15 febbraio 2022

Panini al latte siciliani ai fiori d’arancio

Panini al latte siciliani ai fiori d’arancio

 

panini al latte messinesi

In una strana circostanza mi trovo a conoscere una signora messinese, con la quale mi ritrovo  conversare e ad aiutarci per una settimana, durante questo anomalo soggiorno. Scopriamo una passione per la buona cucina e i prodotti artigianali made in Sud, così per tirarci su ci passiamo cibarie di diverso tipo. Nel fine settimana le arriva il "pacco da giù" e mi fa assaggiare, oltre le ottime paste di mandorle artigianali, si sciolgono in bocca e per nulla stucchevoli, ma solo la dolcezza della mandorla, dei panini semidolci tipici delle sue parti. Scopro che sono dei panini che si fanno in tutti i forni della zona di Messina, vengono chiamati panini al burro o al latte, sono soffici e si prestano ad essere gustati semplici o farciti. Sono deliziosi sia come merenda dolce che salata.

La forma che fanno i forni per le merende e le colazioni sono dei panini da 100 g nella versione allungata, ma possono essere preparati anche in forma piccola rotonda e sono chiamati “bocconcini al burro”, che vengono utilizzati per essere farciti con i salumi e per arricchire banchetti per feste ed aperitivi.

Questi panini vengono anche usati come base per preparare i viennesi messinesi: ossia il panino al latte farcito con crema pasticciera alleggerita con panna montata o con crema al latte.

Nella ricetta di questi panini si può usare il burro, o lo strutto. Va un po’ a gusto personale.

I panini messinesi sono soffici e profumati, io ho voluto aromatizzarli con essenza di vaniglia e fiori d’arancio, realizzati in piccoli pezzi così sono adatti a spuntini, merende e colazioni, senza troppi sensi di colpa. Una volta raffreddati io li surgelo e li scaldo quando servono, così da averli sempre come appena sfornati, sofficissimi.


panini al latte messinesi

Ingredienti

500 g di farina tipo 0 forte (W260-280)

230-250 ml di latte intero

80 g di burro morbido

1 uovo intero

50 g di zucchero

5 g di miele (io di arancio)

10 g di sale

5 g di lievito di birra fresco

5 gocce di essenza di vaniglia

5 gocce di essenza di fiori d’arancio

3-4 cucchiai di latte e tuorlo per lucidare

In una ciotola capiente setaccio la farina e creo una fontana. Al centro metto lo zucchero il lievito sbriciolato, il miele e parte del latte. Sciolgo il lievito e aspetto una decina di minuti che si attivi.

Posso lavorare l’impasto a mano, ci vorrà un po’ di pazienza, o aiutarmi con una planetaria.

Quando il lievito inizia a fare le bolle, ci vorranno pochi minuti, procedo ad impastare, con il gancio ad uncino, e versando tutto il latte. Aggiungo poi l’uovo leggermente sbattuto, e quando è ben assorbito, inserisco il burro morbido, un pezzetto alla volta, e aspetto che venga assorbito prima di unirne altro. Per ultimo metto il sale le essenze. Continuo ad impastare fino ad avere una pasta elastica, lucida e ben incordata. Formo una palla di pasta, metto in ciotola coperta con pellicola alimentare e lascio lievitare fino al raddoppio del volume. Quando l’impasto è pronto mi sposto a lavorare su un piano di lavoro. Faccio un giro di pieghe e poi divido l’impasto in tanti pezzi tutti dello stesso peso. Io ho scelto di fare dei panini piccoli da 65 g l’uno. Prendo ogni pezzo di impasto, faccio tre giri di pieghe e poi creo la forma di un panino leggermente allungato. Sistemo ogni panino su una teglia ricoperta con carta forno, distanziati l’uno dall’altro. Copro la teglia con pellicola alimentare e faccio nuovamente lievitare fino al raddoppio.

