, che saluterà la sala e siterà al tavolo dei critici per ricevere la busta con il punteggio ricevuto.</p><p>Il programma era accattivante e curioso, ritmi allegri e i piatti proposti dai personaggi appartengono alla loro storia, raccontano qualcosa di loro. Tra un assaggio, una battuta, la serata scorre piacevole, e regale delle preziose idee gastronomiche.</p><p>Dalla serie è stato pubblicato anche un ricettario, che però, ahimè, non raccoglie proprio tutti gli ospiti chef improvvisati che sono stati invitati.</p><h4 style="text-align: left;">La ricetta dei Bassotti</h4><p>Ed eccoci arrivati alla ricetta dei Bassotti della signora Giuliana. Questa ricetta l'ha proposta <b>Carlo Lucarelli,</b> il celebre giallista, e come lui stesso afferma "“La signora Giuliana è la mia mamma, che preparava questa ricetta di famiglia che non ho mai visto fare a nessun altro”, e continua “I bassotti sono una specie di minestra al forno, dei tagliolini al forno, in brodo. Credo che solo chi abbia conosciuto la mia mamma, mia cognata o mia nonna li abbia assaggiati.”</p><p>I Bassotti appartengono alle ricette della <b>tradizione romagnola</b>. Il nome in dialetto, <b>bazòtt</b>, indica l'origine antica e contadina, infatti questi tagliolini erano un piatto tipico delle campagne, un tempo sembra che venissero consumati in occasione delle feste.</p><p>I bassotti sono dei <b>tagliolini</b> immersi nel brodo, a strati conditi con burro (una volta era strutto) e parmigiano, e fatti asciugare nel forno fino ad assorbimento completo del brodo e alla formazione dell'ambrata crosta. Il risultato di questa semplice ricetta è un piatto molto goloso, gustoso con una crosticina croccante in contrasto con l'interno morbido. Potrei definirlo un piatto da <b>comfort food</b>, caldo e confortante.</p><p>I Bassotti si possono preparare sia in versione monoporzione, come ho fatto io, che in una pirofila più grande e poi si tagliano le porzioni come per la pasta al forno e i timballi.</p><p><br /> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrFNJ3eYRJIZa9l0fiW1_fujb8u165IKIDY21qSTpha0ZH3ErhEYGwH48TXolTqYg-4RWBC73CVz84Wg3fwp2pbAT1dPdxO-KnqJnj1QZVp5sok4KqhVijwRdFg0uJ2ync8Zz7hdjbrO9MALsklIyRIBSyRPb_osYI63oxwZ9GXA7BQeeGMXHMeHbJvBDd/s1200/bassotti_ph-Gabriella-Comini.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="i bassotti della signora Giuliana" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1027" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrFNJ3eYRJIZa9l0fiW1_fujb8u165IKIDY21qSTpha0ZH3ErhEYGwH48TXolTqYg-4RWBC73CVz84Wg3fwp2pbAT1dPdxO-KnqJnj1QZVp5sok4KqhVijwRdFg0uJ2ync8Zz7hdjbrO9MALsklIyRIBSyRPb_osYI63oxwZ9GXA7BQeeGMXHMeHbJvBDd/w343-h400/bassotti_ph-Gabriella-Comini.jpg" title="i bassotti della signora Giuliana" width="343" /></a></div><p></p><p><font size="3"><b>Ingredienti</b></font> per 4 persone</p><u>Per i tagliolini<br /></u><ul style="text-align: left;"><li>4 uova bio </li><li>400 g di farina tipo 0</li><li>1 presa di sale</li></ul><u>Condimento</u><br /><ul style="text-align: left;"><li>100 g di burro</li><li>200 g di parmigiano reggiano</li><li>400 g brodo di carne</li></ul><div><b>Preparazione</b></div><p>Preparo la sfoglia per i tagliolini (oppure si possono usare anche quelli già pronti): 1 uovo e 100 g di farina per persona. </p><p>Metto la farina in un'ampia scodella, creo una fontana al cui centro metto le uova e il sale.</p><p>Con una forchetta sbatto le uova e incorporo poco alla volta la farina. </p><p>Appena l'impasto diventa consistente procedo a lavorare con le mani e mi sposto su una spianatoia. Lavoro fino ad avere una pasta "che canta", ben amalgamata e elastica, se serve, perché l'impasto è troppo asciutto, mi inumidisco le mani o aggiungo pochissima acqua.</p><p>Copro l'impasto con la ciotola, o l'avvolgo nella pellicola alimentare, e lascio riposare la pasta per mezz'ora.</p><p>Ora stendo la pasta in modo sottile, puoi usare un mattarello o aiutarti con la sfogliatrice, e poi taglio in tagliolini sottili.</p><p>Preparo un brodo di carne.</p><p>Ungo con il burro le ciotola monoporzione di terracotta.</p><p>Dispongo uno strato di tagliolini sul fondo, aggiungo un cucchiaio di burro e una generosa manciata di parmigiano. Proseguo facendo un altro strato di tagliolini, poi ancora burro e parmigiano. Continuo con gli strati fino a metà della terrina.</p>Copro a filo con il brodo di carne e metto a cuocere in forno caldo a 200° C per 10-15 minuti. I tagliolini devono assorbire il brodo caldo e infine essere gratinati. Se necessario aggiungere del brodo per mantenere morbido il tutto. <div>Togliere dalla ciotola e impiattare.</div><div><br /></div><div>A me piace servirli direttamente nelle ciotole di terracotta.<br /><p><br /></p></div>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-62498442723817086282023-06-10T08:39:00.006+02:002023-06-10T11:30:24.935+02:00I dolcetti in Alice attraverso lo Specchio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYn0r78-b4zuYLlnLMos5oxqCeCD9VdNqMnCzNfOdBU1FwNY7Gbtj07EJNF7gphO2xAZHXFdMvfLmEYjN5g2MWKiMw8sZ-riwsP7NSzvGp_L3GrpFXw6-VsVhsWGaY91gr0s0jhQ-epzVzJPS_Wm_qRp5KVrWXLVIFB-otsOdhggfqQQNSTlZhGFXrow/s1200/dolcetti-Alice_Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="tartellette con confettura di fragole o lamponi" border="0" data-original-height="976" data-original-width="1200" height="520" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYn0r78-b4zuYLlnLMos5oxqCeCD9VdNqMnCzNfOdBU1FwNY7Gbtj07EJNF7gphO2xAZHXFdMvfLmEYjN5g2MWKiMw8sZ-riwsP7NSzvGp_L3GrpFXw6-VsVhsWGaY91gr0s0jhQ-epzVzJPS_Wm_qRp5KVrWXLVIFB-otsOdhggfqQQNSTlZhGFXrow/w640-h520/dolcetti-Alice_Gabriella-Comini.jpg" title="tartellette con confettura di fragole o lamponi" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p>I <b>dolcetti</b>, o meglio <b>le tartellette con confettura di fragole o lamponi</b> mi sono state ispirate dal film di "Alice attraverso lo Specchio" di James Bobin.</p><p>"<b>Attraverso lo specchio</b>" è anche stato il tema del concluso <b>Salone del Libro di Torino</b> di quest'anno (maggio 2023), un omaggio all'universo meraviglioso di <b>Lewis Carroll, </b>e a cosa ci potrà essere al di là di esso.</p><p>Buffo come Alice e i suoi mondi tornino nelle mie pagine e nel mio quotidiano, sia come libri che come film. </p><p>E a proposito di film sono rimasta affascinata da "<b>Alice in the Wonderland"</b> (di Tim Burton) "<b>Alice attraverso lo Specchio" </b>(di James Bobin). Due film assolutamente bellissimi e di una fedeltà incredibile allo spirito dei testi di Carroll.</p><p>Le scenografie di questi film sono coloratissime e particolari, così come i costumi. Attori quasi irriconoscibili truccati nei loro personaggi, anche il mondo animale fantastico e gli oggetti umanizzati, un mondo assolutamente magico e fantastico dove anche <b>il cibo ha un ruolo</b>.</p><p>A una prima visione dei film sembra che venga data un'interpretazione molto personale dei libri di Alice, discostandosi e non rimanendo fedele ai testi.</p><p>In merito alla fedeltà o meno nelle trasposizioni cinematografiche o teatrali si è dibattuto e si dibatte molto, è un querelle sempre aperta: meglio una fedeltà letteraria o al significato al senso del testo, e di conseguenza degli autori?</p><p>In questo caso possiamo assolutamente affermare che se a un primo sguardo ci può sembrare che sia un'interpretazione assolutamente personale in realtà, in seguito, a un'analisi più attenta ci accorgiamo che i film, di <b>Tim Burton</b> e di <b>James Bobin</b>, sono molto fedeli al senso e ai temi di Lewis Carroll, rivelando così un lavoro e un'analisi profonda di Alice e di Lewis Carroll. </p><p>Ritroviamo infatti tutti i <b>temi</b> tipici delle opere carrelliane: il <b>mondo alla rovescia</b>, i <b>giochi</b> linguistici, la legge del <b>ribaltamento</b>, i giochi di logica e non, le <b>regole</b> dei vari giochi (abbiamo contrapposte le carte con gli scacchi), le <b>parole portmanteau</b>, l'invenzione di Carroll che unisce due parole due o tre parole e di cui anche il senso viene condensato ("buon-viaggio-a vederci"), il tempo circolare e ripetitivo, oltre a una critica al sistema educativo vittoriano e a tutti i suoi cliché.