30 giugno 2014

Pop overs... Pansoufflé

Pop overs... Pansoufflé

Una delle scorse mattine mi sono svegliata presto... Non è insolito... Inizio a preparare... Poi con calma mi raggiunge la mia piccola che mi fa una richiesta per colazione. Ovviamente l'ascolto, non sta molto bene... E siamo in periodi difficili... La sua richiesta era che avrebbe gradito dei pancakes o delle crêpes per colazione. Inizio a preparare l'impasto che però, già c'è un però, in corso d'opera diventano dei pansoufflé. La lavorazione è simile a pastella per crêpes o pancakes  ma invece di cuocere in padella la cottura è in forno, e di conseguenza ci vuole un po' di pazienza in più prima di mangiarli, visto che la cottura in forno richiede più tempo. Ma il risultato val ben la pena dell'attesa.

Ingredienti
  • 130 gr di farina
  • 300 ml di latte
  • 2 uova
  • 15 gr di burro fuso
  • Sale
Scaldo il forno a 230 C.
In una terrina mescolo insieme alla farina il pizzico di sale.
In un'altra terrina sbatto le uova con il latte e il burro fuso. Unisco le polveri con i liquidi, mescolo delicatamente finché non sarà amalgamato (viene una pastella).
Riempio gli stampini dei muffin, imburrati e infarinati, fino a tre quarti con impasto.
Inforno a 230 C per 15 minuti, poi a 180 C per altri 20 minuti circa.
Quando saranno ben dorati li sforno e tolgo subito dagli stampini.
Servo subito accompagnando con miele, marmellata, frutta fresca...

27 giugno 2014

Clafoutis di ciliegie... tratto da Julia Child

Clafoutis di ciliegie... tratto da Julia Child

 clafoutis

Ricette di clafoutis o clafouti ce ne sono moltissime. Ma io ero alla ricerca della ricetta antica, storica, così mi viene in mente il libro di cucina francese scritto dalla cuoca americana Julia Child, che portò e fece conoscere la cucina francese agli americani traducendo le ricette. Il testo è solo in inglese, quindi mi sono armata di pazienza, ho rispolverato il mio inglese e il dizionario e procedo alla traduzione. La parte più difficile è stata convertire le dosi degli ingredienti e temperature per le cotture.  

Presa dalla mia passione culinaria mi piace soffermarmi e cercarla anche nelle mie letture e nei film e ho colto l'occasione per vedere il film Julia&Julia, nella cui storia un po' mi ci sono riconosciuta. Il film è piacevole, carino, solo il doppiaggio di Meryl Streep mi lascia un po' perplessa, la trama, bhè ovviamente non la racconterò.

Tornando alla ricetta confesso che mi ha sorpreso per la sua semplicità. L'origine va ricercata nelle famiglie contadine del Limousin in Francia durante la stagione delle ciliegie, e spesso veniva cotto direttamente in padella e poi servito per merenda, una merenda adatta a tutti. L'origine vuole che le ciliegie, quelle nere del Limousin, vengano messe col nocciolo, e che proprio questo nocciolo sprigioni in cottura un'aroma particolare. Bhè qui la scelta è molto personale, io ho scelto di togliere il nocciolo, e a dire il vero anche Julia Child nella sua ricetta parla di ciliegie denocciolate. L'impasto è una pastella simile a quella per le crêpes, velocissima da fare.

Ingredienti

  • 500 g di ciliegie
  • 3 uova 
  • 250 ml di latte
  • 1 cucchiaio di estratto di vaniglia (anche un po' meno)
  • 80 g di farina
  • 80 g di zucchero
  • burro per pirofila, teglia

Ho preriscaldato il forno statico a 175° C.
Ho lavato e snocciolato le ciliegie.
Ho fatto una pastella sbattendo insieme latte, uova, farina, estratto di vaniglia e zucchero.
Metodo di cottura di Julia CHild: ho imburrato una pirofila e versato la pastella fatta per un'altezza di 0.5 cm. Ho messo su fuoco moderato finchè sul fondo non si sarà asstestato uno strato di pastella. Tolgo dal fuoco, metto le ciliegie (volendo spolvero con un altro po' di zucchero), verso la restante pastella, livello il tutto con il dorso di un cucchiaio da cucina, e metto in forno a cuocere per circa un'ora. Il clafoutis sarà pronto quando sarà gonfio e dorato, e bucandolo con uno stuzzicadenti nel mezzo questo risulterà pulito. 

