Visualizzazione post con etichetta ricette cinefile. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ricette cinefile. Mostra tutti i post

29 aprile 2024

Bagel for breakfast

Bagel for breakfast

bagel tostati e imburrati sul piatto, tazza di sfondo e locandina serie televisiva I misteri di Aurora Teagarden


Colazione con i bagel tostati e spalmati con un velo di burro salato, proprio come negli Stati Uniti.


Questo mese, con le mie amiche del progetto #frameofbreak, ci siamo date come tema i “circoli di…”.

Gabriella (homeworkandmuffin.it) ha letto e guardato il film “Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey” di Mary Ann Shaffer e Annie Barrows. In tema con il libro ha preparato una torta di patate e bacon

Gioia (gioiabarbieri.it) ha letto “La piccola libreria sul Tamigi” di Frida Skybäck. Accompagna la lettura con profumati e deliziosi cinnamom rolls, di cui ci racconta anche la storia.

Io invece vi parlerò de “I misteri di Aurora Teagarden”, in particolare il decimo episodio intitolato “Il gioco del gatto col topo” in cui la protagonista fa colazione a casa con la sua migliore amica con i bagel tostati e imburrati.


I misteri di Aurora Teagarden

La serie televisiva statunitense è ispirata ai romanzi gialli di Charlaine Harris con protagonista una giovane bibliotecaria, Aurora detta Roe, con la passione per i crimini irrisolti del passato e la letteratura mystery. Aurora è membro del Real Murders Club, un gruppo di appassionati del giallo che studia ogni mese si riunisce, nella tranquilla cittadina di Lawrenceton, per studiare crimini realmente accaduti. Più di una volta Aurora si ritrova coinvolta in casi di omicidio che, grazie al suo intuito, riesce spesso a risolvere prima della polizia.

Il gioco del gatto col topo

Questo episodio è un omaggio ai libri gialli polizieschi, infatti è pieno di riferimenti e citazioni alla letteratura gialla e poliziesca. In particolare è un tributo ad Agatha Christie e al primo libro della serie di Miss Marple, “I tredici problemi”. Cominciamo con un indizio che riporta all’undicesimo problema e all’avvelenamento con le erbe. Inoltre la protagonista dice che il "real murders club" è stato ispirato dal “club del martedì” con Miss Marple.

Qualcuno lascia indizi provocatori e criptici sulle scene del crimine con l’intento di sfidare o tormentare Aurora. Lei cercherà di capire, con l’aiuto dei suoi amici e del real murder club, chi si nasconde dietro questo inquietante “gioco”. Di volta in volta l’asticella del crimine si alza e le persone vicine a lei diventano i bersagli. Il gioco si fa sempre più pericoloso, e l’intento finale sarà un omicidio.

Curioso come sia l’antagonista di Aurora a citare il titolo dell’episodio nelle scene conclusive.

La ricetta dei Bagels for breakfast

Li ho chiamati bagels for breakfast in quanto non sono la ricetta classica dei bagel (suo mio sito sono presenti ben due versioni bagel vegan e bagel). Ho aggiunto un uovo nell’impasto che li rende un po’ più soffici, un po’ meno gommosi, e perfetti da tostare per la colazione.

La ricetta è molto semplice e il procedimento di lavorazione segue di pari passo i bagel classici con la doppia cottura: prima bolliti e poi al forno con vapore.

I miei li ho lasciati senza semini sulla superficie, ma tu potrai aggiungerli dopo aver bollito i bagel e prima di passarli al forno.


Ingredienti

  • 500 g di farina di frumento tipo 0 (12,5% di proteine)
  • 20 g di zucchero
  • 10 g di sale
  • 5 g di lievito di birra fresco (o 3 g di lievito di birra secco attivo)
  • 240 ml acqua calda
  • 1 uovo medio leggermente sbattuto
  • 25 g di burro morbido
  • semi di papavero o sesamo per decorare (facoltativi)

Procedimento


Nella ciotola della planetaria mescola la farina, il sale e lo zucchero.

Sciogli il lievito nell’acqua.

Aziona la planetaria con il gancio a uncino e versa i liquidi.

Quando l’impasto ha assorbito tutta l’acqua aggiungi l’uovo leggermente sbattuto e fallo assorbire prima di inserire il burro, un pezzo alla volta.

Lavora l’impasto fin quando non è ben incordato ed elastico.

Togli il gancio e copri la ciotola con l’impasto dentro. Lascia riposare per 10 minuti.

Lasciandolo nella ciotola, tira una parte dell’impasto dal lato e premilo al centro. Gira leggermente la ciotola e ripeti l’operazione con un’altra porzione di impasto. Rifai questa operazione altre 8 volte: l’intero processo dovrebbe durare circa 10 secondi e l’impasto dovrebbe iniziare a fare resistenza. Copri la ciotola e fai riposare nuovamente per 10 minuti.

Ripeto questa fase di lavorazione e riposo appena descritte altre due volte.

Completa l’ultimo giro di lavorazione dell’impasto, copri la ciotola e lascia lievitare per almeno 1 ora.

Prendi l’impasto, che dovrebbe essere raddoppiato di volume, sgonfialo e mettilo sul piano di lavoro leggermente infarinato.

Forma un filoncino, un tronchetto, con la pasta e poi suddividi in parti uguali (tutte delle stesso peso).

Forma una palla con ogni pezzo di pasta e poi fai un buco al centro con il dito indice, allargando un pochino.

Copri i bagels formati e lasciali riposare per 10 minuti.

Accendi il forno a 240° C in modalità statica e metti sul fondo un pentolino con dell’acqua.

Riempi una casseruola con un litro d’acqua, aggiungi il sale (5 g) e porta a ebollizione.

Cuoci i bagels nell’acqua bollente, in più riprese, da 3 o 4, finché non vengono a galla. Girali e lasciali cuocere per altri 5 minuti.

Con una schiumatola scola i bagels e mettili su una teglia rivestita con carta forno.

Ora puoi decorarli con i semi a piacere.

Inforna i bagels e abbassa la temperatura del forno a 200° C.

Cuoci per circa 15-20 minuti, o finché non sono ben dorati.

Per controllare la cottura prendine uno, capovolgilo e dai un colpetto sul fondo, dovrebbe suonare vuoto.

Sforna e lascia raffreddare su una griglia. 

Servili tagliati a metà, tostati e imburrati o farciti a piacere.

Conserva i bagels in surgelatore e scaldali per averli sempre come appena sfornati.

17 aprile 2024

Spanakopita

Spanakopita

triangoli di spanakopita su tagliere


La spanakopita è una deliziosa torta salata, tipica della tradizione culinaria greca, che insieme alla tyropita è tra le torte più diffuse. 

Il nome spanakopita è composta dalle parole spanako, che significa spinaci, e pita, che vuol dire torta: infatti è una torta salata composta da un morbido e gustoso ripieno a base di spinaci (o altre erbette) e formaggio feta, il tutto avvolto da strati di leggera, friabile e croccante pasta fillo, questo contrasto di consistenze la rende tanto particolare e affascinante.