</p><p>In merito al <b>tempo</b> possiamo notare come i due film, anche se hanno entrambi un inizio e una fine e possono essere visti separatamente, in realtà si intrecciano in questa <b>circolarità</b> del tempo, il secondo ("Alice attraverso lo Specchio") ripercorre storie del primo ("Alice nel Paese delle Meraviglie") e scopriamo così che sono collegati in questa circolarità temporale, un infinito quasi senza fine, uno la spiegazione dell'altro. Solo la decisione finale di "crescere" e di consapevolezza interromperà questo continuum, ma solo nella vita reale, non nel mondo dei sogni e dell'inconscio.</p><p>I film, così come i libri, ci lasciano incollati allo schermo, ci portano dentro la storia e restiamo affascinati da questo fantastico e suggestivo mondo.</p><h4 style="text-align: left;">I dolcetti: le tartellette con confettura di lamponi o fragole</h4><h4 style="text-align: left;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsFiIFRdQ4P8n2SyfH42QudzlOyyoqWswQU_PiC313ImjCj-sVN8XS6_oz4ImCcRXWCQrEaDKGvExgsT-6bQb6to98BmPevx5AiTDksvLhgYTLVKNlO5AIZCT7H3XjHHyIkmz6fow1o6H73T9RfIfzXJ5Unj6uaj0n1qXWGZyV5gXPHk9-PQydHcchaQ/s1200/tartellette-Alice-2_-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="tartellette con confettura di fragole o lamponi" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="929" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsFiIFRdQ4P8n2SyfH42QudzlOyyoqWswQU_PiC313ImjCj-sVN8XS6_oz4ImCcRXWCQrEaDKGvExgsT-6bQb6to98BmPevx5AiTDksvLhgYTLVKNlO5AIZCT7H3XjHHyIkmz6fow1o6H73T9RfIfzXJ5Unj6uaj0n1qXWGZyV5gXPHk9-PQydHcchaQ/w495-h640/tartellette-Alice-2_-Gabriella-Comini.jpg" title="tartellette con confettura di fragole o lamponi" width="495" /></a></div></h4><p>I <b>dolcetti</b>, da cui tutto ebbe inizio nella lotta tra le due regine sorelle. </p><p>Troviamo queste tartellette in una delle scene conclusive nel film "Alice attraverso lo Specchio". Questi dolcetti sono stati preparati dalla regina madre come <b>merenda</b> alle due principesse bambine. Questa scena spiega l'origine della lunga rivalità tra le due sorelle anche da "grandi", da qui inizia una spiegazione di quanto è successo. Ecco di nuovo la circolarità temporale e il fare le cose alla rovescia (si parte dalla fine), e non tutto è come appare.</p><p>Le tartellette sono realizzate con una base di pasta frolla aromatizzata al limone, raccolgono della confettura, inserita dopo la cottura del guscio. L'insieme è assolutamente piacevole con la freschezza della confettura e la croccantezza della frolla, per una sana merenda, o per accompagnare un tè pomeridiano.</p><p><b>Ingredienti</b></p><p></p><ul style="text-align: left;"><li>300 gr farina per frolla (oppure 250 gr di farina 0 e 50 gr di fecola di patate)</li><li>3 tuorli (48-50 g)</li><li>150 gr burro</li><li>120 gr di zucchero a velo</li><li>buccia grattugiata<i> </i>di un limone </li><li>1 pizzico di sale</li><li>confettura di lamponi o fragole</li></ul><b>Preparazione</b><p></p><p></p><p style="text-align: left;">Metto in una ciotola i tuorli, lo zucchero, la buccia di limone, il burro morbido, e il sale, mescolo bene il tutto fino ad avere una pastella omogenea. </p><p style="text-align: left;">Aggiungo la farina (o farina e fecola di patate), amalgamo bene, formo un panetto che metto a riposare in frigorifero per mezz'ora.</p><p style="text-align: left;">Stendo la pasta frolla nello spessore di circa 2-3 mm.</p><p style="text-align: left;">Con un coppapasta, o un tagliabiscotti da 9 cm a forma di fiore.</p><p style="text-align: left;">Sistemo la pasta frolla negli stampini o nello stampo per i muffin, bucherello il fondo con i rebbi di una forchetta, copro con carta forno, sistemo dei pesi all'interno di ogni cartelletta.</p><p style="text-align: left;">Inforno i gusci delle tartellette in forno preriscaldato statico a 170° C in modalità statica per 15 minuti.</p><p style="text-align: left;">Sforno le tartellette, tolgo i pesi e la carta forno e rimetto in forno per altri 5 minuti.</p><p style="text-align: left;">Sforno nuovamente le tartellette e lascio intiepidire, poi le sformo dallo stampo e le sistemo su una griglia per dolci.</p><p style="text-align: left;">Una volta raffreddate farcisco le tartellette con della confettura di lamponi o fragole.</p><div><p></p><p> </p></div>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-8624030469467535832023-05-27T17:11:00.002+02:002023-06-10T08:47:13.546+02:00La quiche letale<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPkYDFvir6PSQoklYno5PJMVub_mZm8v89VhX3xPX2OIrorwHz3hTe-iurvLuN62eYYj1WG2dOgjCrqJz6rsclBTvIzUuTTBNAChCiC2fQQafRHQaMvZooSGiYsX0jz-RknRI8cbypPbv29b_kR2VS35WgWa6qQG0GLexVIkOgXhuE5DEiUz8dG_k8QQ/s1200/quiche-letale_Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="quiche letale, tarte aux blettes" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1048" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPkYDFvir6PSQoklYno5PJMVub_mZm8v89VhX3xPX2OIrorwHz3hTe-iurvLuN62eYYj1WG2dOgjCrqJz6rsclBTvIzUuTTBNAChCiC2fQQafRHQaMvZooSGiYsX0jz-RknRI8cbypPbv29b_kR2VS35WgWa6qQG0GLexVIkOgXhuE5DEiUz8dG_k8QQ/w349-h400/quiche-letale_Gabriella-Comini.jpg" title="quiche letale, tarte aux blettes" width="349" /></a></div><b><br /></b><p></p><p><b>La quiche letale </b>è una squisita quiche con le erbette che mi è stata ispirata dal libro giallo di <b>M.C. Beaton</b>, dal titolo <b>Agatha Raisin e la quiche letale,</b> edito dalla <b>TEA</b>.</p><p>Il libro è il primo della serie (ne conta ben 31) in cui conosciamo il personaggio di Agatha, una cinquantenne non bella, ma che non passa inosservata, dal carattere difficile, attiva, prepotente, è abituata a comandare e a farsi strada nella vita, era quel che si dice un "bel tipetto". Decide di andare in pensione anticipatamente, chiude la sua agenzia di PR, lascia Londra e si trasferisce nella campagna inglese, suo ricordo e sogno da bambina. Ha già progettato tutto, un cottage decorato e arredato da un interiori designer (a cui aveva dato carta bianca), una lista di libri da leggere e aveva intenzione di imparare a cucinare dopo una vita di cose riscaldate al microonde, take away e ristoranti, e a tal proposito "su uno scaffale della cucina, in fila, splendevano tutti i suoi nuovi libri di ricette". </p><p>Però, però non sempre le aspettative corrispondono alla realtà: la casa non la sentiva sua con quell'arredamento, non la rispecchiava. Le persone del paese tutte cordiali ma mantenevano le distanze con la nuova arrivata. Dopo un po' Agatha si chiede se davvero sia stata la scelta giusta.</p><p>Agatha però non di arrende subito, e con il suo caparbio carattere decide che vuole inserirsi in questa nuova comunità e vuole anche diventare popolare. Vede l'occasione partecipando alla gara culinaria del paese. Però Agatha non sa cucinare, e quindi, scaltra com'è decide di "barare" e compra un'ottima <b>quiche agli spinaci</b> nella Quicherie World's End di Chelsea, una delle più rinomate a Londra, specializzata in torte salate.</p><p>Dopo la gara il giudice viene trovato morto e sembra che sia stato avvelenato mangiando la quiche di Agatha... ma sarà davvero così? sarà davvero un incidente?</p><p>Agatha non ne è convinta, soprattutto vuole riabilitare il suo nome agli occhi della comunità, e inizia ad indagare... cosa scoprirà?</p><p>Intanto farà nuove conoscenze ed amicizie, e verrà a conoscenze che sopra la superficie per bene della comunità ci sono segreti nascosti. Ma in tutto questo scoprirà anche nuovi lati di sé stessa.</p><p>Dai libri è stata tratta anche una serie televisiva britannica.</p><p>Agatha Raisin fa parte della narrativa<b> cozy mistery</b>, ossia dei gialli non cruenti, ma sempre garbati, ha caratteristiche ricorrenti che rendono la lettura assolutamente piacevole per il lettore. Ritroviamo le ambientazioni e i personaggi principali nel corso dei libri che diventano familiari; il protagonista non fa parte della polizia è un "detective dilettante", si ritrova ad investigare. </p><p>Il personaggio di Agatha Raisin lo apprezziamo proprio per il suo carattere, per come ci viene descritto con tutti i lati buoni e i suoi difetti. Anzi sono proprio i suoi difetti che la rendono più umana e simile a noi, e proprio per questo ci viene facile perdonarle certe mancanze o debolezze.