14 febbraio 2017

Bevanda al latte di miglio

Bevanda al latte di miglio

Sempre più spesso sento del sorgere di varie intolleranze ad alcuni alimenti, così mi sto dedicando allo studio di sostituti di cibi classici quali il latte. Nei supermercati e nei negozi specializzati queste bevande sostitutive del latte vaccino hanno prezzi abbastanza alti, inoltre leggendo bene gli ingredienti si può notare che vi sono sempre delle aggiunte di oli, dolcificanti, aromi etc. Inoltre ora va per la maggiore tutto ciò che è derivato dalla soia… ma se, per un motivo o per l’altro, noi la soia non potessimo assumerla? Per esempio noi donne dovremmo consumare soia con parsimonia, visto che rallenta la funzione tiroidea e quindi incide sul metabolismo… se poi abbiamo problemi tiroidei, proprio non dovremmo nemmeno considerarla. In commercio, ora, iniziano a vedersi anche bevande al latte di riso, avena, mandorle e cocco… però come dicevo oltre che per il prezzo, mi lasciano molto perplessa le aggiunte negli ingredienti. Così ho iniziato la mia ricerca, non solo per mia curiosità e per provare alternative, ma anche per una mia cara amica.
Oggi provo a fare una bevanda a base di miglio, un cereale poco usato ma una valida alternativa, da consumare insieme o in alternanza ad altri cereali. Ho trovato la ricetta sul blog de “Il pasto nudo”, un sito interessante in cui si trovano spunti e ricette per l’autoproduzione.
Questo latte pur essendo poco diffuso è una perfetta fonte di sostanze benefiche per l’organismo da consumare come alternativa al latte più tradizionale in quanto è 100% vegetale, povero di colesterolo, ricco di proteine e poverissimo di grassi. La bevanda al latte di miglio costituisce una bevanda altamente digeribile, molto nutriente (ha un alto livello di proteine) e completamente priva di lattosio e glutine, così da poter essere inserita nella dieta di coloro che seguono regimi alimentari di tipo vegano o vegetariano, ma anche di chi soffre di intolleranza al lattosio, allergie alle caseine o celiachia.
Grazie alla presenza di un particolare enzima che aiuta l’eliminazione dei grassi, la bevanda al latte di miglio è inoltre perfetto anche  per chi soffre di diabete e colesterolo alto, permette di ridurre il livello elevato di glucosio. Ricco in proteine vegetali, vitamine del gruppo B, lecitina e sali minerali (tra cui ferro, magnesio, fosforo e potassio), la bevanda al latte di miglio svolge inoltre un’azione rivitalizzante e riequilibrante sul sistema nervoso; stimolante su pelle, unghie, capelli e denti e protettiva protettiva verso i vasi sanguigni. Apporta enzimi essenziali ai reni per ottimizzare il loro funzionamento ed eliminare l’eccesso di liquidi. Facilitando l’eliminazione delle tossine, il consumo di questa bevanda favorisce lo stato di salute generale, ed in particolare di stomaco, pancreas e milza. L’alto contenuto di fibre stimola poi l’intestino e contrasta l’insorgenza di tumori al colon, mentre la presenza di triptofano migliora l’umore. Però, nonostante le numerose proprietà benefiche, l’assunzione di questa bevanda deve essere moderata per coloro che soffrono di ipotiroidismo o intolleranza al nichel.
Farsi la bevanda al latte di miglio è semplicissimo, ci vuole il miglio, acqua, un pizzico di sale e al massimo un’oretta di tempo. In questo modo si avrà una bevanda neutra che sarà possibile addolcire, aromatizzare a piacere, averla a budino, o in versione neutra per impieghi salati.
Ma bando alle chiacchiere e procedo alla spiegazione per prepararlo.

