19 settembre 2016

Pizze fritte...

Pizze fritte...


Finalmente mi dedico a scrivere il pranzo di Ferragosto.
Per non essere da meno dei picnic o delle grigliate, ma distinguendoci sempre, oggi facciamo le pizze fritte. La pizza mette sempre d'accordo tutti i gusti e così faccio tutti contenti.
Da poco mi sono lasciata tentare da un super saldo su una macchina del pane, e dovendo imparare a conoscere l'elettrodomestico,  ho pensato di provare a fare l'impasto con la macchina seguendo le istruzioni della stessa. Così invece dei miei impasti fatti a mano (con valenza anche terapeutici), con la pasta madre, stavolta ho ripiegato su lievito di birra fresco e l'elettrodomestico che lavora al posto mio, mentre io mi dedico ad altro. Il bello della macchina del pane è che uno mette tutti gli ingredienti necessari, imposta il programma e al resto ci pensa lei. Tra l'altro il programma impasto pizza (o base) fa due lavorazioni e di conseguenza due lievitazioni, proprio come farei io (anche se io prediligo lunga lievitazione). Ed eccomi che imposto la mia rumorosa, diciamolo silenziose per quanto possano dire non sono, macchina, e mentre lei impasta io preparo il condimento di pomodoro e grattugio tutti i formaggi necessari, e ovviamente nel frattempo gioco anche con mia figlia. Mia figlia è affascinata dalla macchina del pane. Lei è abituata a vedermi impastare, ma non so bene perché la macchina la incuriosisce, così mi "costringe" a prenderla in braccio per, come dice lei "fammi vedere", io la prendo e alzo il coperchio della macchina per farle vedere appunto, l'impasto che viene lavorato dal gancio. Ma anche la lievitazione ha il suo fascino per lei, la sua espressione è bellissima, e dire che ha anche libri e letture su argomento, e lo ha visto molte volte, ma tutte le volte "è magia". Ed ecco che in una torrida giornata estiva in città mi accingo a lavorare e friggere, ma il tutto è ripagato dalla gioia dei miei ospiti, e ritornando tutti bambini si mangia con le mani e ci si sporca il volto con il condimento. Naturalmente chi prepara e cucina le pizze fritte si siede poco a tavola, perché questo piatto va cotto sul momento e servito bollente. E in queste occasioni un mio pensiero ricorre a mia nonna, che si sedeva pochissimo a tavola con noi per viziare tutti con le sue leccornie...
Ma ora ecco la ricetta che ho seguito per fare impasto della pizza con la macchina del pane, comunque nulla vieta di fare impasto a mano, seguire le ricette della pizza già pubblicate qui, e usare anche impasto con pasta madre. Già sperimentati tutti.
A proposito le pizze fritte si mangiano sia salate che dolci: si può iniziare con quelle salate e finire con quelle dolci... a voi la scelta.

Ingredienti per 1 kg di impasto circa da fare con la macchina del pane.
  • 320 ml di acqua
  • 2 cucchiai di olio oliva (io uso extravergine)
  • 1 e 1/2 mezzo di sale (io ne metto un po' meno)
  • 640 g di farina (io uso la 0)
  • 13 g di lievito fresco o 1 e 1/2 cucchiaino di lievito secco
  • olio per friggere (io uso olio oliva)
  • 1 kg di pomodori da sugo (meglio 2)
  • formaggio grattugiati misti (parmiggiano, cacioricotta vaccino, cacioricotta misto capra vaccino, ricotta salata) 
  • zucchero, miele, etc
Le istruzioni della macchina dicono di inserire tutti gli ingredienti nel cstello nell'ordine indicato, selezionare il programma di solo impasto e avviare.
Io, invece, ho inserito nel cestello della macchina prima la farina, il lievito ben sbriciolato o sciolto in acqua, l'acqua e l'olio, e premo avvio dopo aver selezionato il programma. Aggiungo il sale solo quando il lievito è già ben sciolto e impastato, in modo che non vada a contatto diretto.
Mentre la macchina impasta e fa lievitare preparo il condimento. Lavo i pomodori, li svuoto dai semi, li taglio grossolanamente e li metto in padella con olio d'oliva (extravergine), basilico e sale, copro con coperchio e lascio cuocere a fuoco medio facendo attenzione che non si attacchi, in caso aggiungo un filo d'acqua. Il pomodoro deve venire quasi fritto. Grattugio poi tutti i formaggi.
quando impasto della pizza ha completato la seconda lievitazione, lo levo dalla macchina del pane, infarino leggermente il piano da lavoro, e divido l'impasto in tanti panetti, proprio come se li preparassi per la pizza da forno, copro con un telo e una coperta e lascio rilievitare. A questo punto la lievitazione sarà abbastanza veloce.
Metto l'olio in una padella per friggere, io uso un tegame dai bordi alti, per poter fare fritto ad immersione. Mentre l'olio nella padella raggiunge la temperatura, io stendo in modo sottile (non troppo) i panetti della pizza con le mani. Quando l'olio è pronto procedo con la frittura. La pizza fritta ci mette proprio poco in cottura, appena fa le bolle e si colora è ora di scolarla su carta fritti e servirla. Ricordarsi di girarla per far dorare entrambi i lati, perchè appena farà le bolle verrà "a galla". Ogni ospite si condirà la sua a piacere: infatti i pomodori, i formaggi vengono messi direttamente a tavola. Ma potete anche servire anche già condita.
Per la versione dolce le lascio bianche e le servo insieme al miele o zucchero, ma ho visto usare anche creme spalmabili...

