29 aprile 2014

Brioche con cioccolato al latte

Brioche con cioccolato al latte

brioche con cioccolatoEcco un altro uovo da riciclare. Non sono un'amante del cioccolato al latte, e quindi devo trovare il modo di utilizzarlo. Penso di spalmarlo sul panbrioche che ho impastato per una ricetta salata, e a dire il vero quando ho deciso di produrlo, avevo già in mente una base neutra (non dolce né salata) versatile a qualsiasi uso. Il cioccolato al latte, nella sua dolcezza, si equilibra bene con la base non dolce, dando armonia al tutto, senza eccedere in dolcezza. Stranamente questo cioccolato lo trovo buono anche da sé, e per essere una che ama il fondente significa che è un cioccolato proprio ben fatto.
Comunque tornando alle brioche, ho scelto di farle piccine, così anche con il caffè possono stare bene. Ottime servite calde o tiepide. Sono anche una colazione o merenda golosa. Quelle che non vengono consumate subito, le conservo nel congelatore e le scaldo quando mi servono al microonde, con la funzione defrost. Di solito le consumiamo al mattino per colazione con cappuccino o latte.

Ingredienti
Ho usato la metà dell'impasto del panbrioche salato con stracchino e radicchio che avevo messo da parte, ovviamente vuoto. Ho steso l'impasto dando una forma circolare, l'ho divisa in 16 spicchi per ottenere delle brioche piccole, ma questa è una scelta personale. Ho sciolto parte dell'uovo di cioccolata al latte e l'ho spennellato sugli spicchi di pasta. Ho arrotolato la pasta dal lato lungo, come per i croissant, e sistemato in teglia foderata di carta forno, con la punta del triangolo messa sotto. Ho lasciato lievitare ancora per almeno 30 minuti. Prima di infornare ho spennellato la superficie con uovo e panna sbattuti (ma va bene anche tuorlo e latte). Ho infornato in forno statico preriscaldato a 180° per circa 20/30 minuti. Sfornato e lasciato raffreddare su una gratella per dolci. Sono buonissimi serviti tiepidi.

Panbrioche salato stracchino e radicchio

Panbrioche salato stracchino e radicchio


Il mio amore per gli impasti credo che si sia capito, nel mettere le mani in pasta, e spesso impasto a mano, senza nemmeno usare impastatrice o robot da cucina.
Questa volta ho voluto fare un panbrioche a base quasi neutra, che ho diviso in due, usandone una metà per una ricetta salata e una metà per delle brioche dolci (che posterò a parte). Io ho dato forma che sembra uno strudel, ma va benissimo, anzi forse esteticamente rende di più, se si intreccia in forme più piccole.

Ingredienti
  • 500 gr di farina 0 (io ho usato la varietà Pan di Sempre di Marino)
  • 25 gr di lievito di birra fresco
  • 20 ml di miele (o 10 gr di zucchero)
  • 7 gr di sale
  • 2 uova
  • 80 gr di burro
  • 80 ml di latte
  • 100 ml di acqua
  • foglie di radicchio lavate e asciugate
  • 250 gr di stracchino
  • pepe
  • parmigiano reggiano grattugiato 
  • 1 uovo (o tuorlo) e 2 cucchiai di panna (o latte) per spennellare
  • semi di papavero
Ho messo la farina in una scodella a fontana, sul bordo ho sparso il sale (lontano dal lievito),  e nel centro della fontana ho messo il miele, il latte, il burro scaldato nel microonde e ho sciolto il lievito. Quando il lievito è ben sciolto, inizio ad accorpare la farina impastando. Ho sbattuto un pochino le uova e unito all'impasto, continuando a impastare, e infine ho aggiunto, poco per volta, l'acqua. Ho continuato ad impastare fino ad avere una palla morbida ed elastica, ma non appiccicosa. Ho messo a lievitare l'impasto ottenuto in una scodella coperta con coperchio o pellicola in frigorifero per tutta la notte. Posso anche mettere a lievitare in un posto caldo fino al raddoppio del suo volume (circa un paio di ore). Se ho fatto riposare l'impasto tutta la notte in frigorifero, prima di lavorarlo, lo lascio per un po' a temperatura ambiente. Quando l'impasto si sarà "scaldato" lo lavoro su un piano. Io ho diviso l'impasto a metà. Ho steso la prima metà in forma rettangolare e spalmato lo stracchino, sparso un po' di parmigiano grattugiato, un po' di pepe, e steso le foglie di radicchio lavate e asciugate. Ho arrotolato dal lato lungo, come uno strudel. Ho lasciato riposare per circa 30 minuti, e spennellato con uovo sbattuto con la panna, e cosparso sulla superficie dei semi di papavero.
Ho cotto, in forno statico preriscaldato, per 30 minuti circa a 180° C. Ho servito tiepido.