Ingredienti
  • 80-100 gr di miglio
  • 1 litro d’acqua
  • 1 pizzico di sale marino integrale grosso
  • miele, zucchero, aromi a piacere
Inizio con lo sciacquare il miglio (o anche no, dipende dalla voglia), lo metto in una pentola media e aggiungo l’acqua e il sale, mescolo, metto sul fuoco, inizialmente anche a fiamma alta. Quando l’acqua sta per raggiungere il bollore abbasso il fuoco sotto la pentola al minimo. Lascio cuocere il miglio per una mezz’oretta o più, fino a quando non si spappola completamente. Man mano che cuoce e si forma la schiuma in superficie, provvedo a toglierla con una schiumarola. Quando il miglio è pronto frullo il tutto con un frullatore ad immersione, cercando di fare in modo che il composto diventi il più liscio possibile. Poi filtro il composto ottenuto in un colino a maglie strette. Mescolo il miglio nel colino facendo scendere più latte possibile, e metto da parte lo scarto.
Dopo aver passato il composto e avere così ottenuto la bevanda latte, lo dolcifico e aromatizzo a piacere, e lo allungo con acqua tiepida per avere una consistenza liquida tipo latte vaccino, e vado più o meno ad occhio. Se non diluisco la bevanda ottenuta posso metterla in tazza, cocotte, stampi, coprire con pellicola e metterlo in frigo per una notte. Il giorno dopo mi basterà girare lo stampo su un piattino e decorare a piacere il budino ottenuto.
Lo scarto della filtratura, opportunamente insaporito con miele, zucchero, uvetta, insomma a piacere, è assolutamente mangiabile e diventa una bella merenda sostanziosa.

3 febbraio 2017

Tagliolini con salsa di noci... a sorpresa

Tagliolini con salsa di noci... a sorpresa

Era da un po' che meditavo di fare la salsa di noci... era lì scritta su uno dei miei tanti fogli d'appunti sparsi per casa. Oggi mi sono decisa visto che avevo delle noci che mi guardavano, e desideravo un condimento diverso dal solito e veloce da fare, e questo si prepara davvero in pochissimo tempo. La salsa di noci è tipico della cucina ligure, di solito viene usato per condire i pansoti, una sorta di ravioli, il cui ripieno è di borragine, bietola, spinaci e ricotta. Ma lo si può usare su un qualsiasi primo. Per la preparazione si hanno addirittura tre scelte: una versione leggera con il latte, poi quella in cui la panna sostituisce il latte, e infine una terza in cui si aggiunge qualche fetta di pancarrè. Questo da "manuale". Sempre da ricetta ligure bisognerebbe usare 1/2 spicchio d'aglio... come dicevo da ricetta classica... ma io ho cambiato, non solo per assenza dell'aglio (a cui io sono intollerante) ma anche per il tipo di latte, o panna, usata. Giusto poche ore prima avevo fatto il "latte di miglio", fa parte delle mie nuove sperimentazioni, e il risultato di questa bevanda, appena filtrata col colino, ha la consistenza di una panna liquida, non proprio liquida ma non densa, ed essendo senza zuccheri aggiunti, ho pensato di utilizzarla per fare la mia salsa di noci. In questo modo la posso suggerire anche a coloro che sono intolleranti al lattosio. Il parmigiano usato è anche quello senza lattosio e con caglio vegetale. Ultimamente mi sto rendendo conto che coloro che devono seguire delle diete si ritrovano con poche scelte alimentari, e magari se conoscessero qualcuno che può dare dei suggerimenti per variare, la loro dieta peserebbe un po' meno psicologicamente. Questo perché evitare la monotonia alimentare aiuta e la mente vuole essere gratificata anche quando è a dieta.
Così oggi ecco i tagliolini con la mia salsa di noci.

Ingredienti
  • 250 gr di tagliolini
  • 1 bicchiere di latte di miglio
  • 30 gr di pinoli
  • un pizzico di sale
  • 15 di noci
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 3 cucchiai di Parmigiano 
Ho messo l'acqua sul fuoco per cuocere la pasta e mentre aspetto che raggiunga il bollore preparo la salsa.
Ho sgusciato 15 noci, le ho messe nel mixer insieme a 3/4 di bicchiere di latte di miglio e le ho tritate. Ho aggiunto un filo d’olio, una decina di pinoli, il sale, e 2-3 cucchiai di Parmigiano grattugiato, ho tritato ancora fino a che non è diventato una crema.
Quando l'acqua bolle cuocio i tagliolini, li scolo al dente conservando un po' di acqua di cottura. Condisco i tagliolini con la salsa, aggiungo anche il latte rimasto e amalgamo tutto. Se serve aggiungo un po' di olio, e se risulta ancora troppo densa allungo un po' di acqua di cottura. Aggiusto di sale e pepe, impiatto, spolvero con parmigiano, e per chi lo gradisce ancora un po' di pepe macinato fresco. Non resta che mangiare... bon appétit

