3 gennaio 2019

Tortelli ai gamberi su crema di piselli e stracciatella di bufala

Tortelli ai gamberi su crema di piselli e stracciatella di bufala

tortelli ai gamberi su crema di piselli e stracciatella di bufala

E dopo l’antipasto ecco il primo del cenone di Capodanno. Un piatto che ha elementi in comune con l’antipasto, una sorta di legame tra le varie portate di una cena, e il filo conduttore di questa cena sono dati dalla stracciatella e dal lime. Questo è un primo bello a vedersi, colorato, saporito e profumato. Così come viene realizzato è anche fresco, perché a parte i tortelli gli altri alimenti che lo compongono son tutti messi a temperatura ambiente o freddi. Se si gradisce un maggiore contrasto, soprattutto d’inverno, si potrebbe servire la crema di piselli calda che creerebbe contrasto termico con la stracciatella, e non raffredderebbe troppo la pasta. La sfoglia della pasta è bella ricca, corposa, una sfoglia all’uovo che racchiude un ripieno gustoso e agrumato. Ho voluto insaporire l’acqua di cottura dei tortelli facendovi bollire gli scarti dei gamberi. Un piatto davvero particolare, delicato, ben bilanciato nel suo insieme di sapori…

Ingredienti

Per la pasta fresca
  • 120 gr di farina (io tipo 1)
  • 100 gr di semola rimacinata
  • 1 uovo intero bio
  • 2 tuorli bio
  • una presa di sale integrale fine
  • acqua se serve
Per il ripieno
  • 200 gr di code di gambero sgusciato (possibilmente fresco, o gamberetti)
  • zest di 1 lime
  • olio extravergine d’oliva
  • sale integrale marino
Per la crema di piselli
  • 500 gr di piselli freschi sgusciati (o surgelati)
  • sale integrale
  • olio extravergine oliva
Per decorare
  • 120 gr di stracciatella di burrata (io di bufala)
  • 8 pomodori ciliegino
  • sale integrale
  • pepe arcobaleno
Inizio con il preparare la sfoglia dei tortelli. Verso le due farine e il sale in una ciotola e le mescolo tra loro. Formo una fontana e al centro aggiungo l’uovo e i tuorli. Con una forchetta inizio a sbattere le uova incorporando pian piano la farina. Successivamente impasto a mano in modo da ottenere una sfoglia liscia e omogenea, se serve mi inumidisco le mani per lavorare l’impasto. Copro l’impasto con pellicola e lascio risposare almeno per 30 minuti.
Per la crema di piselli li faccio cuocere per circa 7 minuti in acqua bollente salata, poi li scolo, li frullo con poca acqua di cottura e un filo di olio extravergine d’oliva. Passo la crema al setaccio.
Pulisco i gamberi, elimino carapace, budello (il filamento nero presente sulla schiena) e le teste. Le teste le metto a bollire in acqua salata per aromatizzarla. Con un coltello riduco la polpa in piccoli pezzi, la metto in una ciotola e condisco con olio extravergine d’oliva, zest e poco succo di lime e sale. Mescolo e lascio insaporire.
Ora stendo la sfoglia per i tortelli, tiro la pasta ad uno spessore molto fine (tacca numero 6 o 7 della macchina per la pasta, poi va un po’ a gusto). Creo dei cerchi di pasta con un coppapasta rotondo (ho scelto diametro 7-8 cm), al centro metto un po’ del ripieno di gamberi marinati, chiudo a mezzaluna (se serve inumidendo il bordo della pasta) eliminando l’aria all’interno. Ruoto le punte e le unisco tra loro. Procedo così per i restanti tortelli.
Lavo e taglio a metà i pomodori ciliegini, li condisco con olio e sale. A dire il vero per fare il vero pomodoro confit dovrei spolverarli con un po’ di zucchero, ma io non amo usare troppo zucchero e non lo metto. Cuocendoli già così in forno si assapora appieno la bontà del pomodoro senza doverlo caramellare con altro zucchero. Metto i pomodori conditi su una teglia rivestita con carta forno e faccio e cuocere in forno preriscaldato a 160°-180° C, per i tempi, vado un po’ ad occhio, comunque circa 15-20 minuti. Quando pronti tengo da parte.
Filtro l’acqua in cui ho bollito le teste di gambero. Porto questa acqua aromatizzata a bollore e vi cuocio i tortelli al dente.
Nei piatti fondi verso la crema di piselli, al centro faccio colare un cucchiaio generoso di stracciatella. Scolo i ravioli li adagio sulla stracciatella. Sulla crema di piselli sistemo i pomodori confit, una macinata di pepe arcobaleno e servo.

