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17 aprile 2024

Spanakopita

Spanakopita

triangoli di spanakopita su tagliere


La spanakopita è una deliziosa torta salata, tipica della tradizione culinaria greca, che insieme alla tyropita è tra le torte più diffuse. 

Il nome spanakopita è composta dalle parole spanako, che significa spinaci, e pita, che vuol dire torta: infatti è una torta salata composta da un morbido e gustoso ripieno a base di spinaci (o altre erbette) e formaggio feta, il tutto avvolto da strati di leggera, friabile e croccante pasta fillo, questo contrasto di consistenze la rende tanto particolare e affascinante.

Le torte salate sono un grande capitolo della gastronomia tradizionale greca, in greco chiamate pites al plurale e pita al singolare, variano a seconda della zona geografica, e quindi ogni regione della Grecia ha una propria torta tradizionale.

La particolarità delle torte salate greche è senza dubbio l'uso della pasta fillo, meglio se fatta in casa, che può essere tirata sottilissima, quasi trasparente, o leggermente più spessa.

Preparando la spanakopita non ho potuto fare a meno di collegarla al film "Il mio grosso grasso matrimonio greco". Andiamo a scoprire il perché.

"Il mio grosso grasso matrimonio greco" e la spanakopita

"Il mio grosso grasso matrimonio greco" (My Big Fan Greek Wedding) è una commedia romantica del 2002 diretta da Joel Zwick, fra i produttori compare il nome di Tom Hanks, scritta e sceneggiata dalla stessa protagonista femminile Nia Vardalos.

Il film ha ottenuto una candidatura ai premi Oscar, due candidature al Golden Globes, e una candidatura a SAG Awards.

La produzione dichiara che è una "delle commedie romantiche che più hanno incassato nella storia del cinema USA"

La sceneggiatrice dice di aver raccontato semplicemente la sua famiglia. 

In questo film romantico sono presenti tutti gli elementi narrativi classici della commedia e non mancano spunti comici. Ma soprattutto è il concetto di famiglia, che per quanto atipica, affollata, stravagante, mangereggia e invadente, resta un punto di forza. La famiglia descritta è la tipica famiglia mediterranea che, passata la fase iniziale di sospetto, è pronta ad accogliere e valorizzare chiunque ne entri a farne parte. 

La trama

La protagonista, Toula, è una normalissima ragazza trentenne, non bella ma nemmeno brutta, con tutte le ansie e i problemi che possiamo avere tutti, per di più con alle spalle una famiglia, appunto, importante, ingombrante a volte, e molto presente, con un senso del campanilismo portato alle stelle (per il padre di Toula esistono solo i greci e coloro che vorrebbero essere greci).

Toula è nata e cresciuta a Chicago e lavora nel ristorante di famiglia. Per loro oramai lei è quasi troppo vecchia per trovarsi un marito, e il padre non fa che proporle possibili candidati tutti rigorosamente greci. Tutte le questioni di famiglia, qualsiasi decisione o problema viene discusso con delle riunioni con tutti i parenti.

Però Toula vorrebbe qualcosa di diverso. Grazie all'aiuto della madre, che convince il padre, Toula riuscirà a seguire un corso di computer al college, e poi andrà a lavorare nell'agenzia di viaggi della zia. Toula, a poco a poco, riprende in mano la sua vita, si cura maggiormente  fino a trasformarsi in una donna attraente, magnetica, travolgente e sicura. Proprio qui lei incontrerà il professore Ian Miller (anglosassone, protestante, vegetariano e dell'alta borghesia), il quale si innamorerà di lei, e inizialmente la loro storia è tenuta nascosta, fin quando la famiglia di Toula non scopre tutto.

La storia d'amore si complica (come nei migliori copioni): il padre di Toula si oppone in ogni modo per la scelta della figlia di un "non greco", ma anche la famiglia di lui c'è una sorta di riluttanza verso la chiassosa, bizzarra, numerosa e ingombrante famiglia di lei. 

Il fidanzato farà di tutto per farsi accettare dalla famiglia: mangia carne e piatti a base di carne della tradizione greca, si fa anche battezzare con il rito ortodosso...

Ci sarà il lieto fine? Riusciranno i nostri innamorati a vincere le opposizioni familiari e vivere felici e contenti?

Di certo non ti racconto il finale, rovinerei il piacere della visione.

Ma ti posso raccontare che questa commedia è davvero bella e divertente. Ci sono moltissimi riferimenti alla cucina, soprattutto greca. A cominciare dal ristorante Dancing Zorba's di cui sono proprietari, tutti cucinano, il cibo non è solo di passaggio o ha funzione scenica, è un momento importante di condivisione, ha un valore identitario e culturale. Pensiamo alla moussaka che la protagonista aveva come pranzo a scuola quando i suoi compagni avevano un sandwich. 

Ma la spanakopita?

