3 agosto 2020

Piccole baguette o filoncini di pane con pasta madre

Piccole baguette o filoncini di pane con pasta madre

baguette

Caldo, temperature insopportabili… e nonostante questo sono riuscita ad accendere il forno per fare il pane, anzi i pani, quelli per casa e quelli da consegnare. Vestita, o meglio svestita, con canotta e pantaloncini, armata di bandana ghiacciata, eccomi all’opera.

Questa volta ho voluto provare a fare delle baguette, baguette “au levain” come precisa Paul Hollywood nel suo libro, spiegando che “levain” è l’altro modo di chiamare la pasta madre. Le baguette fatta con la pasta madre sono ottime di gusto e con una crosta croccante... che soddisfazione realizzarle. La parte più difficile è far mantenere la forma durante la lievitazione.

Non resta che mettersi all’opera.

Ingredienti

  • 300 gr di farina bianca per pane (io ho usato tipo 1 e tipo 0)
  • 150 gr di pasta madre rinfrescata
  • 150-200 ml di acqua tiepida
  • 5 gr scarsi di sale

In una grande ciotola metto la farina a fontana, il sale sul bordo, al centro della fontana la pasta madre rinfrescata. Lentamente impasto con 150 ml di acqua tiepida, mescolo bene con le mani fino ad ottenere una pasta morbida e un po’ grossolana, prelevando tutta la farina dai bordi. Se serve aggiungo altra acqua. Continuo a lavorare l’impasto finché gli ingredienti non saranno tutti ben mescolati, uso anche un raschietto di plastica per pulire le pareti della ciotola. Copro la ciotola e faccio riposare per 10 minuti.

Dopo dieci minuti l’impasto è pronto per essere lavorato: lo lascio nella ciotola, tiro una parte dell’impasto dal lato e lo premo al centro. Giro leggermente la ciotola e ripeto l’operazione con un’altra porzione di impasto. Ripeto per 8 volte. L’intero processo dovrebbe durare circa una decina di secondi e l’impasto dovrebbe iniziare a fare resistenza. Copro la ciotola e faccio riposare per altri 10 minuti, poi ripeto per altre due volte questa lavorazione. Alla terza volta l’impasto dovrebbe essere liscio e setoso. Formo una palla con la pasta, copro e lascio lievitare fino al raddoppio del volume.

baguette

Spolvero con un po’ di farina il piano di lavoro pulito, sgonfio l’impasto e lo trasferisco sul piano infarinato. Divido la pasta in due pezzi di pari peso. Appiattisco delicatamente ogni palla di impasto per formare un ovale. Tiro verso l’esterno le due estremità, poi le ripiego verso il centro, e dovrei ottenere un panetto rettangolare. Ripeto questa operazione con tutti i pezzi di impasto. Copro i panini ottenuti con il lato della chiusura rivolta verso il basso, e faccio riposare. Dopo circa un’oretta procedo a dare la forma di baguette ai panini. Prendo un panino e lo appiattisco leggermente, poi ripiego l’estremità superiore destra verso il centro premendola nell’impasto. Ripeto con l’estremità superiore sinistra e ripeto fino a ottenere un panetto cilindrico. Rotolo l’impasto con le mani sulla superficie, senza fare troppa forza, ma facendo sì che il movimento avanti e indietro allunghi l’impasto, fino ad avere la lunghezza desiderata, lunghezza della teglia. Ripetere con gli altri pezzi di impasto.

Spolvero con la farina un telo, un canovaccio, e lo stendo sulla teglia. Sopra vi adagio le baguette, con il lato della chiusura verso il basso. Tiro un po’ il tessuto tra una baguette e l’altra per tenerle separate. Copro le baguette e faccio lievitare fino al raddoppio del volume.

Circa 20 minuti prima di infornare, scaldo il forno a 240°C in modalità statica, e sul fondo metto un pentolino di acqua calda. 