2 gennaio 2019

Tartare di spada, tonno e salmone affumicati profumati al lime su stracciatella

Tartare di spada, tonno e salmone affumicati profumati al lime su stracciatella

Tartare di spada, tonno e salmone affumicati profumati al lime su stracciatella

Per finire e iniziar bene l’anno niente di meglio che sperimentare con alambicchi e pozioni in cucina. Ma questo non sarebbe stato sufficiente. Se è vero che quello che si fa a Capodanno si fa poi per tutto l’anno, niente è meglio di studiare, provare, e fare quello che piace, nel mio caso mettermi alla prova in cucina a prepare piatti da presentare qui sul mio amato blog... ma non solo... ho voluto impegnarmi davvero nel presentare bene le mie preparazioni, e magari realizzare qualche bel scatto, o almeno provarci... così chi ben comincia, chissà... ma basta pensieri in libertà e vengo al dunque con le preparazioni del cenone... Inizio a parlare dell’antipasto. Un piatto con pochi ingredienti, semplice da fare, leggero, elegante e sofisticato. Su piatto scuro risalterebbe cromaticamente meglio, ma non avendolo sono rimasta sul classico elegante semplice bianco. Una tartare insolita, fatta anche per i bambini, quindi non proprio pesce crudo, che non a tutti piace, ma un tris di pesci affumicati, che vengono tritati a coltello e semplicemente conditi con olio e lime (ma va bene anche limone), su una crema di stracciatella di bufala (o vaccina). Il lime col suo profumo e gusto rinfresca, alleggerisce il gusto della stracciatella. Un antipasto davvero speciale e delizioso...  

 Ingredienti
  • 100 gr di salmone affumicato
  • 100 gr di tonno affumicato
  • 100 gr di pesce spada affumicato
  • Olio extravergine oliva
  • 2 lime, succo e zest
  • 4 cucchiai di Stracciatella di bufala
  • 1 o 2 cucchiai di panna fresca
  • Pepe arcobaleno macinato fresco
Ho tritato a coltello i tre tipi di pesce, sistemati ogni tipo di pesce in una ciotola per condirli con olio extravergine d’oliva, succo di lime e un po' di zest. Copro con pellicola e lascio marinare in frigorifero. Prendo la stracciatella di bufala, unisco il succo di lime e un pochino di panna liquida e creo una crema fluida col frullatore ad immersione, metto da parte coperta in frigorifero fino al momento di impiattare.
Composizione del piatto: metto la stracciatella di bufala lavorata in una sac à poche, o con un cucchiaio, e creo il disegno che preferisco sul piatto, io ho fatto una spirale. Prendo le tartare e con le mani creo delle palline un po’ compatte, vengono 4 palline per tipo di pesce, poi dipende quanto grandi o piccole si fanno. Sistemo le palline sulla crema di stracciatella, decoro con del zest di lime e una macinata di pepe arcobaleno. Non resta che servire. Bon appétit...

30 dicembre 2018

Presents for Christmas...

Presents for Christmas...


