7 gennaio 2024

Focaccia della Befana

Focaccia della Befana



focaccia della befana


La focaccia della Befana è un lievitato dolce di tradizione piemontese che si prepara proprio per il giorno dell'Epifania.

La focaccia è un pan brioche basso profumato di origine popolare che si prepara solo ed esclusivamente per il giorno dell'Epifania. 

Originaria del Basso Piemonte, ora diffusa in tutta la regione, la focaccia rientra nell'elenco dei prodotti PAT.

Sembra che anticamente la focaccia fosse preparata con ingredienti reperibili in tutte le case: farina, latte, uova, lievito e zucchero. Solo successivamente è stata arricchita dagli aromi di arancia, vaniglia, e nelle recenti rielaborazioni si possono trovare anche i canditi nell'impasto.

La leggenda vuole che all'interno venga nascosta una fava, o due, una bianca e una nera. Nella zona del cuneese era tradizione che chi trovava la fava nera doveva pagare il vino mentre chi trovava la fava bianca doveva pagare la focaccia.

Da che ho memoria nella focaccia ho sempre visto una sola fava, che portava l'augurio propiziatorio di anno fortunato per chi l'avesse trovata.

La ricetta

La focaccia della Befana è un lievitato dolce la cui caratteristica è la forma bassa che ricorda un sole o un fiore, nascosto all'interno c'è la fava portafortuna.

Per realizzare la focaccia io ho preparato un mix aromatico, ma si può anche non fare e inserire direttamente nell'impasto la buccia di arancia grattugiata e l'essenze. Se non fai il mix aromatico puoi anche non mettere il miele e aumentare la dose di zucchero a 120 g.

Questo dolce è perfetto per una merenda in compagnia con una buona tazza di tè.

  

Ingredienti

  • 500 g di farina tipo 0 (proteine 12,5-13%)
  • 120 g di burro
  • 8 g di lievito di birra fresco
  • 100 gr di zucchero semolato
  • 25 g di miele millefiori
  • 120 g uova bio
  • 150 g di latte fresco
  • 10 g sale
  • 5 gocce di essenza di vaniglia o fiori d'arancio
  • buccia grattugiata di un'arancia bio
  • fava secca 
  • latte per spennellare
  • granella di zucchero

Procedimento

Prepara il mix aromatico il giorno prima di impastare la focaccia. In una tazza mescola il miele, le essenze e la buccia grattugiata dell'arancia, copri con pellicola e metti da parte. 

Per impastare puoi procedere a mano o usare la planetaria con il gancio ad uncino.

Sciogli il lievito nel latte.

Metti in un'ampia ciotola la farina, mescolala allo zucchero, versa il latte con il lievito e inizia ad impastare.

Quando il latte è stato assorbito metti il sale e poi aggiungi le uova leggermente sbattute, continua a lavorare l'impasto.

Ora inserisci gli aromi, o il mix aromatico, sempre continuando a lavorare per amalgamare bene gli ingredienti.

Infine aggiungi il burro morbido a pezzi, uno alla volta e non inserire il successivo finché il primo non è stato assorbito.

Per ultimo inserisci la fava, lavora ancora finché l'impasto non sarà lucido, incordato ed elastico.

Copri con pellicola alimentare la ciotola con l'impasto e mettila in frigorifero per 12 ore.

Fodera con carta forno una teglia o una tortiera da 32 cm (in alternativa imburra), schiaccia l'impasto all'interno. La pasta sarà dura e poco lievitata.

Con una tazzina o un tagliabiscotti rotondo crea il centro, ma non incidere la pasta. Ora con un tarocco o un coltello dividi l'impasto in 4, poi ogni quarto in tre parti. Avrai così dodici spicchi. Arrotola ogni spicchio su se stesso formando delle eliche. Copri con pellicola e lascia lievitare fino al raddoppio.

Prima di infornare spolvera la focaccia con la granella di zucchero, poi cuoci in forno preriscaldato, statico, a 180° C per 30-40 minuti.

Sforna e lascia raffreddare su una gratella per dolci prima di servirla.


31 dicembre 2023

Focaccine, scones, ai mirtilli

Focaccine, scones, ai mirtilli

 

focaccine ai mirtilli



Le focaccine, o scones, ai mirtilli mi accompagnano nella lettura del romanzo di Erica Bauermeister “La scuola del ingredienti magici”, dove sono citate.

Il libro, trovato per caso, e la ricetta che l’accompagna conclude questo mese di dicembre, e questo anno 2023. 

Dicembre è un mese che profuma di spezie, doni e buoni propositi per il nuovo anno.

Anche noi di #frameofbreak abbiamo pensato di parlare di generosità e doni, e il romanzo letto sembra perfettamente inserito nel tema.


Gabriella Rizzo, del blog Homework and Muffin ci delizia con i Pabassini e “Il dono di Natale” di Grazia Deledda.


La scuola degli ingredienti segreti

Il romanzo di Erica Bauermeister è una delicata storia in cui la vita di diverse persone si intrecciano durante un corso di cucina. La protagonista è una chef, proprietaria di un ristorante dall’ambientazione molto particolare, intima e accogliente. 