Quando la lievitazione è terminata faccio rotolare le baguette, le capovolgo, le sposto in una teglia foderata con carta forno. Pratico sulla superficie delle baguette dei tagli diagonali con una lametta o un coltellino. Inforno in forno caldo per 10-15 minuti, o finché le baguette sono ben dorate. Per verificare la cottura ne rovescio una e le do un colpetto sul fondo e dovrebbe suonare vuota. Quando pronte sforno e metto su una griglia a raffreddare.

baguette

27 luglio 2020

Tagliatelle al cacao con gamberi e lime

Tagliatelle al cacao con gamberi e lime

tagliatelle al cacao con gamberi e lime

Ho realizzato questo piatto in occasione di una cena in cui l'ingrediente protagonista  era il lime. Confesso che ho dato davvero libero sfogo alla creatività e alla fantasia, azzardando, forse, con dei sapori decisi e forti. Dopo il ceviche non potevo che continuare con le stesse note intense, fresche e agrumate, e un po' esotiche, inserendo  anche un altro sapore: il cacao, cacao rigorosamente amaro. Il cacao e il lime torneranno poi nel dolce (il cheesecake al lime), non uso troppi ingredienti, sono per la filosofia less is more, soprattutto se quelli già usati hanno un "carattere" ben definito. Il tema culinario viene rispettato, il protagonista torna in tutti i piatti, e ho un crescendo di sapori, in questo modo tutti i piatti verranno ricordati, almeno spero.

Ma ora veniamo al piatto: è una tagliatella un po' spessa al cacao, ho abbondato nella dose di cacao (ma potete anche ridurre, anzi suggerisco di ridurre se volete un sapore meno forte: 10 gr di cacao e 115 di farina), dal gusto molto intenso, e l'ho abbinata a dei gamberi marinati nel lime e peperoncino. Il lime, questo piccolo agrume, simile al limone, verde, dal profumo intenso e dal gusto asprigno, acidulo, dona freschezza al piatto e lega l'amaro della tagliatella con il dolce del gambero, che ho aggiunto a crudo (marinato) alla fine.

Un insieme di sapori molto particolare, per stupire e per cambiare...


Ingredienti per 2 persone

Per le tagliatelle al cacao

  • 100 gr di farina tipo 0
  • 25 gr di cacao amaro
  • 1 uovo bio
  • una presa di sale
  • zest di 1 lime
  • acqua q.b.

Per il condimento

  • 8 gamberi
  • 1 lime, zest e succo
  • 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
  • 1 peperoncino
  • pepe arcobaleno

Per le tagliatelle ho mescolato la farina con il cacao, zest di lime, una presa di sale e un uovo. Ho impastato il tutto, e se serve, perché impasto troppo asciutto, aggiungo poca acqua, o mi inumidisco le mani. Una volta creato un impasto ben amalgamato, avvolgo la pasta nella pellicola alimentare e lo lascio riposare per almeno mezz’ora. Tiro poi la sfoglia, a mano o con la macchina nonna papera, e infine taglio le tagliatelle. Le lascio un po’ spesse apposta. Sistemo in un vassoio con carta forno, copro con un canovaccio di tela e lascio riposare.

Pulisco i gamberi, levo le teste, il carapace e il filamento nero sul dorso. Lavo bene, li asciugo e li metto a marinare con 3 cucchiai d’olio extravergine d’oliva, zest di lime e pepe arcobaleno. Li lascio marinare per circa 20-30 minuti.

Metto una pentola capiente con acqua salata sul fuoco e quando arriva all’ebollizione tuffo le tagliatelle.

In una padella, saltapasta, scaldo un cucchiaio di olio extravergine d’oliva con un po’ di peperoncino, il succo del lime e la marinata dei gamberi. Faccio insaporire per qualche minuto.

Quando le tagliatelle saranno pronte, al dente, le scolo e le unisco nella padella, faccio insaporire e saltare per qualche minuto, e se il condimento si asciuga troppo allungo con un po’ di acqua di cottura della pasta. Non resta che impiattare, decorare con i gamberi tenuti da parte, volendo una spolverata di pepe, e servire.