Nel pacchetto nascoste eran… piccole golosità decorate per Natale.
Trovo che sia bello accompagnare i regali, o regalare proprio, delle cose fatte in casa. Mi da un senso di cose buone, calore… un significato un po’ speciale per i regali natalizi. La casa nella preparazione è profumata, calda e in fermento, in cucina non so più dove sistemare le cose, la stanchezza un pochino si fa sentire tra una corsa e l’altra, ma che soddisfazione… ovviamente chi risente di più di questo periodo è il mio caro blog che attende periodo di calma per potermi mettere davanti al pc per scrivere in tranquillità… anche se non si è mai completamente tranquilli… Tornando ai miei omaggi golosi questo anno ho preparato biscotti alla panna, al cacao, i classici gingerbread, poi mi son lanciata in meringhe classiche e aromatizzate al tè matcha, e dulcis in fundo cioccolatini fondenti ripieni con crema di marroni. Il tutto, quando si può, si decora con temi natalizi, con glassa di zucchero o cioccolato anche bianco. Questo assortimento può essere usato anche come segnaposto per cene e pranzi, segnaposti commestibili…
Un piccolo omaggio è stato poi lasciato sul tavolo insieme a un bicchiere di latte il 24 sera… si sa mai Winking smile

  Biscotti alla panna

 

biscotti alla panna decorati

 

biscotti alla panna decorati renna

 

biscotti alla panna decorati pupazzo di neve


Ingredienti

  • 250 g di farina tipo 1
  • 50 g di fecola di patate
  • 80 g di burro
  • 1 uovo intero
  • 100 g di zucchero semolato
  • 100 ml di panna fresca
  • 2 cucchiaini di lievito per dolci (facoltativo)
  • Aroma a piacere

  • Setaccio la farina con la fecola e il lievito (se lo uso), aggiungo lo zucchero e il burro freddo tagliato a pezzetti. Volendo si può usare la planetaria. Lavoro fino ad ottenere un impasto sabbioso (la sablé), unisco l’uovo intero e la panna fresca versandola a filo, e impasto fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Formo un panetto un po’ schiacciato e faccio riposare la pasta avvolta nella pellicola per un’ora in frigorifero. Trascorso questo tempo infarino un piano di lavoro e stendo l’impasto a uno spessore di 10mm, poi taglio con le formine da biscotto. Sistemo i biscotti su teglia ricoperta di carta forno e cuocio per circa 20 minuti a 180° C. quando pronti sforno e lascio raffreddare prima di decorare.


    27 dicembre 2018

    Struffoli stregati

    Struffoli stregati

    struffoli stregati

    Quando penso al Natale immediatamente penso agli struffoli, da sempre. Da piccola amavo solo le palline di pasta, poi crescendo ho apprezzato anche la frutta secca… ora il testimone/tradizione di fare gli struffoli è passata a me… Però ho rivisitato la tradizione, ho ripreso antiche ricette facendo un impasto all’olio (riportato da più ricette cilentane), in fondo era un dolce povero, e invece di friggere passo al forno. Lo so i cultori e i tradizionalisti inorridiranno a questa idea, ma vi posso assicurare che vengono buoni, diversi, sicuramente, ma buoni, leggeri, e profumati. Se invece volete restare fedeli alla tradizione, provate comunque la frolla all’olio e friggete. Per il resto nulla vien modificato, tanto miele in cui farli insaporire e tanta frutta secca, e… tocco finale, le codette o i diavolini colorati che danno colore. Le forme da dare a questo dolce sono svariate: sistemato a corona su piatto di portata, in modo disordinato, ad albero, in verticale… e io questo anno tra l’albero o meglio la forma a Vesuvio, vulcano… Si taglia tipo croccante, o si spilucca direttamente con le mani, resta il fatto che è un dolce infido, se il piatto resta a tavola non si smette di mangiarlo. Perché stregati? semplice ho aromatizzato con liquore Strega… e allora Buon Natale…