Il libro comincia proprio con il prologo della chef che racconta come abbia scoperto la sua passione per la cucina e il magico potere degli ingredienti sin da piccola.

Gli allievi che una volta al mese si ritrovano al corso scoprono ben presto che Lillian non è una docente convenzionale: non fornisce loro delle dispense o un ricettario, ma preferisce che i suoi allievi si affidino all’osservazione e ai sensi, rispettando sempre gli ingredienti che usano.

“Cucinare - dice Lillian - è imperniato sul gusto personale: aggiungi un pizzico in più di questo o quello finché ottieni il sapore desiderato. La pasticceria, però, è diversa. Devi assicurarti che alcune combinazioni siano esatte. Essenzialmente, una torta è in realtà una delicata equazione chimica: un equilibrio tra aria e struttura.”

Gli otto allievi che per motivi diversi si sono trovati al corso presto scopriranno qual è il loro ingrediente segreto, e il magico potere terapeutico della cucina.

L’autrice ha la capacità di descrivere i piatti e le preparazioni con una cura e un amore ricche di dettagli, sembra quasi dipingerli con le parole: possiamo vedere tutti i passaggi, le consistenze esattamente come se fossimo presenti, lo chiama il potere del realismo magico.


Non voglio raccontare la trama o peggio il finale, il libro è così piacevole e delicato che è stato una piacevole scoperta. Confesso che sono stata attratta dal titolo e mi sono ritrovata tra le pagine a ripensare al potere degli ingredienti, alla cucinoterapia, al potere emozionale e curativo del cibo. Basta saper ascoltare e osservare.


E poi ci sono i doni. Cucinare è un atto d’amore, quando non è solo dover mangiare per sopravvivere. E il dono non sempre è qualcosa che ci viene dato. La stessa autrice lo scrive tramite Abuelita, che ha un negozio pieno di spezie e ingredienti magici e diventa una sorta di guida per la protagonista.


Riflettendoci anche noi abbiamo i nostri ingredienti a cui siamo più legati o che ci ricordano qualcosa, e forse anche a noi è stato fatto "quel dono".

Come i personaggi del libro anche noi dobbiamo ritrovare il nostro tempo e prenderci il giusto ritmo per poter usare i nostri sensi, saper ascoltare, rispettare, "gli ingredienti" e noi stessi. 

 

Focaccine, scones, ai mirtilli

Gli scones o focaccine sono dei dolcetti immancabili nel tradizionale tè inglese delle cinque. Pare risalgano al diciannovesimo secolo quando, dice la leggenda, la Duchessa di Belford chiese che le venisse servito uno spuntino pomeridiano con del tè caldo e delle tortine. Successivamente la Duchessa prese l'abitudine di invitare le amiche per il tè pomeridiano, inaugurando così un rituale destinato a diventare una sociale. Questo nuovo rito sociale arrivò sino a corte dove la Regina Vittoria organizzò sontuosi ricevimenti con il tè.

Dopo questa curiosità storica veniamo alla ricetta degli scones. Ci troviamo davanti a una ricetta tradizionale della quale possiamo trovare diverse versioni: più soffici o più friabili, con uvetta, semplici o rivisitazioni come in questo caso con i mirtilli.

Per un tradizionale tè inglese vanno serviti accompagnati da "clotterd cream" che è una panna densa che possiamo sostituire con panna appena montata, o panna e burro, o panna e mascarpone, e confettura di lamponi (o altra a piacere).

Ingredienti

  • 300 g di farina tipo 0 + quella per il piano di lavoro
  • 40 g di zucchero
  • 80 g burro
  • 10 g lievito per dolci
  • 1 uovo
  • 150-200 ml latte intero
  • 75 g mirtilli o uvetta

Procedimento

Scalda il forno a 220° C e rivesti una teglia con un foglio di carta forno.

In una larga ciotola metti la farina, il burro tagliato a cubetti e il lievito. Lavora gli ingredienti, con la punta della dita, fino ad avere un composto bricioloso.

Unisci lo zucchero e l'uovo e mescola con un cucchiaio in modo da incorporare tutti gli ingredienti.

Versa metà del latte e mescola ancora delicatamente con il cucchiaio, quindi unisci il latte rimasto, poco alla volta, continuando a mescolare fino ad ottenere un impasto molto soffice e leggero. Osserva bene l'impasto che stai lavorando perché potrebbe non essere necessario tutto il latte. Infine aggiungi i mirtilli e incorporali delicatamente all'impasto.

Trasferisci ora l'impasto su un piano di lavoro infarinato e inizia a lavorarlo facendo dei giri di pieghe finché l'impasto non sarà morbido (e non più appiccicoso), ma attenzione a non lavorarla troppo.

Ora stendi l'impasto, aiutandoti con un po' di farina per il piano, dal centro verso l'alto e poi dal centro verso il basso, ruotala di 90° C e prosegui così fino ad ottenere uno spessore di 2,5 cm circa. "Rilassa" la pasta sollevando delicatamente i bordi e lasciandola ricadere sul piano di lavoro.