8 settembre 2016

Riso con gamberi e limone

Riso con gamberi e limone

Oggi per me è una giornata un po' difficile, ma nonostante questo ho deciso che dovevo tenere la mente occupata nella mia attesa del conto alla rovescia. Una mia cara compagna pelosa di vita sta, deve raggiungere altre mete, nuovi viaggi, l'accompagnerò tenendola fra le braccia, ma dopo 15 anni, è difficile... è sempe difficile e non ci si abitua mai. Non importa per quanto siano stati con noi, son comunque parte della famiglia, "so' ppiezz' 'e còre". Ho voluto scriverlo in dialetto perché mi sembra che renda meglio che sia incisivo così, tradotto rende ma non alla stessa maniera... chi lo sa, saranno questi ultimi giorni, in cui già sapevo, prima di avere conferma ufficiale che stava andando, che voleva andare, come non capirlo visto che ti ho cresciuta io? sei con me da quando avevi un mese... mia cara coraggiosa amica pelosa sarai sempre nei miei pensieri, sei stata la guardiana di mia figlia in culla e lo sei stata fino alla fine. Che dire grazie mia cara amica pelosa, grazie per quello che solo gli amici animali sanno fare, grazie di questi anni e di tutto, ho moltissimi ricordi di noi, della nostra vita insieme. Semplicemente grazie di averla vissuta con me.
Scusate se mi sono lasciata andare e con le lacrime agli occhi, nascosta da uno schermo ho condividere questo mio sentimento e pensiero. Ma ora torniamo alle ricette.
Ritorno dalle vacanze, ci si ritrova con gli amici per mangiare insieme e raccontarci. Per questa occasione ho preso spunto, ripeto solo spunto, da una ricetta dello chef Antonino Cannavacciuolo, riso con gamberi e agrumi. La differenza tra i due risotti consiste nel fatto che lo chef usa anche l'arancia, tanto prezzemolo e i gamberi rossi (beato lui che li ha), e li mette a crudo. Il mio riso, invece, è profumato solo con limone, e i miei gamberi, ahimè, non essendo quelli rossi, e per sicurezza, li ho fatti saltare in padella e aromatizzati con il limone. Tra gli agrumi il limone, sia nelle preparazioni dolci che in quelle salate, è decisamente il mio preferito, soprattutto se è poi quello di Costiera bio.
Di seguito la mia ricetta del risotto profumato al limone con i gamberi saltati. Una leccornia, assolutamente delizioso, leggero, fresco e stuzzicante...un po' di Costiera a tavola...

Ingredienti
  • 8 gamberi
  • 350 gr riso per risotti
  • 1 cipolla
  • 2 carote
  • 2 coste di sedano
  • poco prezzemolo, qualche foglia
  • 500 ml di acqua fredda
  • 1 limone bio grande
  • sale marino integrale
  • pepe nero selvatico
  • olio extravergine oliva

Ho pulito i gamberi e li ho privati della testa, del carapace e del budello (il filo nero sul dorso).
In una pentola ho fatto soffriggere nell'olio la cipolla, la carota e il sedano, poi ho unito le teste e i carapaci dei gamberi. Verso l'acqua nella padella per preparare così un fumetto che mi servirà per la cottura del riso. Insaporisco questo brodo con buccia di limone, prezzemolo e qualche granello di pepe nero. Porto a ebollizione, faccio cuocere per 20 minuti, poi filtro il brodo passandolo al colino. In una padella calda faccio tostare il riso, aggiungo il brodo e porto a cottura. Manteco con olio extravergine d'oliva, sale, buccia di 1 limone grattugiata e succo filtrato.
Faccio saltare i gamberi in padella con pochissimo olio e sale e una spruzzata di limone.
Impiatto il riso, aggiungo il prezzemolo, i gamberi e una spolverata di pepe nero selvatico.