Le torte salate sono un grande capitolo della gastronomia tradizionale greca, in greco chiamate pites al plurale e pita al singolare, variano a seconda della zona geografica, e quindi ogni regione della Grecia ha una propria torta tradizionale.

La particolarità delle torte salate greche è senza dubbio l'uso della pasta fillo, meglio se fatta in casa, che può essere tirata sottilissima, quasi trasparente, o leggermente più spessa.

Preparando la spanakopita non ho potuto fare a meno di collegarla al film "Il mio grosso grasso matrimonio greco". Andiamo a scoprire il perché.

"Il mio grosso grasso matrimonio greco" e la spanakopita

"Il mio grosso grasso matrimonio greco" (My Big Fan Greek Wedding) è una commedia romantica del 2002 diretta da Joel Zwick, fra i produttori compare il nome di Tom Hanks, scritta e sceneggiata dalla stessa protagonista femminile Nia Vardalos.

Il film ha ottenuto una candidatura ai premi Oscar, due candidature al Golden Globes, e una candidatura a SAG Awards.

La produzione dichiara che è una "delle commedie romantiche che più hanno incassato nella storia del cinema USA"

La sceneggiatrice dice di aver raccontato semplicemente la sua famiglia. 

In questo film romantico sono presenti tutti gli elementi narrativi classici della commedia e non mancano spunti comici. Ma soprattutto è il concetto di famiglia, che per quanto atipica, affollata, stravagante, mangereggia e invadente, resta un punto di forza. La famiglia descritta è la tipica famiglia mediterranea che, passata la fase iniziale di sospetto, è pronta ad accogliere e valorizzare chiunque ne entri a farne parte. 

La trama

La protagonista, Toula, è una normalissima ragazza trentenne, non bella ma nemmeno brutta, con tutte le ansie e i problemi che possiamo avere tutti, per di più con alle spalle una famiglia, appunto, importante, ingombrante a volte, e molto presente, con un senso del campanilismo portato alle stelle (per il padre di Toula esistono solo i greci e coloro che vorrebbero essere greci).

Toula è nata e cresciuta a Chicago e lavora nel ristorante di famiglia. Per loro oramai lei è quasi troppo vecchia per trovarsi un marito, e il padre non fa che proporle possibili candidati tutti rigorosamente greci. Tutte le questioni di famiglia, qualsiasi decisione o problema viene discusso con delle riunioni con tutti i parenti.

Però Toula vorrebbe qualcosa di diverso. Grazie all'aiuto della madre, che convince il padre, Toula riuscirà a seguire un corso di computer al college, e poi andrà a lavorare nell'agenzia di viaggi della zia. Toula, a poco a poco, riprende in mano la sua vita, si cura maggiormente  fino a trasformarsi in una donna attraente, magnetica, travolgente e sicura. Proprio qui lei incontrerà il professore Ian Miller (anglosassone, protestante, vegetariano e dell'alta borghesia), il quale si innamorerà di lei, e inizialmente la loro storia è tenuta nascosta, fin quando la famiglia di Toula non scopre tutto.

La storia d'amore si complica (come nei migliori copioni): il padre di Toula si oppone in ogni modo per la scelta della figlia di un "non greco", ma anche la famiglia di lui c'è una sorta di riluttanza verso la chiassosa, bizzarra, numerosa e ingombrante famiglia di lei. 

Il fidanzato farà di tutto per farsi accettare dalla famiglia: mangia carne e piatti a base di carne della tradizione greca, si fa anche battezzare con il rito ortodosso...

Ci sarà il lieto fine? Riusciranno i nostri innamorati a vincere le opposizioni familiari e vivere felici e contenti?

Di certo non ti racconto il finale, rovinerei il piacere della visione.

Ma ti posso raccontare che questa commedia è davvero bella e divertente. Ci sono moltissimi riferimenti alla cucina, soprattutto greca. A cominciare dal ristorante Dancing Zorba's di cui sono proprietari, tutti cucinano, il cibo non è solo di passaggio o ha funzione scenica, è un momento importante di condivisione, ha un valore identitario e culturale. Pensiamo alla moussaka che la protagonista aveva come pranzo a scuola quando i suoi compagni avevano un sandwich. 

Ma la spanakopita?

I futuri consuoceri vengono invitati dalla famiglia di Toula per conoscersi, questa è un'occasione in cui tutta la famiglia si ritrova e ovviamente non può mancare il cibo e i vari brindisi a suon "Opa!" e Ouzo (il tipico liquore greco all'anice).

La spanakopita entra in scena a rompere una situazione imbarazzante creata da Voula, la zia di Toula. Voula dopo essersi presentata ai futuri consuoceri di Toula gli racconta di un "bozzo" che aveva dietro il collo e che dopo la "bo… bo… bobopsia" il medico riferisce di aver trovato all'interno i resti della sua gemella. Si crea così un momento difficile, poi, improvvisamente, viene inquadrata la sala e l’entrata in scena di una teglia. Voula urla "SPANAKOPITA" e ne serve due pezzi in modo assolutamente familiare, prendendoli con le mani e porgendoli ai due ospiti. Impagabile il primo piano sull'espressione dei loro volti.

Un film che ti consiglio di vedere almeno una volta, e per una vera esperienza immersiva, magari mangiando la spanakopita..

Òpa!

La ricetta della spanakopita

La ricetta della spanakopita prevede spinaci e feta, però esistono numerose varianti: si possono aggiungere ricotta, erbe fresche come aneto, o cipolla o scalogna per un gusto più intenso, gli spinaci diventare erbette, bietole (come ho fatto io)

L'ingrediente insostituibile per la ricetta è la pasta fillo, o filo, a cui si deve la riuscita di questo piatto. Questa pasta sottilissima, non lievitata, di origine mediorientale e che troviamo anche nella cucina bizantina, una volta unta con olio o burro e cotta, diventa dorata, friabile e croccante.

Tradizionalmente la spanakopita viene cotta in una teglia rettangolare, ma sono diffusi anche nella forma di involtino triangolare di piccole dimensioni o le spirali monoporzioni chiamate "spanakopitakia".

La sua versatilità la rende perfetta per ogni momento della giornata: può essere gustata come antipasto, pranzo leggero, come pasto vegetariano, ma anche come snack o street food. 

Perfetta servita calda appena sfornata, si può gustare anche a temperatura ambiente.

Ti devo avvisare che non riuscirai a resisterle dopo il primo morso.

Ora non resta che armarsi di molta pazienza per maneggiare la delicata pasta fillo e accendere il forno per preparare insieme questa delizia. 

Ingredienti

  • 1 confezione di pasta fillo (600 g)
  • 500 gr di bietola
  • 3 uova
  • 500 g di feta
  • 500 g di ricotta 
  • 1 cipollotto (facoltativa)
  • olio extravergine d'oliva q.b.

Procedimento

Sbollenta le bietole, per circa un minuto in acqua bollente salata, poi trasferiscile in acqua e ghiaccio per fermare la cottura, strizzale bene dall’acqua residua e tritale finemente.