20 luglio 2020

Cheesecake al lime con frolla al cacao

Cheesecake al lime con frolla al cacao

cheesecake al lime e cacao

In un menu, in cui il protagonista è stato il lime in tutte le portate, non poteva che essere protagonista anche nel dolce.

Date le temperature molto calde, l’idea è stata quella di fare un cheesecake, senza cottura, quindi un british cheesecake. Nella pratica, un pochino il forno è stato usato, perché ho usato come base, il guscio della torta, una pasta frolla al cacao e lime. La pasta frolla croccante fa da contrasto alla crema di formaggio sia come consistenza che cromaticamente. Per quanto riguarda il sapore poi la freschezza del lime si armonizza perfettamente con il cacao. La crema di formaggio, leggera e fresca non necessita di cottura, ho usato l’agar agar (gelatina vegetale) per far addensare. A completare il tutto un gelèe di lime e scorzette di lime semicandite.

Un dolce bello da vedere che appaga gli occhi, profumato, fresco, goloso da mangiare, e se vogliamo anche leggero (la crema di formaggio è solo ricotta con un po’ di panna), la croccantezza della pasta frolla bilancia la cremosità del ripieno, il gusto forte del cacao (negli ingredienti ne ho messo un bel po’) e la freschezza del lime… un dolce dai sentori esotici, che non stanca, non è stucchevole, ma anzi si ha voglia di riprenderlo…

Ingredienti

Per la pasta frolla al cacao (per stampo da 20-22 cm)

  • 210 gr di farina tipo 1 debole (per frolla)
  • 40 gr di cacao amaro
  • 1 uovo intero bio
  • 125 gr di burro (io leggermente salato)
  • 95 gr di zucchero a velo
  • zest di 1 lime

Per la crema al formaggio

  • 250 gr di ricotta vaccina
  • 200 gr di panna fresca liquida
  • 20 ml di latte
  • 60 gr di zucchero a velo
  • zest e succo di 1 lime
  • 5-7 gr di agar agar

Gelèe al lime

  • 110 ml acqua
  • 40 gr zucchero
  • succo di 2 lime
  • 3-5 gr agar agar

Scorzette semicandite

  • 50 ml di acqua
  • 50 gr di zucchero
  • buccia di lime tagliata sottile a striscioline

Inizio a preparare la pasta frolla al cacao in giorno prima. Per prima cosa setaccio la farina e il cacao. Nella planetaria, con il gancio a foglia, metto il burro a tocchetti e 20 gr di farina e inizio a impastare. Mescolo la farina e il cacao insieme e li verso nella planetaria quando il burro avrà assorbito la prima dose di farina. Quando la farina e il cacao avranno assorbito il burro aggiungo lo zucchero, lo zest di lime. In ultimo unisco l’uovo leggermente sbattuto, e se serve un pizzico di sale. Faccio amalgamare il tutto, ottengo un composto morbido. Formo un panetto, lo avvolgo nella pellicola alimentare e lo metto in frigorifero per 12 ore.

Trascorso il tempo di riposo prendo la frolla e, con l’aiuto di poca farina e della carta forno, stendo la pasta dello spessore di 3-4 mm e ricopro uno stampo da crostata da 20-22 cm (ho usato quella forata). Faccio aderire bene nelle scanalature, poi metto lo stampo in freezer a rassodare per 15-30 minuti. Intanto accendo il forno in modalità statica a 170° C. Quando il forno raggiunge la temperatura, prendo il guscio di frolla e cuocio per circa 20 minuti. Una volta cotta, anche se ancora morbida, sforno e lascio raffreddare su griglia prima di toglierla dallo stampo.