28 agosto 2016

Crêpe Bretonne... con nota aromatica

Crêpe Bretonne... con nota aromatica

Crêpe Bretonne

Per la serie si continua con colazioni golose, stavolta ho provato la ricetta delle crêpes trovata su sito bretone suggeritomi da cara amica, alla quale, a sua volta, era stato indicatole da un suo caro amico ballerino bretone. Mi piace questo passaparola, in fondo la cucina è questo: condivisione.
Purtroppo non ho tutti ingredienti bretoni originali, ma ci accontentiamo lo stesso, o no? Mia figlia direi che ha apprezzato ugualmente. Ho aggiunto, rispetto alla ricetta, una nota aromatica agrumata con del zest di limone. Questa idea mi è venuta grazie a mia zia che me l'ha fatta assaggiare quest'estate e avevo trovato l'insieme molto piacevole: con questo impasto profumato la crêpe si può mangiare, naturalmente, farcita con creme e marmellate o miele, e la nota agrumata si accompagna bene anche con il salato... ma vi posso dire che è deliziosa anche da sola proprio grazie a questo suo gusto molto speciale.

Ingredienti
  • 250 g di farina di grano tenero (io ho usato la 0)
  • 50 g di burro salato di Bretagna (ma se come me non l'avete, si ripiega su altro burro salato, o burro semplice e si mette il sale nell'impasto)
  • 500 ml di latte
  • 100 ml di acqua
  • 4 uova
  • 2 cucchiai di zucchero semolato
  • un pizzico di sale di Guérande (sale grigio dell'atlantico)
  • zest di limone bio (non è nella ricetta originale, ma io ho aggiunto nell'impasto questa nota aromatica)

Metto in una scodella capiente la farina, lo zucchero e il sale, e zest di limone. Verso il latte e l'acqua, mescolo e poi unisco le uova sbattute con una forchetta. Infine aggiungo il burro fuso. Amalgamo bene il composto in modo che non abbia grumi. Lascio riposare la pastella almeno 30-45 minuti in frigorifero. Io ho fatto riposare anche 4 ore, preparato a pranzo per la sera, ma può anche stare tutta la notte o un giorno, basta avere l'accortezza di riscaldare l'impasto per far sciogliere il burro e dargli una bella mescolata.
Per cuocere uso una padella antiaderente, quando ben calda la ungo con un po' di burro e verso la pastella. La crêpe deve essere sottile, la faccio cuocere 2 minuti per lato circa. Proseguo con il resto dell'impasto.
Come suggeriscono i bretoni, il trucco di vero successo è mescolare prima gli ingredienti solidi e poi aggiungere quelli liquidi, e fondamentale il riposo dell'impasto. Altro trucco che suggeriscono è far sciogliere il burro prima di spennellarlo nella padella, così sarà più facile ungere la padella in modo uniforme, e poi passare un foglio di carta assorbente per l'eccesso. A dire il vero degli amici che sono stati in Bretagna a vari festival di danza, mi dicono che per i bretoni non c'è un eccesso di burro, anzi... ma questa è un'altra storia per condire le crêpes salate...

Crêpe Bretonne

 