1 febbraio 2017

Una polenta, un po’ lentina, di miglio

Una polenta, un po’ lentina, di miglio

Sto riscoprendo il miglio. I motivi nascono prima di tutto perché ogni tanto mi ricordo che mi piace e, viste le sue proprietà, fa molto bene, poi perché devo testare delle ricette prima di proporle a una mia cara amica, che mi ha chiesto aiuto per la sua dieta speciale. Mi sento onorata della sua fiducia, quindi mi rimbocco le maniche e spolvero libri e web, e si parte per questa nuova avventura. Quindi grazie Amica (n.d.a. l'"a" maiuscola non è un errore, è una scelta) Anna per questa nuova avventura da fare insieme. Il miglio è un cereale ricco di vitamine A e B e di sali minerali, calcio, ferro, fosforo, potassio, zinco e magnesio, e un’alta quantità di fibre. La sua farina è molto simile alla farina di frumento solo che è completamente priva di glutine. Si possono trovare due tipi di farine: quella di miglio dorato, e quella di miglio bruno o selvatico, questa di miglio bruno è a tutti gli effetti una farina integrale.
La farina di miglio dorato ha un sapore tendente al dolce, alla nocciola, mentre quella di miglio bruno ha un sapore un po’ più forte (essendo integrale). La farina di miglio è ottima soprattutto nelle preparazioni dolciarie, le quali, vista la caratteristica già dolce propria della farina, necessiteranno di una ridotta quantità di zucchero. Data la mancanza di glutine la rende idonea nelle preparazioni di prodotti non lievitati. Per le preparazione lievitate sarà necessario mischiare la farina di miglio con altre farine con o senza glutine (nel caso di assenza glutine sarà necessario usare un addensante).
Ma ora veniamo alla polentina. L’ho condita in modo semplice in modo da risaltare il gusto del miglio, quindi burro fuso aromatizzato alla salvia e parmigiano (io ho usato una varietà fatta con caglio vegetale). L’ho servita bollente… un autentico comfort food per affrontare il freddo. Personalmente, io che non amo particolarmente la polenta di mais, se non la taragna e con tanto formaggio sciolto dentro, questa l’ho gradita moltissimo anche nella sua semplicità.

Ingredienti
  • 150 gr di farina di miglio dorato
  • 50 gr di farina di miglio bruno
  • 1,5 litro d'acqua
  • sale grosso integrale
  • 70 gr Burro
  • salvia
  • 40 gr Parmigiano
Porto ad ebollizione l’acqua in cui ho messo una presa di sale marino integrale grosso. Quando l’acqua bolle incorporo a pioggia la farina di miglio. Faccio cuocere, mescolando, per circa 30-45 minuti. Faccio sciogliere il burro con la salvia. Distribuisco la polenta nei piatti, condisco con il burro aromatizzato alla salvia, spolvero con parmigiano, e a chi piace un po’ di pepe macinato fresco. Servo subito.

16 gennaio 2017

Pancakes di Woody Allen (senza lievito)

Pancakes di Woody Allen (senza lievito)

Il bello della cucina è che non esiste una ricetta assoluta da seguire, ma ci sono tantissime versione della stessa. Anzi a volte nascono nuove interpretazioni "da dimenticanze o errori". E questo è proprio il bello di potersi esprimere in tutte le forme di arte, perché la cucina è a tutti gli effetti e diritti una forma d'arte. Così, mentre leggo il libro “Manhattan a tavola: delicatessen, bistrot, trattorie, take away e nevrosi”, le ricette dai film di Woody Allen, scritto da Luca Glebb Miroglio, mi imbatto in una nuova ricetta per i pancakes. In questa collana di libri si trovano collegamenti del cibo con le varie forme di arte, letteratura e cinema. Sono una lettura piacevole, un’interessante chiave e punto di vista interpretativo di vari autori, romanzi, personaggi. Le ricette fanno parte della narrazione, o comunque sono messe all’interno del libro. Questa ricerca della cucina nelle varie forme d’arte è un punto di osservazione singolare, in effetti il cibo è presente nella vita, nel quotidiano e di conseguenza, è parte delle varie narrazioni (filmiche o letterarie), solo che finora non mi sono mai davvero soffermata su questo aspetto. Eppure libri, film basati interamente sulla cucina ce ne sono moltissimi. La cucina è parte della cultura. In questo caso la cucina attraversa l’intera filmografia di Woody Allen, diventa un modo per conoscere il regista nelle sue diverse sfaccettature. Tornando ai pancakes l’autore scrive che vengono tratti dal film “Zelig” di Woody Allen (ecco il titolo del post), una piccola introduzione racconta che questi sono delle frittelle tradizionali dell’America del Nord, come le crêpes ma più piccoli e più spessi. Questi vengono preparati per la prima colazione o per i brunch domenicale e sono accompagnati da sciroppo d’acero.
La particolarità di questa ricetta è che non vengono usati agenti lievitanti di alcun tipo,  ma albumi montati a neve ferma che danno all’impasto la consistenza spessa e soffice allo stesso tempo. Proprio per la presenza degli albumi a neve la pastella necessita di poco riposo (rischierebbe di smontarsi), quindi sono anche veloci. Per gli amanti del genere sono assolutamente da assaggiare.