Preriscaldo il forno statico a 180-200° C con un pentolino d’acqua sul fondo. Spennello la superficie e i lati dei panini con tuorlo e latte sbattuti, inforno per 20-25 minuti. Quando pronti sforno e lascio raffreddare su una gratella per dolci.


panini al latte messinesi

10 febbraio 2022

Zuppa di lenticchie nere di Sicilia

Zuppa di lenticchie nere di Sicilia


zuppa di lenticchie nere

 

Adoro le zuppe di lenticchie, è un piatto sano, genuino, semplice, pochi ingredienti per portare a tavola un piatto, che per me, diventa unico, senza tempo, caldo e corroborante.

Qui lo presento in versione gluten free, quindi adatto a tutti e il bello delle lenticchie è che si possono arricchire e insaporire a piacere.

Ho scoperto questa varietà di lenticchie nere di Sicilia, piccole, saporite e molto particolari. Sono un’antica varietà di lenticchie, molto proteica e saporita, io ho provato quelle di Leonforte e anche quelle nere vulcaniche di Pantelleria. La loro coltivazione è molto laboriosa: semina e raccolto viene fatto interamente a mano. Rispetto alle altre varietà di lenticchie questa variante nera è ricca di ferro e vitamina B: se si hanno problemi di pressione bassa possono fare miracoli, inoltre possiede meno grassi e possono rilasciare più fibre.

Hanno sapore e colore intenso: quelle di Leonforte (o delle colline di Enna) Di media grandezza e nere come il carbone quando sono crude, una volta cotte assumono un bell’aspetto brunito, quelle di Pantelleria sono di colore marrone-rossastro, di piccolo calibro, rotondeggianti e hanno bisogno di un terreno vulcanico.

Io le ho usate entrambe e mi hanno conquistato. Sono più care rispetto ad altre varietà di lenticchie, ma confesso che io le preferisco. Inoltre si sposano bene con una varietà di ingredienti, oltre ad essere perfette così da sole come protagoniste.

La zuppa la si può servire più densa, tipo lenticchie in umido, o più brodosa, va a gusto personale.

Per comodità io sciacquo le lenticchie sotto l’acqua e poi le faccio bollire con una costa di sedano, la proporzione che uso è 1:3 ossia per 100 g di lenticchie uso 300 g di acqua. Una volta pronte le divido, porziono, in vasetti e surgelo quelle che non uso.

Pochi e semplici ingredienti per una pietanza sana, gustosa e genuina e adatta anche agli intolleranti del glutine, avendo usato la patata al posto di crostini o pasta.

Ingredienti per 4 persone

200 g di lenticchie nere

1 costa di sedano

600 ml di acqua

4 patate piccole

1 cipolla piccola

1-2 cucchiaini di concentrato di pomodoro (o pomodorini)

2 cucchiai di olio extravergine di oliva

1 piccolo peperoncino (se piace)

1 cucchiaino di curcuma

sale e pepe q.b.

Per prima cosa sciacquo le lenticchie per togliere le polveri. Le metto poi in una casseruola capiente con la costa di sedano pulita e 600 ml di acqua, porto a bollore e faccio cuocere per 20-30 minuti. Poi spengo e lascio intiepidire.

Nel frattempo in una casseruola soffriggo a fuoco dolce nell’olio il peperoncino, la curcuma, la cipolla tritata sottilmente. Quando la base è pronta aggiungo le patate tagliate a pezzetti e le lenticchie già lessate, il concentrato di pomodoro, ricopro con dell’acqua, metto un coperchio e faccio cuocere a fuoco medio basso. Il sale lo unisco all’ultimo per non far indurire le lenticchie. Cuocio finché le patate non saranno pronte. A gusto posso lasciare la zuppa più brodosa o più asciutta. Ora aggiusto di sale. Porto in tavola ben caldo e chi gradisce può aggiungere pepe nero macinato fresco.