</p><p>Libro dopo libro ci appassioniamo a questo personaggio e vogliamo sapere cosa altro le succede, come procede la sua vita, cosa farà ora Agatha.</p><p>Il ritmo narrativo è scorrevole, veloce e non manca un sano umorismo inglese tra le pagine.</p><p>Assolutamente da leggere.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaF1VDqeXV7EkgE1lbGcmgHgkgCVhZTIGxBPlJbz4hdxHqFpmAQdjyYhCHczSyRK_1pMmbhsRW6uX62cWPtcAfv0_8F_oGsqkZLbX6npeMCy55P5lotH5A0dcGedqqVTx_PKujY7i2mAqQQQyYtsgm7XHTpxGcqU6Y0dA3MGqhDvsKodMSWbpHYVoidg/s1200/quiche-letale-2_Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="quiche letale, tarte aux blettes" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1146" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaF1VDqeXV7EkgE1lbGcmgHgkgCVhZTIGxBPlJbz4hdxHqFpmAQdjyYhCHczSyRK_1pMmbhsRW6uX62cWPtcAfv0_8F_oGsqkZLbX6npeMCy55P5lotH5A0dcGedqqVTx_PKujY7i2mAqQQQyYtsgm7XHTpxGcqU6Y0dA3MGqhDvsKodMSWbpHYVoidg/w383-h400/quiche-letale-2_Gabriella-Comini.jpg" title="quiche letale, tarte aux blettes" width="383" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><h4 style="text-align: left;">La quiche letale</h4><div>La quiche, come ho detto, mi è stata ispirata dal libro di Agatha, il primo, solo che invece degli spinaci ho preferito usare le erbette, le <b>bietole</b>. </div><div>Nel libro non è scritta la ricetta e così me la sono "inventata" con gli indizi disseminati nel libro.</div><div>Di base le quiche sono tutte uguali: un guscio di brisée, l'appareil (la pastella), quello che variano sono gli altri ingredienti. </div><div>Per seguire il fil rouge del libro <b>erbette</b>, e per richiamare dei sapori greci la <b>feta</b>. Immancabile per me la <b>noce moscata</b>.</div><div>La quiche croccante fuori e cremosa dentro, delicata e ben bilanciata, letalmente deliziosa.</div><p><b>Ingredienti</b></p><p><u>Per la brisée (per uno stampo da 26 cm)</u></p><p style="text-align: left;"></p><ul style="text-align: left;"><li>250 g di farina 00</li><li>150 g di burro freddo</li><li>55 g d'uovo bio (1 medio piccolo)</li><li>1 o 2 cucchiai di acqua ghiacciata</li><li>1/2 cucchiaino di sale</li></ul><p></p><p><u>Per il ripieno</u></p><p style="text-align: left;"></p><ul style="text-align: left;"><li>200 g di bietole</li><li>1 uovo</li><li>2 tuorli</li><li>200 g di panna fresca</li><li>50 g di latte fresco</li><li>100 g di feta</li><li>un pizzico di sale</li><li>noce moscata grattugiata a piacere</li></ul><p></p><p><b>Preparazione</b></p><p>Sistema la farina in una ciotola e aggiungi il burro a pezzetti, il sale e l'uovo. Inizia ad impastare usando solo i polpastrelli, strofinando i pezzetti di burro con la farina, fino a quando non otterrai un impasto tutto sbriciolato. Ora prosegui a lavorare in modo più energico, in ciotola o su un piano di lavoro, fino a formare un impasto omogeneo. Se risultasse troppo asciutto, potrai aiutarti con uno o due cucchiai di acqua fredda, ghiacciata, procedendo uno alla volta.</p><p>Una volta ottenuto una pasta omogenea, avvolgila nella pellicola, schiacciala leggermente e mettila in frigorifero a riposare per 30-45 minuti, in modo che il burro si rapprenda di nuovo e la pasta sia ben stendibile.</p><p>Stendi la pasta nello spessore di 3-4 mm, aiutati usando due fogli di carta forno, così non si attaccherà al mattarello. Ora puoi inserirla nello stampo per la quiche, falla aderire bengala base e al bordo, elimina l'eccesso e bucherella il fondo con i rebbi di una forchetta. Copri con carta forno e rimetti in frigo per 20 minuti o in freezer per 5.</p><p>Preriscalda il forno a 180° C. </p><p>Procedi a fare una cottura in bianco del guscio di pasta brisée. Sistema dei pesi sulla carta forno all'interno del guscio e inforna per 15 minuti. Poi togli i pesi e la carta forno e procedi con altri 12 minuti di cottura.</p><p>Sbianca le bietole: dopo averle pulite e lavate mettile in acqua bollente, attendi che l'acqua riprenda il bollore, quindi scolale le bietole e immergile in acqua ghiacciata. In questo modo manterranno il loro bel colore verde.</p><p>Prepara l'appareil: mescola insieme in una ciotola l'uovo, i tuorli, la panna, il latte, un pizzico di sale e la noce moscata.</p><p>Prendi la stampo con la brisée cotta, sistema le bietole scolate e strizzate, spargi la feta sbriciolata e infine copri tutto con l'appareil. </p><p>Inforna per 25-35 minuti, fino a quando la parte liquida sarà diventata soda e i bordi della quiche saranno dorati.</p><p>Servi tiepida.</p>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-24802829333943073652023-05-11T10:00:00.005+02:002023-06-10T08:49:24.456+02:00Challah buns<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg95B8L61jQhLMJGKW6vCqcwYcl9yhsj2feBVAV9PuHzKgZm2WMT6JL7J7bSiWd6rHktPuMnr1SaYDMTOtf_FA0RunSHE8mkETp4vzw3-N-NJtSGVbejavvquEpkzC0RInoQ6hW69gjXxudplrzTNx8vSg9Qhq7DBsNQ-fCuzZ2dR1npAKmz_TSkH_fQA/s1200/challa-buns_Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="challah buns" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1026" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg95B8L61jQhLMJGKW6vCqcwYcl9yhsj2feBVAV9PuHzKgZm2WMT6JL7J7bSiWd6rHktPuMnr1SaYDMTOtf_FA0RunSHE8mkETp4vzw3-N-NJtSGVbejavvquEpkzC0RInoQ6hW69gjXxudplrzTNx8vSg9Qhq7DBsNQ-fCuzZ2dR1npAKmz_TSkH_fQA/w343-h400/challa-buns_Gabriella-Comini.jpg" title="challah buns" width="343" /></a></div><br /> <p></p><p>La <b>challah</b> è un pane bianco israeliano a forma di treccia che viene consumato durante lo Shabbat (giorno di festa, riposo, degli ebrei), il cui gusto è leggermente dolce. </p><p>Questo pane, come è successo per i bagels, è ormai noto in tutto il mondo, e non esiste bakery inglese o americana che non ne abbia qualcuna in bella vista sul suo banco, non solo nei giorni comandati di festa, ma tutti i giorni della settimana.</p><p>L'intreccio e gli impasti, a cui era legato un profondo significato simbolico, viene meno, diventando più un esercizio di stile delle bakery.</p><p>Stamattina abbiamo scelto l'idea della ricetta dal libro di <b>Csaba dalla Zorza</b> "<b>The Modern Baker</b>", i suoi <b>mini challah</b> erano molto invianti. </p><p>Come la stessa autrice scrive, questa è una <b>versione occidentale</b> della ricetta classica ebraica, in quanto viene usato il <b>burro</b>, in questo modo finisce con l'assomigliare a un <b>pan brioche</b> dal sapore più neutro.</p><p>La forma e l'idea di un panino che rimane morbido e versatile per ogni tipo di ingrediente da usare per farcirlo ha ispirato la richiesta di casa, con la modifica, però, di non aggiungere semini sulla superficie.</p><p>Ed ora la mia versione dove lo zucchero è stato sostituito dal miele e le dosi di lievito di birra fresco ridotte allungando i tempi di lievitazione, così i mini challah diventano <b>challah buns.</b></p><p><b><br /></b></p><h4 style="text-align: left;">Ingredienti</h4><p style="text-align: left;"></p><ul style="text-align: left;"><li>500 g di farina 0 media forza</li><li>200 g di acqua</li><li>5 g di lievito di birra</li><li>75 g di burro</li><li>2 cucchiai di miele (o 50 g di zucchero)</li><li>60 g uova (1 uovo)</li><li>5 g di sale</li></ul><p></p><p><b>Per completare</b></p><p style="text-align: left;"></p><ul style="text-align: left;"><li>1 uovo sbattuto con 1 cucchiaio di latte</li></ul><p></p><p style="text-align: left;"><b>Preparazione</b></p><p>Nella ciotola della planetaria, munita di gancio ad uncino, metti la farina con il sale e mescola.</p><p>In una caraffa sciogli nell'acqua il miele e il lievito.</p><p>Versa i liquidi sulla farina, lentamente, con la planetaria in azione. Poi aggiungi l'uovo leggermente sbattuto. Infine il burro, un pezzo alla volta, e non inserire il successivo fino a quando non è stato assorbito il precedente.</p><p>Continua a far lavorare la planetaria fino a quando non avrai una pasta omogenea e liscia.</p><p>Trasferisci l'impasto sul piano di lavoro e procedi a fare per tre volte un giro di pieghe. Poi dai la forma di una palla e metti la pasta in una ciotola, coperta con pellicola alimentare, a lievitare fino al raddoppio del volume. Il tempo di lievitazione varierà in base alla temperatura ambiente e alla quantità di lievito di birra impiegato. Con le mie dosi ci vorranno circa 4 ore di lievitazione. </p><p>Quando la pasta sarà lievitata mettila sul piano di lavoro e dividila in pezzi tutti uguali (aiutati con una bilancia). Cerca di non aggiungere farina e procedi a fare un giro di pieghe per tre volte per ogni pezzo di impasto, poi allungalo usando i palmi delle mani, sino a formare un rotolino lungo circa 25 cm e spesso poco più di 1 cm. </p><p>Arrotola ogni filoncino su se stesso, fermandolo inserendo l'estremità che resta sopra dentro la spirale.