In una ciotola sbatti le uova con un pizzico di sale e di pepe.

In un'altra ciotola metti la ricotta, la feta sbriciolata, il cipollotto tritato finemente e lavora il tutto con una forchetta. Aggiunti le uova sbattute e le bietole tritate, amalgama fino ad avere un composto omogeneo.

Prendi dal rotolo di pasta fillo, delicatamente, il primo foglio e spennellalo con olio extravergine d'oliva.

Srotola un altro foglio di pasta e mettilo sopra quello che hai unto con l'olio e ripeti l'operazione di spennellarlo con l'olio. Infine sovrapponi un terzo foglio. 

Prendi un coltello o una rotella e taglia la pasta in modo da ottenere 2 o 3 strisce rettangolari lunghe.

Prendi un cucchiaio o due di impasto e mettilo all'estremità delle strisce.

Piega ogni striscia di pasta fillo ripiena su se stessa in modo da ottenere un triangolo. 

Ripeti l'operazione per i restanti fogli di pasta fillo.

Sistema i triangoli di spanakopita su una teglia rivestita con carta forno.

Spennella la superficie dei triangoli con l'olio extravergine d'oliva. 

Preriscalda il forno in modalità statica a 230° C, poi abbassa la temperatura a 180° C.

Inforna gli spanakopita e cuoci per 20 minuti, finché non saranno dorati e croccanti.

Sforna e servi la spanakopita calda, oppure spostali su una gratella per dolci e poi servi a temperatura ambiente.


La spanakopita si conserva in frigorifero per qualche giorno in un contenitore con chiusura ermetica, e scaldarla in forno prima di servirla.

26 gennaio 2024

Sandwich baguette

Sandwich baguette

sandwich baguette

Il sandwich baguette è la versione francese del panino. 

Ovviamente non si tratta di una baguette intera, ma di una parte. 

La mia preparazione, è assolutamente semplice, non ha nulla di complicato, credo che chiunque sia in grado di farsi un panino, quindi perché parlarne?

Semplice, innanzi tutto i panini si fanno ovunque, o parafrasando una canzone "all around the world". Poi questo particolare tipologia di sandwich (ovviamente rivisitato da me nella farcia) era nel film di cui parleremo tra poco e che ho associato al tema della lentezza. Premetto che il film è tutt'altro che lento, è molto piacevole, ma la lentezza è il tema che ci siamo date con le mie amiche del progetto #frameofbreak

Un tema particolare che può essere interpretato e declinato in molti modi. 

Nel web, se facciamo una ricerca con il termine lentezza troviamo una bella bibliografia: dai libri per bambini, le favole per tutti come quella di Louis Sepulveda "L'elogio della lentezza", testi in cui lentezza o "slow" sono lo stile di vita a cui aspirare, in netta contrapposizione alla vita frenetica a cui siamo sottoposti.

In questo stile di vita "slow" possiamo ritrovare e un riscoprire uno stile di vita personale, tempi e modi non dettati da altri ma i nostri, il piacere di vivere il momento e poterlo assaporare. La pausa caffè, il prendere il caffè in compagnia diventa la scusa per fare due chiacchiere, la lettura di un libro, il prendersi del tempo per sé stessi, vedere un film, andare al cinema, etc., ma anche ritrovare il piacere (sì il piacere) di annoiarsi.

Ma questo lo possiamo anche riportare nel nostro quotidiano in cucina: dove tutto corre veloce e fast, ritrovare il piacere del tempo lento di cucinare come una volta, impastare a mano e lasciare il giusto tempo della lievitazione e della cottura, i ritmi della natura.

Su questo tema della lentezza Gabriella Rizzo, del blog Homework and Muffin, ci parla de "L'inganno della lentezza" di Enrico Tommasi e l'associa a dei golosi cupcake al cioccolato con glassa al mandarino

L'autore parla di un viaggio, a piedi, diverso dal solito, e questo viaggio diventa anche un viaggio interiore e una consapevolezza che la lentezza non è un difetto ma una medicina.

Con questa consapevolezza sulla lentezza, mi sono presa una piccola pausa per andare al cinema a vedere uno dei miei autori e registi preferiti: Woody Allen con Coup de Chance, tradotto in italiano con Colpo di fortuna.

Il film: Colpo di Fortuna (Coup de Chance)

Colpo di Fortuna è il cinquantesimo film scritto e diretto da Woody Allen, ed è il primo girato a Parigi. Nel film affronta con il suo stile i temi a lui cari: le dinamiche di coppia, e la contrapposizione tra razionalismo e sentimenti, in una commedia noir.

In questo film Woody Allen riprende un tema, che era già presente nelle commedie greche, e che fa parte della vita così come nella rappresentazione scenica: le coincidenze, il caso e la fortuna. Il regista fa capire come tutti siamo in balia di questi elementi, e se vogliamo il tema della coincidenza è il fil rouge che collega molte su produzioni.

Ci ritroviamo in una Parigi autunnale, colonna sonora l'immancabile jazz, eccentrici personaggi dell'alta borghesia alla ricerca della personale ed egoistica felicità. Elemento disturbatore della commedia è lo scrittore che abita in una soffitta bohémienne. Tra pettegolezzi, allusioni, verità nascoste da altre parole, atteggiamenti ambivalenti, è buffo che la verità venga "indovinata" da personaggi con mentalità "complottiste" a cui non si sa se dare credito.

La commedia all'apparenza leggera ha un tema di sottofondo un po' amaro. Immancabile il sarcasmo e il pizzico di noir con delitti del regista. A dispetto di uno dei personaggi centrali che dice di non credere alla fortuna e al caso e che lui la fortuna se la crea, ecco arrivare l’immancabile caso a fine film per dimostrare la tesi che la fortuna e il caso esistono. Un finale un po' a sorpresa che lascia quasi con un punto di domanda e facoltà allo spettatore di decidere a cosa credere.


sandwich baguette


La ricetta dei sandwich baguette

Mentre riflettevo e pensavo al tema lentezza e come svilupparlo, una parte di me aveva un forte desiderio di una merenda che mi preparava la mia nonna: un panino con il burro e le melanzane sott'olio fatte da lei. Mia nonna era originaria di una bellissima terra, ora patrimonio Unesco e patria della dieta mediterranea con il suo stile di vita lento dettato dai ritmi della natura.

Ma sto divagando, era solo una premessa sulla scelta degli ingredienti che sono finiti a farcire un sandwich baguette. Tra l'altro mi è stato riferito che una volta questi sandwich francesi erano riempiti con burro, prosciutto e cetriolini sott'aceto.

Ma torniamo ai sandwich baguette che vengono tranquillamente mangiati in una pausa pranzo in un parco parigino: una tranquilla e piacevole pausa rilassante.

Ed ecco la mia interpretazione del sandwich baguette con la baguette fatta in casa, a mano, lentamente e rispettando i tempi naturali di lavorazione riposi. Per prepararti le baguette con la poolish (un prefermentato) segui il link. Altrimenti puoi sempre comprarla in una buona panetteria.

Non resta che farcire con quello che preferisci.