27 aprile 2014

Café de la maison

Café de la maison

Ho assaggiato questo caffè l'estate scorsa in montagna, e mi è piaciuto talmente tanto che mi sono appuntata velocemente come era fatto con l'intenzione di replicarlo per un momento goloso qui a casa. Oggi ho deciso che era una buona giornata, anche se terribilmente uggiosa, per il caffè goloso, e ovviamente bevuto in compagnia con la Sister. Ieri in un momento di caldo e bel tempo avevo preparato delle belle e buone meringhe, che naturalmente causa umidità della pioggia di oggi si sono rovinate, sigh. Comunque l'ho preparato, scegliendo delle meringhe che non si erano troppo rovinate, certo con meringhe sbriciolate, o meringhette mini come le mie, croccanti il risultato è ottimo. Il caffè caldo, bollente, ben si sposa con la super dolcezza delle meringhe che danno anche il tocco croccante, e la crema ciocco-nocciola, che sta benissimo con entrambi i gusti, si scioglie un po' col calore del caffè e rimane come gusto finale. Semplicemente per veri golosi e da assaporare tranquillamente e in comodità.

Ingredienti
  • caffè caldo
  • crema ciocco-nocciola spalmabile
  • meringhe
Ho preparato il caffè e nell'attesa che venga su ammorbidisco, anche scaldandola un po', la crema spalmabile alla ciocco-nocciola che spalmo sul fondo e sulle pareti della tazzina di vetro o bicchiere (io ho optato per il bicchiere non avendo tazzina in vetro). Quando il caffè è pronto lo verso nei bicchieri, e sopra sistemo delle meringhe (sbriciolate se sono grandi, intere se sono mini mini come quelle fatte da me). Servo subito.

25 aprile 2014

La caprese nel bicchiere... ovvero caprese destrutturata

La caprese nel bicchiere... ovvero caprese destrutturata

La caprese di pomodoro e mozzarella è uno dei piatti che prediligo. E mi piace sperimentare anche versioni diverse di questo semplice piatto.
Dopo aver letto il libro di Shamira Gatta, Alchimie in cucina, ho deciso di provare (già lei è chef, quindi il termine provare è più che appropriato) la sua versione destrutturata. Così oggi armata di pazienza, coinvolgendo mia figlia, che mi assisteva solo con la presenza perché troppo piccola ancora per collaborare, spiegandole i passaggi, leggendole il libro, preparo il bicchiere. Mi piace avere mia figlia intorno mentre sono in cucina, e farle vedere, sentire, odorare assaporare, è anche questo un modo per stare insieme, per educarla all'alimentazione sana, agli ingredienti, ai profumi etc, e poi sono ricordi, ricordi che si terrà dentro. Comunque ecco che oggi propongo alla Sister la caprese destrutturata, e confesso che un po' mi incuriosisce su quale potrà essere la sua reazione. A dire il vero anche io ero incuriosita e allo stesso tempo un po' scettica in merito al gusto, invece devo dire che è stata una piacevole novità, ed è stata apprezzata sia dai grandi che dai piccini. Infatti la prima assaggiatrice aveva promosso la crema di mozzarella, ma poi è stato un piacere vederla "sgrufolare" nel suo mini (e intendo proprio mini) bicchierino felice come pochi al mondo, mentre si leccava i baffi, cucchiaio e bicchiere.
Unica differenza in merito alla ricetta della chef è che ho sostituito la mozzarella di bufala, di cui ero sprovvista, con mozzarella vaccina. Nell'insieme il procedimento è un po' più lungo rispetto a presentare il classico piatto di pomodori e mozzarella, ma di sicuro una novità scenografica di particolare effetto, soprattuto se si vuole un qualcosa di elegante.