I futuri consuoceri vengono invitati dalla famiglia di Toula per conoscersi, questa è un'occasione in cui tutta la famiglia si ritrova e ovviamente non può mancare il cibo e i vari brindisi a suon "Opa!" e Ouzo (il tipico liquore greco all'anice).

La spanakopita entra in scena a rompere una situazione imbarazzante creata da Voula, la zia di Toula. Voula dopo essersi presentata ai futuri consuoceri di Toula gli racconta di un "bozzo" che aveva dietro il collo e che dopo la "bo… bo… bobopsia" il medico riferisce di aver trovato all'interno i resti della sua gemella. Si crea così un momento difficile, poi, improvvisamente, viene inquadrata la sala e l’entrata in scena di una teglia. Voula urla "SPANAKOPITA" e ne serve due pezzi in modo assolutamente familiare, prendendoli con le mani e porgendoli ai due ospiti. Impagabile il primo piano sull'espressione dei loro volti.

Un film che ti consiglio di vedere almeno una volta, e per una vera esperienza immersiva, magari mangiando la spanakopita..

Òpa!

La ricetta della spanakopita

La ricetta della spanakopita prevede spinaci e feta, però esistono numerose varianti: si possono aggiungere ricotta, erbe fresche come aneto, o cipolla o scalogna per un gusto più intenso, gli spinaci diventare erbette, bietole (come ho fatto io)

L'ingrediente insostituibile per la ricetta è la pasta fillo, o filo, a cui si deve la riuscita di questo piatto. Questa pasta sottilissima, non lievitata, di origine mediorientale e che troviamo anche nella cucina bizantina, una volta unta con olio o burro e cotta, diventa dorata, friabile e croccante.

Tradizionalmente la spanakopita viene cotta in una teglia rettangolare, ma sono diffusi anche nella forma di involtino triangolare di piccole dimensioni o le spirali monoporzioni chiamate "spanakopitakia".

La sua versatilità la rende perfetta per ogni momento della giornata: può essere gustata come antipasto, pranzo leggero, come pasto vegetariano, ma anche come snack o street food. 

Perfetta servita calda appena sfornata, si può gustare anche a temperatura ambiente.

Ti devo avvisare che non riuscirai a resisterle dopo il primo morso.

Ora non resta che armarsi di molta pazienza per maneggiare la delicata pasta fillo e accendere il forno per preparare insieme questa delizia. 

Ingredienti

  • 1 confezione di pasta fillo (600 g)
  • 500 gr di bietola
  • 3 uova
  • 500 g di feta
  • 500 g di ricotta 
  • 1 cipollotto (facoltativa)
  • olio extravergine d'oliva q.b.

Procedimento

Sbollenta le bietole, per circa un minuto in acqua bollente salata, poi trasferiscile in acqua e ghiaccio per fermare la cottura, strizzale bene dall’acqua residua e tritale finemente.

In una ciotola sbatti le uova con un pizzico di sale e di pepe.

In un'altra ciotola metti la ricotta, la feta sbriciolata, il cipollotto tritato finemente e lavora il tutto con una forchetta. Aggiunti le uova sbattute e le bietole tritate, amalgama fino ad avere un composto omogeneo.

Prendi dal rotolo di pasta fillo, delicatamente, il primo foglio e spennellalo con olio extravergine d'oliva.

Srotola un altro foglio di pasta e mettilo sopra quello che hai unto con l'olio e ripeti l'operazione di spennellarlo con l'olio. Infine sovrapponi un terzo foglio. 

Prendi un coltello o una rotella e taglia la pasta in modo da ottenere 2 o 3 strisce rettangolari lunghe.

Prendi un cucchiaio o due di impasto e mettilo all'estremità delle strisce.

Piega ogni striscia di pasta fillo ripiena su se stessa in modo da ottenere un triangolo. 

Ripeti l'operazione per i restanti fogli di pasta fillo.

Sistema i triangoli di spanakopita su una teglia rivestita con carta forno.

Spennella la superficie dei triangoli con l'olio extravergine d'oliva. 

Preriscalda il forno in modalità statica a 230° C, poi abbassa la temperatura a 180° C.

Inforna gli spanakopita e cuoci per 20 minuti, finché non saranno dorati e croccanti.

Sforna e servi la spanakopita calda, oppure spostali su una gratella per dolci e poi servi a temperatura ambiente.


La spanakopita si conserva in frigorifero per qualche giorno in un contenitore con chiusura ermetica, e scaldarla in forno prima di servirla.

11 settembre 2023

Tyropita

Tyropita



tyropita


La tyropita è una torta salata della cucina tradizionale greca, assolutamente deliziosa e saporita. L'ho preparata per il progetto #frameofbreak in occasione dell'inizio dell'anno scolastico.

Con Gabriella (del blog www.homeworkandmuffin.it) ci siamo ritrovate a pensare ai libri che in qualche modo hanno fatto parte del nostro percorso scolastico. Alcuni ci vengono assegnati altri, invece, sono stati scelti da noi. 