11 gennaio 2022

Pain au lait

Pain au lait

pain au lait 
 
Quanto sono belle le boulangerie con l'esposizione dei loro prodotti, come piccoli gioielli golosi e invitanti. 
Dalle boulangerie al mio forno è un attimo. Certo non avrò il loro arredamento e la divisa, ma ecco dei deliziosi, soffici e profumati pain au lait.
Questi panini sono ottimi consumati tiepidi caldi, sono poco dolci, versatili si adattano perfettamente a qualsiasi tipo di farcitura dalla dolce alla salata, come dei piccoli sandwiches… ma anche mangiati senza nulla sono ottimi. 
Sono dei piccoli panini semidolci o brioche salate, dalla forma particolare, con la superficie ben lucida e inviatente e l'interno con la mollica che sembra sfogliata al lieve sentore di burro. Sono perfetti per ogni momento della giornata.

Farli è stata una vera soddisfazione e sono andati letteralmente a ruba. 

Per la ricetta, ovviamente, ci sono state delle personalizzazioni: ho ridotto la dose di lievito di birra allungando i tempi di lievitazione, e ho usato il miele al posto dello zucchero.

Per impastare consiglio di farsi aiutare da una planetaria, ma si riesce facendo un po' di ginnastica anche a lavorare a mano.

Una volta cotti e raffreddati surgelo quelli che rimangono e li scaldo quando servono così da averli sempre caldi e soffici come appena fatti.

 

Ingredienti

500 g farina tipo 0 forte (oppure metà farina 0 e metà farina tipo 1 forte)
2 cucchiai di miele millefiori (o 3 cucchiai di zucchero)
5 g lievito di birra fresco (max 15 g)
100 g  burro
100 g latte
75 g acqua
2 uova intere
5 g di sale
1 uovo sbattuto per doratura

Setaccia la farina nella ciotola della planetaria (o in un'ampia scodella), e mescola con sale.

In una caraffa sciogli il lievito nel  latte con l'acqua, il miele.

Aziona la planetaria e versa i liquidi lentamente sulla farina.

Rompi due uova, sbattile leggermente e aggiungile all'impasto.

Ora inserisci il burro, un pezzo alla volta e non aggiungere il successivo se il primo pezzo non è stato assorbito dall'impasto.

Lavora per circa dieci minuti, o finché l'impasto non sarà elastico e ben incordato. Spostalo ora su un piano di lavoro, fai un giro di pieghe, forma una palla e mettilo in una ciotola. Copri con pellicola alimentare e lascia lievitare fino al raddoppio del volume. Il tempo varierà in base alla dose di lievito usata, alla temperatura esterna.

Quando l'impasto sarà lievitato rimettilo su un piano di lavoro, sgonfialo e e fai un giro di pieghe. Poi dividilo in parti uguali. Con ogni parte fai tre giri di pieghe e poi con il palmo della mano appiattisci, piega i due lati verso l'interno per il lungo e sigilla bene formando dei panini.

Sistema i panini su una teglia rivestita con carta forno, distanziandoli l'uno dall'altro. Copri con pellicola alimentare e lascia lievitare fino al raddoppio del volume.

Preriscalda il forno a 190° C in modalità statica. 

Con le forbici fai delle incisioni lungo tutta la lunghezza dei panini. 

Sbatti un uovo (volendo con un cucchiaio di latte) e spennella la superficie dei panini.

Inforna per 12-15 minuti. 

Una volta sfornati lasciali intiepidire su una griglia. 

pain au lait
 

5 gennaio 2022

Flan parisien ai fiori d’arancio e vaniglia del Madagascar, senza base...

Flan parisien ai fiori d’arancio e vaniglia del Madagascar, senza base...

Ho voluto iniziare l'anno col botto, come mi è stato detto.

In realtà ho voluto semplicemente rispettare le tradizioni legate al capodanno e i vari detti su "chi...  per tutto l'anno"...  