Ora usa un tagliabiscotto rotondo per ricavare gli scones e sistemali sulla teglia distanziati tra loro. Una volta che avrai ritagliato tutta la pasta, impastala e stendila di nuovo. Fallo una sola volta perché poi l'impasto inizierà a diventare gommoso.

Spennella la superficie degli scones con un po' di latte e inforna per 15 minuti circa, sino a che saranno gonfi e dorati.

Falli intiepidire su una gratella e poi servili.


18 dicembre 2023

Focaccine inglesi…

Focaccine inglesi…


focaccine inglesi

Le focaccine inglesi sono una ricetta antica inglese, un lievitato soffice perfetto da servire appena fatto caldo, o tagliato a metà e tostato, spalmate con burro e marmellata, per l'ora del tè.

In epoca vittoriana l’uomo delle focaccine era una presenza immancabile all’ora del tè. I gallesi le inventarono più di mille anni fa, ma fu solo nell’Ottocento che divennero di moda tra le classi più agiate. Il modo tradizionale di mangiarle è, come ho detto, appena fatte, volendo si tagliano a metà e si tostano (soprattutto se sono fredde), farcite con burro e marmellata.

E dall'800 finiscono immortalate nelle pagine di J. K. Rowlings, nel primo libro della celebre saga, "Harry Potter e la pietra filosofale". Il primo Natale di Harry che trascorre a Hogwarts insieme all'amico Ron. Sono seduti davanti al camino della sala comune di Grifondoro e si divertono ad arrostire qualsiasi cosa capiti loro tra le mani. Tra i vari golosi cibi troviamo anche queste deliziose focaccine.

Dalle pagine di Harry Potter al ricettario di Dinah Bucholz, ispirato alla serie, è un attimo, per riscoprire così la cucina inglese, troppe volte ingiustamente bistrattata.

La ricetta delle focaccine inglesi

Nella ricetta inglese riportata da Dinah Bucholz, nel suo ricettario non ufficiale "In cucina con Harry Potter", usa il lievito di birra secco. L'ho sostituito con il lievito di birra fresco, diminuendo la dose. Ne ho anche fatta una versione con la pasta madre, ovviamente i tempi di lievitazione cambiano.

Quando arriviamo al periodo invernale, e vicini al Natale, ecco che le faccio per vivere un po' la magia inglese che trovo nei libri.

Le focaccine sono davvero deliziose, dal sapore delicato, perfette per essere farcite sia con ingredienti salati che dolci. Proprio come da tradizione le mangiamo appena sfornate calde calde. Quelle che avanzano le surgelo, e le scaldo quando servono, e alcune le taglio a metà e le facciamo anche tostare.

Si servono con burro e marmellata, a la mode anglais, con un caldo e fumante tè, ma sono ottime anche con altre farciture.


Ingredienti

Focaccine con lievito di birra

  • 120 ml di latte intero 
  • 60 g di burro 
  • 240 ml di acqua calda
  • 5 g di lievito di birra fresco
  • 1 cucchiaio di zucchero semolato 
  • 500 g di farina tipo 0 per pane
  • 1 cucchiaino di sale

Focaccine con pasta madre 

  • 500 g di farina tipo 1 macinata a pietra
  • 150 g di pasta madre rinfrescata 
  • 125 ml di latte
  • 60 g di burro
  • 250-300 ml acqua calda
  • 1 cucchiaio di zucchero semolato o miele
  • 1 cucchiaino di sale

Il procedimento per entrambe le versioni delle focaccine, con lievito di birra o con pasta madre, è simile.

Scalda il latte e il burro in un pentolino a fuoco dolce finché il burro non si sarà completamente sciolto. Metti da parte e lascia intiepidire.

Se usi il lievito di birra scioglilo nell'acqua con lo zucchero e lascia riposare finché non inizia a gonfiarsi.

Se usi la pasta madre rinfrescata scioglila nell'acqua con lo zucchero (o il miele) e poi procedi subito con l'impasto per le focaccine.

In una ciotola metti la farina a fontana, il sale sul bordo, al centro versa il lievito sciolto, il latte e inizia a mescolare e impastare bene. Lavora per circa 10 minuti, finché l’impasto si stacca dai lati della ciotola. Forma un palla liscia ed elastica, fai un giro di pieghe in ciotola, copri poi con pellicola alimentare e lascia lievitare in un luogo tiepido fino al raddoppio del volume. 

Trasferisci l'impasto lievitato su un piano di lavoro leggermente infarinato, stendilo fino ad ottenere un cerchio dello spessore di 1 cm, 1 cm e 1/2 circa. Con un coppapasta da circa 8-10 cm di diametro forma le focaccine.

Scalda una padella leggermente unta e fai cuocere le focaccine a fuoco basso per circa 10-15 minuti per lato, finché non si scuriscono. Volendo puoi metterle anche su una leccarda da forno e cuocerle a 180° C per circa 15-20 minuti.

Mangia le focaccine calde calde appena fatte, oppure una volta fredde tagliale a metà e tostale prima di farcirle.





28 novembre 2023

Torta di mele dell'Hobbit

Torta di mele dell'Hobbit

torta di mele degli hobbit


La torta di mele dell'Hobbit è un classico dolce da credenza, la torta della nonna, con l'aggiunta di qualche tocco speziato, semplice e perfetta per l'ora del tè.