Ingredienti

  • 1 baguette
  • prosciutto crudo
  • insalata fresca
  • burro
  • filetti di melanzana sott'olio

Preparazione

Prendi una baguette, dividila in pezzi per fare i panini.

Prendi un pezzo di baguette, taglialo a metà, spalma un velo di burro su entrambi i lati. Scola e strizza, per far perdere l'olio in eccesso i filetti di melanzana e sistemali su una metà. Sopra adagia due fette di prosciutto crudo, chiudi il panino con l'altra metà.

L'altro sandwich baguette farciscilo con insalata, ben lavata e strizzata, e prosciutto crudo.




10 giugno 2023

I dolcetti in Alice attraverso lo Specchio

I dolcetti in Alice attraverso lo Specchio



tartellette con confettura di fragole o lamponi messa all'interno di un piatto artigianale grezzo decorato con una tazza e la scritta mezzatazzaditè, poggiato sulla locandina del film di Alice attraverso lo specchio, su tavolo bianco, nello sfondo le tazze da te

I dolcetti, o meglio le tartellette con confettura di fragole o lamponi mi sono state ispirate dal film di "Alice attraverso lo Specchio" di James Bobin.

"Attraverso lo specchio" è anche stato il tema del concluso Salone del Libro di Torino di quest'anno (maggio 2023), un omaggio all'universo meraviglioso di Lewis Carroll, e a cosa ci potrà essere al di là di esso.

Buffo come Alice e i suoi mondi tornino nelle mie pagine e nel mio quotidiano, sia come libri che come film. 

Alice in the Wonderland e Alice attraverso lo specchio

E a proposito di film sono rimasta affascinata da "Alice in the Wonderland" (di Tim Burton) "Alice attraverso lo Specchio" (di James Bobin, produttore Tim Burton). Due film assolutamente bellissimi e di una fedeltà incredibile allo spirito dei testi di Carroll.

Le scenografie di questi film sono coloratissime e particolari, così come i costumi. Attori quasi irriconoscibili truccati nei loro personaggi, anche il mondo animale fantastico e gli oggetti umanizzati, un mondo assolutamente magico e fantastico dove anche il cibo ha un ruolo.

A una prima visione dei film sembra che venga data un'interpretazione molto personale dei libri di Alice, discostandosi e non rimanendo fedele ai testi.

In merito alla fedeltà o meno nelle trasposizioni cinematografiche o teatrali si è dibattuto e si dibatte molto, è un querelle sempre aperta: meglio una fedeltà letteraria o al significato al senso del testo, e di conseguenza degli autori?

In questo caso possiamo assolutamente affermare che se a un primo sguardo ci può sembrare che sia un'interpretazione assolutamente personale in realtà, in seguito, a un'analisi più attenta ci accorgiamo che i film,  di Tim Burton e di James Bobin, sono molto fedeli al senso e ai temi di Lewis Carroll, rivelando così un lavoro e un'analisi profonda di Alice e di Lewis Carroll. 

Ritroviamo infatti tutti i temi tipici delle opere carrelliane: il mondo alla rovescia, i giochi linguistici, la legge del ribaltamento, i giochi di logica e non, le regole dei vari giochi (abbiamo contrapposte le carte con gli scacchi), le parole portmanteau, l'invenzione di Carroll che unisce due parole due o tre parole e di cui anche il senso viene condensato ("buon-viaggio-a vederci"), il tempo circolare e ripetitivo, oltre a una critica al sistema educativo vittoriano e a tutti i suoi cliché.

In merito al tempo possiamo notare come i due film, anche se hanno entrambi un inizio e una fine e possono essere visti separatamente, in realtà si intrecciano in questa circolarità del tempo, il secondo ("Alice attraverso lo Specchio") ripercorre storie del primo ("Alice nel Paese delle Meraviglie") e scopriamo così che sono collegati in questa circolarità temporale, un infinito quasi senza fine, uno la spiegazione dell'altro. Solo la decisione finale di "crescere" e di consapevolezza interromperà questo continuum, ma solo nella vita reale, non nel mondo dei sogni e dell'inconscio.

I film, così come i libri, ci lasciano incollati allo schermo, ci portano dentro la storia e restiamo affascinati da questo fantastico e suggestivo mondo.

I dolcetti: le tartellette con confettura di lamponi o fragole


tartellette con confettura di fragole o lamponi messa all'interno di un piatto artigianale grezzo decorato con una tazza e la scritta mezzatazzaditè, poggiato sulla locandina del film di Alice attraverso lo specchio, su tavolo bianco, nello sfondo le tazze da te

I dolcetti, da cui tutto ebbe inizio nella lotta tra le due regine sorelle. 

Troviamo queste tartellette in una delle scene conclusive nel film "Alice attraverso lo Specchio". Questi dolcetti sono stati preparati dalla regina madre come merenda alle due principesse bambine. Questa scena spiega l'origine della lunga rivalità tra le due sorelle anche da "grandi", da qui inizia una spiegazione di quanto è successo. Ecco di nuovo la circolarità temporale e il fare le cose alla rovescia (si parte dalla fine), e non tutto è come appare.

Le tartellette sono realizzate con una base di pasta frolla aromatizzata al limone, raccolgono della confettura, inserita dopo la cottura del guscio. L'insieme è assolutamente piacevole con la freschezza della confettura e la croccantezza della frolla, per una sana merenda, o per accompagnare un tè pomeridiano.

Ingredienti

  • 300 g farina per frolla (oppure 250 g di farina 0 e 50 g di fecola di patate)
  • 3 tuorli (48-50 g)
  • 150 g burro
  • 120 g di zucchero a velo
  • buccia grattugiata di un limone 
  • 1 pizzico di sale
  • confettura di lamponi o fragole
Preparazione

Metto in una ciotola i tuorli, lo zucchero, la buccia di limone, il burro morbido, e il sale, mescolo bene il tutto fino ad avere una pastella omogenea. 

Aggiungo la farina (o farina e fecola di patate), amalgamo bene, formo un panetto che metto a riposare in frigorifero per mezz'ora.

Stendo la pasta frolla nello spessore di circa 2-3 mm.

Con un coppapasta, o un tagliabiscotti da 9 cm a forma di fiore.

Sistemo la pasta frolla negli stampini o nello stampo per i muffin, bucherello il fondo con i rebbi di una forchetta, copro con carta forno, sistemo dei pesi all'interno di ogni cartelletta.

Inforno i gusci delle tartellette in forno preriscaldato statico a 170° C in modalità statica per 15 minuti.

Sforno le tartellette, tolgo i pesi e la carta forno e rimetto in forno per altri 5 minuti.

Sforno nuovamente le tartellette e lascio intiepidire, poi le sformo dallo stampo e le sistemo su una griglia per dolci.

Una volta raffreddate farcisco le tartellette con della confettura di lamponi o fragole.