    Ingredienti
    • 500 gr di farina di grano tenero (io tipo 1)
    • 3 uova bio intere
    • 2 e 1/2 cucchiai di zucchero
    • 1/2 bicchiere piccolo di olio extravergine d’oliva
    • buccia grattugiata di 1 limone
    • 1/2 bicchiere piccolo di liquore Strega
    • 200 gr di mandorle pelate
    • 500 ml di miele bio
    • 100 gr di pinoli
    Impastare a mano o in planetaria la farina, le uova, l’olio, lo zucchero, il liquore e la buccia di limone, lavorare fino a quando la pasta non attacca più (se la pasta attacca ancora continuare a lavorare senza, e ribadisco senza, aggiungere altra farina). Quando l’impasto è pronto stenderlo a piccoli pezzi a forma di cordoncino e tagliare dei dadini grandi come il nocciolo di una ciliegia, devono essere piccoli, e possibilmente tondeggianti, anche se non proprio tutti uguali. Sistemo le mie palline su teglia rivestita con carta forno e cuocio in forno preriscaldato a 175° C per circa 15 minuti. Tosto la frutta secca passandola al forno o in padella. Verso il miele in un tegame capiente, lo faccio sciogliere scaldare (se troppo liquido unisco anche due cucchiai di zucchero), verso poi le palline di pasta e la frutta secca, mescolo, rigiro e amalgamo bene e lascio che si insaporisca tutto ben bene. Verso poi il tutto su piatto da portata e cerco di dare una forma per presentare poi il dolce. tradizionalmente sarebbe una corona, ma io ho voluto dare una forma verticale che somigliasse un albero, anche se sembra più il Vesuvio. Decoro infine con i diavolini colorati e le codette.

    11 dicembre 2018

    Cocco & cacao vegan cake

    Cocco & cacao vegan cake

    Cocco vegan cake

    Mi sono offerta d’aiutare un amico che doveva preparare un dolce vegano per un evento beneficenza e non aveva la minima idea di come muoversi. Così mi faccio avanti. Chiedo se ha preferenze, propongo vari gusti e opzioni, ma mi lascia carta libera... ad esser sinceri il su citato amico era molto depresso e sfiduciato all'ideadi un dolce vegano, come se per forza di cose l'esser vegano doveva voler dire perforza qualcosa di non gradevole...  Ignoro il suo umore e mi metto all’opera e decido di usare il cocco disidratato che avevo in casa. Diciamolo mangiato così secco il cocco disidratato non è proprio buonissimo, almeno non incontra il mio gusto. Nelle mie ricerche trovo il modo di far rinvenire questo povero cocco: si mette a bagno. Non solo ma appena messo in acqua bisogna tritarlo col frullatore in immersione. Il suggerimento è quello di lasciarlo almeno un'ora in ammollo per poter fare l'acqua di cocco, però viene anche detto che più resta in acqua più l'acqua si insaporisce di gusto e profumo. Così io lo lascio quasi tutta una giornata: preparo al mattino per poi fare la torta la sera. Quindi base torta sarà cocco, dolcificata con zucchero di cocco, materia grassa olio di cocco (ma si possono tranquillamente usare olio di oliva dolce o di semi che si preferisce e zucchero normale). Niente lievito ma bicarbonato con aceto di mele, va bene anche aceto di vino bianco, ma io preferisco quello di mele. Però questa torta va completata, e così faccio una glassa al cacao, anche questa senza alcun ingredientedi origine animale, leggermente profumata al rhum e speziata con peperoncino... pochi ingredienti che stiano bene fra loro...
    Non contenta rifinsco con scaglie di cioccolato fondente e realizzo due ricci in pasta di zucchero colorati con cacao amaro. La decorazione ricniama il tema dell’evento. Il tutto poi bene impacchettato e infiocchettato, con etichetta degli ingredienti scritti, e consegnato al dubbioso e scettico amico...
    Mentre la relizzavo ho ovviamente assaggiato. La torta è soffice, leggera e umida al punto giusto, si sente il gusto di cocco, aveva un suo sapore senza però essere invadente o stucchevole. Ho poi realizzato la glassa, e assaggiata anche quella sia durante la realizzazione che dopo insieme alla torta. Anche la glassa leggera, profumata, il rhum rilascia la sua nota aromatica, ho avuto però l'accortezza di far evaporare l’alcool, in questo modo tutti e dico proprio tutti possono assaggiare la torta. La nota piccante del peperoncino usata anche questa in modo lieve e non invadente in modo che il tutto sia giustamente bilanciato e non ci sia un gusto
    prevaricante. L’insieme molto piacevole, profumato, leggero e equilibrato nei sapori. Un buon dolce si potrebbe definire... pensate che ho consegnato la torta allo scettico amico bella confezionata e infiocchettata nel sua scatola, con tanto di etichetta e ingredienti scritti, e lui non ha potuto assaggiare prima... ma una volta provata si è dovuto ricredere e non solo è rimasto piacevolmente sorpreso, ma mi ha detto che "se non avesse saputo che era vegana non si sarebbe accorto della differenza talmente era buona"... quindi che dire, missione compiuta...