Ingredienti
  • 25 gr di burro (io ho usato uno leggermente salato)
  • 125 gr di farina (io uso la tipo 0)
  • 200 ml di latte
  • 2 uova
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • 1 pizzico di sale
Ho messo la farina con il burro a pezzetti e il pizzico di sale in una scodella. Sbatto il tutto con una frusta aggiungendo man mano i tuorli d’uovo e il latte sino ad ottenere una crema omogenea. Monto le chiare d’uovo a neve ferma, e delicatamente li unisco all’altro impasto, mescolando dal basso verso l’alto. Faccio riposare qualche minuto. Metto a scaldare sul fuoco una padella antiaderente, la giusta misura sarebbe da 10/12 cm. Sciolgo all’interno della padella un pezzettino di burro, vi verso un mestolino di impasto, e quando sarà dorato e formerà le bolle, lo girerò sull’altro lato, come una frittata, e faccio dorare anche questo lato. Impilo uno sopra l’altro i pancakes e li servo caldi. Possono essere cosparsi, come vorrebbe la tradizione americana, di sciroppo d’acero, male varianti golose sono molte. Si può usare il miele, la crema di cioccolato, panna, confettura… quello che si preferisce.

7 gennaio 2017

E arriva la Befana...

E arriva la Befana...

E finalmente arriva la Befana a riempire le calze…
Ovviamente quando ho chiesto a mia figlia quale fosse la sua calza, lei mi ha risposto quella grigia e rossa, ossia quella più grande…
Lei allora mi chiede cosa porta la Befana, se è come Babbo Natale. Che rispondere… le dico che la Befana è un’amica di Babbo Natale, abitano vicini, e questa stramba e simpatica signora che vola a cavallo della sua scopa a riempire le calze dei bambini con dolcetti o carbone, o un po’ un po’, a seconda se i bimbi son stati buoni, cattivi o monelli. Ora qualcuno deve spiegare a me perché queste differenze di trattamento tra la Befana e Babbo Natale, lui un rubicondo allegro signore tutto ben vestito e con sacco di regali e mezzo di trasporto carrozza con renne, la povera Befana che mal vestita sfida le intemperie su una misera scopetta... solite ingiustizie...
Comunque buoni buoni non lo si è mai, meglio essere vivacemente monelli, così la simpatica signora ci donerà anche del carbone insieme ai dolcetti, ma sarà un carbone… goloso e dolce magari.
E allora che preparare per questa ricorrenza per riempire queste calze?
Farò madeleine alla vaniglia, alla crema di marron glacé e al cioccolato fondente, così sperimento le mie teglie nuove e il mio libro sulle madeleine. Però mi serve anche qualcosa che sembri ancora più carbone rispetto alle madeleine al cioccolato. E allora, ecco dei bei panini al cioccolato fondente, panini con un impasto ricco ma poco dolce, così anche se il cioccolato fa venire in mente cose dolci, perché non farcirli con marmellata di albicocche, possiamo anche provare ad azzardare degli accompagnamenti salati…
La casa si trasforma, grandi e piccoli in cucina in armonia: iniziano le basi dell’aiutarci nelle faccende, si gioca, si legge, si impasta… e dolci aromi si sprigionano dalla cucina e profumano tutta la casa. Le nostre tradizioni continuano anche quando smettiamo di credere alla Befana e a Babbo Natale, ci sono momenti, attimi, insegnamenti che ci portiamo dietro per tutta la vita e che diventano una parte di noi, ci formano inconsapevolmente negli adulti che saremo…