</p><p>Sistema i challah buns sulle teglie rivestite con carta forno, copri con pellicola alimentare e lasciali lievitare.</p><p>Preriscalda il forno a 210° C in modalità statica. Spennella delicatamente la superficie dei panini con uovo e latte sbattuti insieme. Inforna e cuoci per 15 minuti circa, fino a quando saranno gonfi e dorati. Sfornali e lasciali intiepidire e raffreddare su una griglia. </p><p>Per conservarli, una volta raffreddati, puoi surgelarli e scaldarli quando ti servono così resteranno sempre molto soffici come appena fatti.</p>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-26767740424862827992023-05-02T14:57:00.001+02:002023-06-10T08:50:26.434+02:00Brioche di Nanterre...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEEcPHTEyV9bXFXucUF5gCQXfdn8ZT4zmx9RNNOXxk9hUC8Mf5jTKuTkUH7dZXanCP0lMy8Q2JWzrPKbxpBVFQgO1jL-E0ELZelipENUc_1fbRzbrHqOHvAx1WxXW2iQrRrC_DMyjvexbZDxDVMcXfVj4jsDNO8yNJQRC7o62e_D0vfWXLFqrXm8pyrw/s1200/brioche-di-nanterre_-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="brioche di Nanterre" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1026" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEEcPHTEyV9bXFXucUF5gCQXfdn8ZT4zmx9RNNOXxk9hUC8Mf5jTKuTkUH7dZXanCP0lMy8Q2JWzrPKbxpBVFQgO1jL-E0ELZelipENUc_1fbRzbrHqOHvAx1WxXW2iQrRrC_DMyjvexbZDxDVMcXfVj4jsDNO8yNJQRC7o62e_D0vfWXLFqrXm8pyrw/w343-h400/brioche-di-nanterre_-Gabriella-Comini.jpg" title="brioche di Nanterre" width="343" /></a></div><p><br /></p><p>La <b>brioche di Nanterre</b> è un meraviglioso pan brioche<i> </i>soffice e burroso, poco dolce si accompagna sia con ingredienti dolci che salati. Chiamata così da <b>Pierre Hermè</b>, andrebbe realizzato con il lievito di birra e lunghi tempi di riposo e lievitazione. </p><p>L'<b>origine</b> della brioche risale al Medioevo e faceva parte dei dolci delle feste che venivano serviti per le grandi occasioni o per eventi speciali.</p><p>L'<b>etimologia</b> del nome rimane misteriosa, ci sono molte ipotesi in merito. Tra quelle più "credibili" ci sarebbe quella che la "brioche" derivi dal verbo "brier" o "grid" in normanno, il cui senso sarebbe "impastare con un rullo di legno", a cui è stato aggiunto il suffisso "oche" ad indicare il risultato dell'azione. Altre ipotesi attribuiscono che la brioche fosse una specialità degli abitanti di <b>St-Brieuc</b> (briochini).</p><p style="text-align: left;">La ricetta della brioche di base è fondamentalmente la stessa e simile tra le varie versioni; gli ingredienti sostanzialmente sono uova, burro, farina e zucchero. Però, come spesso succede, la ricetta base può venire modificata e adattata, in questo caso, dalle varie regioni della Francia per sfornare la "loro" brioche.</p><p style="text-align: left;">Questo piccolo preambolo solo per arrivare a fare un'introduzione alla brioche di <b>Nanterre</b>, un comune francese sito nella periferia occidentale di Parigi. Questa brioche si presenta di <b>forma rettangolare</b>. L'impasto viene diviso in otto pezzi uguali, con i quali si formano delle palline che verranno strette e allineate sul fondo di uno stampo imburrato (se di silicone non serve imburrarlo). Durante la cottura saliranno e si attaccheranno tra di loro formando un tutt'uno.</p><p style="text-align: left;">Per realizzare questa ricetta però <span>è importante rispettare alcune </span><b>regole</b><span>:</span></p><p></p><ul style="text-align: left;"><li>il <b>burro</b> deve essere un burro di qualità, per questa ricetta è necessario che sia un burro da panna di centrifuga, con una percentuale di massa grassa almeno dell’82%-83%. È fondamentale, si sente, ed è per questo che non può essere sostituito e deve essere ottimo.</li><li>Per questo impasto, molto ricco di burro, ti consiglio di usare una <b>planetaria</b> (volendo raffreddate il gancio ad uncino nel freezer per un'ora) per lavorarlo. A mano si può impastare, ma sarà molto faticoso, lungo, e soprattutto il burro si scalderà e anche l'impasto.</li><li>La <b>farina</b> deve essere di media forza o forte, per poter reggere la lunga lievitazione.</li></ul><p></p><p style="text-align: left;">Se si seguono queste accortezze si riuscirà ad avere un <b>pan brioche</b><i> </i>filante, leggero come una nuvola e senza dover usare il metodo orientale Hokkaido<i> </i>per cominciare bene la giornata. </p><p style="text-align: left;">Come noterai nella lista degli ingredienti ho indicato il rinfresco dolce per la pasta madre. Nonostante sia stato detto che per la realizzazione si dovrebbe usare solo il lievito di birra, è comunque possibile, con le dovute accortezze, usare anche con la pasta madre. </p><p style="text-align: left;">Prima di scrivere la ricetta ho preparato la brioche di Nanterre sia con la pasta madre che con il lievito di birra e il risultato è stato avere comunque un prodotto soffice come una nuvola che si manterrà per giorni. Se hai la pasta madre segui tutto il procedimento facendo anche il rinfresco dolce, se invece usi il lievito di birra, salta il pezzo della pasta madre e inizia sciogliendo il lievito nel latte.</p><p style="text-align: left;">Per realizzare la brioche<i> </i>ci vorrà solo molta pazienza, tempo da dedicare all'impasto, e partire il giorno prima nella lavorazione... ma come per tutte le cose che richiedono tempo, l'attesa verrà ripagata con una brioche<i> </i>soffice e dai sapori ben equilibrati, delicati e bilanciati.<br /></p><p style="text-align: left;">È deliziosa appena sfornata, ottima sia a <b>colazione</b> che con il <b>tè delle cinque</b>, a merenda. Non necessita di aggiunte, ma se vuoi con un po' di confettura o marmellata è perfetta. </p><p style="text-align: left;"><b style="font-family: ABeeZee;"><br /></b></p><p style="text-align: left;"><b style="font-family: ABeeZee;">Ingredienti</b></p>
<p class="western" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: ABeeZee;"><span style="font-size: small;"><u>Rinfresco
dolce della pasta madre</u></span></span></p>
<p class="western" style="font-weight: normal; text-align: left; text-decoration: none;"></p><ul style="text-align: left;"><li><span style="font-family: ABeeZee;">40 g di
pasta madre rinfrescata e attiva</span></li><li><span style="font-family: ABeeZee;">40 g di
farina frumento forte</span></li><li><span style="font-family: ABeeZee;">40 g di
latte</span></li><li><span style="font-family: ABeeZee;">10 g di
zucchero</span></li></ul><p></p>
<p class="western" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: ABeeZee;"><span style="font-size: small;"><u>Impasto
brioche per due forme</u></span></span></p>
<p class="western" style="font-weight: normal; text-align: left;"></p><ul style="text-align: left;"><li><span style="font-family: ABeeZee;">400
g di farina di frumento forte w 260-300 (500 g se si usa lievito di birra)</span></li><li><span style="font-family: ABeeZee;">120
g di pasta madre dolce (o 12 g di lievito di birra fresco)</span></li><li><span style="font-family: ABeeZee;">30
g di zucchero (60 g per impasto con lievito birra)</span></li><li><span style="font-family: ABeeZee;">6
uova intere (300 g)</span></li><li><span style="font-family: ABeeZee;">240
g di burro morbido</span></li><li><span style="font-family: ABeeZee;">1
cucchiaino di sale</span></li><li><span style="font-family: ABeeZee;">60
g di latte</span></li><li><span style="font-family: ABeeZee;">tuorlo,
latte e ½ cucchiaino di zucchero a velo per spennellare
(facoltativo)</span></li></ul><p></p><p class="western" style="text-align: left;"><span style="font-family: ABeeZee;"><b>Preparazione</b></span></p>
<p class="western" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: ABeeZee;"><span style="font-size: small;">Per
prima cosa prepara la pasta madre dolce: rinfresca la pasta madre attiva (quindi con già un rinfresco) con latte, zucchero e farina.