     Ingredienti 
    • 160 gr di cocco disidratato
    • 500 gr di acqua
    Per la torta
    • 375 di acqua 
    • 300 gr di farina tipo 1
    • 300 gr di zucchero di cocco
    • 50 gr di olio di cocco solido
    • 1/2 tsp di sale integrale marino fine
    • 1 1/2 tsp di bicarbonato di sodio
    • 1 1/2 tbs di aceto di mele
    Per la glassa
    • 100 g di cacao amaro
    • 100 gr dizucchero di cocco
    • 60 gr di olio di cocco solido
    • 1 pizzico di peperoncino
    • 4 tbs di rhum
    • 260 ml di acqua
    • 3-5 gr di agar agar
    Decorazione
    • Scaglie di cioccolato fondente
    • Pasta di zucchero
    • Cacao amaro
    Metto il cocco disidratato a bagno nell’acqua e frullo il tutto col frullatore ad immersione, lascio riposare almeno un’ora (io lasciato tutto il giorno), più sta più l’acqua prende profumo e sapore del cocco. Trascorso il tempo scolo e raccolgo l’acqua del cocco. Peso l’acqua e se serve aggiungo dell'acqua naturale. In una ciotola capiente metto gli ingredienti secchi, al centro il bicarbonato, sopra il bicarbonato l’aceto di mele che subito fa reazione facendo schiuma, poi l’acqua e l’olio di cocco che avrò fatto sciogliere. Mescolo bene, e in ultimo unisco all’impasto il cocco tritato. Mescolo bene e verso in una tortiera foderata da carta forno. Se voglio una torta alta scelgo tortiera con cerniera da 20-24 cm, in questo caso ho scelto tortiera più grande accontentandomi di una torta bassa da non farcire. Metto a cuocere in forno preriscaldato statico a 180° C per circa 40-50 minuti. Prima di sfornare fare sempre la prova visiva e stecchino. La torta rimane umida come impasto, ma cotta, non molle. Una volta pronta, sforno e lascio raffreddare su gratella, aspetto che si intiepidisca prima di toglierla dallo stampo. 
    Preparo la glassa mescolando in un pentolino con l’acqua tutti gli ingredienti, poi porto lentamente il tutto a bollore, deve raggiungere i 92° C. Tolgo dal fuoco e faccio raffreddare sempre mescolando, porto la temperatura a 42° C prima di versarla sulla torta (che deve essere fredda). Una volta versata la glassa sulla torta posso lasciarla bella liscia, o come ho fatto io ho dato un aspetto "stropicciato" battendo leggerissimamente sulla superficie, aspetto due minuti prima di rifinire il bordo e spostare il dolce su piatto da portata. Lascio raffreddare. Completo poi sparpagliando le scaglie di cioccolato fondente e sistemando le mie decorazioni iun pasta di zucchero e colorate con cacao amaro.

    cocco vegan cake

    9 dicembre 2018

    Panini

    Panini

    panini

    Settimanalmente mi ritrovo a panificare per le merende, spuntini o colazioni. Però mi piace, mi piace il profumo della farina, della pasta madre anche se in forma essiccata, disidratata, l’avere perennemente i vestiti sporchi di farina e le mani in pasta... Questa settimana un impasto per due usi: pizza e panini... Ho fatto un impasto ad alta idratazione con farina tipo 1 macinata a pietra, lievitazione doppia, anzi quasi tripla, e cottura in forno a temperatura alta e con aiuto del vapore, grazie a un pentolino d’acciaio pieno di acqua bollente messo sul fondo del forno... In merito all’uso del vapore per la panificazione si potrebbe aprire un dibattito, ma credo che ognuno debba sperimentare e decidere da solo come preferisce la cottura dei propri prodotti. Importante per lavorare gli impasti molto idratati è quello di essere delicati e di non aggiungere farina all’impasto, ma solo quella che serve per il piano di lavoro. L’impasto è leggerissimo, morbido, e molto profumato. Attenzione a non far “passare la lievitazione” altrimento la pasta avrá un odore e un sapore un pò acido, il che significa che ha lievitato troppo. Una volta cotti e fatti raffreddare li taglio a metà, il panino è morbido profumato e fuori leggermente croccante, li sistemo in un sacchetto del pane di carta e li metto freezer fino al momento in cui mi serviranno da riempire per le merende...