Procedo con la preparazione della crema di formaggio al lime. Sciolgo l’agar agar nel latte e poi faccio addensare sul fuoco, mescolando, per 5 minuti dopo l’ebollizione . Monto la panna con lo zucchero. In un’altra ciotola lavoro la ricotta, per renderla morbida e cremosa, con una spatola, aggiungo il succo e zest di lime e amalgamo bene. Verso il latte con l’agar agar nella ricotta, mescolo bene e infine, delicatamente, unisco la panna montata. Verso la crema ottenuta nel guscio di frolla raffreddato, livello bene la superficie e metto in frigorifero.

Per il gelèe al lime: metto in un pentolino l’acqua, lo zucchero, l’agar agar e il succo di lime, mescolo bene e faccio addensare su fuoco dolce, per 5 minuti dopo l’ebollizione. Poi tolgo dal fuoco e faccio intiepidire prima di versare sulla superficie della torta fredda. Rimetto poi la torta in frigorifero.

Come decorazione finale preparo le scorzette di lime semicandite. Taglio la buccia del lime in striscioline sottili, in un pentolino sciolgo lo zucchero nell’acqua e immergo le scorzette di lime. Metto il tutto sul fuoco e mescolando continuamente, e rigirando le scorzette, faccio sobbollire per 5 minuti. Lascio raffreddare le scorzette nel liquido di cottura, poi le scolo bene e le sistemo sulla torta.

Tengo la torta in frigorifero fino al momento di servire.

13 luglio 2020

Ceviche!

Ceviche!


Tempo di ceviche!
Con l'arrivo del caldo la voglia di mangiare cose fresche che diano un po' di sollievo, e magari non ci fanno stare attaccati ai fornelli, aumenta.
Successore del sushi e sashimi ecco il ceviche, piatto di origine peruviana che conquista con la sua semplicità di realizzazione da poter rifare a casa, la marinata, la freschezza, i sapori esotici che deliziano e rinfrescano: insomma, per me, il ceviche vince tra le varie ricette di raw fish.
La cucina peruviana è una cucina che ha antiche origini (inca), influenze multietniche, il suo territorio ha molti climi e territori diversi, dall'oceano alle foreste e montagne, la sua gastronomia non può che essere ricca e varia.
Il ceviche è il piatto nazionale peruviano. La parola deriva dal quechua siwichi che vuol dire pesce fresco o tenero. Di base si tratta di pesce crudo e bianco, tagliato a bocconcini, marinato in succo di lime, peperone, cipolla, peperoncino, sale e pepe.
Come per tutti i piatti tradizionali ognuno ha la propria ricetta. Nella ricetta base si usa il pesce persico, un pesce di acqua dolce con carne bianca, o si usavano anche i ritagli di altri pesci, e si possono usare altri pesci e anche i crostacei in diverse combinazioni.
L'importante è seguire alcune regole fondamentali:
  1. il pesce deve essere freschissimo
  2. l'utilizzo del peperone. I peruviani sostengono che non c'è ceviche senza aji (loro ne hanno  una varietà incredibile)
  3. il lime, andrebbe spremuto sono nella parte centrale che è la più dolce, il succo spremuto vicino alla buccia risulta più acido
  4. il peperoncino: c'è chi lo strofina direttamente sul pesce, e c'è chi lo trita piccolissimo e lo mette nella marinata. 
  5. il succo di lime che rimane, una volta filtrato, dalla marinata si chiama leche de tigre "latte di tigre", e i peruviani lo servono da bere in un piccolo bicchiere, è dissetante e gustoso.
Tra le regole qualcuno mi ha detto che anche il coriandolo è tra gli ingredienti base, qualche foglia fresca a marinare e a decorare alla fine il piatto.
Una volta il ceviche si lasciava marinare per delle ore, ora non è più così.
Io preferisco lasciare che il pesce si marini per almeno un'ora (anche più), in questo modo il lime diventa dolce e permette a tutti i sapori di amalgamarsi e armonizzarsi acquistando un gusto speciale.
Il ceviche può essere usato come antipasto o come piatto unico o secondo, tutto dipenderà dalle dosi di pesce che verrano usate. Di seguito ho indicato le dosi per un antipasto, finger per 4 persone, o un piatto unico per 2. Per più persone basterà aumentare le dosi.
Realizzarlo a casa è semplicissimo, l'importante è scegliere un pesce freschissimo.