La torta di mele è nella dispensa di Bilbo Baggins, e viene offerta durante una sorta di riunione a sorpresa del padrone di casa, ai molti nani che hanno appuntamento lì e a Gandalf (il mago bianco), dirò di più tra le varie leccornie che vengono servite, questo dolce è proprio richiesto da uno degli ultimi nani arrivati a casa di Bilbo. Stiamo parlando del capitolo primo del libro di J.R.R. Tolkien, "Lo hobbit".

È noto come il genere di letteratura fantasy sia ricco di dettagli legati alle ambientazioni anche gastronomiche, e Tolkien non è da meno. Anzi per lui è un elemento che va oltre la necessità del nutrimento. Le descrizioni dei banchetti sono ricche di dettagli che sottolineano il piacere dei suoi personaggi (oltre che dell'autore stesso) hanno della buona cucina. Inoltre sono di aiuto alla struttura narrativa, spesso precedono le avventure dei personaggi. Ma la cucina è anche il focolare ed è legato a valori di amicizia e fratellanza.

La torta di mele dell'hobbit

La mela è da sempre protagonista in letteratura e nel cinema, sia dall’antichità, associata al desiderio, o portatrice di “morte” avvelenata, o di discordia (il pomo della discordia).

Le torte di mele poi spopolano in tutte le sue versioni nelle pagine dei libri, nelle favole e sul grande schermo, e non poteva mancare in un autore come J.R.R. Tolkien.

Sul web facilmente si troveranno altre ricette che si sono ispirate ai film o ai libri di Tolkien, e questa è la mia interpretazione della torta di mele citata.

Sono partita pensando ai luoghi, al benessere di Bilbo Baggins e agli ingredienti che poteva avere a disposizione. 

Gli hobbit, ricordiamolo, sono un popolo goloso e pacifico, che abita nella Terra di Mezzo, un luogo fantastico sito nell'immaginario, quindi potrebbe essere ovunque noi preferiamo, ma nella mia fantasia (sarà anche perché Tolkien è inglese), mi oriento verso il Nord. 

Ho quindi pensato a una torta di mele, con una varietà di mele autoctone antiche le grigie (o le Annurca), profumata e speziata con cannella, e impreziosita da noce moscata e limone.

A proposito di spezie, questo è il tema che ci siamo date, con il progetto #frameofbreak, io e Gabriella Rizzo. Gabriella ha associato a dei biscotti persiani con farina di ceci, pistacchi e profumati di cardamomo il libro "Caffè Babilonia", vai sul suo sito per scoprire i dettagli.

La ricetta

Ma eccoci al momento della ricetta e del procedimento, molto semplice, per poter realizzare la torta di mele dell'hobbit da accompagnare con un buon tè.


Ingredienti

  • 200 gr di farina (tipo 0)
  • 150 gr di zucchero semolato
  • 164 g uova (3 uova intere)
  • 8 g bustina di lievito per dolci vanigliato
  • 4-5 mele annurca o 2 mele Grigie di Torriana (simili alle renette)
  • 80 ml di olio di semi (meglio se biologico e spremuto a freddo)
  • 50 ml latte 
  • buccia grattugiata di 1 limone
  • 1/4 tbs di cannella
  • un pizzico di noce moscata
  • un pizzico di sale
  • 1 o 2 cucchiai zucchero semolato e cannella 
  • zucchero a velo per decorare (facoltativo)

Preparazione

Setaccia e mescola la farina, il lievito, la cannella, la buccia di limone grattugiata e un pizzico di noce moscata.

Monta le uova con lo zucchero e un pizzico di sale fino a renderli gonfi e spumosi.

Poco alla volta aggiungi le polveri alla massa montata alternandolo con l'olio e il latte, devi ottenere un impasto liscio, fluido e soffice.

Pulisci le mele e tagliane la metà a dadini da mescolare delicatamente all'impasto, l'altra metà a fettine sottili da disporre sulla superficie.

Imburra e infarina, o rivesti con carta forno, uno stampo da 20 cm.

Versa l'impasto nello stampo, sistema le fettine di mela sulla superficie e spolvera con zucchero semolato e cannella.

Cuoci in forno statico preriscaldato a 160-170° C per circa un'ora. Prima di sfornare fai la prova stecchino; se dovesse essere ancora umido allunga il tempo di cottura.

Una volta pronta spegni il forno, lascia la porta aperta e fai riposare per 10 minuti. 

Delicatamente sforma la torta e lasciala raffreddare su una griglia per dolci.

Puoi servirla così semplice o decorata con un po' di zucchero a velo, o accompagnata con una crema o panna poco montata, un buon tè.






16 novembre 2023

Crème brûlée di Michel Paquier

Crème brûlée di Michel Paquier


Crème brûlée


La Crème Brûlée è da secoli che delizia i palati dei golosi, e non perde terreno. Morbida, densa, profumata alla vaniglia, si nasconde sotto un velo croccante e caramellato. È facile da fare, ma per raggiungere la perfezione bisogna avere qualche attenzione in più. Un dolce che racchiude nella sua semplicità diverse consistenze e temperature e coinvolge tutti i sensi. 