Lavora e metti a lievitare.</span></span></p>
<p class="western" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: ABeeZee;"><span style="font-size: small;">Nella
planetaria metti la pasta madre dolce e il latte e aziona la macchina
con il gancio K. </span></span></p><p class="western" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: ABeeZee;"><span style="font-size: small;">Se usi il lievito di birra scioglilo prima nel latte.</span></span></p><p class="western" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: ABeeZee;"><span style="font-size: small;">Aggiungi la farina e lo zucchero. Quando è tutto ben
amalgamato inserisci le uova, uno alla volta, lascia assorbire ogni
uovo prima di aggiungerne un altro. Continua ad impastare finché non
si stacca dalle pareti, sempre a media velocità.</span></span></p>
<p class="western" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: ABeeZee;"><span style="font-size: small;">Ora
metti il burro un po’ alla volta, fai assorbire prima di
metterne altro.</span></span></p>
<p class="western" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: ABeeZee;"><span style="font-size: small;">Infine
aggiungi il sale. </span></span></p><p class="western" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: ABeeZee;"><span style="font-size: small;">Ora cambia il gancio, metti l’uncino e lavora ancora 10 minuti per far incordare bene l’impasto: deve risultare
lucido ed elastico e staccarsi dalle pareti.</span></span></p>
<p class="western" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: ABeeZee;"><span style="font-size: small;">Togli la pasta dalla planetaria, fai un giro di pieghe e mettila a
lievitare in ciotola, coperta con pellicola, per un’ora. Poi
trasferisci in frigorifero e lascia riposare per 8 ore.</span></span></p>
<p class="western" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: ABeeZee;"><span style="font-size: small;">Riporta l’impasto a temperatura ambiente, fallo lievitare fino al raddoppio
del volume, circa un paio di ore. Poi sgonfialo e dividilo in 9 pezzi tutti uguali, forma delle palline e disponile, con la chiusura sotto, su due file in uno stampo rettangolare foderato o imburrato. Copri con pellicola alimentare e fai lievitare per un'altra ora. </span></span></p>
<p class="western" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: ABeeZee;"><span style="font-size: small;">Intanto preriscalda il forno in modalità statica a 180° C. </span></span>
</p>
<p class="western" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: ABeeZee;"><span style="font-size: small;">Se ti piace, spennella la superficie dell’impasto lievitato con un
tuorlo e un cucchiaio di latte sbattuti, volendo anche con ½
cucchiaio di zucchero a velo.</span></span></p>
<p class="western" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: ABeeZee;"><span style="font-size: small;">Cuoci a 175° C per 30-40 minuti, prima di sfornare controlla sempre la cottura e se
serve allunga i tempi di 10 minuti.</span></span></p>
<p class="western" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: ABeeZee;"><span style="font-size: small;">Quando
pronta, sforna, fai riposare qualche minuto nello stampo, poi sformalo e lascialo raffreddare…</span></span></p>
<p class="western" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: ABeeZee;"><span style="font-size: small;">Per
conservare la brioche puoi tagliarla a fette, o a pezzi, e congelarla. Potrai poi scongelarla e scaldarla (magari al microonde con la funzione defrost) così da averla sempre soffice e profumate come appena sfornata. A proposito sono ottime anche tostate. </span></span></p>
Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-71203424843246945632023-04-28T11:30:00.007+02:002023-06-10T08:53:32.769+02:00Pane Portmanteau di Lewis Carrol<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAeAcif0QFTWzWhT_Akd6TYkoBT3ykSZC1Jw6Or3yo3ce6Aer1gSrdc3b6MFPv1JgLWowAkvDA71sDQCa_jgOMfo4hyNT1R7uOZ0HiJLsBUwhzYYb-JR0kgr31OqccQOTxsGXvO773TML2cqYlcmp3I9Ws53wLUCsFO582ol1ea6_pdOEUrXK3rRegAg/s4592/pane-portmanteau-3.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="pane portmandeau di Carroll" border="0" data-original-height="3448" data-original-width="4592" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAeAcif0QFTWzWhT_Akd6TYkoBT3ykSZC1Jw6Or3yo3ce6Aer1gSrdc3b6MFPv1JgLWowAkvDA71sDQCa_jgOMfo4hyNT1R7uOZ0HiJLsBUwhzYYb-JR0kgr31OqccQOTxsGXvO773TML2cqYlcmp3I9Ws53wLUCsFO582ol1ea6_pdOEUrXK3rRegAg/w400-h300/pane-portmanteau-3.jpg" title="pane portmandeau di Carroll" width="400" /></a></div><p><br /></p><p>Il <b>pane Portmanteau</b> si trova in <b>Alice attraverso lo Specchio</b> di Lewis Carroll. <br /></p><p>Il nome di questo pane si deve alle "parole portmandeau" quelle che <b>Lewis Carroll</b> amava creare unendo e mettendo insieme due o più parole diverse.</p><p>La ricetta si trova nel libro di Cristina Caneva, "<b>La tavola delle meraviglie. In cucina con Alice</b>", <b>Il Leone Verde Edizioni</b>, 2008. Fa parte della collana gastronomica "Leggere è un gusto! percorsi tra cucina, letteratura e...", di cui ho fatto un'altra recensione sul sito di <a href="https://www.aifb.it/cultura-enogastronomica-italiana/libri-tema-cucina/la-tavola-delle-meraviglie-in-cucina-con-alice/" target="_blank">AIFB</a>.</p><p>Il libro di <b>Cristina Caneva</b> è assolutamente affascinante, l'autrice docente di lingua e letteratura inglese e appassionata della cucina anglosassone (secondo lei non tenuta nell'adeguata considerazione nel mondo gastronomico), fa un'analisi approfondita dei testi di "<b>Alice nel Paese delle Meraviglie"</b> e "<b>Alice Attraverso lo Specchio"</b>. L'autrice evidenzia i temi cari a Lewis Carroll, a partire dal gioco linguistico del suo pseudonimo, i giochi di parole e logici, il mondo alla rovescia, la legge del ribaltamento e dell'inversione, i giochi (la <b>corsa Caucus</b>, le carte e gli scacchi) e le regole, il linguaggio particolare, le rime le assonanze e le <b>parole portmandeau</b> o parole-baule (vera invenzione carrolliana). </p><p>Cristina Caneva fa riflettere anche sulla difficoltà nel tradurre i testi di Carroll che sono "ricchi di neologismi, assonanze e giochi di parole da risultare difficilmente riproducibili in altre lingue". Ma anche per gli studiosi, infatti Carroll inserisce nei testi delle filastrocche e ballate neologismi derivanti da parole inglesi arcaiche e obsolete. </p><p>Nella narrativa di Carroll, inoltre, un significato e posto importante è dato al <b>cibo</b>, infatti si parla di cibo in ogni pagina dei due libri di Alice, è sempre presente. Il cibo è “descritto o evocato, consumato o solo desiderato, costituisce una sorta di ritornello, di trama nascosta nell’opera di Carroll, dove ricorre continuamente, anche attraverso disquisizioni, storielle e filastrocche".</p><p>Il cibo ricopre nella fiaba una <b>funzione rituale</b>, e ha un valore molto più complesso e profondo del semplice sostentamento: il cibo appaga i sensi, ma anche la mente e la fantasia. Di questo Carroll e lo ritroviamo in molti suoi scritti, ma è stato anche il tema di una sua conferenza "<b>Nutrire la mente</b>".</p><p>Ma il cibo è anche <b>un'avventura</b>, tutte le volte, non sai mai cosa accadrà, ha un <b>valore ambivalente</b>, è dotato di <b>poteri magici</b> e ha un lato <b>minaccioso</b> (chi mangia può a sua volta venire mangiato). Nella bizzarra logica del Mondo delle Meraviglie, si può azzardare un <b>sillogismo</b> (tanto caro a Carroll) per capire il modello secondo cui tutto quello che entra in contatto con il cibo diventa a sua volta cibo (vedi ad esempio l'orologio che viene spalmato di burro, il burro si spalma sul pane, l'orologio è pane). Aggiungiamo il <b>nonsense</b> e il t<b>ema delle metamorfosi</b>: come gli oggetti e i personaggi possono diventare cibo, allo stesso modo il cibo può diventare un personaggio, in una sorta di <b>circolarità</b>.</p><p>Il filosofo tedesco <b>Ludwig Feuerbach</b> sosteneva che "l'uomo è ciò che mangia", e anche in Alice assistiamo al cibo che influenza carattere e umore dei personaggi. Il cibo poi può essere <b>consolatorio</b> (il comfort food), dare appagamento, ma può anche essere un <b>premio</b> o un <b>pericolo</b> (quello di restare soffocati), o una <b>minaccia</b>, o <b>terapeutico</b>. In questi molti sensi del cibo dobbiamo ancora ricordare che può essere <b>ristoratore</b> e rinnovare le forze, oppure essere una <b>tortura</b> come quando il Tempo, in Alice attraverso lo Specchio, blocca il rito del tè in un ciclo infinito.</p><p>E a tal proposito possiamo notare come sia i<b>l rito del tè a scandire il tempo in modo non lineare ma circolare e ripetitivo</b>. Pare che Carroll amasse il tè e se lo preparava da solo seguendo procedure particolari (a modo suo). L'importanza di questa bevanda per Carroll e per tutti gli inglesi, spinge l'autrice a dedicargli delle pagine. </p><p>C'è da dire che in Alice il cibo non è mai un vero e proprio pasto, ma non più degli <b>spuntini</b>, e a volte se ne parla solamente.