Ingredienti per 4 persone

  • 700 gr di pomodorini ciliegini
  • 300 ml di panna fresca
  • 1 mozzarella di circa 250 gr
  • 1 cucchiaio di maizena
  • 5 foglie di basilico
  • 1/2 bicchiere d'acqua
  • 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
  • 1 cucchiaio di lecitina di soia
  • 1 cucchiaino di sale
Per la vellutata di pomodorini ho lavato e asciugato i pomodorini, messi nel bicchiere del frullatore ad immersione, e poi passate attraverso un colino a maglie fitte. Ho salato, condito con un cucchiaio di olio extravergine d'oliva, e messo da parte in frigorifero.
Ho continuato la preparazione con la crema di mozzarella. Ho tagliato a striscioline la mozzarella. In un pentolino ho scaldato la panna con un pizzico di sale, quando ha iniziato a fare le prime bollicine, mescolando costantemente, ho unito la maizena. Continuando a mescolare ho fatto addensare. Ho tolto dal fuoco aggiunto la mozzarella e mescolato energicamente finché non inizierà a filare. Se necessario frullo tutto con il frullatore a immersione, e ottengo una crema ancora più vellutata. Dispongo la crema in bicchieri (anche piccoli se voglio una sorta di finger food) di vetro, e lascio raffreddare. Quando raggiunge temperatura ambiente faccio rassodare in frigorifero. Il tempo di rassodamento della crema dipenderà dalla grandezza dei bicchierini: per un bicchiere contenente 100 ml di crema occorreranno circa 40 minuti.
Mentre la crema si rassoda in frigorifero, procedo con l'aria di basilico. Nel boccale del frullatore ad immersione metto le foglie di basilico lavate, il 1/2 bicchiere d'acqua, un pizzico di sale e il cucchiaio di olio extravergine d'oliva. Frullo tutto per bene ottenendo una salsa molto liquida di colore verde brillante. A questo punto metto il cucchiaio di lecitina e frullo ancora, cercando di incorporare l'aria. In superficie si formerà una schiumata verde che è l'aria di basilico.
Non mi resta che comporre la mia caprese destrutturata. Sopra la crema di mozzarella metto la salsa di pomodoro, con un cucchiaio tolgo l'aria di basilico dal boccale del frullatore a immersione, e delicatamente la metto sopra la salsa di pomodoro. Non mi resta che servire.


23 aprile 2014

Panbrioche soffice, come riciclo uovo cioccolato Kinder

Panbrioche soffice, come riciclo uovo cioccolato Kinder

panbrioche con cioccolato

Un classico, a Pasqua si regalano uova di cioccolato ai bimbi. A dire il vero credo che anche a noi adulti faccia piacere riceverli ancora. Ma il punto non è questo. Il punto è che in casa c'è cioccolato di tutti i tipi. Stavolta provo a riciclare quello dell'uovo Kinder, che è stato regalato a mia figlia e che non può mangiare ahimè, e lo uso come ripieno in questo panbrioches, la cui ricetta trovata per caso mi ha incuriosito e mi ci ha ispirato. Il frantumare in pezzi microscopici l'uovo di cioccolato è anche terapeutico: ho lasciato l'uovo nella carta e con batticarne e pestello di marmo l'ho battuto ben bene. Pensate mentre lo fate a qualcosa o qualcuno...
La particolarità di questo panbrioche è l'assenza nell'impasto di uova e burro, o meglio al posto del burro c'è dell'olio di semi di girasole più leggero dell'olio d'oliva ( io avevo quello), oltre al fatto che quando posso io sostituisco lo zucchero col miele. Se devo peccare in zuccheri che almeno siano alimenti naturali e non trattati e con proprietà nutrienti. Dovevo inoltre finire un rimasuglio di farina manitoba, e l'ho mischiata alla farina 0, ma va benissimo usare tutta farina di tipo 0. Ho messo solo un cucchiaio abbondante di miele in quanto usando poi il cioccolato della kinder, già molto dolce di suo, non volevo esagerare in dolcezza. Consiglio di consumarlo tiepido: viene sofficissimo e il cioccolato si "squaglia"...