Ingredienti  2
  • 200 gr di filetto di branzino (già pulito e abbattuto)
  • 250 ml di succo di lime
  • zest di 1 lime
  • 1/2 peperone verde
  • 1/2 cipolla di tropea
  • peperoncino
  • coriandolo (io ho pestato i semi), o 1 cucchiaio di foglie di coriandolo
Pulisco e taglio a bocconcini di massimo 1 cm il pesce e lo sistemo in una bella ciotola capiente.
Spremo i lime e verso il succo sul pesce. Grattugio la buccia di un lime direttamente sul pesce.
Pulisco e taglio a brunoise il peperone verde e la cipolla di tropea e li aggiungo al pesce, mescolo.
Trito un peperoncino e pesto al mortaio qualche seme di coriandolo, aggiungo tutto al pesce, mescolo bene.
La marinatura varia da 10 minuti a un'ora abbondante. Io ho lasciato per un'ora abbondante in frigorifero.
Poi impiatto in una scodella o un piatto largo e fondo.

6 luglio 2020

Ravioli con ricotta di bufala al limone…

Ravioli con ricotta di bufala al limone…

Ravioli con ricotta di bufala al limone

Un piatto che sprigiona tutto il profumo e la freschezza del limone, in modo delicato fresco, leggero e delizioso.

Mi piace fare la pasta fatta in casa, e mi diverte sperimentare le varie chiusure per la pasta ripiena. Confesso che sono affascinata dalle chiusure della pasta artistiche, come i culurgiones, i ravioli cinesi, e ogni volta, per me, è un’occasione per provare a esercitarmi con queste abilità, perché diciamolo sono proprio delle vere maestrie. I primi mi vengono sempre bruttini, poi piano piano assumono forme carine.

Per la pasta ho usato l’acqua di governo della mozzarella di bufala, leggermente sapido, e dove viene rilasciato anche un pochino di siero, di latte della mozzarella. Niente uova, solo l’acqua e la farina: stavolta ho mischiato la semola rimacinata e la farina tipo 1.

Per il ripieno ho usato ricotta di bufala, leggermente ammorbidita con il suo stesso siero, sale, zest di limone e un po’ di pepe macinato fresco. Io ne avevo solo 200 gr e sono venuti ravioli per due persone, quindi per più persone conviene raddoppiare la dose.

Limoni rigorosamente di costiera, amalfitani, naturali, succo e zest, buccia… prendo tutto. Son talmente particolare, poco acidi che a me piace mangiarli anche a fette.

Per esaltare i sapori delicati e profumati del raviolo ho fatto un semplice condimento al limone, proprio come si fa in costiera, e faccio saltare i ravioli scolati in questo sughetto delicato, fresco e semplicissimo da fare, oltre che veloce.

Pochi elementi per comporre un piatto che però, nella sua semplicità, sprigiona un insieme di sapori, profumi delicati, freschi e golosi.


Ingredienti

Per la pasta

  • 200 gr di acqua di governo della mozzarella di bufala
  • 200 gr di farina tipo 1
  • 200 gr di semola rimacinata

Per il ripieno

  • 200 gr di riotta di bufala (anche 400)
  • una presa di sale
  • zest di limone
  • pepe macinato fresco (meglio arcobaleno o rosa, rosso)

Per il condimento

  • un cucchiaio di burro
  • un cucchiaio d’olio extravergine d’oliva
  • succo di limone di costiera
  • zest di limone di costiera

Inizio con il preparare la pasta per i ravioli. In una ciotola capiente impasto l’acqua di governo della mozzarella di bufala con le farine mescolate insieme. Lavoro fino ad ottenere un impasto liscio, omogeneo ed elastico, avvolgo la pasta nella pellicola alimentare e la lascio riposare per ameno 30 minuti.