Ma quali sono le sue origini?

Storia della crème brûlée

Il dolce è conteso tra francesi e inglesi, ma secondo alcune fonti i natali pare siano inglesi. E non dovremmo stupirci più di tanto, perché la cucina inglese, prima delle guerre, non aveva nulla da invidiare alle altre cucine. 

Però per aumentare la confusione sulle sue origini possiamo citare anche la Catalogna (Spagna) con la sua crema catalana, molto somigliante alla crème brûlée.  

Una cosa è sicura è un dolce molto antico di cui troviamo traccia scritta verso la fine del 1600. Infatti nel 1691 François Massialot, nel libro di cucina “Cuisinier royal et bourgeois”, troviamo una prima informazione sulla crème brûlée (letteralmente crema bruciata). Però lo stesso Massialot successivamente, nel 1740, crea confusione parlando di una ricetta simile che chiama "crème à l'Anglaise" (ossia la crema all'inglese).

Ritroviamo poi, intorno al 1870 a Cambridge, un dolce che viene servito nel Trinity College chiamato Trinity cream, con lo stemma del college impressa a fuoco sulla superficie caramellata (molto simile alla crème brûlée).

La ricetta del pasticciere Michel Paquier

Per realizzare questo delizioso dolce al cucchiaio ho seguito la ricetta e i consigli del pasticciere bretone Michel Paquier.

I consigli sono:

  1. nella preparazione fondamentale è la cottura per la quale si dovranno scegliere degli appositi stampini monoporzione in ceramica bassi e larghi (quello ideale ha un diametro di 11-12 cm e un’altezza di 3 cm). Il motivo per questo tipo di stampo è per avere una cottura veloce e uniforme, che con una cocotte non si avrebbe, inoltre offre una superficie più ampia per caramellare la superficie, che poi è la caratteristica del dolce stesso la crosticina croccante.
  2. Usare solo i tuorli per avere una crema morbida e allo stesso tempo ricca e cremosa. L’albume conferirebbe una consistenza solida e non sarebbe una crema…
  3. Filtrare, o almeno passare al colino, per avere un composto setoso e liscio,molto liscio.
  4. Normalmente la crème brûlée viene cotta in forno a bagnomaria, suddivisa in stampini messi in una teglia con acqua fino a metà della loro altezza per garantire una consistenza liscia come la seta (l'acqua che avvolge gli stampi trasmette il calore più dolcemente e in modo uniforme). In questa fase bisogna fare molta attenzione a non far bollire mai l’acqua per evitare che qualche goccia d’acqua vada nella crema rovinandola. Un trucco per evitare il disastro è avvolgere il fondo e i lati degli stampini con fogli di alluminio quadrati: l’eccesso di alluminio che si alzerà tutt’intorno agli stampi fungerà da effettiva barriera contro eventuali schizzi, in cottura e nel trasporto. Oppure, meglio ancora, si seguono istruzioni del pasticcere Michel Paquier che semplifica molto questo passaggio.
  5. Di solito si consiglia di usare solo lo zucchero bianco semolato, in quanto i piccoli granuli caramellano in fretta, evitando che con il calore intenso del cannello a gas lo zucchero si bruci troppo e che il budino si sciolga. Inoltre, il colore bianco dello zucchero che prende una tinta dorata con il calore è un ottimo strumento di misura del processo di caramellizzazione. Il colore marrone dello zucchero di canna rende più difficile rendersi conto del punto di caramellizzazione, con il rischio di eccedere con la fiamma.
  6. Si sconsiglia di caramellare la crema sotto il grill in quanto non si otterrà quella crosticina liscia e croccante, intensamente ambrata che caratterizza questo dolce e che ogni goloso adora rompere con il cucchiaio. Inoltre, per quanto si faccia attenzione, bastano pochi secondi sotto il grill per bruciare lo zucchero. Usare il cannello a gas per la buona riuscita.

Se preferisci qualcosa di maggiormente aromatizzato puoi aggiungere un cucchiaino di liquore, quello che preferisci, o qualche altra spezia.
Ma ora veniamo alla ricetta del maestro pasticciere.


crème brûlée



Ingredienti

  • 250 ml di panna fresca liquida
  • 250 ml di latte intero
  • 6 tuorli bio (108 g circa)
  • 70 gr di zucchero semolato
  • 1 bacca di vaniglia 
  • zucchero di canna

In una casseruola porta a bollore il latte, la panna, i semi della bacca di vaniglia e la stessa bacca aperta.

Mescola in una ciotola i tuorli con lo zucchero, non devi montarli, devi solo sciogliere lo zucchero.

Togli la bacca di vaniglia dai liquidi bollenti.

Aggiungi il latte sul composto di uova in due volte, mescolando con la frusta.

Versa il composto negli stampi, nelle cocotte, filtrandolo con un colino. 

Cuoci in forno ventilato a 100° C per circa 20 minuti.

Fai raffreddare a temperatura ambiente e poi metti in frigorifero.