Madeleine

madeleinePer Natale mi sono regalata questo simpatico libro “Mini madeleine, dolci o salate…” di Sandra Mahut. L’autrice suddivide il libro in ricette dolci e salate con alcune ricette, ma soprattutto con l’indicazione dei due impasti basi con i quali poi si può giocare liberamente nell’aggiunta degli ingredienti a piacere. La parte carina del libro è che la scrittrice suggerisce anche delle salse di accompagnamento e una piccola sezione in cui rielabora le madeleine in altri dolci. 
Questa volta ho usato solo l’impasto base dolce, a cui, dopo averlo fatto riposare in frigorifero tutta una notte (ma bastano 4 ore, addirittura nel libro si trova indicazione di almeno mezz’ora di riposo), ho diviso poi in tre e ho aggiunto nei tre impasti il cioccolato fondente sciolto, la crema di marron glacé, e infine qualche goccia di estratto di vaniglia.
La parte più difficile delle madeleine è riempire le placche da forno con la giusta dose di impasto: se riempio con troppo impasto in cottura non manterrà la forma, se invece riempio troppo poco, comunque non verrà la classica forma a conchiglia. Personalmente mi piacciono le misure mini  e medie… mini sembrano proprio dei bon bon con i quali accompagnare il tè, il caffè, o un piacevole fine pasto… o adatte in ogni momento della giornata in cui si ha voglia di qualcosina…

Ingredienti per 28 mini madeleine
  • 150 gr di farina (io uso la tipo 0)
  • 125 gr di burro ammorbidito
  • 150 gr di zucchero
  • 2 uova grandi
  • 2 cucchiai di latte
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci
  • 1 pizzico di sale (mia aggiunta)
  • 50 gr di cioccolato fondente, crema marron glacé, estratto di vaniglia (o vanillina)
Ho montato le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto bianco e spumoso. Ho aggiunto lentamente, mescolando con l’aiuto di una frusta, la farina e il lievito setacciati insieme, e infine ho unito il burro ammorbidito, il latte e il pizzico di sale. A questo punto ho diviso l’impasto e l’ho aromatizzato a piacere.
A una dose di impasto base di madeleine ho aggiunto 50 gr di cioccolata fondente sciolta. Un altro impasto è stato aromatizzato con 5-6 gocce di estratto di vaniglia. Un’altra dose è stata arricchita con la crema di marron glacé.
Ho lasciato riposare l’impasto per tutta la notte, ma basta anche solo 30 minuti.
Ho preriscaldato il forno statico a 220° C, ho riempito le placche delle madeleine, ho infornato per 3-4 minuti e poi ho abbassato la temperatura del forno a 180° C e proseguito la cottura per altri 3-6 minuti.
Le mini madeleine cuociono velocemente,circa 6-10 minuti in funzione del forno. Se si colorano troppo velocemente, bisogna abbassare la temperatura.
Terminata la cottura sformarle immediatamente e lasciarle raffreddare su una griglia.


Panini al cioccolato

Eco la mia versione del carbone di questo anno.
Scuro è scuro, anche se non proprio nero.
E’ stato un esperimento: a metà strada tra il pane e il pan brioche, si potrebbe definire un pane ricco anche se poco dolce.
Per questa ricetta ho usufruito dell’aiuto della macchina del pane, così io potevo cuocere le madeleine, ed è stato un valido aiuto. Io ho poi ripreso l’impasto dopo la seconda lievitazione. L’ho rimaneggiato, ho dato la forme che volevo ai panini: alcuni panini tondi, alcuni nodini e alcune girelle, e in ultimo una treccia a 4 capi.

Ingredienti
  • 370 gr di farina tipo 0 (o farina forte per pane)
  • 2 cucchiai di lievito di pasta madre disidratato
  • 50 gr di burro
  • 100 gr di cioccolato fondente
  • un pizzico di vaniglia in polvere
  • 200 gr di latte tiepido
  • 1 uovo
  • 50 gr di zucchero
  • 1 pizzico di sale
  • Latte e un cucchiaio di marmellata di albicocche
Ho sciolto il cioccolato, e scaldato il latte. Ho messo nella macchina del pane la farina e il lievito, azionata la macchina e versato il latte, poi il burro, l’uovo sbattuto, il cioccolato sciolto e infine un pizzico di sale sciolto in poca acqua. Ho selezionato programma solo impasto, e lascio che la macchina faccia il suo lavoro.
Quando l’impasto ha fatto la seconda lievitazione lo tiro fuori dalla macchina del pane e lo lavoro un pochino su un asse poco infarinato. Formo i miei panini e li sistemo sulla teglia rivestita con carta forno, li copro con un panno, e li lascio lievitare per un’altra ventina di minuti.
Mescolo pochissimo latte con 1 o 2 cucchiai di marmellata di albicocche, e spennello la superficie dei panini.
Scaldo il forno a 200° C statico, e inforno i panini per 15-20 minuti, fino a cottura. Sforno e lascio raffreddare si griglia.