22 agosto 2016

Dorayaki, pancakes giapponesi

Dorayaki, pancakes giapponesi


Ultimamente mia figlia ha preso gusto a far colazione con crepes, pancakes, e via discorrendo. La sera le chiedo cosa gradisce per colazione il mattino dopo e lei mi dice se vuole il panino, piuttosto che crepes o pancake... stavolta la risposta è stata crepes. Ok... ma non ho tutti ingredienti... così mi ricordo della ricetta dei pancake giapponesi: i dorayaki, e mi dico perchè non provarli? L'impasto è senza latte, quindi adattissimi a coloro che son intolleranti a lattosio, latticini e derivati. Sembrano dei pandispagna dalla forma dei pancake cotti in padella e senza grassi.
Unica cosa è che ricette che ho letto mi sembrano molto dolci, così io ho ridotto le dosi di zucchero nell'impasto, e già così sono risultate dolci. Ho preparato impasto la sera prima e per la prima colazione domenicale ci regaliamo questa novità. Uso anche padellino piccolo per farle della giusta dimensione. Infatti i giapponesi ne mettono due insieme tipo panino farcite con la marmellata di azuki. Non immagino che roba dolcissima venga fuori.
Per correttezza indicherò tra parentesi le dosi indicate da tutte le ricette che ho trovato, mentre fuori parentesi la "mia versione".
Se vi trovate a non avere latte, e per cambiare ogni tanto, questi dorayaki sono un piacevole variante.
Mia figlia ha farcito con marmellata, si possono mangiare anche senza farcitura, ma... se siete golosi provate con crema spalmabile alla nocciola (io ne avevo una speciale molto particolare)...

Ingredienti
  • 100 gr di farina
  • 2 uova
  • 25 gr di zucchero (40 gr)
  • 1 cucchiaio di miele, ho usato un miele d'acacia (qui ricette diversificano, alcune un cucchiaio altre un cucchiaino) 
  • 1/2 cucchiaino di lievito per dolci (alcuni indicano 1 cucchiaino, altri solo 1/2)
  • 2 cucchiai d'acqua, circa 50 ml
  • 1 pizzico di sale (nella ricetta non c'è)
Ho prima messo l'acqua in una tazzina e sciolto il lievito. Ho sbattuto le uova con lo zucchero. Poi in un colpo solo ho aggiunto la farina, il miele, il sale, mescolo bene e infine unisco l'acqua con il lievito. Amalgamo bene il tutto fino ad avere una pastella, che poi metto in frigorifero a riposare per almeno mezz'ora.
Scaldo poi un padellino antiaderente, e quando caldo, abbasso la fiamma, e con un cucchiaio verso la pastella, lasciando che si allarghi. Procedo nella cottura proprio come per i pancake o le crepes, appena fa le bolle, giro il dorayaki. Bisogna fare attenzione che brucia facilemente questo impasto. Procedo a cuocere tutto l'impasto e servo caldo.

18 agosto 2016

Pasta e patate con scamorza affumicata, dello chef Antonino Cannavacciuolo

Pasta e patate con scamorza affumicata, dello chef Antonino Cannavacciuolo


Dopo una prolungata assenza dovuta a causa forze maggiori, oggi, finalmente mi riaccingo a scrivere e a ridarmi delle scadenze per continuare a dare vita a questo blog. Di certo ho molto arretrato, e la cartella bozze si riempie di tutte le cose fatte e provate finora. 14 Agosto:  giorno in cui ci si dovrebbe preparare al Ferragosto, ho deciso di fare una ricetta dello chef Antonino Cannavacciuolo. Giusto per il pranzo della domenica con la Sister e per stare leggeri. Questo è un piatto molto appetitoso e cremoso. Qui troverete anche la versione della mia famiglia cilentana della pasta e patate, ma è un'interpretazione più brodosa, a zuppa, almeno a noi piace così. In effetti come la maggior parte delle ricette tradizionali, tramandate dalle famiglie, ognuno ha la sua versione, e queste possono differire.
Mi era capitata di vedere questa interpretazione dello chef durante una delle sue trasmissioni, mi ha incuriosito e ho deciso di provarla, anche perchè pasta e patate è uno dei piatti che in casa preferiamo. Proprio come si userebbe nel piatto tradizionale si usa la pasta mista, che in cottura avrà consistenze diverse dovute ai diversi formati di pasta. La patata viene tagliata a cubetti regolari in modo che cuocia ma rimanga "croccante", la provola o scamorza affumicata (viene usata soprattutto la parte affumicata, quindi più esterna della scamorza) conferisce quel gusto particolare che rende l'insieme molto appetitoso, per tacer dell'olio che viene profumato con il rosmarino. A dire il vero qui ho optato per una variante: lo chef usa olio all'aglio, ma essendo intollerante all'aglio, non l'ho usato, e ho preferito aromatizzare l'olio extravergine d'oliva con un rametto di rosmarino mentre lo scaldo, invece che mettere aghetti di rosmarino dopo con le patate. Inoltre lo chef rifinisce il piatto con del prezzemolo tritato e un filo di olio all'aglio, anche questa parte non l'ho seguita. Ma il bello delle ricette è che si possono personalizzare un pochino, no?
Questo è un piatto, se vogliamo, semplice, con pochi ingredienti, ma di successo assicurato, goloso e profumato, adatto a tutti, sia per grandi che per piccini...