Nel frattempo preparo il ripieno: in una scodella ammorbidisco la ricotta con un po’ del suo siero, acqua. La lavoro fino a renderla morbida. Aggiungo un pizzico di sale, zest di limone, e un pochino di pepe macinato fresco. Mescolo bene il tutto e tengo da parte.

Riprendo la pasta e, aiutandomi con un po’ di farina per spolverare il piano di lavoro, la stendo in modo abbastanza sottile. Si può fare a mano o usare la “nonna papera”, la macchina per la pasta. Io ho usato la comodità della nonna papera e sono arrivata alla misura 4-5 della sfogliatrice. Ora si può dare la forma preferita al raviolo.

Mi sono divertita nello sperimentare le chiusure dei dumplings. Io ho cercato di fare la chiusura a borsetta con pieghe multiple. Con un coppapasta da 8 cm di diametro ricavo dei cerchi, al centro dei quali metto un po’ di ripieno, e poi richiudo il raviolo a mezzaluna, pizzico i due lembi di sfoglia al centro, poi con il pollice e l’indice creo delle pieghe su un lembo che vado a premere sopra l’altro lembo. Una volta realizzato il raviolo lo sistemo su un vassoio rivestito con carta forno e spolverizzato con della semola.

Ravioli con ricotta di bufala al limone

Procedo nella lavorazione fino a completare tutto il ripieno, e se avanza della pasta la riciclo facendo dei fusilli, dei maccheroni al ferro e dei cavatelli.

Ora metto sul fuoco una grande pentola di acqua salata per cuocerli. Nel frattempo in una padella saltapasta faccio sciogliere, a fuoco dolce, l’olio con i burro, il succo e zest di limone. Cuocio i ravioli nell’acqua bollente e quando sono pronti (dipende dallo spessore della pasta, ma diciamo almeno 5 minuti), li scolo con una schiumarola e li metto nella padella con il condimento. Faccio insaporire e saltare per qualche minuto. Dopodiché impiatto, una macinata di pepe arcobaleno o rosso, e servo.

Se non si consumano subito, io li surgelo direttamente sui vassoi coperti con un canovaccio, poi una volta congelati li porziono nei sacchetti per il congelatore, li richiudo e quando mi servono li butto direttamente nell’acqua bollente.

30 giugno 2020

Brioche filante… e sue varianti…

Brioche filante… e sue varianti…


brioche filante

Le ricette dei lievitati, lievitati dolci, hanno un fascino particolare su di me, non so resistere e quando trovo una ricetta nuova devo provarla. Son arrivata a questa brioche assolutamente per caso vedendola sui social, così, dopo qualche ricerca la trovo sul blog de “La mia pasticceria moderna”. Ringrazio l’autrice che ha tradotto la ricetta dal francese.

E’ una brioche morbidissima, profumata e si può arricchire a piacere. A dire il vero è buonissima anche nella sua semplicità, però per i più golosi perché non provare a inserire nell’impasto le gocce di cioccolato, o dividere l’impasto e poi arricchirlo con crema alla nocciola spalmabile e crema di pistacchio,e magari realizzare dei golosi intrecci. Io l’ho fatto, non limitandomi a spalmare le creme e arrotolarle (come sarebbe stato logico e più semplice), ma proprio inserendole nell’impasto ottenendo un effetto marmorizzato particolare.

brioche filante

Per realizzare la brioche si può usare la planetaria, ma ultimamente io ho messo a riposo l’impastatrice preferendo realizzare tutto a mano. Nel procedimento della ricetta, però, spiego sia la procedura dell’impasto a mano che quello con la planetaria.

Per quanto riguarda la dose di lievito, soprattutto quello di birra, io preferisco sempre metterne poco e allungare i tempi di lievitazione. Però è una scelta personale. Inoltre ho usato la pasta madre essiccata. Tra parentesi ho segnato le dosi del lievito di birra fresco che si possono usare, ricordando che minore dose uguale a più tempo di lievitazione e viceversa, poi molto va a gusto.