Altro metodo di cottura: dopo aver imburrato la pirofila e spolverato il fondo con lo zucchero, sistemo le ciliegie e ricopro con la pastella, Inforno per circa un'ora e prima di sfornare controllo la cottura con uno stuzzicadenti.

Il clafoutis non deve essere servito caldo, ma tiepido. Tenderà a sgonfiarsi leggermente durante il raffreddamento. Si porta in tavola direttamente dentro la teglia di cottura spolverando la superficie con zucchero a velo. 

In origine veniva servito tagliandolo con cucchiaio, ora sembra più carino a fette... ma in qualsiasi modo verrà servito resta una piacevole leggera golosità...

25 giugno 2014

Riso, zenzero e limone...

Riso, zenzero e limone...

Durante un week end in montagna, per seguire le mie amate danze e far sentire della buona musica alla mia bimba, ho soggiornato in una casa vacanze, la cui cuoca una sera ci servì questo riso. Parlo di molto, troppo tempo fa. Il piatto mi aveva conquistato tanto che me lo ero appuntato su un quadernetto (visto che già mi solleticava l'idea di aprire un blog... o comunque per il mio ricettario... o...): un equilibrio di sapori e profumi particolarissimo. Mi ero ripromessa di rifarlo, ma finora pensando che mia figlia non gradisse, per via dello zenzero, non glielo avevo proposto. Ma oggi non ho resistito. Avevo in frigo lo zenzero o ginger, i limoni... devo svuotare l'elettrodomestico, e così ho rapito la mia amata Sister per il pranzo, e mi sono inventata la ricetta secondo la mia idea e il mio ricordo. Non so se questa mia versione rispecchia quella che avevo mangiato, ma il risultato è stato molto goloso, anche mia figlia ha apprezzato molto. Già mentre lo preparavo i profumi che si alzavano e diffondevano per casa solleticavano piacevolmente. Ho realizzato una ricetta leggera, gustosa, fresca e con carattere se me lo concedete.

Ingredienti
  • 350-400 gr di riso
  • 1 cipolla
  • zenzero
  • 1 limone bio naturale
  • olio extravergine d'oliva
  • burro o latte
  • acqua
  • sale
  • pepe arcobaleno
  • parmigiano grattugiato
  • zest di limone per decorare
Ho pulito e tritato a coltello, finemente la cipolla, messa nella pentola con dell'olio extravergine d'oliva. Ho pulito lo zenzero, una parte l'ho spremuto con lo schiacciaglio nella pentola, e una parte l'ho tritato finemente a coltello, e messo insieme alla cipolla. Se invece si usa zenzero in polvere basterà aggiungerlo comunque insieme agli altri ingredienti. Ho lavato il limone, grattugiato la buccia nella pentola. Inizio a fa appassire il fondo di cipolla con zenzero e limone, aggiungendo un goccio d'acqua, a fuoco dolce. Spremo il limone. Butto il riso nella pentola e faccio tostare un pochino, e sfumo con il succo del limone, quando questo viene assorbito allungo con acqua, e proseguo così la cottura del riso. Quando il riso è quasi pronto amalgamo con un po' di latte (o una noce di burro), spengo il fuoco e unisco del parmigiano. Aggiusto di sale e pepe e servo decorando con delle striscioline di limone, spolverata di parmigiano e pepe arcobaleno.