     Ingredienti
    • 500 gr di farina tipo 1
    • 35 gr di lievito madre essiccato/disidratata
    • 1 cucchiaino di miele
    • 1 cucchiaino di sale
    • 1-2 cucchiai di olio evo
    • 350 ml di acqua tiepida
    In una ciotola capiente, o nella macchina del pane, metto la farina, al centro la pasta madre e il miele e l’olio. Lontano dalla pasta madre il sale. Inizio ad impastare mettendo poca acqua alla volta. Lavoro facendo assorbire tutta l’acqua. Metto poi l’impasto coperto a lievitare al caldo. Quando l’impasto raddoppia di volume lo prendo e lo lavoro nuovamente e poi rimetto al coperto a lievitare. Quando l’impasto sarà nuovamente cresciuto lo metto su un piano infarinato, lo lavoro e lo divido dando la forma che preferisco, in questo caso porziono per dei mini panini. Sistemo i miei panini su teglia ricoperta con carta forno, copro con pellicola alimentare e faccio nuovamente riposare dentro in forno con la luce accesa e un pentolino di acqua bollente sul fondo. Dopo circa 15/30 minuti tolgo le teglie dal forno e levo delicatamente la pellicola. Accendo il forno in modalita statica a 230-250 C lasciando il pentolino con l’acqua sul fondo. Quando il forno raggiunge la temperatura faccio cuocere i miei panini. Il tempo via in base alla dimensione dei panini, io li ho fatti cuocere per circa 15-20 minuti. Quando pronti sforno e lascio raffreddare.

    7 dicembre 2018

    Sacher forte di Gianluca Fusto

    Sacher forte di Gianluca Fusto

    sacher forte

    Eccomi all’appuntamento con il compleanno della Sister, la quale dopo gli knödel ha richiesto come torta di compleanno la Sacher Torte. Lei ha un’autentica passione per questa torta. Nel mio leggere e studiare, dopo tanto tempo, mi sono regalata, il libro di un maestro pasticcere che mi aveva colpito favorevolmente in una trasmissione, sia per le ricette proposte sia per la semplicità in cui spiegava dei passaggi tecnici anche complessi, e trasmetteva proprio la sua passione. Comunque sfogliando “Le mie 24 ore dolci” del maestro pasticciere Gianluca Fusto, mostro la sua versione della Sacher alla sister... neanche a dirlo, le brillano gli occhi e mi dice che dobbiamo provarla assolutamente. In effetti i dolci, i piatti presentati in questo libro sono semplicemente splendidi, sembrano opere d'arti, vere foto artistiche... ma la pasticceria e la cucina sono in effetti una forma d'arte, non credete? La pasticceria poi arte e tecnica insieme. Ho passato i giorni a studiare la ricetta e a cercare gli ingredienti, e fino all’ultimo non sapevo se sarei riuscita a farla. Non solo per la difficoltà tecnica, ma anche per l'uso di ingredienti particolari che non sapevo proprio dove andare a cercare.
    Ma chi mi conosce sa che non mi arrendo facilmente, son testarda, così quello che non posso reperire me lo faccio io… Una cosa non sarei riuscita però a fare da sola: la pasta di cacao cruda, ossia cioccolato grezzo senza materia grassa né aromi e zuccheri aggiunti, ma sono stata fortunata e ultimamente, grazie alla cucina crudista, sta entrando in commercio e così mi sono messa all'opera. Certo, qualcosina rispetto alla ricetta del maestro è stata modificata, ad esempio la pasta di mandorle lui usa quelle di Provenza, io me la sono fatta in casa, ometto la glassa neutra, che sicuramente dona maggiore brillantezza alla glassa e quell’aspetto a specchio speciale, ma nella stessa ricetta il maestro indica tra parentesi che si può anche non usare, lo sciroppo di glucosio anche quello fatto in casa (non amo i prodotti industriali), il cioccolato non è quello indicato dei Caraibi, la gelatina in fogli sostituita da agar agar.
    Insomma ho cercato di riadattare con le materie prime che sono riuscita a trovare e con quelle che uso io… però, nonostante questo la torta è comunque venuta, forse un po’ di diversa, ma procedimenti e passaggi tecnici ci sono tutti. Di seguito riporto esattamente la ricetta scritta dal maestro, unici passaggi non scritti da lui sono quello con ingredienti e lavorazione della pasta di mandorle e dello sciroppo di glucosio, che io, come ho detto ho autoprodotto, inoltre per la pasta di mandorle ho usato delle mandorle siciliane. Eccezione fatta per la pasta di mandorle, uso di farina tipo 1 (a casa non uso la 00) e la glassa neutra questa Sacher è davvero speciale e diversa, tanto che la sister ha osato definirla light… (mah!)
    Viene una torta altina, tre strati di biscotto sacher intervallati da marmellata di albicocche e ganache al cioccolato fondente. Pochi elementi, secondo il modus operandi del maestro, ma diversi passaggi e riposi, per ottenere una torta davvero spettacolare. Una signora torta…