Amo la consistenza del flan, nella sua semplicità trovo che sia un dolce sublime che avvolge con i suoi profumi e coccola con la sua consistenza cremosa, ma quello che mi disturbava della ricetta classica era la base di brisée, che appesantiva l'insieme anche se dava al dolce una consistenza croccante a contrasto con il ripieno morbido. Poi per puro caso scopro che il maestro pasticcere Christophe Michalak ha rivisitato questo grande classico della pasticceria francese, e lo rende più digeribile e leggero proprio levando la pasta base. La base di brisée nella ricetta tradizionale è essenziale al dolce, e anche se scioccante per molti, per il maestro il flan è senza la pasta! E io sottoscrivo in pieno questa scelta, e anche per me, d'ora in avanti, il flan sarà senza pasta.

Riporto alcuni consigli di Christophe Michalak per la buona riuscita della ricetta: pesare tutti gli ingredienti, la maizena si può sostituire con un altro amido ma non con la farina che renderebbe il flan troppo fermo, usare la pellicola a contatto per evitare la formazione della pellicina e della condensa sulla crema. 

Il mio 2022 inizia proprio con questa semplice ricetta, ma attenzione proprio le cose che sembrano più semplici possono nascondere delle insidie... Dicevo l'anno comincia con questo speciale e profumatissimo flan del colore dell'oro brillante, che avvolge con i suoi aromi, coccola e rapisce con la sua consistenza e il suo sapore... 

"Less is more", e questo flan lo rispetta in pieno con la sua eleganza...

 
flan parisien senza pasta ai fiori d'arancio e vaniglia

Ingredienti per un flan da 18 cm di diametro

500 ml di latte fresco intero

250 ml di panna fresca liquida

100 g di zucchero

100 g di tuorli d’uovo

50 g di frumina (o altro amido)

1 cucchiaino di essenza di fiori d’arancio

semi di una bacca di vaniglia del Madagascar

una presa di sale

Incido la bacca di vaniglia con un coltello nel senso della lunghezza, la apro e raschio i semi all’interno. In un pentolino porto a bollore la panna, il latte, l’essenza di fiori d’arancio e i semi della bacca di vaniglia. In una ciotola capiente sbatto con una frusta i tuorli con lo zucchero (fino ad imbianchire), poi aggiungo la frumina, amalgamo bene il tutto, non devono esserci grumi. Prelevo due cucchiai di latte caldo e lo verso sui tuorli per stemperare il composto ed evitare che il calore faccia cuocere le uova, mescola bene. Prendi altri due cucchiai di latte e li metto sui tuorli, mescolo bene. Verso ora il latte caldo sulla preparazione di uova, amalgamo bene, riverso il composto nel pentolino, porto sul fuoco fino a far bollire per 30 secondi, mescolando continuamente. Tolgo dal fuoco, verso la crema in una ciotola di vetro, o un altro contenitore, frullo con il frullatore ad immersione. Conservo coperto con pellicola alimentare a contatto con la crema fino a completo raffreddamento.

Quando la crema sarà fredda frullo nuovamente e poi lo verso in una pirofila, o uno stampo, da 18 cm di diametro e alta 4 cm, precedentemente imburrata e infarinata. Cuocio in forno statico a 180° C per circa 35-45 minuti, fino a quando la superficie diventa color caramello con qualche macchia più scura, nera. Sforno e lascio raffreddare su una gratella. Ho usato uno stampo a cerniera così, prima di sformare il dolce, ho passato sui bordi un coltello, poi levo l’anello, e infine, delicatamente, faccio scivolare un disco di cartone adatto sotto il flan prima di sistemarlo sul piatto da portata. Ho messo il dolce in frigorifero per almeno un paio di ore prima di servire.