Ingredienti 

Per il lievitino

  • 100 gr di farina 0
  • 20 ml latte
  • 80 ml acqua tiepida
  • 25 gr di lievito fresco
  • 1/2 cucchiaino di miele
Per impasto
  • 400 gr farina 0
  • un cucchiaino di sale
  • 80 ml olio di semi di girasole 
  • 100 ml acqua
  • 30 ml latte
  • un cucchiaio abbondante di miele
Ripieno e glassatura
  • 200 gr cioccolato Kinder
  • 30 gr cioccolato fondente
  • latte per spennellare
  • zucchero a velo
Ho iniziato preparando il lievitino: ho mischiato il latte con l'acqua e scaldati (devono essere tiepidi), ho sciolto il lievito e il miele dentro i liquidi e unito il tutto alla farina e mescolato bene. Viene un impasto stile pastella densa. Ho lasciato riposare per 30 minuti al caldo. L'impasto farà delle bolle e crescerà un po'.
In una scodella ho messo la farina e disposta a fontana. Sui bordi ho messo il sale, nel centro il lievitino e iniziato a mescolare. Ho unito prima il latte, il miele, e l'olio, impastando bene, e lentamente l'acqua. Deve venire un impasto morbido ed elastico. Copro il panetto e lascio lievitare fino al raddoppio del volume (circa due ore). Quando l'impasto è lievitato posso scegliere se procedere con la forma e la cottura, oppure interrompere la lievitazione e farlo riposare e rilievitare.
Io ho scelto per una seconda lievitazione.
Nel frattempo frantumo l'uovo di cioccolato Kinder e il fondente, mescolandoli insieme.
Quando l'impasto è di nuovo ben lievitato lo metto sul piano di lavoro e divido impasto per dare la forma. Stendo una prima palla di impasto cercando di dare una forma rettangolare, mi aiuto col matterello, lo farcisco con parte del cioccolato frantumato, arrotolo dal lato lungo e mi ritrovo così con un primo rotolo. Procedo con gli altri. A questo punto intreccio due o tre rotoli e sistemo in forma circolare (se possibile dentro uno stampo da ciambella), faccio incisione con coltello sulla superficie. Sistemo nella teglia, copro e lascio lievitare al tiepido per altri 30 minuti.
Preriscaldo forno statico a 180°.
Spennello la superficie del panbrioche con del latte, cospargo di zucchero a velo e inforno per 30 minuti circa. Servo tiepido.

21 aprile 2014

Sfida mamma e figlia sulla Pastiera

Sfida mamma e figlia sulla Pastiera

Quest'anno ho deciso di preparare la Pastiera, un dolce tradizionale pasquale di origine partenopea. L’origine della Pastiera è molto antica e la si può far risalire ai culti pagani quando la si preparava per celebrare l’arrivo della primavera, dove il significato del grano era inteso come rinnovo della vita, la natura in risveglio dopo il letargo invernale; nel tempo è diventata usanza di prepararla per la festività della Pasqua, come segno di rinnovazione e abbondanza. La ricetta prende spunto dalle tecniche utilizzata dalla monache nei monasteri Napoletani che preparavano questo dolce il giovedì Santo in quanto è una dolce che invecchiando migliora il suo sapore e che può essere conservato fino a dieci giorni.
E' una torta di pasta frolla ripiena di un impasto formato da ricotta, grano bollito, uova, aromi, agrumi e canditi. La frolla della pastiera è croccante, mentre il suo ripieno è morbido di un colore giallo oro molto intenso mentre il suo sapore e il profumo varia a seconda degli aromi utilizzati.  Come ogni dolce della tradizione, anche la pastiera ha moltissime varianti e versioni di ricette a seconda della zona, e accorgimenti e modifiche apportate dalle diverse famiglie. Inoltre ci sono ora diverse varianti moderne che usano aromi, spezie e cioccolato, ma sono varianti di pastiera, libere interpretazioni così come si usa il grano precotto.
Ecco nella mia famiglia il testimone del dolce tradizionale era passato a mia madre, che appunto ha adottato l'uso del grano precotto. Sinceramente la sua versione del dolce è buona, ma non è quella della nonna, non so se mi spiego, o almeno il ricordo di quella della nonna, del grano che si sente bene sotto i denti. Già il grano precotto è comodo, me personalmente perde un po' in gusto, valutazione molto personale, si intende. Inoltre nella tradizione, per la frolla ci vuole lo strutto, e io non sono amante del prodotto. Così, questo anno, ci ritroviamo in una sorta di gara culinaria: due preparazioni di pastiere, la mia e quella di mia madre. Verranno fatte assaggiare insieme, senza rivelare, se non alla fine, dei commenti di amici e familiari (questi ultimi ben conservano il ricordo delle ricette storiche familiari) le mani che le hanno prodotte.
Così eccomi qui: mi armo di pazienza studio le varie ricette e taccuini della nonna e inizio il vero rituale di preparazione della pastiera comprando del grano tenero bio e inizio la preparazione. Devo dire che sono rimasta molto soddisfatta dell'insieme: mi è riuscita una Pastiera profumatissima di aromi agrumati, i miei canditi fatti in casa hanno rafforzato questo gusto di agrume, e il grano si sentiva, eccome. Ecco usando il grano per eccellenza, ho raddoppiato la dose della ricotta, forse ho un po' esagerato, e nonostante la mia esagerazione il grano si sentiva lo stesso. Di solito si usa pari peso di ricotta e grano. Nota: mi è successo di dover usare il non simpatico grano precotto, e in quel caso, a dispetto di quanto si trova scritto sulla confezione, io lo sciacquo bene sotto l'acqua e poi lo metto in cottura con latte, burro e zest di limone... la pastiera vuole la crema di grano. QUando uso il grano precotto metto un po' meno ricotta... ma proprio poco meno. Si va sempre al gusto personale. Come scelta di ricotta io ho mischiato della ricotta normale con del fior di ricotta, la necessità è di usare una ricotta "ricca". Se avanza del ripieno, come è successo a me, l'ho trasformato in sformatini di pastiera, senza la frolla come base, mettendoli a cuocere in stampi di silicone al forno.
Alla fine della "gara pastiera" devo dire con soddisfazione di aver avuto il pieno consenso di pubblico.
A proposito, nelle note della nonna viene aggiunta nota aromatica di cannella e miele millefiori al posto dello zest di arancia. Anche lì va un po' a gusto e ispirazione del momento... a me piacciono entrambe le versioni.