Ingredienti per 4 persone

  • 300 gr di patate
  • 200 gr di pasta mista
  • 80 gr di scamorza/provola affumicata
  • 90 gr di parmigiano reggiano
  • 1 l brodo vegetale
  • olio extravergine oliva
  • sale
  • pepe
  • rosmarino
Preparo il brodo vegetale.
Ho versato un filo di olio in una casseruola con un rametto di rosmarino e lo faccio scaldare. Sbuccio le patate e le taglio a dadini il più possibile regolari in modo che si cuociano velocemente ma, allo stesso tempo, rimangano croccanti. Quando l'olio inizia a soffriggere aggiungo le patate.
A questo punto tolgo il rametto di rosmarino e verso una parte del brodo vegetale sulle patate portando a bollore. Verso la pasta mista e la faccio cuocere aggiungendo altro brodo quando necessario. Nel frattempo taglio la scamorza, le parti esterne più vicine all'affumicatura, e le affetto sottilmente con il coltello, riducendole a un trito grossolano in modo che durante la mantecatura si sciolgano prima.
Una volta che la pasta è cotta, spengo il fuoco, spolverizzo con pepe macinato fresco e aggiusto di sale, se serve aggiungo anche un filo d'olio extravergine d'oliva, e mescolo bene facendo addensare il fondo di cottura fin quasi ad asciugarlo. A questo punto spolverizzo con il parmigiano grattugiato e unisco la scamorza affumicata, continuando sempre a mescolare. Se serveaggiungere ancora un filo di olio.
Una volta terminata la mantecatura, distribuisco nei songoli piatti, guarnisco con un rametto di rosmarino e una macinata di pepe, e volendo un filino d'olio.
Servo in tavola e si mangia caldo filante, prima che i formaggi si rapprendano.


11 maggio 2016

Compleanno Scorpioni: filetto alla Voronoff e Baumkuchen Sacher

Compleanno Scorpioni: filetto alla Voronoff e Baumkuchen Sacher

Pubblico con enorme ritardo un trascorso compleanno in cui rispettando i miei propositi, ho preparato delle delle cose speciali.  Così la Sister, che dice di stare sempre a dieta e trasgredire solo qui, si è ritrovata a festeggiare con un bel filetto Voronoff, preso apposta per lei e la figlia carnivora, visto che io si sa sono vegetariana. In questo modo le dimostro che so ancora cucinare anche alimenti che non consumo, e che posso tranquillamente prepararli per altri. 
Per la torta la Sister ha una passione per la Sacher torte, ed è vero che ci sono almeno mille ricette da provare della suddetta torta, però... ecco che in aiuto mi viene la trasmissione Bake Off UK, che come sempre stuzzica la mia voglia di sperimentare e mettermi in gioco. Durante la trasmissione viene presentata la Baumkuchen, torta ad albero, un dolce tedesco, o del nord Europa le cui origini pare le si facciano risalire nella città di Salzwedel e risalga addirittura alla metà del Cinquecento, anche se il suo successo nelle pasticcerie d'Europa e del mondo arriva solo nel XIX secolo. Alcuni, si dice, fanno risalire le sue origini ai Romani, che cuocevano questo dessert su uno spiedo di legno, quindi la versione originale è piu’ come un ciambellone col buco (una volta rimosso lo spiedo) con cerchi di pasta o crêpes, concentrici. 
La particolarità di questa torta è che si presenta come un insieme di stratificazioni di pasta, ricoperte di glassa al cioccolato, dovute a un metodo di cottura molto particolare: la torta cuoce in forno sotto il grill, uno strato alla volta che si va a sovrapporre al precedente come una sorta di torre di crêpes. Incredibile ma in Giappone è diffusissima.
Dicevo, ispirandomi a questo particolare dolce ho pensato di creare una versione di baumkuchen sacher per continuare a stupire la Sister.