 

6 aprile 2023

Hot Cross Buns

Hot Cross Buns

tre hot cross buns messi in fila su tavolo in granito e canovaccio a trama grezza grigio ed écru


Gli Hot Cross Buns, letteralmente panini con la croce, sono dei panini dolci speziati e arricchiti con uvetta (a volte anche con canditi), sulla cui superficie fa mostra di sé una glassa che forma una croce. Sono deliziosi, soffici, e carini, si dice che portino fortuna e salute a chi li mangia.

Vengono preparati nei paesi anglosassoni nel periodo di Pasqua, più precisamente preparati e mangiati il venerdì santo, sono attesi dai bambini inglesi come simbolo pasquale.

La croce sui panini ha origine dal rito pagano dei Sassoni che festeggiavano la fine dell'inverno, era il simbolo delle quattro fasi lunari, poi con il cattolicesimo assunse il significato della crocifissione di Cristo. Infatti i panini si preparano il venerdì santo, finita la quaresima (dove molti ingredienti erano vietati), magari facendosi aiutare dai bambini, che durante l'attesa della lievitazione raccontano poesie e filastrocche.
La più antica, ma sembra anche la più nota pare sia questa:
Hot cross buns, hot cross buns,
One a penny, two a penny,
Hot cross buns,
If you have no daughters,
give them to your sons
One a penny, two a penny,
Hot cross buns
But if you ave none of these little elves
Then you may eat them all yourselves!

Le leggende legate alle più antiche tradizioni inglesi riguardanti questi panini dolci raccontano che i panini, dopo la cottura, venivano appesi al soffitto con un filo in segno di portafortuna. Narrano anche che se preparati il venerdì santo i panini non ammuffiscono e possono restare appesi tutto l'anno per essere donati ad ogni nuovo ospite della casa. Se un malato ne mangia un pezzo lo aiuta a riprendersi. Inoltre se portati a bordo di una nave che deve fare un viaggio per mare, la proteggono dai naufragi. Ancora se appesi in cucina proteggono la casa dagli incendi. La storia dice anche che chi divide un buns e lo mangia insieme resterà amico per sempre.

Insomma questi panini, la cui ricetta originale pare che risalga al XII secolo, sono davvero portentosi e speciali, tanto che divennero popolari in Inghilterra nel XVII secolo, quando erano particolarmente di moda i ricchi impasti lievitati. Più che all'ora del tè sono solitamente consumati a colazione. Si possono mangiare così come escono dal forno oppure tagliarli e farcirli con un po' di burro e marmellata o confettura, in vero British style, accompagnandoli con un tè.

Gli hot cross buns sono una presenza fissa sulle tavole di Downton Abbey, e in diverse scene è possibile vederli mentre si raffreddano nella cucina della signora Patmore.

Gli hot cross buns sono una vera golosità e farli una sola volta l'anno è troppo poco.

teglia rivestita con carta forno su cui si trovano gli hot cross buns

Ingredienti

Per l'impasto

  • 500 g di farina 0 (W260-280, proteine 12,50%)
  • 200 g di latte 
  • 100 g di acqua
  • 100 g uvetta
  • 60 g di burro
  • 50 g di zucchero semolato
  • 10 g di lievito di birra fresco
  • 1 uovo
  • 1 cucchiaino di spezie miste (cannella, noce moscata, zenzero)
  • buccia di un'arancia grattugiata
  • buccia di un limone grattugiato
  • 1 cucchiaino di sale
  • tè nero delicato

Per la glassa e le croci

  • 4 cucchiai di farina
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • 50-60 g di acqua
  • 1 cucchiaio di confettura o gelatina di albicocche 
  • 1/2 cucchiaio d'acqua

Procedimento

Inizia mettendo l'uvetta in ammollo nel tè nero per farla rinvenire.

Scalda l'acqua, unisci il latte e scioglici il lievito, metti da parte per far riposare.

Nel boccale della planetaria metti la farina con lo zucchero, inizia a mescolare con il gancio ad uncino e gradualmente versa il latte con il lievito sciolto. 

Appena i liquidi saranno assorbiti aggiungi l'uovo leggermente sbattuto, e poi il burro un pezzetto alla volta. 

Infine metti il sale e le bucce grattugiate degli agrumi. 

Continua a lavorare l'impasto fino a quando non sarà ben incordato ed elastico. 

Ora procedi a fare un giro di pieghe e dopo sistemalo in una ciotola copri con pellicola alimentare e metti a lievitare fino al raddoppio.

Appena l'impasto è lievitato spostalo su un piano di lavoro e allargalo. 

Aggiungi ora l'uvetta ammollata e scolata bene, procedi facendo delle pieghe per inglobare l'uvetta nella pasta.

Dividi l'impasto in pezzi tutti uguali, più o meno, procedi a fare delle pieghe e a pirlare, roteare la pasta con il palmo della mano, per dare la forma sferica, formare una pallina. 

Rivesti con la carta forno una teglia e metti il panino formato con la chiusura rivolta verso il basso. Quando avrai sistemato tutti i panini corpi con pellicola alimentare e lasciali lievitare finché non saranno gonfi.

Preriscalda il forno in modalità statica a 180° C.

Prepara la pastella per le croci: in una ciotola mescola la farina con lo zucchero e diluisci con l'acqua. Devi ottenere una crema liscia. Metti la pastella in una piccola sac à poche con bocchetta liscia da 2 mm circa, spremila su ogni panino formando una croce prima di infornare.

Cuoci i panini per circa 25 minuti. appena sfornati lucida la superficie con della confettura (o gelatina) di albicocche resa liscia con un po' di acqua.

Metti ora i buns a intiepidire su una griglia per dolci.


17 marzo 2023

American apple pie à la mode

American apple pie à la mode



fetta di american apple pie à la mode, con panna semimontata sul lato e spolverata di zucchero a velo e cannella, sullo sfondo la locandina del film "Harry ti presento Sally"

L'American apple pie à la mode è la torta di mele americana, quella di Nonna Papera per intenderci, che viene servita calda con una pallina di gelato o panna montata.

Con questa torta festeggio World Cake Day insieme alle amiche Gioia e Gabriella, e rientra nel nostro progetto #frameofbreak, colazioni e merende culturali.

Penso di averlo già detto: io adoro le torte di mele, sanno di casa, sanno di buono sono un comfort food senza stagione, quindi ogni occasione è buona per farne una, trovare nuove ricette e nuovi abbinamenti. Che dire poi del profumo che pervade casa mentre cuoce. Se poi aggiungo anche che magari questa particolare torta è stata ispirata o è presente in un libro o in un film, meglio ancora.

Il film: Harry ti presento Sally

Ed eccoci arrivare quindi a questa particolare apple pie, che quasi passa inosservata nel film Harry ti presento Sally (When Harry Met Sally), del 1989, con Billy Cristal e Meg Ryan, regia di Ron Reiner, sceneggiato da Nora Ephron. Una commedia divertente, leggera, con un buon ritmo narrativo, piena di dialoghi e scene passate alla storia. 