Ingredienti per cottura grano tenero bio
  • 500 gr grano tenero bio crudo
  • 2 litri e mezzo di acqua

Ingredienti per la frolla
  • 300 gr farina per frolla (oppure 250 gr di farina 0 e 50 gr di fecola di patate)
  • 3 tuorli
  • 150 gr burro
  • 120 gr di zucchero
  • zest di un limone
  • 1 pizzico di sale

Ingredienti per il ripieno 
  • 300 ml latte
  • 300 gr grano tenero bio cotto
  • zest di un limone
  • 30 gr burro
  • 600 gr ricotta (fior di ricotta e ricotta)
  • 300 gr zucchero
  • 150 gr circa di canditi a pezzettini (cedro, scorza arancia)
  • cannella
  • zest d'arancia (o miele millefiori)
  • 2 fialette di acqua fior d'arancio (essenza di fior d'arancio)
  • 2 uova intere
  • 2 tuorli
Inizio con la preparazione del grano: lavo bene i chicchi di grano tenero bio sotto l'acqua corrente per pulirlo, liberarlo dalle impurità. Dopodiché lo metto in una pentola: per 500 gr di grano crudo, metto 2 litri di acqua fredda, lo porto a bollore e abbasso la fiamma, lasciando un bollore dolce fino alla completa cottura del grano, ossia quando il chicco si sfalda è cotto (diciamo che ci vorranno circa un'ora e mezza o due). A questo punto, a fuoco spento, copro la pentola con una coperta per mantenere il calore, e metto a riposare per 24 ore. Passato questo tempo, prendo il grano cotto e lo sciacquo bene per levargli quella "gelatina" che nel frattempo si è formata. Il grano cotto triplicherà di peso, quindi si pesa da cotto quello che serve per la pastiera e il resto può essere congelato.

Preparo poi la frolla: metto in una ciotola i tuorli, lo zucchero, lo zest di limone, il burro morbido, e il sale, mescolo bene il tutto fino ad avere una pastella omogenea. Mescolo il tutto con la farina (o farina e fecola di patate), amalgamo bene, ne faccio un panetto che metto a riposare in frigorifero per un giorno (in realtà, se si ha fretta, basta anche mezz'ora).

Procedo con la cottura della crema di grano: metto il grano cotto in una pentola con il burro, il latte e la buccia di limone grattugiata, mescolo gli ingredienti portando a ebollizione su fuoco dolce, e continuo a mescolare fino ad ottenere una crema densa e piuttosto rappresa. Una volta pronta la crema di grano lascio intiepidire. 

In una scodella capiente lavoro la ricotta con lo zucchero. Unisco poi le uova e amalgamo bene il tutto. Aggiungo la crema di grano (che nel frattempo si è raffreddata o almeno intiepidita), i canditi e l'essenza di fiori d'arancio, la cannella (o zest di arancia) e mescolo bene tutto.