22 giugno 2014

Pasta con le melanzane... rivisitazione della Norma in chiave light

Pasta con le melanzane... rivisitazione della Norma in chiave light

Pranzo della festa con la cara Sister... necessitiamo di "tirarci su" e mi sbizzarrisco in un piatto che potremmo definire di carattere. Ci piacciono le melanzane, ma preferiamo evitare i fritti. Questo però non significa che il piatto debba mancare di gusto, si cercano altre strade. E questa mia rivisitazione della pasta alla Norma non manca certo di sapore. Oggi mi sono anche impegnata nella presentazione. Mi sono ricordata che la buccia di alcuni ortaggi è commestibile, e che molti chef la usano, e allora ci provo anche io. La melanzana, ortaggio estivo, il cui sapore per alcuni ricorda un fungo, povero di calorie ma ricco di proprietà nutrizionali, che però ha il difetto che assorbe tanto condimento. Però io uso pochissimo olio, per tenere il tutto più leggero, e allungo con acqua. La pasta finisce la cottura nel condimento così si amalgama bene, il condimento entra bene nella pasta. Unica concessione che mi sono permessa oggi è la buccia della melanzana fritta (così non si butta via nulla) che dà una piacevole croccantezza come consistenza a un piatto molto goloso. Inoltre trovo che renda anche l'impiattamento molto piacevole con questo gioco di colori, consistenze e formati diversi.

Ingredienti
  • 2 melanzane
  • 1 cipolla
  • 300 gr di pomodori
  • olio extravergine d'oliva
  • olio di semi di mais (o arachide)
  • sale 
  • pepe
  • basilico
  • cacioricotta o ricotta salata grattugiata
  • 400 gr di pasta (io ho usato rigatoni)
Ho pulito e affettato sottilmente la cipolla e messa in padella con olio extravergine d'oliva e un goccio d'acqua. Ho pulito e tagliato a pezzi i pomodori e aggiunti alla cipolla. Ho messo un coperchio alla padella. Nel frattempo ho lavato e sbucciato la melanzana. Ho messo da parte la buccia. Ho tagliato a dadini la polpa e messa a stufare in padella con la cipolla e i pomodori. Aggiungo sale, e allungo con acqua quando serve.
Nel frattempo metto a bollire l'acqua per la pasta. Taglio a striscioline la buccia della melanzana, e le asciugo. Metto una pentola dai bordi alti con olio di semi, aspetto che raggiunga la temperatura e friggo le bucce di melanzana, che metterò poi ad asciugare su carta assorbente. Cuocio la pasta e prima che raggiunga la cottura al dente, un paio di minuti prima, con una schiumarola la metto in padella con il condimento, e se serve anche un po' di acqua di cottura, e faccio amalgamare bene il tutto. Aggiusto di sale e pepe. A fuoco spento grattugio la ricotta salata, mescolo bene. Impiatto la pasta, grattugio ancora un po' di cacioricotta, una spolverata di pepe, una fogliolina di basilico e le bucce di melanzana fritte sopra.

21 giugno 2014

Sembrano pangoccioli... light

Sembrano pangoccioli... light


pangoccioli light

Rieccomi ad impastare per la colazione. A dire il vero non solo. Avevo rifatto il lievito madre, e visto il quantitativo ho diviso impasto: una parte per la pizza e una parte provo a fare dei pangoccioli light, perdonate se uso un nome usato commercialmente per queste brioche del mattino, ma rendono bene l'idea... spero non abbiano l'esclusiva. Perché light? perché ho usato il miele, poco olio e latte, e niente uova né burro. Vabbè ho poi arricchito con gocce di cioccolato fondente, ma questo nutrizionalmente parlando, e ultimamente molti pareri medici sono d’accordo, fa bene, e poi ho usato (come nella maggior parte dei miei impasti) il miele, zuccheri sì, ma naturale e antibiotico, con moltissime proprietà che aiutano l'organismo. Inoltre lo zucchero non è così dannoso all'organismo, tutto dipende dalle quantità, lavorazioni etc. Il nostro cervello si nutre di zucchero. Dimenticavo di dire che naturalmente queste brioche si possono fare anche con il lievito secco o di birra fresco, come uno si trova più comodo. Risultato dei bei panini leggeri e profumati, adattissimi per merende e colazioni. Il miele si sente, quindi se non piace meglio usarne uno dal gusto “neutro” o sostituire con zucchero. La mattina a colazione scaldati un pochino sono un bell'inizio sano e genuino di energia, accompagnato da tazza di latte, o caffèlatte,