Filetto alla Voronoff


Ingredienti
  • 4 filetti di manzo
  • 4 cucchiai di senape dolce (io ho usato quella di Dijone)
  • 1 cucchiaio di worcerstershire sauce
  • 200 ml di panna fresca
  • 1 rametto di rosmarino
  • 1/2 bicchiere di cognac, o brandy
  • 60 gr di burro (o burro chiarificato)
  • pepe
  • sale
  • farina q.b.
Inizio con prepararmi il burro chiarificato: faccio sciogliere a bagnomaria il burro, e una volta che in superficie si creerà una schiumetta bianca, la elimino con un cucchiaio o la filtro, e utilizzo la parte liquida (giallo oro) rimanente.
Metto ora il burro chiarificato in una padella con il rametto di rosmarino, e appena il tutto è caldo aggiungo le fette di filetto infarinate. Faccio rosolare un paio di minuti per parte, e quando si forma una bella crosticina dorata, verso il cognac, inclino la padella e flambo. Faccio fiammare fino a quando la fiamma non si spegnerà da sola, facendo molta attenzione in questa operazione.
Lascio insaporire la carne per qualche attimo, salandola e pepandola da entrambi i lati. Poi tolgo la carne dalla padella e la conservo in un luogo tiepido. Nel frattempo preparo la salsa. Nella padella in cui ho cotto la carne, e dove si trova il fondo di cottura, metto la senape, la worcerstershire, e sciolgo il tutto con la panna, amalgamo gli ingredienti a fuoco basso. Lascio restringere la salsa, e aggiusto di sale e pepe. Prima di servire passo la carne per qualche istante nella salsa.
Oppure posso impiattare direttamente i filetti, ricoprirli di salsa, e come per i tourneados alla Rossini sistemare sotto ogni filetto una fetta di pancassetta dorata nel burro, che raccoglierà i succhi della carne.


Baumkuchen sacher 

La ricerca legata a questo dolce mi ha permesso di avvicinarmi alla storia e alla tradizione del dolce e alla etimologia dei termini che vengono usati ma che se non siamo linguisti magari ignoriamo.
Innanzitutto ho imparato la differenza tra torte, che si usa solo per le torte lievitate da farcire, e kuchen per le torte fatte a strati, come la nostra. 
Partendo da questa definizione, e conoscendo i gusti della Sister, ecco la mia idea per la sua torta di compleanno. 
Il procedimento, soprattutto per la cottura, è un po' lungo, bisogna armarsi di molta pazienza e calma intorno, ma il risultato finale ripaga assolutamente la fatica fatta. Tra l'altro, essendo la mia una versione al cioccolato, gli strati sono ben visibili, ma ovviamente sono color torta al cioccolato. Se invece si preferisce una variante senza cacao, naturalmente il colore sarà dorato, e la quantità di cacao dovrà essere sostituita con la fecola di patate, il cui totale per la ricetta sarà di 80 gr invece di 65 gr.
La confettura la spalmo sulla torta quando questa sí è appena raffreddata, o volendo ancora poco poco tiepida, in questo modo manterrà la torta morbida, che altrimenti tenderà a seccarsi in fretta e rimanere troppo asciutta.


Ingredienti
  • 100 gr di farina 0
  • 60 gr di farina di mandorle
  • 65 gr fecola patate
  • 15 gr di cacao amaro
  • 160 gr zucchero
  • 160 gr di burro
  • 4 uova
  • Estratto vaniglia (si può aromatizzare a piacere)
  • 1 pizzico di sale
  • 1 pizzico di lievito (facoltativo)
  • Confettura albicocche
  • 60 gr di cioccolato fondente
  • 60 ml di panna fresca

Ho montato a neve ferma gli albumi.
Ho montato il burro con lo zucchero e l'essenza di vaniglia. Unisco al burro montato un tuorlo alla volta e non incorporo l'altro finché il precedente non si è amalgamato bene all'impasto. Dopo aver incorporato le uova aggiungo la farina di mandorle. Per ultimo unisco la farina 0 e il cacao amaro setacciati e un pizzico di sale. Ora, delicatamente e mescolando dal basso verso l'alto, unisco gli albumi al composto.
Prendo una teglia da 20 cm, ricopro il fondo con della carta da forno, e verso un po' di impasto giusto a coprire tutto il fondo dello stampo, circa due o tre cucchiaiate, deve venire tipo pancakes/crêpes. Cuocio col grill per circa 3-4 minuti, la sfoglia di torta deve essere bella dorata. Procedo facendo un altro strato sopra il primo, nuovamente cottura col grill per 3-4 minuti... E vado avanti così fino a completare tutti gli strati e l'impasto. Devono venire come minimo 10 strati. 
Quando completo la cottura faccio raffreddare un po'. Poi levo la torta dallo stampo. Lavoro due cucchiai di confettura di albicocche e la spalmo sulla torta.
Preparo la glassa o ganache facendo scaldare la panna e versandola calda sul cioccolato a pezzetti. Mescolo bene per far sciogliere e amalgamare il tutto e faccio raffreddare un pochino. Verso poi la glassa sulla torta, e faccio raffreddare.
Al momento di servire la torta, volendo, la accompagno con della panna montata zuccherata pochissimo o per nulla. Al taglio le sfoglie devono essere visibili e deve essere possibile contarle.