4 gennaio 2017

Capodanno alternativo

Capodanno alternativo


Questo anno ho voluto fare un menù di Capodanno alternativo, sullo stile conviviale ludico, quindi non ci sono ricette particolari, ma sperimentazioni giocose, rivisitazioni di piatti già nel nostro ricettario familiare. Su questa linea di diverso, anche questo mio resoconto sarà insolito, sarà più un racconto culinario di un fine e inizio anno.
Si parte con la sera dell’ultimo dell’anno, io e la mia piccola abbiamo le nostre tradizioni, che ci costruiamo da quando siamo io e lei. questa sera, in attesa della festa, ci diamo da fare a divertirci in cucina: lei prepara i suoi pop-corn con la sua macchina speciale, io gioco con il microonde provando a fare le patatine fritte e croccanti senza grassi, proprio come quelle che si trovano nei pacchetti. E insieme ci alterniamo in una danza di riso, coccole, letture, giochi, nella nostra stanza calda preferita, la cucina, il focolare di casa.
Tornando alle patatine fritte speciali, devo dire che sono piaciute molto a tutti, e posso affermare che l’esperimento è riuscito. Il procedimento per ottenerle è abbastanza semplice: bisogna solo tagliare le patate a fette regolari sottili, a mano o usando mandolina, metterle a bagno in acqua fredda per far perdere l’amido, e lasciarle in ammollo per almeno mezz’ora. Poi asciugare bene le fette di patate e sistemarle sul piatto di vetro del microonde, una vicina all’altra e non sovrapposte. azionare la funzione microonde per 8 minuti, controllare a fine cottura, ed eventualmente far andare qualche altro minuto. Meglio procedere la cottura per gradi in quanto molto dipende dallo spessore delle patatine e dalla potenza del microonde, e basta poco che si bruciano. Quando sono dorate e cotte, togliere le patatine dal piatto di vetro, e raffreddandosi si asciugheranno ancora e saranno belle croccanti. Volendo prima della cottura si possono speziare e insaporire a piacere. Io le ho salate dopo la cottura. Ed ecco che così si possono avere delle patatine golose e magari un po’ più sane di quelle industriali del sacchetto…
Nelle mie sperimentazioni della serata ho voluto anche provare a fare gli onion ring, ma ho voluto provare a farli al forno. Purtroppo in questo caso la frittura classica è necessaria per far gonfiare bene la pastella e renderla bella croccante. Ho tagliato le cipolle in anelli di circa 4-5 mm, li ho messi a bagno nell’acqua fredda, questo mi aiuta a togliere la pellicina che si trova tra uno strato e l’altro della cipolla, e fa perdere un po’ del gusto forte di cipolla. Preparo la pastella con farina, latte, lievito, sale e spezie, che lascio poi riposare. La pastella non deve essere troppo liquida, perché deve avvolgere bene l’anello di cipolla asciutto per essere fritto. In questo caso consiglio proprio frittura con un buon olio e ad immersione. Per rendere la pastella anche più croccante ho unito alla farina di frumento tipo 0 anche della farina di semola rimacinata di grano duro.
Procedo poi a incidere e scavare una pagnotta alla curcuma che farcisco con del formaggio a pasta morbida, lo aromatizzo un pochino con erba cipollina e pepe (avendo già pane alla curcuma non voglio esagerare) rimetto il coperchio di pane, avvolgo con l’alluminio alimentare e metto in forno a cuocere, o meglio a far sciogliere bene il formaggio. Quando pronto servo in tavola, apro l’involucro di alluminio, tolgo il coperchio e, proprio come se fosse una fondue, si gusta con dadini di prosciutto crudo, crostini di pane, etc… o chi osa si mangia tutta la pagnotta, basta fare le monoporzioni.
Per dolce stavolta nulla di particolare, ma decoro un albero di pandoro. Posso scegliere se prendere quello grande o i piccoli monoporzione, il risultato è lo stesso. Ho tagliato a fette regolari il pandoro, tra uno strato e l’altro metto della crema pasticcera alla vaniglia, sistemo le fette di pandoro in modo che creino effetto albero. Sulle punte dell’albero ho messo delle gocce di cioccolato fondente, e se piace, spolverare con zucchero a velo prima di servire.
Nel menù di fine anno non possono mancare le lenticchie, cottura con metodo classico di famiglia. Le ho prima lavate bene, io uso le lenticchie piccole e scure, le ho bollite con del sedano. Quando son pronte, ci vuole circa 20 minuti mezz’ora, le lascio raffreddare. In una padella preparo il fondo con dello scalogno o cipolla tritata fine e pomodoro, aggiungo le spezie, dose a piacere, curcuma, zenzero e paprika forte. Quando il soffritto è pronto unisco le lenticchie con l’acqua di cottura e lascio insaporire. Posso scegliere se servirle asciutte (e quindi faccio restringere il brodo di cottura) oppure se servirle più stile zuppa, e quindi lascio un po’ più brodose. Aggiusto di sale e pepe e servo. Le spezie danno alle lenticchie quello zing in più.
E per iniziare bene l’anno si continua con lenticchie, che si saranno insaporite con il risposo, e perché non scaldarsi con una bella zuppa di cipolle con il pane tostato alla curcuma, il tutto caldo, fumante, aromatizzato con pepe, noce moscata e cognac, e formaggio parmigiano.
E anche questa volta abbiamo trovato il modo di salutare il vecchio anno e dare in benvenuto al nuovo, con nuovi propositi e tanti lavori e impegni, ma soprattutto con noi sempre insieme.