È uno di quei film da vedere almeno una volta nella vita. È stato inserito dall’American Film Institute nella lista delle migliori commedie statunitensi, il film ha superato i confini della commedia romantica per diventare un vero e proprio cult. Sono pochi gli elementi che fanno di questa pellicola una commedia brillante, in grado di emozionare gli spettatori senza ricorrere alle mille banalità del genere. A partire dall’interpretazione brillante di Meg Ryan e Billy Crystal, alla colonna sonora di Harry Connick jr, fino ai dialoghi esilaranti fra Harry e Sally.

Il film rappresentò per i due attori protagonisti, Billy Crystal e Meg Ryan, l’opportunità di consolidare la loro fama in patria e di farsi conoscere fuori dagli USA, grazie al grande successo di pubblico e di critica che ottenne la pellicola. Il film fu candidato all’Oscar per la migliore sceneggiatura di Nora Ephron, e a cinque Golden Globe.

La trama

La trama della commedia si sviluppa nell'arco di 10 anni. Il primo incontro di Sally (Meg Ryan) e di Harry (Billy Crystal) risale al periodo universitario, dove, senza conoscersi ed avendo un’amica in comune, intraprendono il viaggio in auto di ritorno a New York insieme. Una volta giunti alla meta, si salutano, pensando di non rivedersi mai più. Invece, ciclicamente, i due si incontreranno casualmente. Questi diversi incontri faranno si che il loro rapporto, piano piano, si trasformi da una semplice conoscenza ad amicizia, fino a giungere all’amore e quindi al matrimonio. L'arco temporale è intervallato da interviste a coppie e alla loro particolare storia.

Nel film non ci sono impedimenti o particolari ostacoli a separare Harry e Sally, né alcuna tensione fra odio e amore: è solo la storia di due persone normali che si incontrano e iniziano a parlare, parlano di amore, sesso e amicizia, bisticciano, diventano amici e finiscono per innamorarsi. Lo fanno con arguzia e ironia, senza cadere nei mille stereotipi delle commedie romantiche, ed è proprio in questo equilibrio  fra romanticismo e comicità a rendere così speciale questo film.

Lo vedo e rivedo e non mi stanca mai, nonostante conosca il film a memoria.

La scena più famosa

Del film la scena più famosa, e che rientra tra le scene cult mitiche della storia del cinema, è senza ombra di dubbio quella di Harry e Sally durante una pausa pranzo insieme e il finto orgasmo di Sally, per dimostrare a Harry che le donne possono fingere. È semplicemente memorabile, che dire della signora che ordina "quello che ha preso lei"? Un curiosità questa signora è la mamma del regista.

Certo rispetto a questa scena forse quella dell'ordinazione a inizio film passa un po' in secondo piano. Però è comunque una scena, a parer mio, significativa: le poche scene iniziali mettono già le basi di quello che potrà essere il rapporto tra i due personaggi, e inoltre svela già i loro caratteri e le loro "manie". 

"A parte"

Ma torniamo a Harry e Sally, e soprattutto a questa speciale apple pie. 

Dobbiamo tornare all'inizio del film, al viaggio da Chicago a New York. I protagonisti, durante questo viaggio, fanno una sosta per la cena e qui assistiamo all'ordine di Sally, che lascia a dir poco attoniti Harry e la cameriera, la quale a un certo punto smette anche di scrivere sul taccuino.

Sally: …E poi la torta di mele…
Cameriera: …chef e torta di mele…
Sally: …ma la torta la voglio riscaldata e non ci voglio il gelato sopra, lo voglio a lato e che sia di fragole, non di crema se possibile, se no niente gelato, solo panna, ma panna vera, se è in lattina allora niente.
Cameriera: Neanche la torta?
Sally: No! La torta la prendo, ma non riscaldata!
Cameriera: Ah, ah.

Ecco questo "a parte" tornerà in tutto il film: questa sua caratteristica (o mania) è fondamento delle donne, definite da Harry, ad alto mantenimento. Però lo stesso Harry alla fine del film, durante la sua dichiarazione a Sally, una delle più belle che si siano sentite, le dice

Adoro il fatto che ci metti un’ora e mezza per ordinare un panino.

Ora "mania"? o come dice Sally "voglio le cose a modo mio". 

E ammettiamolo la gola è anche un po' pignoleria... o no? 

La ricetta dell'apple pie à la mode

Seguendo Sally ho voluto anche io fare "l’apple pie á là mode", ma "a modo mio". 

Un croccante e sottile guscio di crust pie che racchiude un morbido ripieno di mele, aromatico e profumato alla cannella, vaniglia e limone, e una bella cupola alta che resta così anche in cottura, rendono questo dolce irresistibile! 

Solitamente le mele del ripieno sono le Granny Smith, acidule, croccanti e poco acquose. Ho sostituito parte delle Granny con delle Melannurca, delle piccole, deliziose mele rosse campane, considerate le "regine delle mele" e prodotto I.G.P., hanno la polpa croccante, compatta, bianca, gradevolmente acidula e succosa, con aroma caratteristico e profumo finissimo.

Per fare l'apple pie è consigliabile usare uno stampo da 22 cm svasato, ossia più stretto sul fondo. Lo trovi in commercio proprio come stampo per apple pie, ma in mancanza anche uno stampo tipo quello per la pastiera, ossia con i bordi non troppo alti andrà bene lo stesso.

Importante rispettare i tempi di riposo, non saltare i passaggi per la perfetta riuscita della torta.

Il risultato è stato un successo: l'ho servita leggermente tiepida con una quenelle di panna montata poco zuccherata e una spolverata di zucchero a velo vanigliato e cannella.

Sally la sapeva lunga, questa apple pie à la mode rientrerà tra le preferite di casa.

American apple pie à la mode, torta intera, con la superficie con lo zucchero caramellato e i 5 tagliati al centro, sotto la locandina del film "Harry ti presento Sally"


Ingredienti

Per la crust pie

250 g di farina per dolci
160 g di burro freddo a pezzetti
10 g di zucchero a velo o semolato fine
90 g di acqua ghiacciata
10 g di aceto di mele
4 g di sale fino

Per il ripieno

2 mele Granny Smith
8 Melannurca
50 g di zucchero semolato fine
15 g di farina per dolci setacciata
15 g di panna fresca liquida
succo di un limone
2 cucchiaini di cannella
buccia grattugiata di 1/2 limone
1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia (o i semi di 1/2 bacca)
2 g di sale 

Per la finitura

1 uovo leggermente battuto
15 g di latte intero
15 g di zucchero semolato 

Per servire

panna montata poco dolce o gelato

Prepara la crust pie. In una ciotola, unisci la farina setacciata con il sale e lo zucchero. A parte mescola l'acqua ghiacciata con l'aceto di mele.
Con la planetaria munita del gancio a foglia, o a mano in una ciotola e aiutandoti con le lame di due coltelli, lavora brevemente il burro freddo con gli ingredienti secchi in modo da ottenere un composto sbriciolato. Aggiungi l’acqua con l’aceto e lavora velocemente fino ad amalgamare tutto. Forma un panetto, avvolgilo nella pellicola alimentare. Metti in frigorifero a riposare per un paio di ore.