Le dosi che scrivo sono per una brioche delle misure di uno stampo da plumcake. Aumentando le dosi ho fatto anche quelle con gocce di cioccolato, crema spalmabile al pistacchio e alla nocciolata.

Il risultato è una brioche golosa, profumata, morbida soffice come un batuffolo di cotone, una coccola per ben risvegliarsi.

brioche filante

Ingredienti

  • 320 gr di farina forte (io tipo 1)
  • 150 ml di latte tiepido
  • 75 gr di zucchero
  • 10 gr di pasta madre essiccata (oppure dai 4 agli 8-10 gr di lievito di birra fresco a seconda della velocità di lievitazione che si desidera)
  • 1 uovo
  • 70 gr di burro (io leggermente salato)
  • 5 gr di sale
  • 2-3 gocce di essenza di vaniglia
  • gocce di cioccolato
  • nocciolata (crema spalmabile alla nocciola e cacao)
  • crema di pistacchio

Per prima cosa preparo il lievitino: in planetaria, o in una ciotola capiente, sciolgo il lievito nel latte tiepido insieme inserisco 15 gr di zucchero e 150 gr di farina presi dal totale. Copro e faccio riposare per 30-40 minuti circa, poi dipende dalle dosi di lievito usate. Io ho fatto lievitare anche un’ora. Regolarsi anche con la temperatura a cui si lascia lievitare. Comunque lasciar riposare fino al raddoppio del volume, quando inizia a fare delle belle bolle in superficie.

Una volta pronto il lievitino riprendere la ciotola e aggiungere la restante farina con lo zucchero, un uovo leggermente sbattuto, le gocce di vaniglia e impastare finché non sarà tutto ben amalgamato.

Una volta inserito e fatto assorbire il burro aggiungere il sale e continuare a lavorare, procedere con le pieghe in ciotola, fino ad avere un impasto morbido, liscio ed elastico.

Con la planetaria usare il gancio a foglia, inserire gli altri ingredienti meno il burro e il sale, iniziare lavorare a bassa velocità e aumentare gradualmente, attendere che l’impasto si stacchi dalle pareti. Abbassare la velocità e iniziare ad unire il burro morbido a pezzetti poco alla volta, far assorbire prima di aggiungerne altro. Dopo aver fatto assorbire tutto il burro all’impasto unire il sale. Cambiare ora il gancio a foglia e mettere quello ad uncino, far incordare l’impasto fino ad ottenere un impasto morbido, liscio ed elastico.

Formare una palla con l’impasto, coprire con pellicola alimentare, e lasciar lievitare fino al raddoppio del volume. Il tempo varia a seconda dalla dose di lievito usata, dalle 2 ore in avanti.

Una volta lievitato, prendere l’impasto e dividerlo. A questo punto si può personalizzare a piacere.

Io ho realizzato una brioche semplice al sentore di vaniglia: ho realizzato tante palline più o meno uguali e le ho sistemate in uno stampo da plumcake (30x11 cm), ho coperto e lasciato nuovamente lievitare. 

Un’altra porzione la appiattisco leggermente e aggiungo le gocce di cioccolato, procedo a chiudere e a fare le pieghe per far inserire bene il cioccolato nella pasta. Poi ho dato la forma di panini.

In un’altra porzione di impasto ho messo la crema spalmabile al pistacchio, anche in questo caso ho fatto le pieghe e ho lavorato la pasta per far assorbire la crema. Ho poi diviso la pasta per creare tre cordoni, filoncini, che ho intrecciato per formare appunto una treccia. Stesso procedimento per la brioche con la crema spalmabile alla nocciola.

In ultimo la treccia a tre gusti: dell’impasto bianco, di quello al pistacchio e alla nocciolata, ho tenuto da parte tre piccole porzioni, che vado poi a intrecciare tra loro.