25 dicembre 2016

Natale 2016

Natale 2016

E siamo giunti alle feste con le preparazioni dolciarie tradizionali e non. I biscotti di questo anno sono i gingerbread. Ma non mi sono accontentata di fare le forme classiche da glassare, ma ho voluto provare a fare proprio delle costruzioni. C’è chi si diverte con i mattoncini delle costruzioni, chi con paste modellabili, io con la frolla. Come dolce tradizionale, che a casa mia non possono mancare perché altrimenti non sarebbe Natale, e da sempre i miei preferiti, ho fatto gli struffoli con ricetta storica cilentana.
I dolci da regalare sono stati anche personalizzati nelle confezioni, così io e mia figlia a tavolino si disegna e colora insieme.
Nemmeno da dire che i biscotti, come gli struffoli, hanno la brutta abitudine di finire in fretta. Però qualcuno lo abbiamo salvato da offrire a Babbo Natale e alle sue renne per la notte del 24: li sistemiamo in un piattino sul tavolo insieme a un bicchiere di latte per ringraziarli della loro visita…

Gingerbread, o pan di zenzero

Sono i biscotti natalizi per eccellenza, profumi di spezie che si sprigionano per tutta la casa. Come sempre esistono molte interpretazioni, la versione nord europea o versione americana, più spezie o meno spezie… Secondo me anche qui si va a gusto, ovviamente il gusto personale. Ho trovato anche mix di spezie già pronte ma arricchite con anice stellato e altri sapori. Avendo un reparto spezie a casa ben fornito ho preferito fare io personalmente il piccolo chimico e amalgamare i gusti. Comunque tutte le ricette si accomunano nell’uso della melassa scura, che però può essere sostituita con sciroppo d’acero o miele, anche se questo cambia il sapore finale del biscotto. Infatti la melassa ha un gusto forte e un sentore di liquirizia. Non amando la liquirizia, e invece amando molto il miele, ho sostituito volentieri questo ingrediente. La cottura ottimale di questi profumatissimi biscotti sarebbe di 8-10 minuti a 180° C per una consistenza più morbida, o 10-12 minuti per averli più croccanti. Io ho dovuto modificare la cottura perché volevo realizzare delle costruzioni di biscotti, così ho allungato i tempi e la temperatura del forno l’ho abbassata a 150° C, in questo modo la frolla dei biscotti non gonfia e si riescono a incastrare per la realizzazione degli alberi, renne e stelle. Ho poi glassato solo con zucchero e velo e acqua calda mescolati insieme. Con la glassa ancora morbida e appiccicosa spolvero con altro zucchero a velo per fare la neve, o con glitter edibili.