Ora riprendo la pasta frolla (se l'ho fatta riposare un giorno la tiro fuori dal frigorifero prima di iniziare la preparazione della crema di riso) e la stendo dello spessore di circa 5 mm. Imburro uno stampo, o lo fodero con carta forno, e lo rivesto con la pasta frolla, ritaglio i bordi in eccesso, le quali mi serviranno per fare le strisce per le losanghe. Verso il ripieno nella teglia che dovrà raggiungere i bordi della frolla. Ora con i ritagli di pasta ricavo una sfoglia non troppo sottile e con una rotella tagliapasta dentellata faccio delle strisce con le quali decorare la pastiera a losanghe (le metto in diagonale per ottenere dei rombi).

Ho cotto in forno statico preriscaldato a 170° per due ore circa. Qualcuno la cuoce  a 200° per un'ora, oppure c'è chi preferisce usare il forno ventilato a 180° per 50 minuti. Io per la pasticceria preferisco il forno statico.
Una volta pronta, ho spentoil forno e aperto lo sportello e lasciato le teglie (o i ruoti) all'interno ancora almeno una decina di minuti. Appena saran vagamente tiepide, o raffreddate, ho sfornato, tolto deicatamente dagli stampi le torte e sistemate su una gratella per dolci. Fare molta attenzione quando la si estrae dalla teglia, è molto delicata.

Consiglio: esattamente come in passato nella tradizione, è meglio preparare la torta qualche giorno prima (uno o due) per fare in modo che gli aromi si mescolino e diventino più intensi. 


19 aprile 2014

Tagliolini al limone con fiore di zucca

Tagliolini al limone con fiore di zucca

Mi è stato regalato il libro di cucina di Alessandra Spisni, La maestra di cucina, e ho trovato questa bellissima ricetta. Ho un debole per la pasta fatta in casa (è anche terapeutico per sfogarsi impastare, diciamolo), mi piace proprio farla e avendo tutti gli ingredienti belli freschi, eccomi a rifare questo bel piatto. A proposito è talmente gustoso che lo apprezzano anche i bimbi.
Il libro della maestra Alessandra Spisni è molto ben fatto, con ricette semplici e veloci, ma stando sempre attenta al gusto e al mangiar bene.

Ingredienti
  • 300 gr di farina (io ho usato quella per pasta e dolci, tipo 0)
  • 3 uova
  • 12 fiori di zucca
  • 80 gr di burro
  • 1 limone
  • 50 gr di mascarpone (io me lo sono fatto in casa)
  • 50 gr di parmigiano reggiano grattugiato
  • 1 cipollina fresca
  • 1 spicchio d'aglio (io non l'ho messo)
  • sale e pepe macinati
Ho impastato la farina con le uova (se serve mi aiuto anche con un po' d'acqua, dipende dalla farina che si usa), tirato la sfoglia, fatta riposare e tagliato i tagliolini.
Preparo il ripieno dei fiori di zucca: in una padella dai bordi alti e capace, tipo saltapasta, soffriggo dolcemente il burro con la cipolla tritata finemente, e a chi piace anche l'aglio (io non uso nelle mie preparazioni l'aglio perché non lo gradisco e non lo tollero molto...). Sfumo con il succo del limone e condisco con sale e pepe.
Lesso i tagliolini in acqua bollente salata assieme alla scorza del limone tagliata a striscioline (solo la parte gialla del limone, non la bianca che è amara). Quando i tagliolini solo pronti li scolo e li metto a saltare nella padella mantecando con il mascarpone.
Apro i fiori di zucca, lavati, li stendo su un piano, spolvero con parmigiano, li riempio con i tagliolini, e li arrotolo tipo cannellone. Sistemo i fiori di zucca farciti in una pirofila leggermente imburrata. Aggiungo dei piccolissimi fiocchi di burro sulla superficie dei fiori di zucca, spolvero con altro parmigiano e inforno a 180° per 10 minuti prima di servire.

Piccola nota per un mascarpone freschissimo: scaldo la panna in un pentolino, che tolgo al primo bollore, faccio raffreddare 5 minuti e poi aggiungo qualche goccia di acido citrico diluito al 50% in acqua. Lascio raffreddare a temperatura ambiente per 30-40 minuti. Poi verso tutto in un recipiente o barattolo pulito e lascio in frigorifero per almeno 12 ore. Questo procedimento l'ho letto nel libro del maestro pasticcere Salvatore De Riso, I dolci del sole.

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