Prepara il ripieno. Lava le mele, asciugatele, tagliale a pezzetti più o meno regolari. Trasferiscile in una ciotola e mescolale con lo zucchero, il succo e la buccia di limone, la farina, la panna, la cannella e la vaniglia. Copri con pellicola e fai macerare per 30 minuti circa.

Rivesti lo stampo con carta forno. Dividi la pasta in due porzioni, una più grande e una un po’ più piccola. Stendi l'impasto più grande sul piano di lavoro leggermente infarinato, questo sarà la base, a 3 mm circa. Rivesti la base dello stampo. Elimina la pasta in eccesso e rifinisci i bordi lasciando qualche millimetro fuori dallo stampo. Bucherella il fondo con i rebbi di una forchetta e trasferisci in frigo per 10 minuti. 

Un consiglio: mantieni la pasta molto fredda tra un passaggio e l'altro.

Passato il riposo in frigo, aggiungi il ripieno di mele formando una cupola alta. Se serve aiutati con le mani compattando bene le mele e spingendo verso l'alto, non dovranno esserci spazi vuoti, altrimenti in cottura faranno sgonfia la cupola. 

Stendi l’altra porzione di crust pie, sempre a 3 mm circa, e sistemala sulle mele. Chiudi bene, sigilla i bordi e taglia la pasta in eccesso. 

Metti la torta in frigorifero per 15 minuti. Ora puoi realizzare un bordo decorato, fai quella che preferisci. Puoi anche semplicemente pizzicare il contorno con il pollice e l'indice, o arrotolare e pizzicare. Quello che ti suggerisce la fantasia. Poi rimetti in frigorifero la torta per almeno 1 ora, questo passaggio è importante per farle prendere una forma perfetta.

Nel frattempo preriscalda il forno a 175° C in modalità statica.

Dopo un'ora riprendi l'apple pie, spennella la superficie con l'uovo sbattuto con il latte, poi cospargi con lo zucchero. Con un coltello dalla lama liscia fai 5 tagli sulla superficie, come una stella o un fiore, servirà a far uscire il vapore in cottura.

Inforna nel ripiano medio-basso del forno, e cuoci per 50-60 minuti. Se la superficie dovesse scurirsi troppo, copri la superficie con un foglio di alluminio per alimenti, se invece non è ben caramellata fai gli ultimi 10 minuti con il grill e sposta la torta nel ripiano basso.

Trascorso il tempo di cottura spegni e lascia la porta del forno aperta per far raffreddare l'apple pie.

Prima di servirla devi lasciarla riposare almeno 5 ore, meglio 12 ore per avere un taglio perfetto e consentire agli aromi di amalgamarsi.

Per servirla "à la mode" scaldala un pochino e accompagnala con una pallina di gelato o di panna montata poco dolce.

Spolverizza con zucchero a velo e poca cannella.

La torta si conserva fino a 3 giorni in frigorifero.


American apple pie à la mode con panna montata e cannella

#frameofbreak

Ti invito ora ad andare a curiosare le torte delle mie amiche, che con me hanno festeggiato il World Cake Day.

Gioia ha preparato la torta paradiso, di Iginio Massari, ha appena fatto in tempo a sfornarla che era già andata a ruba per merenda. Nata a Pavia sul finire dell’ 800 dalle mani sapienti del pasticciere Enrico Vigoni, fu definita da un cliente “torta del paradiso” per la sua consistenza leggera ma piena di gusto: da quì il suo nome.
Gabriella ha sfornato una torta tenerina, golosa e umida, chiamata anche Torta Montenegrina in onore di Elena Petrovich del Montenegro, principessa che divenne moglie di Vittorio Emanuele III di Savoia, diventando poi Regina d’Italia, che Gabriele D’Annunzio chiamò la "Principessa d’Oltremare", per la sua gentilezza e la bontà d’animo.

11 febbraio 2023

French Toast di Penny

French Toast di Penny

foto dall'alto mostra la locandina della serie televisiva "The big bang theoru", sul lato destro un piatto contenente i french toast con una palina di panna al centro, spolverato con zucchero a velo e cannella, di lato una forchettina


French toast per colazione! 

Naturalmente accompagnati con della panna montata profumata alla cannella.

Ho deciso di iniziare così la giornata dedicata alle donne della scienza, infatti ricorre l’International Day of Women and Girls in Science.

Con le mie amiche e socie, Gabriella e Gioia, abbiamo pensato che questa particolare giornata non poteva passare inosservata e andava celebrata, ma a modo nostro e con il progetto #frameofbreak.

Gioia ci racconta la storia di Sofia Cortina una giovane party chef messicana insieme al un golosissimo dulce de leche. In fondo la pasticceria è una scienza e lo spiega bene Dario Bressanini nel suo libro "La Scienza della Pasticceria".

Gabriella invece ci parla del libro "Ragazze con i numeri, storie, passioni e sogni di 5 scienziate", accompagnandolo con una deliziosa ciambella allo yogurt.

Io invece ho subito associato l'idea ad una delle mie sitcom preferite: The Big Bang Theory

The Big Bang Theory

La sitcom, creata e prodotta da Chuck Lorre e Bill Prade, è una delle più lunghe, dura ben 12 serie, ed è vincitrice di diversi premi come Emmy, Golden Globe & co.

La serie racconta in maniera ironica le vicende quotidiane di un gruppo di giovani scienziati e di come la loro condizione di nerd influenzi i rapporti con il mondo circostante.

Ci troviamo a Pasadena, California, Leonard, Sheldon, Howard e Raj sono quattro giovani scienziati, tra le menti più brillanti del Paese, che lavorano al California Institute of Technology. I ragazzi sono tanto geniali, brillanti e a loro agio all'Università e nei loro laboratori di ricerca quanto impacciati, goffi e inadeguati socialmente al di fuori della loro confort zone.

La tranquilla vita da nerd dei quattro amici, basata su partite ai videogiochi, partecipazione a fiere cosplay e discussioni su fumetti e argomenti scientifici, viene stravolta dalla presenza della nuova vicina di casa, Penny. La ragazza è un’aspirante attrice che non potrebbe essere più diversa dai quattro studiosi immersi nel loro mondo di teoria delle stringhe e citazioni da Star Trek: fa la cameriera, è allegra, spigliata, bellissima. Leonard se ne innamora a prima vista.

Il rapporto che si instaura tra i cinque personaggi è il punto forte della serie, e in perfetto manuale comico, evidenzia gli aspetti caricaturali dei personaggi evidenziandoli e creando così terreno fertile per le battute.

Nonostante l'indole solitaria degli scienziati e il loro essere un po' disadattati socialmente, in particolar modo Sheldon (incapace di rispondere a qualsiasi domanda di cultura generale e di comprendere appieno le convenzioni sociali), i personaggi crescono e si evolvono, anche a livello relazionale e sentimentale. 

Anche il personaggio di Penny, dall'essere il classico elemento disturbante delle commedie, entrerà nella routine della sitcom e sarà l'apripista per gli altri personaggi femminili della serie. Sarà lei a portare nel gruppo Bernadette, sua collega cameriera, microbiologa che poi lavorerà per una ditta farmaceutica e sposerà Howard. Dopo di lei entrerà in scena l'alter ego al femminile di Sheldon, Amy, neurobiologia, scienziata anche lei, che Sheldon conoscerà online (grazie a Howard e Raj) e diventerà la sua fidanzata.