La crème brûlée va servita fredda, ma prima cospargi la superficie con lo zucchero che farai sciogliere con il cannello per ottenere la crosticina croccante di caramello ambrato. 


7 novembre 2023

Dark and sumptuous chocolate vegan cake

Dark and sumptuous chocolate vegan cake



dark and sumptuous chocolate vegan cake

La Dark and Sumptuous Chocolate Cake è una ricetta goduriosa super cioccolatosa e vegana. 

Troppo bello per essere vero? O ci sono dubbi sulla pasticceria vegana?

A volte bisogna superare i preconcetti e provare. Io l'ho fatto e il risultato è stato superiore, e di molto, alle aspettative. Con le ricette giuste e se fatte bene la pasticceria vegana è buonissima.

Quando portate a tavola questa torta suggerisco di non dire che è un dolce vegano, facciamo prima assaporare, mangiare, e solo dopo confessare di che dolce si tratta... gli ospiti resteranno stupiti, come minimo.

La ricetta di questa torta è di Nigella Lawson.

Questa è una torta che ho fatto in diverse occasioni e in diversi modi, anche gluten free, e il risultato è stato sempre delizioso. 

La torta è scenograficamente bella a vedersi: il contrasto del colore dei pistacchi sulla glassa lucida rende il dolce allegro con il suo voluto finto disordinato. Il profumo è delizioso. Il dolce è umido, soffice e leggero, il gusto di cioccolato avvolgente. I pistacchi regalano la nota croccante. Per usare un termine di Nigella, è un dolce sontuoso.


dark and sumptuous chocolate vegan cake


La ricetta

La torta è molto semplice da fare, sembra incredibile visto il risultato.

È perfetta per chi è intollerante ai latticini e alle uova, e come ho detto, volendo si può fare anche in versione gluten free usando della farina di riso.

Rispetto alla ricetta di Nigella Lawson io non ho aggiunto il caffè in polvere né nella glassa né nell'impasto. 

Di seguito la torta che ho fatto io omettendo appunto il caffè, inoltre ho inserito sia la grammatura che l'uso anglosassone dei teaspoon. 

Ora senza ulteriori indugi mettiamoci i grembiuli e accendiamo il forno.


Ingredienti

Per la torta
  • 225 g di farina debole per dolci
  • 1 tsp e 1/2 di bicarbonato, circa 8 g
  • 1/2 tsp di sale, circa 3 g
  • 75 g di cacao amaro 
  • 300 g di zucchero di canna integrale grezzo
  • 375 ml di acqua calda
  • 75 g o 90 ml di olio di cocco bio deodorato
  • 1 tsp e 1/2 di aceto di mele o aceto di vino bianco, circa 7,5/8 ml
Per la glassa
  • 60 ml di acqua fredda
  • 75 g di olio di cocco bio deodorato
  • 50 g di zucchero di canna grezzo
  • 1 tsp e 1/2 di cacao amaro
  • 150 g di cioccolato fondente al 70% tritato finemente 
  • 1 manciata di pistacchi da tritare.
Procedimento

Preriscalda il forno in modalità statica a 180°C e rivesti una tortiera da 20 cm con la carta forno.

Inizia con la preparazione della glassa.

In un pentolino metti il cacao, lo zucchero, il burro di cocco e l'acqua. Porta a bollore mescolando per far sciogliere bene gli ingredienti ed evitare la formazione di grumi. 

Leva il pentolino dal fuoco e aggiungi il cioccolato tritato finemente, lavora con la frusta per ottenere una glassa liscia e lucida. Poi metti da parte e lascia raffreddare.

Prepara l'impasto della torta.

In una ciotola capiente mescola la farina e il cacao setacciati, il sale, e il bicarbonato.

In un'altra ciotola metti lo zucchero, l'aceto, l'olio di cocco e l'acqua bollente, lavora gli ingredienti con una spatola per amalgamare e sciogliere tutti gli elementi.

Ora aggiungi i liquidi alle polveri, mescola velocemente e versa l'impasto nella tortiera.

Inforna e cuoci per 35 minuti circa. Prima di sfornare fai la prova stecchino, che deve uscire senza impasto attaccato, asciutto, e se serve allunga la cottura per altri 10 minuti.

Lascia raffreddare la torta nello stampo, poi sformala su un'alzata.

Versa la glassa sulla torta, ricoprila, e decorala con dei pistacchi tritati grossolanamente.

Attendi mezz'ora prima di servirla.




16 ottobre 2023

La Torta Elisabetta di Nonna Papera

La Torta Elisabetta di Nonna Papera

Torta Elisabetta di Nonna Papera

La torta Elisabetta di Nonna Papera è una soffice torta formata da tante palline di pasta brioche farcite. Si chiamerebbe danubio dolce, ricorda il buchtlen, ma nel Manuale di Nonna Papera i nomi delle varie preparazioni vengono cambiati a favore di nomi di fantasia che hanno un richiamo storico.

Con Gioia e Gabriella, le mie amiche del progetto #frameofbreak, vogliamo unirci ai festeggiamenti del centenario della Walt Disney, che ricorre il 16 ottobre 2023. Per restare nel tema abbiamo pensato di preparare qualcosa tratto appunto dal fantastico mondo Disney.