Sistemo le brioche su una teglia rivestita con carta forno, copro con pellicola e lascio lievitare di nuovo.

Prima di cuocere, a chi piace, spennellare con un po’ di latte la superfice delle brioche.

Cottura in forno preriscaldato statico a 170° C per 5 minuti, poi abbassare a 160° C per 20-25 minuti circa. Controllare sempre la cottura prima di sfornare.

Una volta pronte le brioche sforno e lascio raffreddare su una gratella per dolci.

Per la brioche cotta nello stampo da plumcake fare attenzione nel tirarla fuori dallo stampo: è sofficissima e delicata.

E’ possibile surgelare la brioche cotta (io la porziono) e scaldarla al mattino per averla sempre soffice, tiepida e profumata…

brioche filanti vari gusti

19 giugno 2020

Pane allo yogurt, un pan brioche senza uova…

Pane allo yogurt, un pan brioche senza uova…

pane allo yogurt tagliato

L’idea di questo pane particolare nasce dall’esigenza di consumare uno yogurt bianco in scadenza. Il risultato è stata una piacevole sorpresa: è venuto fuori un specie di pan brioche molto soffice, quasi filante, senza il bisogno di usare le uova, quindi perfetto per chi ne è intollerante appunto. Lo yogurt che ho usato era di tipo morbido, liquido, non quello greco più compatto, così non ho dovuto aggiungere altri liquidi. L’impasto ha fatto una lunga lievitazione, anche una notte in frigorifero, e la consistenza nel lavorarlo è setosa piacevole, morbida ed elastica. Non ho aggiunto aromi particolari, c’era già il miele (ho usato tipo di miele il cui aroma prevalente è di castagno), così che fosse versatile nell’uso: sia per accompagnare il dolce che per il salato. Una volto cotto e lasciato raffreddare l’ho tagliato a fette e surgelato. La mattina faccio in fretta a scaldarlo e allo stesso tempo tostarlo nel tostapane e condisco a piacere, in questo modo ho sempre il pane fragrante e caldo tutte le mattine.

Ingredienti

  • 400 gr di farina tipo 1
  • 100 gr di pasta madre rinfrescata
  • 150 gr di yogurt bianco naturale
  • 20 gr di miele
  • 50 gr di burro (io leggermente salato)
  • un presa di sale

In una ciotola capiente, o planetaria/impastatrice, ho messo la farina a fontana, sul bordo il sale, al centro la pasta madre rinfrescata, il miele e lo yogurt e ho iniziato ad impastare incorporando poca farina alla volta. Aggiungo il burro morbido in piccoli pezzi e lavoro fino a completo assorbimento. Procedo a lavorare la pasta e a fare le pieghe per almeno 15-20 minuti, fino ad avere una pasta lucida ed elastica. Sistemo l’impasto in una ciotola capiente e copro con pellicola alimentare (o cuffia o coperchio in silicone) e lascio lievitare per 1 o 2 ore a temperatura ambiente e ho poi trasferito il tutto in frigorifero per tutta la notte. Io ho impastato la sera, così ho poi trasferito la ciotola in frigorifero per tutta la notte (ho iniziato ad impastare nel pomeriggio).

Il mattino successivo ho tirato fuori l’impasto dal frigorifero, l’ho lasciato a temperatura ambiente per un’oretta, poi ho fatto un giro di pieghe e ho lasciato nuovamente lievitare.

Al raddoppio del volume sposto la pasta su un piano di lavoro leggermente infarinato, faccio un giro di pieghe, divido impasto in tre o quattro parti. Stendo con le mani ogni pezzo di impasto dando una forma rettangolare che poi arrotolo sul lato lungo, senza schiacciare, infine sistemo nello stampo, copro e faccio lievitare di nuovo.

Cuocio in forno preriscaldato statico a 200° C per circa 20-30 minuti. Sforno, lascio raffreddare prima di tagliare a fette.

pane allo yogurt

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