</p><h4 style="text-align: left;">La ricetta: il Pane Portmamteau</h4><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5xd90atoy7xctv2TRgDTMXKgDvLZKCb7PgV96LRDfi_0HMppH09qfF3w2Fo8EpqJbblBUJ_ey_Nfxah1pb5LTXZD84RbP5c0LBEonVy0Wh3In3FpGHnW40wvKAcZ3riJHBeekSrcEGtOncJeJ7HbqS9ud6lzJ7knbfPS6bxXHhgmIuZ7jJkBMSwX0mA/s1200/pane-portmandeau-4_Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="pagnotta portmandeau di Carroll" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1138" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5xd90atoy7xctv2TRgDTMXKgDvLZKCb7PgV96LRDfi_0HMppH09qfF3w2Fo8EpqJbblBUJ_ey_Nfxah1pb5LTXZD84RbP5c0LBEonVy0Wh3In3FpGHnW40wvKAcZ3riJHBeekSrcEGtOncJeJ7HbqS9ud6lzJ7knbfPS6bxXHhgmIuZ7jJkBMSwX0mA/w379-h400/pane-portmandeau-4_Gabriella-Comini.jpg" title="pagnotta portmandeau di Carroll" width="379" /></a></div><br /><div><br /></div><p style="text-align: left;">Questo pane si chiama proprio come l'invenzione linguistica di Lewis Carroll delle parole portmanteau, infatti è allo stesso tempo un pane bianco e un pane nero. Cristina Caneva dice che si ispira al capitolo di "Alice attraverso lo Specchio" ("Il Leone e l'Unicorno") in cui vengono distribuiti questi due tipi di pane.</p><p style="text-align: left;">Per correttezza ti trascrivo la ricetta presente sul libro, anche se io ho ridotto di 1/3 le dosi indicate e al posto del lievito di birra secco ho usato quello fresco. Sulla superficie del pane, prima di infornarlo, ho inciso una spirale, a ricordare la circolarità infinita che caratterizza i libri di Alice.</p><p style="text-align: left;"><b>Ingredienti</b></p><p style="text-align: left;"></p><ul style="text-align: left;"><li>1 kg e 1/2 di farina bianca (per pane)</li><li>500 g di farina integrale</li><li>60 g di burro</li><li>15 g di lievito secco</li><li>15 g di sale</li><li>1 litro e 1/5 di acqua</li></ul><p></p><p style="text-align: left;"><b>Preparazione</b></p><p style="text-align: left;">Sciogli il lievito con un po' d'acqua. Versa la farina e il sale in una grossa terrina e mescolale. Fai un foro al centro (una fontana) e versa il composto con il lievito e inizia a lavorare.</p><p style="text-align: left;">Fai sciogliere il burro e aggiungilo alla farina.</p><p style="text-align: left;">Versa l'acqua poco alla volta amalgamando bene gli ingredienti con le dita. Continua a lavorare la pasta con le mani per 15-20 minuti, finché non risulta elastica e consistente come creta. Copri la terrina con un canovaccio umido e mettila in un luogo caldo per la lievitazione. Dovrebbero bastare due ore per farla raddoppiare. Altrimenti puoi lasciarla lievitare durante la notte.</p><p style="text-align: left;">Quando è gonfia impastala ancora delicatamente e dividila in 4 parti. Metti la pagnotte negli stampi per il pane ben oliati, o riponili, nella forma desiderata, su una teglia unta d'olio. Lascia lievitare in un luogo caldo per 45-60 minuti. Preriscalda il forno a 230° C. Inforna lasciando cuocere per circa 45 minuti.</p><p style="text-align: left;"><br /></p><p style="text-align: left;"><b>Consiglio del Bianconiglio</b>: servi a fette imburrate e spalmate con la Oxford Marmellate (presente nel libro)</p><p style="text-align: left;"><br /></p><div><br /></div>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-86955945505241808812023-04-23T12:16:00.005+02:002023-06-10T08:58:08.973+02:00Sandwich al cetriolo per l'ora del tè<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-lvEpQE6yisfUhAjsggVZWsmaNdd_dIc4ZuCUm4BLl2uFgEDIwEzB9ptowomAbklnhpft1g90qsEKf-R1Yydb1U4Kd-yd-iaoy31aRr_H6wb8jEYwdn-oz2M8txsUoN-CcbVMctyVSgVvpoAQJ4D8PyCIJn1Bk6hN12kB2Xwl-Ev_sREOFw29s4bdsQ/s1200/sandwich-al-cetriolo_-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="sandwich al cetriolo con pane alla curcuma" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="960" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-lvEpQE6yisfUhAjsggVZWsmaNdd_dIc4ZuCUm4BLl2uFgEDIwEzB9ptowomAbklnhpft1g90qsEKf-R1Yydb1U4Kd-yd-iaoy31aRr_H6wb8jEYwdn-oz2M8txsUoN-CcbVMctyVSgVvpoAQJ4D8PyCIJn1Bk6hN12kB2Xwl-Ev_sREOFw29s4bdsQ/w320-h400/sandwich-al-cetriolo_-Gabriella-Comini.jpg" title="sandwich al cetriolo con pane alla curcuma" width="320" /></a></div><br /><b><br /></b><p></p><p><b>Sandwich al cetriolo</b> con pane bauletto o cassetta alla curcuma, un buon tè caldo fumante e un libro, quello che moltissimi anni fa mi fece conoscere la cucina inglese con usi e costumi. Non è un libro di cucina ma un romanzo umoristico inglese di <b>P.G. Wodehouse</b>.</p><p>Ricorre oggi la <b>giornata mondiale del libro e del diritto d'autore</b>, io e le mie amiche, Gioia e Gabriella, abbiamo pensato di celebrarla a modo nostro, da appassionate di libri e cucina nella nostra rubrica <b>#frameofbreak</b>.</p><p>Gioia Barbieri ripercorre il testo di Pellegrino Artusi, e nel mentre prepara e mangia la <a href="https://www.nonsolodoppiozero.com/2023/04/21/torta-di-noci-di-pellegrino-artusi/" target="_blank">torta di noci</a> del celebre gastronomo e scrittore.</p><p>Gabriella Rizzo si lascia coinvolgere dalla Signorina Euforbia, protagonista del libro "La signorina Euforbia" proprietaria di una pasticceria che fa solo pasticcini su misura, e ci delizia con una <a href="https://www.homeworkandmuffin.it/?p=3394&preview=true" target="_blank">mousse alle cinque spezia</a>.</p><p>La <b>cucina</b> è innegabilmente parte integrante della vita e cultura di ogni individuo, tanto da trovare spazio anche all'interno della letteratura e nelle altri arti.</p><p>A questo proposito vorrei far riflettere su coloro che scrivono di cucina che non scrivono solo ricette ma <b>raccontano storie attraverso il cibo</b> evocando ricordi e sentimenti.</p><p>Proprio a questo proposito, nella giornata mondiale del libro, un libro può ispirare una ricetta, ed eccomi a raccontare di un autore che ho molto amato e che per anni mi ha accompagnato e solleticato il palato con le descrizioni dei piatti della cucina inglese aristocratica, e della "merenda" delle cinque con l'ora del tè. Sto parlando di <b>P.G. Wodehouse</b>, scrittore e umorista inglese del XX secolo, scrisse molti libri, alcuni che possono essere definiti delle serie in quanto ritroviamo dei personaggi a lui cari, le trame complicate e linguaggio sofisticato. Recentemente ho scoperto che tra le sue numerose opere Wodehouse ha scritto anche testi di canzoni, una commedia musicale e delle raccolte di racconti.</p><p>L'ho scoperto iniziando a leggere la serie di romanzi del filone del <b>Castello di Blandings</b>, ma Wodehouse aveva già introdotto i personaggi e il luogo che lo accompagnerà per molti scritti, nei precedenti romanzi. Ovviamente i testi, le trame e l'umorismo di Wodehouse nel descrivere i personaggi e le situazioni mi hanno conquistato tanto che nella mia libreria ho una bella raccolta di suoi libri, e non li ho ancora tutti perché ne ha scritti davvero tanti. </p><p>Un altro filone è quello dedicato a <b>Jeeves</b>. Qui il protagonista è il maggiordomo che immancabilmente riesce a risolvere le ingarbugliate situazioni in cui <b>Bertie Wooster</b> e i suoi amici si ritrovano.</p><p>Ma sarebbe davvero un elenco lunghissimo se dovessi riportare tutta la bibliografia di Wodehouse.</p><p>Quello che accomuna tutti i libri di Wodehouse sono le trame che si somigliano e sono quasi tutti ambientati nella prima metà del Novecento. I personaggi appartengono all'<b>aristocrazia inglese</b>, dalla psicologia elementare e comportamenti ripetitivi, a modo loro semplici e con una propensione fondamentale verso la futilità. Lo <b>schema narrativo</b> è dettagliato, ma quello che è interessante è il funzionamento della macchina narrativa: il meccanismo del riso. La <b>tecnica umoristica</b> di Wodehouse si basa sulla ripetizione e sull'addensamento delle situazioni e personaggi che si accavallano nell'intreccio narrativo. A risolvere le situazioni arrivano sempre degli "<b>aiutanti</b>" esterni, di solito maggiordomi, segretari o amici. Il <b>ritmo</b> è in crescendo fino alla soluzione, di solito l'happy end finale. Anche se i personaggi e le trame si somigliano quando si inizia a leggere uno dei suoi romanzi, e sappiamo, o intuiamo, già come finirà, non conosciamo però cosa succede in mezzo. Ecco proprio lo <b>svilupparsi</b> della trama è la differenza dove piano piano si sistemano tutti i pezzi, con un ritmo crescente dei colpi di scena, puntuali e precisi, un uso della lingua inglese sofisticato e particolare (attento anche ai suoni linguistici) e una magistrale struttura ironica. In tutto questo impossibile non trovarsi coinvolti nella lettura.</p><p>Ma nella costruzione dei suoi romanzi Wodehouse non dimentica di descriverci con dovizia di particolarità le <b>situazioni conviviali</b>, riti, usi e costumi enogastronomici dei suoi personaggi e la loro società.