Ingredienti
  • 420 gr di farina (io uso la tipo 0)
  • 150 gr di burro freddo
  • 150 gr di zucchero di canna integrale
  • 1 uovo
  • 1/2 cucchiaino di sale
  • 2 cucchiaini di zenzero in polvere
  • 2 cucchiaini di cannella in polvere
  • 1/2 cucchiaino di noce moscata
  • 1/2 cucchiaino di cardamomo
  • 1/2 cucchiaino di chiodi di garofano
  • 150 gr di miele
  • zucchero a velo
  • acqua calda
Ho tritato, pestato finemente, il cardamomo e i chiodi di garofano. Ho mescolato le spezie con la farina, il sale e lo zucchero. Aggiungo il burro freddo tagliato a pezzetti e creo delle briciole, faccio la sabbiatura. A queste briciole di frolla unisco l’uovo e la melassa, e lavoro velocemente a formare la frolla, e un panetto da mettere a risposare in frigorifero per 2 ore, almeno, fino ad un massimo di 2 giorni. Trascorso il tempo di riposo, stendo la frolla dello spessore di 4 mm e con i tagliapasta creo i miei biscotti che vado a sistemare su teglia rivestita da carta forno, mantenendo un po’ di distanza l’uno dall’altro. Procedo con la cottura. Quando pronti i biscotti appena sfornati risulteranno morbidi, ma basterà metterli a raffreddare su una gratella per dolci e si solidificheranno in poco tempo, mantenendo però il cuore leggermente morbido. Il giorno successivo alla cottura procedo con la decorazione con la glassa fatta semplicemente con acqua calda e zucchero a velo.



Struffoli… ricetta cilentana

Questo è il mio dolce natalizio tradizionale preferito in assoluto, da sempre, da quando sin da bambina mangiavo solo le palline di pasta perché non amavo la frutta secca e mia zia si sedeva vicino a me perché lei preferiva la frutta secca alle palline. Ora invece scarto solo i confettini colorati, anzi siccome li faccio io evito proprio di metterli per me. E’ un dolce che non mancherà mai a casa mia. Una specie di croccante fatto con miele e zucchero, palline di pasta, mandorle e pinoli. La ricetta vuole che le palline di pasta vengano fritte in olio d’oliva. In questo caso una volta fritti gli struffoli si condiscono subito con il miele e gli altri ingredienti. Io faccio una versione più leggera, anche se ugualmente golosa, e che ha ricevuto comunque l’approvazione dei miei parenti: cuocio gli struffoli al forno, li faccio riposare per un giorno prima di amalgamarli col miele, in questo modo saranno ugualmente croccanti. Questo anno ho ritrovato questa ricetta cilentana che è proprio simile a quella della mia amata nonna. E proprio come lei uso il liquore Strega per aromatizzare l’impasto. Vi avviso che gli struffoli sono talmente sfiziosi che non riuscirete a fermarvi, uno tira l’altro, da spiluccare con le mani. Volendo si possono fare anche in versione finger o monoporzione da usare come segnaposti o da regalare.
Ingredienti
  • 1 kg di farina di grano tenero (io uso tipo 0)
  • 6 uova
  • 5 cucchiai di zucchero
  • 1 bicchiere piccolo di olio extravergine d’oliva
  • buccia di un limone grattugiata
  • 1 pizzico di sale
  • qualche cucchiaio di liquore aromatico (io ho usato la Strega)
  • 1 kg di miele di millefiori
  • 2 cucchiai di zucchero
  • 200 gr di mandorle pelate
  • 100 gr di pinoli
  • confettini colorati
Ho messo la farina in una ciotola capiente, ho fatto un buco in centro, e nel centro ho versato le uova, l’olio, lo zucchero, qualche cucchiaio di liquore, la buccia grattugiata del limone, un pizzico di sale,quindi impasto tutto. Quando tutti gli ingredienti sono amalgamati sposto l’impasto su un piano di lavoro e continuo a lavorarlo finché la pasta non si attacca più, importante non bisogna aggiungere la farina per asciugare impasto. Quando l’impasto è pronto lo divido in piccoli pezzi e lo lavoro in modo da ottenere dei cordoncini e li taglio a dadini appena più grandi di un nocciolo di ciliegia (max 1 cm di diametro). Li sistemo in una teglia e cuocio al forno a 180-200° C finché non saranno dorati, per circa 10 minuti. Sforno e faccio poi raffreddare e riposare. Il giorno dopo faccio sciogliere il miele con lo zucchero, metto gli struffoli, i pinoli tostati e le mandarle tostate e tritate grossolanamente. Rigiro per amalgamare bene tutti gli ingredienti. Verso su piatto da portata dando la forma che preferisco, e decoro con confettini colorati e diavoletti.

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