Gabriella ricorda con particolare emozione "Piccole Donne" di Louisa May Alcott, e lo abbina a una torta di mele fatta in casa.

Per quanto riguarda me la scelta è stata difficile sono legata a molti libri. Però ripensando a quegli anni e alle mie passioni ricordo particolarmente libri che in qualche modo hanno a che fare con gli animali, o libri leggeri e divertenti. Che dire sono sempre stata un po' diversa, nel mio animo resto una veterinaria o zoologa mancata, e così la mia scelta è ricaduta su un testo che non mi era stato assegnato a scuola ma che avevo scelto io proprio per il tema trattato. Il mio libro è scritto da Gerald Durrell, noto zoologo e il titolo è "La mia famiglia e altri animali".

In questo libro l'autore parla di se stesso di quando era un ragazzo e con la sua famiglia si trasferisce per 5 anni sull'isola di Corfù

Gerald Durrell presenta il libro dicendo che "in origine doveva essere un resoconto blandamente nostalgico della storia naturale dell'isola, ma ho commesso il grave errore di infilare la mia famiglia nel primo capitolo del libro. Non appena si sono trovati sulla pagina non ne hanno più voluto sapere di levarsi di torno, e hanno persino invitato i vari amici a dividere i capitoli con loro". 

Così con umorismo, leggerezza e delicatezza ci troviamo immersi nella lettura tra le avventure e le scoperte di uno zoologo in erba, intervallati anche da una serie di situazioni familiari a volte anche con tensioni e turbamenti. Ma su tutto si è immersi in un'atmosfera di felicità contagiante. 


Nel libro non si parla molto di cucina, sì i personaggi mangiano, prendono il tè delle cinque con i pasticcini da buoni inglesi, fanno ricevimenti e picnic con prodotti del luogo, ma non ci sono descrizioni di piatti. D’altra parte Gerald Durrell è più concentrato sulla natura che lo circonda, e il cibo qui non ha nemmeno un ruolo secondario o scenografico. In questi giorni l'ho riletto cercando qualche particolare gastronomico che magari mi era sfuggito da adolescente, ma non ne ho trovati. Allora, visto che la storia è ambientata sull'isola greca di Corfù ho pensato che magari anche Gerald Durrell e la sua famiglia magari hanno mangiato la tyropita.


La Tyropita

La tyropita è una torta rustica salata della cucina tradizionale greca realizzata con pasta phillo ripiena di feta profumata alla menta. 


La pasta phillo è un tipo di pasta molto usata nella cucina orientale e balcanica: sono dei fogli di pasta molto sottili e delicati. Si può fare in casa o comprarla già pronta. Importante è spennellare ogni foglio di pasta con olio extravergine d'oliva.

La versione originale della tyropita prevede l'uso della sola feta, che ha un sapore molto intenso e sapido, ed è davvero buonissima, ma non tutti amano un gusto così forte, e così ho aggiunto della ricotta vaccina per rendere il ripieno più bilanciato e meno sapido.

Se non hai la menta fresca puoi mettere in infusione nel latte della menta secca.

La croccantezza del guscio di pasta phillo, il ripieno gustoso profumato di menta che dona freschezza, rende l'insieme uno spuntino davvero speciale. Ideale mangiarla calda o tiepida.



Ingredienti


  • 225 g di pasta phillo
  • 400 g di feta
  • 250 g di yogurt greco
  • 200 g di ricotta vaccina
  • 15 foglie di menta
  • 1 uovo
  • 50 ml di latte intero
  • olio extravergine d'oliva quanto basta


Preparazione


Se non hai la menta fresca, metti in infusione nel latte della menta secca.
Trita finemente le foglie di menta fresche.
In una ciotola capiente unire la feta sbriciolata, lo yogurt greco, la ricotta, il trito di menta, l'uovo e amalgamare in tutto.
Sul piano di lavoro adagia un foglio di pasta phillo e spennella, in modo uniforme, olio extravergine d'oliva. Ripeti l'operazione con altri fogli di pasta phillo e sovrapponi una sfoglia sull'altra fino ad avere una decine di sfoglie.
Sistema delicatamente le sfoglie di pasta in una pirofila e versa il ripieno di feta e ricotta.
Copri la superficie con un'altra sfoglia di pasta phillo ripetendo l'operazione fatta prima per la base. 
Ripiega i bordi verso l'interno della sfoglia di copertura per evitare che il ripieno fuoriesca durante la cottura.
Spennella dell'olio extravergine d'oliva sulla superficie. 
Poi con un coltello realizza una scacchiera a trama larga.
Versa il latte (filtralo se hai messo in infusione la menta) sulla tyropita.
Cuoci in forno preriscaldato statico a 180° C per circa 50 minuti.
Servi caldo o tiepido.





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