 
 
flan parisien senza pasta ai fiori d'arancio e vaniglia

9 dicembre 2021

Zeppole dell’Immacolata

Zeppole dell’Immacolata

 

zeppole dell'Immacolata

Le zeppole dell’Immacolata sono un dolce tipico campano, in particolare della zona di Castellammare di Stabbia dove vengono preparate proprio in occasione di questa ricorrenza, una festività particolarmente sentita.

Le zeppole vengono preparate per tutto il periodo natalizio, si inizia a partire dal 27 novembre.

E’ una ricetta molto semplice e veloce di pasta lievitata senza uova, una pastella, che viene fritta e poi passata in uno sciroppo con miele e zucchero (come gli struffoli) e decorata con codette o confettini di zucchero colorati. Non manca una versione in cui vengono aggiunte le patate o anche una versione salata.

La mia versione delle zeppole è anche un omaggio agli sfinci siciliani che mangiava la mia cara Sister. Quindi l’impasto è stato arricchito con del latte, ma non ho messo zucchero, ho usato già la dolcezza naturale degli ingredienti, e ho poi ripassato le zeppole in uno sciroppo con miele di ciliegio… quindi dolce ma non troppo… una vera golosità da leccarsi le dita.

Ingredienti

250 g di farina 0

150 g di latte

150 g acqua

7 g lievito fresco

1 pizzico di sale

olio di semi per friggere q.b.

20 g di zucchero

100 g di miele di ciliegio ( o quello che preferite)

codette o confettini di zucchero colorate

In una ciotola capiente metto la farina setacciata. Sciolgo il lievito nel latte e acqua e poi lo verso sulla farina. Mescolo con una frusta o una forchetta, finché l’impasto non risulta bello liscio e senza grumi. Aggiungo una presa di sale, amalgamo bene. Copro con pellicola alimentare e metto in un posto al riparo e tiepido a lievitare per due o tre ore.

In una pentola capiente dai bordi alti porto a temperatura l’olio, poi con l’aiuto di uno o due cucchiai (bagnati nell’olio) formo delle piccole zeppole che faccio scendere e friggere. Appena sono dorate le scolo e faccio asciugare su carta assorbente e procedo con il resto dell’impasto.

Una volta cotte tutte le zeppole le tengo da parte e preparo lo sciroppo al miele. In un pentolino dai bordi alti faccio scaldare il miele con lo zucchero (e un cucchiaio di acqua se serve), vi immergo le zeppole e poi le sistemo, via via, su un piatto di portata sovrapponendole. Tocco finale prima di servire: decoro con le codette di zucchero colorate...

7 dicembre 2021

Torta di mele... l’ancienne

Torta di mele... l’ancienne


torta di mele l'ancienne

Un’antica ricetta francese per una particolare torta di mele. Sul web si trovano molte preparazioni simili, ma quale sia quella originale… chi lo sa? Tra le molte che ho letto quella che mi ha ispirato maggiormente l’ho trovata sul blog di Cristina Saglietti

Ne ho realizzate due versioni una semplice e una integrale, e sono state entrambe molto apprezzate. Per seguire proprio gli aromi francesi avrei dovuto usare il Cognac o il Calvados, ma non avendoli ho ripiegato sul Brandy. Ho scelto una varietà di mele locali antiche, le grigie di Torriana, che per gusto e consistenza assomigliano alle renette, ma si possono usare quelle che si preferiscono donando così alla torta consistenze, sapori e aspetto diversi. 

Altra cosa che è possibile variare in base al gusto e, perché no al periodo, sono gli aromi. Siamo in periodo natalizio e io ho voluto profumare tutto con la cannella, regalando così alla torta il colore della spezia sullo strato superiore, ben diverso se invece si usa solo la vaniglia.

Sono consapevole che in pasticceria cambiare le ricette è sempre un rischio, e potrebbe sembrare una mancanza di rispetto a chi ha lavorato per crearle e trovare il giusto equilibrio. Ma le mie modifiche sono minime (o forse no) e ben calcolate, diciamo delle personalizzazioni e me ne assumo la responsabilità e il rischio. 