Gabriella ricorda Pinocchio e prepara una golosa torta cioccolato e pere... con buccia o senza? vai a scoprirlo.

Gioia, ispirata dal film d'animazione "La principessa e il ranocchio", cucina dei deliziosi brownies con le noci pecan, tipiche del sud degli USA.

Io sono stata molto indecisa da quale film o fumetto farmi ispirare, e così alla fine, ho scelto il personaggio di Nonna Papera e una delle sue ricette presente sul suo manuale. Nonna Papera la potremmo potremmo considerare una delle prime food writer anche se appartenente al mondo dei fumetti e dell’animazione, con il suo manuale di cucina e consigli domestici che ha accompagnato, e ancora lo fa, intere generazioni dal 1970.


Ma facciamo una piccola parentesi su chi è Walt Disney.


Walt Disney

Walt Disney, alias Walt Disney Company, è la multinazionale fondata nel 1923 con il nome di Disney Brothers Cartoon Studios da Walter Elias Disney (meglio noto come Walt Disney) e suo fratello Roy; successivamente, nel 1926 rinominata The Walt Disney Studio, nel 1929 cambia nome in Walt Disney Production, e nel 1986 infine prende il nome con il quale la conosciamo oggi.

Tutto nasce da Walt Disney, all'anagrafe Walter Elias Disney, disegnatore americano che rappresenta il simbolo americano del "self made", ossia chi realizza i propri sogni da solo. Lui nasce in una famiglia numerosa e svolge sin da piccolo lavoretti per aiutare. Le sue doti da disegnatore fuori dal comune si manifestano molto presto, aveva solo sette anni. A diciotto anni si trasferisce con il fratello Roy a Hollywood e in pochi anni riesce a raggiungere il successo con una serie di fumetti, tra i quali Mickey Mouse, con il quel nel 1928 realizza il primo cartone animato con il sonoro. Da qui è tutto un percorso in salita ricco di successi, infatti diventa famoso per i fumetti, film d'animazione e non, e nel 1944 realizza un altro sogno: un parco a tema, il primo, Disneyland. Durante il discorso di inaugurazione lo stesso Walt Disney dirà:

"Qui gli adulti rivivranno i loro più teneri ricordi del passato e i più giovani potranno assaporare le sfide e le promesse del futuro. Disneyland è dedicato agli ideali, ai sogni e alle realtà che hanno fondato l’America, nella speranza che ognuno ne tragga forza, gioia e ispirazione".

Non era che il primo di altri parchi tematici dei divertimenti, ora nell'impero ci sono anche i vari merchandising.

Walt Disney muore nel 1966, lasciando un impero, e il suo nome è divenuto leggenda nel mondo del cinema.

Walt Disney era ed è tutt'ora il magico produttore di sogni, capace di emozionare grandi e piccini.

Ultima cosa Walt Disney è stato non solo disegnatore ma anche imprenditore, produttore cinematografico, doppiatore e regista. Molti dei suoi lavori hanno avuto importanti riconoscimenti come gli Oscar.


Ora scopriamo qualcosa su Nonna Papera, uno dei personaggi dei noti giornalini a fumetti dell'impero Walt Disney. 

Nonna Papera

Nonna Papera e il suo Manuale

Nonna Papera è la cuoca per eccellenza nelle strisce dei fumetti. Impossibile non ricordare le sue torte fumanti messe a raffreddare sul davanzale. È una super anziana arzilla nonnina sempre molto impegnata in mille attività e sempre di corsa. Abita fuori città in una fattoria con i suoi animali di cui si occupa personalmente, e con il nipote dormiglione Ciccio. 

Nonna Papera, il cui nome è Elvira Coot, è un personaggio inventato da Al Tagliaferro. Nonna Papera è figlia di Clinton Coot, fondatore delle Giovani Marmotte, e nipote di Cornelius, fondatore di Paperopoli.

Elvira e il marito Humperdink Duck hanno avuto tre figli: Eider, il padre di Paperoga e del meno noto Abner "Chiarafonte", il forzuto di famiglia; Dafne, la madre di Gastone, fortunatissima anche lei; e Quackmore, il padre dei gemelli Donald (ovvero Paperino) e Della, che poi sarebbe la mamma di Qui, Quo e Qua.