Ingredienti
  • 100 g di lievito madre
  • 200 g di farina (io ho usato il tipo 2 buratto)
  • 150 ml di latte tiepido
  • 50 ml scarsi di olio (io ho usato extravergine d’oliva)
  • 50 g circa di miele (io ho usato il millefiori, ma potete sostituire con zucchero)
  • 50 g circa di gocce di cioccolato
  • latte, miele e zucchero per spennellare


Ho messo la farina in una ciotola capiente a fontana, in mezzo ho sistemato il lievito madre. Ho intiepidito il latte, e sciolto il miele. Ho messo il liquido sul lievito madre e iniziato ad impastare aggiungendo pian piano la farina. Ho unito l’olio e continuo ad amalgamare bene il tutto. Deve venire un impasto morbido. Copro con un canovaccio e metto a lievitare in un posto tiepido e lontano da correnti d’aria. La lievitazione con pasta madre è un po’ più lenta, quindi io ho impastato il tutto la sera e lasciato a riposo tutta la notte. Il mattino dopo ho rilavorato l’impasto aggiungendo le gocce di cioccolato, e lascio rielievitare per un paio d’ore. Divido poi l’impasto in piccoli panini, li sistemo su una teglia rivestita di carta forno, e copro con canovaccio e lascio riposare ancora un’oretta. Spennello la superficie con latte in cui ho sciolto un a puntina di miele, e spolvero con un po’ di zucchero. Inforno in forno preriscaldato statico a 180-200° C per circa 20 minuti. Sforno e lascio raffreddare.
Una volta freddi posso congelare quelli che restano e scaldarli poi la mattina per colazione.

pangoccioli light 

20 giugno 2014

Gnocchi con rucola, patate, su fonduta di stracchino

Gnocchi con rucola, patate, su fonduta di stracchino

Sono nel periodo che ho voglia di trovare il giusto impasto, equilibrio, per gli gnocchi. E dire che da bambina non mi piacevano proprio questi fatti con le patate. Certo non ho proprio scelto il periodo giusto visto che oramai patate vecchie non ci son quasi più... ma vabbé, vediamo che riesco a pasticciare. Idea gnocco è anche per usare la rucola. A me piace moltissimo, ma a volte il suo gusto un po' forte potrebbe dar fastidio, soprattutto ai bambini, mentre il dolce della patata attutisce molto, addolcisce il sapore forte. Così eccomi nel pomeriggio di fine primavera a impastare veloce veloce gli gnocchi con la rucola nell'impasto, e conservo solo qualche fogliolina da aggiungere a crudo nel condimento e per guarnire.

Ingredienti
  • 500 gr di patate
  • 1 uovo
  • farina q.b.
  • noce moscata
  • 2 mazzetti di rucola
  • qualche foglia di basilico
  • panna
  • stracchino
  • sale e pepe
Cuocio la patata al microonde, ma si può anche bollire. Lavo e sbollento per pochi minuti la rucola, ma non tutta, ne lascio un pochino da parte da tritare a coltello con il basilico per guarnire e profumare. Tolgo la rucola dall'acqua bollente salata con una schiumarola. Metto da parte l'acqua che userò per bollire la patate e poi gli gnocchi. Strizzo la rucola e la trito con il coltello e la metto in una ciotola. Schiaccio la patata con schiacciapatate, la mescolo con il trito di rucola, metto un uovo, aggiusto di sale, e grattugio un po' di noce moscata. Inizio ad impastare e aggiungo farina poco alla volta fino a quando non raggiungo la consistenza desiderata, lavoro velocemente e non impasto troppo a lungo per non dare consistenza collosa. L'impasto non deve diventare duro, son gnocchi di patate, quindi devono restare morbidi ma non appiccicosi. Inoltre troppa farina rovinerebbe il gusto, gli gnocchi migliori sono quelli dove non si sente il gusto e si usa pochissima farina. Una volta raggiunta la consistenza desiderata procedo con la lavorazione, creo dei cordoncini, li taglio a tocchetti e modello gli gnocchi pigiando con un dito sul piano di lavoro. Posso anche farli rigati passandoli sui rebbi di una forchetta o usando l'apposito attrezzo (il pettine infarinato) schiacciando un pochino con un dito. Lasciar asciugare gli gnocchi per una ventina di minuti, in questo modo di asciugheranno e manterranno al forma anche in cottura. Li ho cotti nell'acqua di cottura della rucola, e li scolo con mestolo forato quando vengono a galla, trasferendoli direttamente nella padella con il condimento.
Per il condimento metto 4 cucchiai abbondanti di panna in una padella capiente (un bel saltapasta), aggiungo lo stracchino e faccio sciogliere, quando pronto faccio saltare gli gnocchi, li faccio amalgamare molto bene con il condimento. Aggiusto di sale e pepe e guarnisco con il trito di rucola e basilico. Servo ben caldo,