Tornando alla torta, si comincia preparando un composto base tipico di tutte le torte, si decora con le fette di mele e si inforna. Poi, però, dopo una ventina di minuti, si aggiunge sopra a quella, che pare già una bella e golosa torta in cottura, un altro composto, molto morbido e spumoso che negli altri minuti in forno si scioglierà per farsi assorbire e per mescolarsi alla texture più compatta del primo strato.
Risultato?
Un mix di consistenze e di profumi e sapori delicati decisamente interessanti…un dolce perfetto da accompagnare con una bella tazza di tè caldo e fumante... In autunno e in inverno non c'è niente di meglio che una bella torta alle mele che sa di casa e ricette della nonna... un classico dolce da credenza insolito...

Mi domando come sarà stata davvero l'originale ricetta di questa torta...


Ingredienti

Per la torta base 

120 g farina per dolci (tipo 0 o integrale)

95 g zucchero di canna

3 mele grandi grigie di Torriana

2 uova

60 ml latte

30 ml olio d’oliva extravergine dolce

10 g lievito per torte

½ limone per scorza

un pizzico di sale

Parte sopra

90 g zucchero semolato

90 g burro

1 uovo

2 cucchiai Brandy

½ stecca vaniglia o la punta di un cucchiaino di cannella


Per prima cosa accendo il forno a 180° C ventilato.

Procedo con l'impasto base: lavoro le uova con lo zucchero sino ad ottenere un composto molto spumoso e denso. Aggiungo l'olio e il latte e continuo a lavorare con le fruste elettriche. Unisco la farina e il lievito setacciati, il sale e la scorza di limone grattugiata, e continuo a lavorare a bassa velocità per far incorporare bene la farina. Fodero una tortiera a cerniera dal diametro di 18-20 cm con della carta da forno e verso il composto. Livello leggermente la superficie e decoro con le mele, precedentemente sbucciate e tagliate a fette non troppo sottili, sistemandole in cerchio.

Inforno e cuocio per 20 minuti.

Intanto procedo con il secondo strato della torta. Faccio fondere il burro a fiamma dolce. Monto l'uovo con lo zucchero fino ad avere un composto molto spumoso e denso.
Aggiungo il Brandy e dopo il burro fuso, a filo distanziando molto il pentolino dal contenitore mentre lo si versa, continuando a montare il composto con la frusta. L'impasto dovrà essere molto vellutato e spumoso.

Terminati i 20 minuti di cottura, tolgo la torta dal forno e velocemente verso il secondo composto.

Inforno nuovamente e cuocio per 20 minuti. Se dopo 10 minuti di cottura vedo che la superficie della torta si colora troppo, la copro con della carta da forno e continuo la cottura.

Sforno e lascio raffreddare. Prima di servire cospargo la superficie con dello zucchero a velo. 

torta di mele l'ancienne

 

23 novembre 2021

La pizza parigina

La pizza parigina

pizza parigina

La pizza parigina è una tipica pizza rustica della cucina partenopea, una delle rappresentanti dello street food napoletano.

Questa preparazione conferma ancora una volta il profondo legame tra Napoli e la cultura gastronomica francese.

Si narra che nel 1816 la pizza rustica venne rinnovata per mano di un anonimo chef  francese, cioè uno dei famosi monsú (come venivano chiamati i cuochi francesi, storpiando la parola “monsieur”), per la merenda della sovrana Maria Carolina, una pizza fatta con doppio strato di pasta sfoglia e farcita. Ma la pizza chiamata “Parigina” fu ideata da uno cuoco napoletano, suo collaboratore, che intese, con il nome dato alla pizza rustica, ricordare che si trattava di qualcosa nato per il gusto della sovrana napoletana; infatti il nome non si riferisce alla città francese, ma deriva dal dialetto “p’à riggina” cioè “per la regina”.