</p><p>Proprio grazie a queste particolari descrizioni, molti anni fa, lessi dei <b>sandwich al cetriolo</b> serviti durante l'ora del tè. Per anni mi sono chiesta come potessero essere questi sandwich, per me cresciuta con il tè e un accompagnamento dolce, un biscotto, una madeleine. Tutto questo fino a poco tempo fa, quando finalmente ho trovato un autentico locale inglese nella sabauda Torino e mi sono regalata il tè all'inglese. Mi sono ritrovata in un autentico rito del tè delle cinque di quelli aristocratici di cui avevo tante volte letto. Il tè accompagnato da preparazioni dolci e salate ed anche un flûte di bollicine.</p><p>Ammetto che dopo tutte quelle bontà non ho fatto cena, comunque ho scoperto che i sandwich al cetriolo mi piacciono moltissimo.</p><h4 style="text-align: left;">La ricetta</h4><p>Così eccomi oggi a prepararmi dei <b>sandwich al cetriolo</b> con la variante del <b>pane alla curcuma</b>. Solitamente la crosta del pane andrebbe tolta, ma io l'ho lasciata, era la mia pausa letteraria con il tè, e il pane è talmente soffice che non dava assolutamente fastidio. Ma se stai organizzando un elegante tè all'inglese la crosta del sandwich ti consiglio di eliminare. </p><p>Naturalmente la curcuma puoi anche non usarla se non ti piace, non cambierà il risultato finale del classico pane che viene usato anche per fare i club sandwich.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhngpqXHMHPaTz0NSF6tOFBzi_4qDvxdoyUxJR2NgApChErm1yE3gJ-SZREEcNSgEq6hTLwH1MBpVTNOc36NXQeNHv9E2H6TKxiuys09tdmhodw53f-MYS0IWljpEsEBopXP-NS_1ie-WG5RkygJ68FYSE9gwhGpl4drRm4_2K5VSCscvP2D3x_LxSLGg/s1200/pan-bauletto-alla-curcuma_-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="pan bauletto alla curcuma" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="925" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhngpqXHMHPaTz0NSF6tOFBzi_4qDvxdoyUxJR2NgApChErm1yE3gJ-SZREEcNSgEq6hTLwH1MBpVTNOc36NXQeNHv9E2H6TKxiuys09tdmhodw53f-MYS0IWljpEsEBopXP-NS_1ie-WG5RkygJ68FYSE9gwhGpl4drRm4_2K5VSCscvP2D3x_LxSLGg/w309-h400/pan-bauletto-alla-curcuma_-Gabriella-Comini.jpg" title="pan bauletto alla curcuma" width="309" /></a></div><br /><p><br /></p><p style="text-align: left;"><b>Ingredienti</b></p><p style="text-align: left;"></p><ul style="text-align: left;"><li>430 g di farina forte per pane</li><li>230-250 g di acqua</li><li>40 g di burro</li><li>3 g di lievito di birra fresco</li><li>1/2 o 1 cucchiaino di curcuma</li><li>1 cucchiaino di miele (o zucchero)</li><li>1 cucchiaino di sale</li><li>1 cetriolo</li><li>burro morbido o formaggio spalmabile</li></ul><p></p><p><b>Procedimento</b></p><p>Sciogli il lievito di birra nell'acqua con un cucchiaino di zucchero o miele.</p><p>Puoi lavorare a mano iniziando a impastare in una ciotola capiente o con la planetaria con il gancio ad uncino.</p><p>Mescola la farina con la curcuma e il sale, lentamente versa l'acqua con il lievito e inizia lavorare l'impasto. Appena la farina avrà assorbito l'acqua aggiungi il burro morbido a pezzetti, uno alla volta, aspetta che il primo venga inglobato prima di unire il successivo. Continua. a lavorare l'impasto finché non sarà ben incordato ed elastico. Ora procedi a fare un giro di pieghe e poi sistema la pasta in ciotola, copri con pellicola alimentare e lascia lievitare fino al raddoppio.</p><p>Quando l'impasto sarà lievitato spostalo su un piano di lavoro e schiaccialo un po' per dare una forma ovale. Ora ripiega verso il centro l'estremità destra dell'ovale, poi l'estremità sinistra sempre verso il centro, premi leggermente per sigillare l'impasto. Ora dovrei avere una forma più o meno rettangolare. A questo punto puoi iniziare a dare all'impasto la forma di una pagnotta di pan carrè: tira e ripiega l'estremità superiore del rettangolo di un terzo verso il centro, premendola nell'impasto. Gira l'impasto di 180° e prendi l'estremità superiore, tira e ripiega verso il centro e premi nell'impasto. Continua un questo modo fino ad avere un panetto regolare e leggermente piatto lungo più o meno le dimensioni dello stampo. Sistema l'impasto nello stampo con la chiusura verso il basso. Copri con pellicola alimentare e lascia lievitare fino al raddoppio del volume.</p><p>Preriscalda il forno a 250° C statico (per riscaldarlo puoi usare anche la funzione ventilato e poi lo riporti a statico). Appena il pane ha completato la sua lievitazione, elimina la pellicola e sistemalo a metà nel forno già caldo. Metti sul fondo un pentolino con l'acqua e abbassa la temperatura a 200° C. Cuoci per circa 30-35 minuti o finché non è dorato. Per controllare se il pane è cotto, toglilo dallo stampo e dai un colpetto sul fondo: dovrebbe suonare vuoto. Se non è pronto rimettilo in forno e continua la cottura per qualche altro minuto. Se è pronto, invece, mettilo a raffreddare su una griglia.</p><p>Ora prepara il cetriolo, puliscilo, se non ti piace la buccia eliminala con un pelapatate. Ora affetta il cetriolo con il pelapatate, salalo leggermente e mettilo a scolare.</p><p>Quando il pane è ben freddo taglialo a fette, spalma del burro morbido o del formaggio spalmabile su entrambe le fette, sistema delle fette di cetriolo, elimina la crosta se vuoi un vero British tea style, poi taglia il sandwich a metà creando o due triangoli o due rettangoli. Sistema su un piatto e servili insieme al tè. </p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-90270844181091081402023-04-20T10:30:00.014+02:002023-06-10T11:32:11.830+02:00Fluffy Kasetura o Castella cake<h4 style="text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4Ar5xPOWAqk3Rt_wTxTN6XF_38w9tJN3O-flUsyemqviDlwySd-tzUP8EZa1XKKFCBnyAPjyxaab3SPeJJku5URx0546XoJ0xFD4zUtqPEqDtOU_YzA_phI98wZv0hePvtd_olm4bCW-xwybUQfSarXahMqtV7ZtlTEKteII4RRHt2FXwh0M2-ai3Ug/s2870/kasutera.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Fluffy Kasutera o Castella cake" border="0" data-original-height="2870" data-original-width="2532" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4Ar5xPOWAqk3Rt_wTxTN6XF_38w9tJN3O-flUsyemqviDlwySd-tzUP8EZa1XKKFCBnyAPjyxaab3SPeJJku5URx0546XoJ0xFD4zUtqPEqDtOU_YzA_phI98wZv0hePvtd_olm4bCW-xwybUQfSarXahMqtV7ZtlTEKteII4RRHt2FXwh0M2-ai3Ug/w353-h400/kasutera.jpg" title="Fluffy Kasutera o Castella cake" width="353" /></a></div><br /><span style="font-weight: normal;"><br /></span></h4><p style="text-align: left;"><span style="font-weight: normal;">La </span><b>fluffy Kasetura</b><span style="font-weight: normal;"> o </span><b>Castella cake</b><span style="font-weight: normal;">, è un sofficissimo pan di Spagna giapponese, leggero come una nuvola, delicato in bocca come una mousse.</span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span><span style="font-weight: normal;">Questa torta è stata portata in Giappone nel XVI secolo dai mercanti portoghesi, e ora è una specialità della regione di Nagasaki.</span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span><span style="font-weight: normal;">Qui in versione </span><b>naked cake</b><span style="font-weight: normal;"> con panna e fragole (era una </span><b>torta di compleanno</b><span style="font-weight: normal;">). Semplice, ma assolutamente deliziosa e fresca, poco dolce, tanto da lasciare la voglia di volerne ancora.</span></p><h4 style="text-align: left;">Ingredienti</h4><p style="text-align: left;"></p><ul style="text-align: left;"><li>7 uova medie</li><li>140 g di farina per dolci</li><li>170 g di latte</li><li>140 g di zucchero semolato</li><li>85 g di olio di semi (io di girasole spremitura a freddo)</li><li>buccia di 1 limone grattugiata (o arancia o vaniglia)</li></ul><p></p><p>Per completare</p><p style="text-align: left;"></p><ul style="text-align: left;"><li>500 g di fragole</li><li>200 g di panna fresca da montare</li><li>1 cucchiaio di zucchero a velo vanigliato</li></ul><p></p><p><b>Procedimento</b> </p><p>Dividi i tuorli dagli albumi.</p><p>Monta i tuorli con lo zucchero, aggiungi la buccia grattugiata del limone (o l'aroma che preferisci).</p><p>Versa a filo l'olio tiepido mentre continui ad amalgamare con la frusta, poi il latte. Infine aggiungi la farina, mescola bene per creare una pastella liscia.</p><p>Monta a neve gli albumi.</p><p>Ora in tre volte, incorpora gli albumi montati all'impasto, mescolando con una frusta. Gli albumi si smonteranno, ma è giusto così: l'impasto deve essere simile a una mousse.</p><p>Rivesti uno stampo da 20 cm con carta forno (di solito si usa uno stampo quadrato, io ho preferito il rotondo).</p><p>Versa l'impasto nella tortiera, se a cerniera rivesti l'esterno con l'alluminio alimentare.</p><p>Passa uno stecchino nell'impasto della torta, con un movimento a zig zag per eliminare le bolle d'aria (io ho sbattuto lo stampo sul tavolo).</p><p>Ora metti lo stampo in un bagnomaria caldo a 40° C, il livello del bagnomaria deve essere di 2 cm di altezza.</p><p>Cuoci in forno preriscaldato statico a 160° C per 20 minuti, poi abbassa a 125° C per i restanti 40-50 minuti (anche 60 dipende dal forno).</p><p>Quando la torta sarà pronta (io faccio sempre la prova stecchino per sicurezza), sfornala e toglila dal bagnomaria.</p><p>Lasciala riposare nello stampo e dopo 15-20 minuti, delicatamente estraila dalla tortiera.</p><p>La torta è buonissima tiepida, da sola o accompagnata con della panna. Puoi servirla insieme a un tè o un caffè.