18 giugno 2014

Torta latte, hot milk sponge cake

Torta latte, hot milk sponge cake


Cercavo la ricetta di un dolce che mi permettesse di usare il latte, e capito su questo blog che posta la ricetta di questo dolce tratta dal testo di Tish Boyle, The cake book. Sono incuriosita dal titolo del post e lo leggo tutto. La ricetta mi sembra interessante, anche se non mi fa usare tutto il latte che dovevo far fuori (e che saranno poi le galettes ad aiutarmi nello scopo), però decido di farla. Conosco la sponge cake e solitamente sono piene di burro. Questa invece mi sembra di consistenza più leggera, e poi viene paragonata alla japanese cheesecake che ho adorato, quindi ingredienti alla mano, pronti e via... si impasta.
Realizzazione veloce e semplice direi.
All'assaggio neutro, ossia torta senza alcuna crema di accompagnamento o salsa, è molto buona, leggera, spugnosa ma senza risultare grassa o stucchevole. I bimbi l'ameranno, ed è un'ottima merenda. Direi che può essere anche usata da farcire, proprio come fosse un pan di spagna con il pregio che non necessita di una bagna vista la consistenza più spugnosa e umida e non secca tipica del pan di spagna appunto. Io ho poi sperimentato, da buona golosa, di accompagnarla con del cioccolato fondente, cioccolato al latte, ho mischiato anche i due cioccolati, o cioccolato fondente volendo un po' salato. Buonissimo il contrasto. Ci sta anche bene un coulis di fragole o lamponi, a seconda se si vuole un gusto può asprigno e pungente o più dolce. La prossima volta la farò aromatizzata al limone. In questa versione alla vaniglia è buona come chiusura pasto, a merenda e a colazione, e con il tè del pomeriggio... Sono solo indecisa se mi piace di più tiepida o a temperatura ambiente.


Ingredienti

  • 120 g di latte fresco intero 
  • 60 g di burro 
  • 165 g di farina debole (io ho usato un tipo 0 per dolci e pasta)
  • 6 g di lievito per dolci 
  • 165 g di zucchero 
  • 3 uova medie a temperatura ambiente 
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 1 pizzico di sale
 Ho setacciato e mescolato insieme gli ingredienti secchi, le polveri. Ho scaldato il latte con il burro. Ho montato le uova in planetaria, aggiungendo poco alla volta lo zucchero, fino a triplicare il loro volume e ottenere un composto chiaro e spumoso. Unisco delicatamente le polveri, in tre volte, o in planetaria (velocità minima), o con una spatola con un movimento delicato dal basso verso l'alto. Unisco i liquidi, ancora caldi, sempre delicatamente. Metto tutto il composto in una tortiera da 22 cm foderata da carta forno, inforno a 175° C per circa 25-30 minuti. Lascio raffreddare dentro il forno con lo sportello aperto. Infine sposto la torta su una griglia o su piatto di portata.

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