Originariamente la pizza era composta solo da pasta di pane sontuosamente farcita, in seguito si mantenne la pizza farcita, ma venne coperta con della pasta sfoglia. Ora esistono due versioni: quella fedele all’originale, e quella che ha tolto uno strato di pane coprendo direttamente con la pasta sfoglia. La parigina classica è con ripieno di salsa, provola e prosciutto, ma attualmente le si sono affiancate molte varietà e scelte di ripieni. Ma quale che sia la preparazione scelta, tradizione o innovazione, immancabile è la presenza della pasta sfoglia croccante sulla superficie, la base morbida di pizza e un ripieno goloso.

Per la mia parigina mi sono tenuta al classico. Ho usato per la base della pizza un impasto con pasta madre e lunga lievitazione in frigorifero. La pasta madre si può sostituire con 3-5 g di lievito di birra fresco, avendo comunque una lievitazione lenta.

La pasta sfoglia, ahimé, stavolta l’ho presa già bella e pronta.

Il risultato è stata una golosissima pizza farcita morbida e croccante con un ripieno ricco e filante.. Un’ottima merenda, uno spuntino, un aperitivo… e mi raccomando, va servita calda o tiepida.


Ingredienti

500 g di farina per pane/pizza

100 g di pasta madre rinfrescata (o 3 g di lievito di birra fresco)

350-400 g di acqua

5-10 g di sale

1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare

150 g prosciutto cotto

150 g di provola

500-600 g di salsa di pomodoro

olio extravergine d’oliva

Preparo l’impasto di pizza: in una grande ciotola metto la farina, inserisco la pasta madre, verso l’acqua e comincio ad impastare sciogliendo prima la pasta madre e poi inserendo la farina nell’impasto. All’ultimo aggiungo il sale sciolto in poca acqua, lavoro bene, faccio le pieghe in ciotola: tiro un lato della pasta e lo premo al centro, giro la ciotola e ripeto. L’impasto deve essere morbido ma “non molliccio”. Se ho tempo faccio riposare per mezz’ora e poi ripeto il giro di pieghe per tre volte, altrimenti copro e metto a lievitare, volendo anche in frigorifero per tutta la notte.

Il giorno dopo tiro fuori l’impasto e lo lascio a temperatura ambiente per un’ora. Poi lo metto su un piano di lavoro e, con le mani oliate, faccio un giro di pieghe, copro nuovamente e lascio lievitare.

Preparo il sugo per la pizza: in un tegame metto l’olio d’oliva, il basilico, la salsa di pomodoro e il sale, e faccio cuocere per una ventina di minuti, finché la salsa non si ritira e diventa più densa. Taglio la provola in piccoli pezzi, o a fette sottili, oppure la grattugio grossolanamente, spessa usando la grattugia dai fori grandi.

Fodero con la carta forno una teglia rettangolare, spennello sulla carta dell’olio d’oliva. Prendo la pasta della pizza con le mani oliate e la stendo nella teglia. Copro e lascio riposare ancora una decina di minuti per poterla stendere bene. Quando la base di pizza è ben stesa la condisco con il sugo di pomodoro, cospargo abbondantemente con la provola e infine ricopro il tutto con le fette di prosciutto cotto. Prendo la pasta sfoglia e la sistemo sopra il prosciutto, a coprire, sigillo i bordi pizzicandoli. Con una forchetta faccio dei buchi sulla superficie e poi lo spennello con dell’olio d’oliva extravergine. Se si preferisce si può scegliere di spennellare la pasta sfoglia con uovo e latte o uovo e panna.

Cuocio in forno preriscaldato statico a 200° C per i primi 15-20 minuti nella parte bassa del forno, poi nella parte centrale per altri 20-25 minuti, fino a completa doratura della sfoglia. Lascio riposare un po’ prima di servirla ancora calda o tiepida.

pizza parigina

 

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