    Ingredienti

    Pasta di mandorle (non nella ricetta del maestro)
    • 150 gr di mandorle (spellate o farina di mandorle)
    • 150 gr di zucchero
    • 40 gr di acqua
    • 1 cucchiaio di miele
    • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia (facoltativo)
    Sciroppo di glucosio (ho dimezzato le dosi)
    • 300 gr di zucchero
    • 2 cucchiai di succo di limone filtrato
    • 150 ml di acqua
    Biscotto sacher al cacao e cioccolato
    • 30 gr di pasta di cacao (cioccolato al 99%)
    • 15 gr di cacao (amaro)
    • 130 gr di pasta di mandorle di Provenza 50%
    • 45 gr di uova, 64 gr di tuorli
    • 78 gr di zucchero
    • 30 gr di burro 82% M.G.
    • 30 gr di farina 00
    Ganache classica al cioccolato fondente
    • 292 g di cioccolato fondente Caraibe al 66% (origine Caraibi)
    • 350 gr di panna 35 % M.G. UHT
    • 58 gr di sciroppo di glucosio
    Glassa al cacao a specchio
    • 115 gr di cacao (amaro)
    • 24 gr di gelatina in fogli
    • 210 gr di acqua minerale naturale
    • 370 gr di panna 35 % M.G. UHT
    • 320 gr di zucchero
    • 430 gr di glassa neutra (facoltativa)
    • 45 gr di burro di cacao
    Per completare
    • marmellata di albicocche

    Inizio col preparare la pasta di mandorle che necessita di riposo.
    Se si usano mandorle intere da spellare devo prima procedere in questo modo: riempio una pentola d’acqua e la porto a bollore. Prendo le mandorle le sbollento per circa 3 o 4 minuti. Scolo le mandorle, le asciugo velocemente con la carta da cucina. Tolgo la pelle delle mandorle pizzicando la buccia con le dita, in questo modo scivolerà via facilmente.
    Ora si mettono le mandorle nel tritatutto e si riducono in farina finissima. Se si vuole evitare questa operazione basterà usare farina di mandorle già pronta.
    In una padella antiaderente verso lo zucchero, unisco l’acqua, accendo il fuoco e dolcemente lascio andare fino a che lo zucchero non si sarà sciolto completamente. Aggiungo il cucchiaio di miele e l'estratto di vaniglia. Verso la farina di mandorle e mescolo per bene. Spengo il fuoco, verso il composto ottenuto su una superficie larga in modo che si raffreddi velocemente (io uso il mio piano in granito).

    pasta di mandorle homemade


    Una volta freddo metto il composto ottenuto sulla pellicola alimentare e l'arrotolo come se fosse una caramella.
    Sigillo i bordi e metto in frigorifero per circa tre ore.