Il Manuale di Nonna Papera viene stampato per la prima volta nel 1970 edito da Mondadori, e nel 2015 la casa editrice Giunti ha deciso di ripubblicarlo. 
La prima edizione del manuale era stato curato da Mario Gentilini (direttore di Topolino), Giovan Battista Carpi, illustratore, e Elisa Penna, autrice dei testi.
Nel manuale troviamo le ricette e alla fine dei consigli domestici per la cura della casa. È un libro per bambini, ma ho visto anche adulti che lo hanno caro nella loro biblioteca; le ricette non hanno le foto bisogna usare l'immaginazione per realizzarli seguendo solo le istruzioni. Il manuale è illustrato con i personaggi dei fumetti che impersonano personaggi e situazioni storiche o mitologiche. Ecco che così ci ritroviamo Paperino nelle vesti di Goffredo di Buglione alle Crociate, Pippo un buffo Re Sole, Archimede Pitagorico è Ulisse, e la stessa Nonna Papera nei panni della Gioconda. Un modo per abbinare alla cucina qualche nozione di storia e mitologia, perché tutte le ricette sono introdotte da cenni storici, dalla Storia vera e propria: partendo dal paleolitico fino alla conquista dello spazio, con qualche salto temporale, significativo sicuramente per la Storia ma non per il manuale, in fondo il suo fine era un altro.
Altra cosa interessante di questo libro è che, a dispetto di quello che si può pensare, non si trovano le tipiche ricette degli States come pancakes soffici, impilati e cosparsi di sciroppo d'acero che ci hanno fatto venire l'acquolina in bocca da bambini mentre leggevamo il giornalino, o le tipiche pie che Nonna Papera sforna in continuazione e mette a raffreddare sul davanzale della cucina.

Grazie a Sabrine d'Aubergine, e al suo progetto della "raccolta delle ricette di Nonna Papera quarant'anni dopo", scopriamo che la Nonna Papera gastronoma non è americana ma italiana, e infatti nella fantasia americana la tipica nonna che cucina è una nonna italiana. La ricerca di Sabrine d'Aubergine ci conduce a un'altra collaboratrice italiana che ha aiutato nella redazione del manuale, e dopo moltissimi anni ecco svelata la nostra Nonna Papera: Luisa Ridolfi, professoressa di sociologia che, appena laureata, ha aiutato nella selezione delle ricette, e i nomi fantasiosi, per il progetto del manuale già ben disegnato. 

Ma ora torniamo a noi e alla nostra Torta Elisabetta.

Torta Elisabetta di Nonna Papera


Torta Elisabetta, la ricetta

La Torta Elisabetta è una ricetta tratta dal Manuale di Nonna Papera. È il classico danubio in versione dolce, ossia delle palline di pasta brioche ripiena, messe a lievitare una vicina all’altra. Le palline lievitando e poi in cottura si uniscono e formano così una torta. Starà a noi scegliere come servirla: se tagliarla a fette o se lasciare che ognuno si stacchi la propria pallina, che conterrà un ripieno goloso.


Nel manuale la torta Elisabetta è un omaggio a Elisabetta I d’Inghilterra, le sue conquiste e il suo amato teatro shakespeariano.


Le ricette di Nonna Papera, ahimè, sono un po’ approssimative: usa come unità di misura bicchieri e cucchiai. Ma una volte le nonne si regolavano, diciamo a sentimento, a occhio. Non volendo modificare  quanto scritto sul manuale ho scritto tra parentesi le mie indicazioni. 


Ho farcito le palline della torta con della confettura di ciliegie, mi piaceva il contrasto di colore, ma anche nel gusto è stata una scelta corretta e ben bilanciata, perché l'impasto è poco dolce e la nota agrumata si accompagna perfettamente con le ciliegie della confettura. 

Il dolce è soffice, profumato, delicato e goloso, perfetto per colazione o per merenda, magari accompagnato da una bella tazza di tè.


Ingredienti

  • 300 g di farina di frumento (tipo 0 W230-260)
  • 130 g di burro
  • 1 bustina di lievito di birra disidratato (ho ridotto la dose a 3 g)
  • 1 limone bio
  • 2 uova bio (120 g circa)
  • 1 bicchiere di latte (circa 100 ml)
  • sale (5 g)
  • 1 vasetto di confettura (io ciliegie)

Procedimento

Sciogli il lievito di birra in una tazza con due cucchiai di acqua tiepida.

In una ciotola metti la farina, il sale, le uova, lo zucchero, la scorza grattugiata del limone, il lievito di birra sciolto e inizia a mescolare con un cucchiaio (se preferisci puoi usare la planetaria).

Aggiungi 80 g di burro sciolto e impasta bene.

Poco alla volta unisci il latte, probabilmente non servirà tutto ma solo quello che l'impasto assorbe, fino a quando non avrai una pasta morbida ed elastica.

Sistema l'impasto nella ciotola coperta con pellicola alimentare e lascia lievitare per 2-3 ore in ambiente tiepido.

Trascorso il tempo di riposo metti l'impasto su un piano di lavoro e dividi la pasta in pezzetti tutti dello stesso peso. 

Stendi i pezzi di pasta, metti al centro un cucchiaino scarso di confettura e richiudi formando una pallina. Procedi con tutti i pezzetti.

Fodera con carta forno una teglia dal diametro di 24 cm.

Nella ricetta di Nonna Papera devi passare la chiusura delle palline farcite nel burro sciolto e poi sistemarle nella teglia con la chiusura verso il basso lasciando dello spazio l'una dall'altra per la lievitazione.

Una volta sistemate tutte le palline, copri con pellicola e lascia riposare per circa due ore. La pasta si gonfierà e riempirà gli spazi vuoti.

Preriscalda il forno a 180° C in modalità statica e cuoci per circa 25-30 minuti.

Sforna e lascia intiepidire su una griglia per dolci.

Se piace completa prima di servire con una spolverata di zucchero a velo.






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