</p><p>In frigo si conserva fino a 5 giorni, nel freezer fino a un mese.</p><p>Una volta estratta dallo stampo, se vuoi usarla come base da tagliare a strati, lasciala raffreddare completamente. Io l'ho fatta il giorno prima.</p><p>Taglia la torta in due o tre strati. </p><p>Monta la panna con un cucchiaio di zucchero a velo. Pulisci le fragole, tieni da parte quelle più piccole e belle da usare per decorare e taglia le altre.</p><p>Ora sistema il primo strato di pan di Spagna su un piatto da portata, spalma la panna montata e distribuisci una parte di fragole tagliate. </p><p>Sopra sistema il secondo strato di pan di Spagna, di nuovo panna e il resto delle fragole tagliate. Metti l'ultimo strato di pan di Spagna, ricopri con la pannava superficie e anche i lati del dolce. </p><p>Passa una spatola sui lati per eliminare della panna e dare l'effetto naked cake, in cui si intravede la torta. </p><p>Sistema le fragole sulla superficie e servi il dolce.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><p><br /></p>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8547434643454951165.post-74202571833474455082023-04-06T15:43:00.002+02:002023-06-10T11:33:54.762+02:00Hot Cross Buns<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBnT_vLQIyUPIhzH7XBg4oXKIB1iOyr3imXQfPFL8OI6h-wth03jG8XLyROyK9C_vm9Wk_xfIMPnxmhR02m9mSp_MvOZxajtg93XKwljeIMxHGkERz7365rNvQICkMJ6lvCC366tpMEQD0eHqSEmTW2Og2uivudZEbYWCupIlPSzasuAdkDRIeEtQkYg/s4592/hot-cross-buns-3.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="hot cross buns" border="0" data-original-height="3448" data-original-width="4592" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBnT_vLQIyUPIhzH7XBg4oXKIB1iOyr3imXQfPFL8OI6h-wth03jG8XLyROyK9C_vm9Wk_xfIMPnxmhR02m9mSp_MvOZxajtg93XKwljeIMxHGkERz7365rNvQICkMJ6lvCC366tpMEQD0eHqSEmTW2Og2uivudZEbYWCupIlPSzasuAdkDRIeEtQkYg/w400-h300/hot-cross-buns-3.jpg" title="hot cross buns" width="400" /></a></div><br /><div><br /></div>Gli <b>Hot Cross Buns</b>, letteralmente panini con la croce, sono dei panini dolci speziati e arricchiti con uvetta (a volte anche con canditi), sulla cui superficie fa mostra di sé una glassa che forma una croce. Sono deliziosi, soffici, e carini, si dice che portino fortuna e salute a chi li mangia.<div><br /><div>Vengono preparati nei paesi anglosassoni nel periodo di <b>Pasqua</b>, più precisamente preparati e mangiati il venerdì santo, sono attesi dai bambini inglesi come <b>simbolo</b> pasquale.<div><br /></div><div>La <b>croce</b> sui panini ha origine dal rito pagano dei Sassoni che festeggiavano la fine dell'inverno, era il simbolo delle quattro fasi lunari, poi con il cattolicesimo assunse il significato della crocifissione di Cristo. Infatti i panini si preparano il <b>venerdì santo</b>, finita la quaresima (dove molti ingredienti erano vietati), magari facendosi aiutare dai bambini, che durante l'attesa della lievitazione raccontano poesie e filastrocche.</div><div>La più antica, ma sembra anche la più nota pare sia questa:</div><div></div><blockquote><div>Hot cross buns, hot cross buns,</div><div>One a penny, two a penny,</div><div>Hot cross buns,</div><div>If you have no daughters,</div><div>give them to your sons</div><div>One a penny, two a penny,</div><div>Hot cross buns</div><div>But if you ave none of these little elves</div><div>Then you may eat them all yourselves! </div></blockquote><p>Le <b>leggende</b> legate alle più antiche tradizioni inglesi riguardanti questi panini dolci raccontano che i panini, dopo la cottura, venivano appesi al soffitto con un filo in segno di <b>portafortuna</b>. Narrano anche che se preparati il venerdì santo i panini non ammuffiscono e possono restare appesi tutto l'anno per essere donati ad ogni nuovo ospite della casa. Se un malato ne mangia un pezzo lo aiuta a riprendersi. Inoltre se portati a bordo di una nave che deve fare un viaggio per mare, la <b>proteggono</b> dai naufragi. Ancora se appesi in cucina proteggono la casa dagli incendi. La storia dice anche che chi divide un buns e lo mangia insieme resterà amico per sempre.</p><p>Insomma questi panini, la cui ricetta originale pare che risalga al XII secolo, sono davvero portentosi e speciali, tanto che divennero popolari in Inghilterra nel XVII secolo, quando erano particolarmente di moda i ricchi impasti lievitati. Più che all'ora del tè sono solitamente consumati a colazione. Si possono mangiare così come escono dal forno oppure tagliarli e farcirli con un po' di burro e marmellata o confettura, in vero British style, accompagnandoli con un tè.</p><p>Gli hot cross buns sono una presenza fissa sulle tavole di <b>Downton Abbey</b>, e in diverse scene è possibile vederli mentre si raffreddano nella cucina della <b>signora Patmore</b>.</p><p>Gli hot cross buns sono una vera golosità e farli una sola volta l'anno è troppo poco.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3r3XkNL3i-9rxNtqEL4WjvZZQYKlVhIQWWFIiaQPWZzFMb0GKnezpW2OfdtfdH3puI3QZhsrErC-N9UOvdVr_jM_BPx9Pt7lIEloZzwQg4jx3xRni6zNFv0EP7eq7L6ZpK2-HUlAbAHSqm-w1X--XMjDGQPeOdSZ2mY1yF6ty-guL1J2lixQAdRO8CQ/s1200/hot-cross-buns-teglia2-ph-Gabriella-Comini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="hot cross buns" border="0" data-original-height="901" data-original-width="1200" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3r3XkNL3i-9rxNtqEL4WjvZZQYKlVhIQWWFIiaQPWZzFMb0GKnezpW2OfdtfdH3puI3QZhsrErC-N9UOvdVr_jM_BPx9Pt7lIEloZzwQg4jx3xRni6zNFv0EP7eq7L6ZpK2-HUlAbAHSqm-w1X--XMjDGQPeOdSZ2mY1yF6ty-guL1J2lixQAdRO8CQ/w400-h300/hot-cross-buns-teglia2-ph-Gabriella-Comini.jpg" title="hot cross buns" width="400" /></a></div><h4 style="text-align: left;">Ingredienti</h4><p><u>Per l'impasto</u></p><p style="text-align: left;"></p><ul style="text-align: left;"><li>500 g di farina 0 (W260-280, proteine 12,50%)</li><li>200 g di latte </li><li>100 g di acqua</li><li>100 g uvetta</li><li>60 g di burro</li><li>50 g di zucchero semolato</li><li>10 g di lievito di birra fresco</li><li>1 uovo</li><li>1 cucchiaino di spezie miste (cannella, noce moscata, zenzero)</li><li>buccia di un'arancia grattugiata</li><li>buccia di un limone grattugiato</li><li>1 cucchiaino di sale</li><li>tè nero delicato</li></ul><p></p><p><u>Per la glassa e le croci</u></p><p style="text-align: left;"></p><ul style="text-align: left;"><li>4 cucchiai di farina</li><li>1 cucchiaio di zucchero</li><li>50-60 g di acqua</li><li>1 cucchiaio di confettura o gelatina di albicocche </li><li>1/2 cucchiaio d'acqua</li></ul><p></p><p style="text-align: left;"><b>Procedimento</b></p><p style="text-align: left;">Inizia mettendo l'uvetta in ammollo nel tè nero per farla rinvenire.</p><p style="text-align: left;">Scalda l'acqua, unisci il latte e scioglici il lievito, metti da parte per far riposare.</p><p style="text-align: left;">Nel boccale della planetaria metti la farina con lo zucchero, inizia a mescolare con il gancio ad uncino e gradualmente versa il latte con il lievito sciolto. </p><p style="text-align: left;">Appena i liquidi saranno assorbiti aggiungi l'uovo leggermente sbattuto, e poi il burro un pezzetto alla volta. </p><p style="text-align: left;">Infine metti il sale e le bucce grattugiate degli agrumi. </p><p style="text-align: left;">Continua a lavorare l'impasto fino a quando non sarà ben incordato ed elastico. </p><p style="text-align: left;">Ora procedi a fare un giro di pieghe e dopo sistemalo in una ciotola copri con pellicola alimentare e metti a lievitare fino al raddoppio.</p><p style="text-align: left;">Appena l'impasto è lievitato spostalo su un piano di lavoro e allargalo. </p><p style="text-align: left;">Aggiungi ora l'uvetta ammollata e scolata bene, procedi facendo delle pieghe per inglobare l'uvetta nella pasta.</p><p style="text-align: left;">Dividi l'impasto in pezzi tutti uguali, più o meno, procedi a fare delle pieghe e a pirlare, roteare la pasta con il palmo della mano, per dare la forma sferica, formare una pallina. </p><p style="text-align: left;">Rivesti con la carta forno una teglia e metti il panino formato con la chiusura rivolta verso il basso. Quando avrai sistemato tutti i panini corpi con pellicola alimentare e lasciali lievitare finché non saranno gonfi.</p><p style="text-align: left;">Preriscalda il forno in modalità statica a 180° C.</p><p style="text-align: left;">Prepara la pastella per le croci: in una ciotola mescola la farina con lo zucchero e diluisci con l'acqua. Devi ottenere una crema liscia. Metti la pastella in una piccola sac à poche con bocchetta liscia da 2 mm circa, spremila su ogni panino formando una croce prima di infornare.</p><p style="text-align: left;">Cuoci i panini per circa 25 minuti. appena sfornati lucida la superficie con della confettura (o gelatina) di albicocche resa liscia con un po' di acqua.</p><p style="text-align: left;">Metti ora i buns a intiepidire su una griglia per dolci.</p><p style="text-align: left;"><br /></p><div></div></div></div>Gabriella Cominihttp://www.blogger.com/profile/15729771209857517923noreply@blogger.com2