Le complesse equazioni che si possono leggere sulle lavagne di Sheldon, così come le parti della sceneggiatura i cui dialoghi sono di natura prettamente tecnica, sono a cura di un vero professore di fisica e astronomia, David Saltzberg, impiegato all'Università della California.

The History of Everything, il brano musicale che accompagna i crediti di apertura, è stato realizzato dai Barenaked Ladies e descrive l'evoluzione dell'universo e i cambiamenti che la Terra e il genere umano hanno subito fin dall'alba dei tempi.

The Big Bang Theory e il cibo

The Big Bang Theory, scena in cui cenano tutti insieme con cibo take away sul divano


Il cibo nella serie ha un ruolo molto importante, ed è realmente parte del copione, inoltre serve per comprendere meglio la crescita e l'evoluzione dei personaggi nel corso delle varie stagioni.
Dalla prima stagione assistiamo a una carrellata di cibo take away che mangiano direttamente dai contenitori d'asporto e seduti sul divano nell'appartamento di Sheldon e Leonard. 
Il cibo solidifica i complicati legami di questo particolare gruppo di amici: dispute, dichiarazioni, liti, scherzi avvengono mentre si mangia, e non solo nell'appartamento di Leonard e Sheldon, ma anche nella mensa del California Institute of Technology o al locale dove lavora Penny.
Il programma gastronomico è già fissato e stabilito, è una delle leggi fondamentali nelle clausole tra coinquilini stilato dallo stesso Sheldon. 
Sheldon, il personaggio ossessivo e compulsivo, colui che meno comprende le dinamiche e le sfumature sociali, tende a distaccarsi raramente dalle sue abitudini in generale. 

La settimana inizia così: lunedì con la cucina thailandese meekrob (noodles di riso con salsa agrodolce) e pollo Satay (straccetti di pollo aromatizzati con erba e spezie, spesso accompagnati con riso). La cena del lunedì però può subire una piccola variazione solo occasionalmente quando Leonard prende il cibo cinese al Szechuan Palace (il pollo con anacardi). Il martedì il gruppo mangia alla Cheesecake Factory, dove Penny fa la cameriera, e Sheldon prende il cheeseburger con bacon, ma chiedendo salsa barbecue, bacon e formaggio "a parte" (mi ricorda un altro personaggio, n.d.a). Il giovedì sera cucina italiana, mentre il venerdì troviamo  con ravioli al vapore, pollo del generale Tso (contaminazioni USA-Cina), manzo e broccoli, gamberi con salsa d'aragosta, Lo Mein (noodles di grano e verdure con eventuale aggiunta di carne o pesce). Non manca nemmeno la pizza.

Ma proprio grazie a questa programmazione di Sheldon arriviamo alla mattina (nella terza serie) in cui Penny sconvolge gli inflessibili programmi della colazione del mercoledì mattina. Penny si è fermata a dormire da Leonard, e al mattino canta e balla vestita con una camicia in cucina mentre prepara i French Toast, ovviamente scombussolando Sheldon che aveva in programma la zuppa d'avena. 

French Toast: un po' di storia

Andiamo alla ricerca delle origini dei French Toast, che, a dispetto del nome non sono una preparazione francese.

Le prime apparizioni di qualcosa di simile ai French Toast lo troviamo già scritto nel "De re coquinaria", un manoscritto risalente all’epoca dell’Imperatore Tito, scritto da Marco Gavio Apicio, in cui sono descritte le modalità di preparazione di un piatto dolce. In un punto della ricetta si leggono queste parole: “affettare il pane a pezzi grossi rimuovendo la crosta, intingerlo in una mistura di latte e uova sbattute, friggere in olio bollente, ricoprire con miele e servire“.

Tra il XIV e il XV secolo, infatti, il successo della ricetta romana è cresciuto a dismisura in Francia e ha fatto sì che questa finisse addirittura nel ricettario di Taillevent, il famoso cuoco di corte della famiglia dei Valois, che con la sua fama ha trasformato i toast in una pietanza sempre più apprezzata, non solo nel suo Paese ma anche nel resto d’Europa.

In questo modo l’originario pain à la romaine ha cambiato nome, prima in tostées dorées e poi in pain perdu, ed è diventato agli occhi del mondo una specialità tutta francese.

Assumono poi diversi nomi: arme ritter per i fratelli Grimm, torriga per gli spagnoli e pain perdu per i francesi. La preparazione consisteva in fette di pane raffermo che vengono immerse in una pastella di latte, uova e zucchero e poi cotte in forno.

A consolidare questo legame ha contribuito inoltre la massiccia migrazione di europei verso l’America che ha presentato la ricetta al mondo come una pietanza inventata dai francesi.

Con il passare del tempo anche gli americani hanno creato una loro versione dei toast, aggiungendo ingredienti assenti nella preparazione francese e scegliendo una qualità di pane differente, infatti è in America che si frigge per la prima volta nel burro. 

Il vero French Toast nasce ad Albany nel 1724 in una piccola taverna. La preparazione porta in nome del suo "inventore" e proprietario del locale che per primo servì questa specialità. Quindi French da Joseph French, e non perché francese.


La ricetta dei french toast

Penny e Sheldon, scena in cui Penny prepara la colazione: i french toast


Ma veniamo ora alla ricetta per realizzare dei golosissimi French Toast. 

Io ho usato pane cassetta integrale, ma puoi sostituirlo con quello che preferisci, anche del pan brioche, e in questo caso verrà ancora più goloso.

Il French Toast si può servire con: creme spalmabili, frutta fresca, yogurt, panna fresca, sciroppi vari.
Io ho voluto servirli con della panna montata poco dolce e una spolverata di cannella.


Ingredienti per due persone

  • 4 fette di pan cassetta
  • 2 uova
  • 50 g di latte
  • 1 cucchiaio di zucchero scarso
  • 1 pizzico di vaniglia facoltativa
  • 50 g di panna fresca da montare 
  • 1 cucchiaino di cannella

Rompi le uova in un piatto fondo, aggiungi il latte e lo zucchero e inizia a sbattere con una forchetta.

Non devi ottenere una massa montata, ma amalgamare bene.

Se ti piace puoi aggiungere un pizzico di vaniglia per profumare il composto.

Prendi una padella antiaderente, meglio sarebbe quella che si usa per le crêpes. Ungila con un pezzettino di burro e mettila sul fuoco, affinché il burro si sciolga.

Nel frattempo immergi le fette di pane nella pastella di latte e uova e sistemale in un piatto di servizio.

Appena la padella è calda fai cuocere le fette di pane, una, o due alla volta, finché non saranno belle dorate.

Sistema i French Toast nei piatti e completa con la panna montata e una spolverata di cannella. O completa a piacere con quello che preferisci.

Servi ben caldo.

Created By lacreativeroom