    pasta di mandorle homemade

    Procedo nel prepararmi lo sciroppo di glucosio. In un pentolino metto tutti e tre gli ingredienti, a fuoco basso e mescolo continuamente fino a far sciogliere completamente lo zucchero. Sempre a fiamma bassa faccio addensare il composto lasciando sobbollire per 10 minuti. Importante lo sciroppo non deve scurire. Trasferisco poi lo sciroppo in un barattolo di vetro a chiusura ermetica fino al momento di usarlo. Lo sciroppo di glucosio fatto in casa non è molto stabile e quindi va consumato entro 24 ore. In teoria potrebbe essere conservato anche per più settimane ma poi, al momento dell’impiego, potrebbe presentarsi poco lavorabile e con porzioni di zucchero cristallizzate. Ecco perché si consiglia di preparare le dosi giuste di sciroppo di glucosio così da usarlo nell’immediato.
    Passo ora al biscotto sacher al cacao e cioccolato. Scaldo la pasta di mandorle al microonde in modo da ammorbidire i grassi, poi la trasferisco in una planetaria munita di frusta e la monto con le uova, i tuorli e metà dello zucchero (39 gr). In un altro contenitore monto a velocità moderata gli albumi, aggiungendo poco per volta il resto dello zucchero in modo da ottenere una crema con una consistenza perfettamente liscia e al massimo del suo volume. Sciolgo la pasta di cacao e il burro nel microonde a 45° C. Mescolo con una spatola alleggerendo il composto di cioccolato e burro con parte dei tuorli montati, poi incorporo le due miscele facendo attenzione a non smontarle. Termino l’amalgama unendo la farina setacciata insieme al cacao, Verso il composto in due stampi per crostate da 18 cm di diametro precedentemente imburrati e infarinati. Cuocio in forno ventilato preriscaldato a 220° C per un minuto, poi proseguo abbassando a 180-190° C per 20 minuti, tenendo lo sportello del forno leggermente aperto con un cucchiaio di legno o un canovaccio. Il tempo di cottura varierà in base alla dimensione, altezza, forma e tipologia del forno.
    Per la ganache classica al cioccolato fondente porto a bollore la panna e lo sciroppo di glucosio in una casseruola da 1 litro. In una bastardella faccio fondere il cioccolato a 45° C nel microonde. Verso poco per volta la panna sul cioccolato, frizionando energicamente in modo da creare un nodo elastico e brillante. Ripeto l’operazione per 4-5 volte, in modo da conservare questa struttura, poi affino la ganache con l’aiuto del mixer. Usarla a 40-45° C.
    Per la glassa al cacao a specchio il maestro reidrata la gelatina in 90 gr di acqua minerale naturale ben fredda. Io uso l’agar agar al posto della gelatina quindi salto questo passaggio. In una casseruola capiente porto a bollore i 120 gr restanti di acqua (io tutti i 210 gr) e la panna. Unisco lo zucchero e riporto a ebollizione, incorporo anche la gelatina (o i 24 gr di agar agar) e la glassa neutra (se la usate) e riporto a bollore. Diluisco nel liquido bollente il cacao precedentemente setacciato e scaldo nuovamente fino a ebollizione. Filtro in un altro contenitore e appoggio sulla superficie della pellicola per alimenti. Conservo in frigorifero per almeno 12 ore. Al momento dell’utilizzo, scaldo la glassa a 31-32° C (controllare con un termometro).
    Per la presentazione. Taglio orizzontalmente il biscotto sacher ricavandone tre dischi. Con l’aiuto di una spatola a gomito li spalmo con la marmellata di albicocche. Posiziono un primo biscotto in un cerchio di acciaio inox della stessa misura, poi faccio colare sulla superficie 175 gr di ganache calda, copro con un altro biscotto e ripeto questa operazione. Faccio raffreddare la torta in frigorifero per almeno due ore. Scalco la glassa a 33-34° C e glasso il dolce che ho posizionato su una grata. Aspetto qualche secondo, poi pulisco i bordi. Con una spatola a gomito stacco la torta e la adagio delicatamente su un piatto da portata.

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