3 maggio 2016

Risotto gorgonzola, pere e granella di nocciole...

Risotto gorgonzola, pere e granella di nocciole...


A dispetto del fatto che dovremmo essere nella stagione primaverile, ecco una bella giornata uggiosa e freddina, quindi preparo una ricetta che sembrerebbe dai gusti decisamente autunnali, ma che per questa domenica di non si sa in quale stagione mi trovo, sembra perfetta. Non so bene quando, né come, ma facendo la spesa mi era venuto in mente che avrei dovuto provare a cucinare riso con gorgonzola e pere. Il meteo, evidentemente, ha appoggiato l'idea fornendomi la giornata grigia e piovosa.
Ho già provato paste e risi al profumo di agrumi, ma finora non avevo provato nulla con altri tipi di frutta nelle ricette salate... fatta eccezione per la guacamole. Di certo è un abbinamento classico gorgonzola e pere... in genere formaggio e pere. Anzi per osare e dare una nota più caratteristica forse non ci starebbe male un gorgonzola dal gusto un po forte, piccante, un roquefort, ma stavolta mi sono tenuta sul dolce anche per rispetto ai commensali che già osavano con questo abbinamento.
L'insieme è risultato armonico, piacevole, cremoso, e ho dato la nota croccante con delle nocciole sminuzzate a coltello, una granella un po' grossolana. Le pere, ho scelto la varietà williams, fatte dadini e cotte in una padella a parte con aromi provenzali, burro, olio, sale e sfumate con un'idea, una lacrima di rhum. Il riso cotto lentamente su fondo di cipolla e con brodo vegetale, è sfumato con Chardonnay. Alla fin unisco tutti gli ingredienti, manteco, metto le nocciole e il pepe, e via in tavola per questo primaverile autunno... Bon appetit...

Ingredienti
  • 350 gr di riso per risotti ( io ho usato un vialone nano)
  • 1 cipolla piccola dorata
  • 1 litro di brodo vegetale
  • 4 pere
  • 200 gr di gorgonzola
  • Parmigiano reggiano
  • Burro
  • Olio evo
  • Nocciole
  • Sale
  • Pepe 
  • Vino bianco 
  • Rhum
Ho fatto del brodo vegetale che mi servirà per cuocere il riso. Ho pulito e tagliato finemente una cipolla che ho messo ad appassire in pentola a fuoco dolce con del burro e del l'olio evo. Ho allungato con due cucchiai di brodo vegetale. Ho pulito e tagliato a dadini le pere williams e messe in padella, a fuoco dolce medio, con poco burro, pochissimo olio, sale grosso e un trito di erbe provenzali. Quando la cipolla sarà diventata trasparente metto il riso e faccio tostare, poi sfumo con il vino. Attendo che evapori tutto il vino e verso il brodo vegetale un po' alla volta. Faccio cuocere lentamente, mescolando di tanto in tanto e allungando con il brodo, se serve. Le pere intanto avranno tirato fuori l'acqua, e quando il sughetto si sarà asciugato, sfumo con pochissimo, proprio solo un'idea di rhum, e lascio evaporare. Quando il riso è pronto, e non troppo asciutto, metto il gorgonzola, faccio sciogliere ed amalgamare, se serve metto un po' di latte per rendere tutto cremoso. Spengo il fuoco sotto il riso, metto le pere, mescolo e infine spolvero con il parmigiano grattugiato, copro con coperchio per due minuti senza mescolare. Nel frattempo preparo la granella di nocciole tritandole a coltello. Tolgo il coperchio dalla pentola e ora mescolo il riso su cui ho fatto sciogliere anche il parmigiano rendendo il tutto ben cremoso, aggiusto di sale, spolvero con pepe nero, impiatto e metto le nocciole tritate... e porto in tavola.

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