6 giugno 2014

Fiordilatte con note alla lavanda

Fiordilatte con note alla lavanda

fiordilatte alla lavanda

Latte in scadenza... che fare? Ed ecco qui l'idea golosa adatta a tutti e resa particolare dall'infusione della lavanda. Giusto per chiudere in bellezza un pranzo festivo.
Non so perchè ma faccio pochi dolci al cucchiaio, devo rimediare, in fondo mi piacciono e anche molto.
Così nel giro di circa mezz'ora pronti i budini fiordilatte in forno a cuocere nel bagnomaria, di primissima mattina (rilassata, calma e senza far nulla proprio non ci so stare, sembra...), così hanno il tempo di raffreddarsi e saranno pronti per essere mangiati come dolce di fine pasto, ovviamente con la immancabile Sister. Normalmente questi budini si servono con il caramello che vien messo direttamente negli stampi e, poi, rovesciando il fiordilatte nel piatto, cola giù. Alclassico caramello ho preferito aggiungere, come topping, un filo di miele dorato alla lavanda di provenza Io non ho fatto il caramello e ho preferito aggiungere dopo un filo di miele alla lavanda... una bontà, una vera golosità! Per trovare questo miele sono andata fino ad una sagra di mieli, e lo cercavo a dire il vero per un'altra preparazione, ma già che c'ero l'ho provato anche qui. I budino con il caramello sono golosi, ma vi assicuro che il fiordilatte profumato alla lavanda con questo filo di miele acquista una marcia in più, una nota particolare, un carattere speciale. In più lavanda chiamava lavanda... una vera raffinatezza poetica, se me lo concedete...


Ingredienti

  • 500 ml di latte
  • 3 uova
  • 125 g di zucchero
  • un cucchiaino di fiori di lavanda
  • miele alla lavanda
  • un pizzico di sale
Faccio bollire il latte con un cucchiaino di fiori di lavanda in infusione, lascio a fuoco minimo per pochi minuti e poi spengo e lascio intiepidire.
In una ciotola amalgamo con cura lo zucchero con le uova e un pizzico di sale. Filtro il latte, con un colino, dai fiori di lavanda, e poco alla volta lo verso sulle uova sbattute, mescolando per amalgamare bene gli ingredienti.
Ora posso scegliere se usare uno stampo grande o stampi più piccoli, monoporzione. 
Se si vuole usare il caramello bisogna metterlo ora negli stampi.
Filtro con il colino il composto di uova e latte e lo verso negli stampi. Metto a cuocere a bagnomaria (prendo una teglia dai bordi alti, sistemo gli stampi, e verso acqua fino a circa metà altezza degli stampini) per 40-45 minuti in forno a 160° C (io sono partita da un bagnomaria freddo quindi ho lasciato i budini quasi un'ora). 
Quando i budini saranno cotti li faccio raffreddare prima di metterli in frigorifero per due ore, almeno.
Servo i fiordilatte freddi: li rovescio nei piatti e guarnisco con un filo di miele dorato alla lavanda.
Per chi non gradisce il miele, vi assicuro che questi fiordilatte sono buoni anche nella loro semlicità.
fiordilatte alla lavanda

 

5 giugno 2014

Piadine light... senza grassi, soffici e leggere

Piadine light... senza grassi, soffici e leggere


Ieri sera in casa c'era bisogno, e sottolineo bisogno, di comfort food causa giornata molto, ma molto difficile… Si sente parlare molto di questo comfort food, ma che cos’è? Cosa si può definire cibo consolatorio, cibo di conforto? Un sapore, una ricetta che ci fa stare bene, che ci coccola, che ci scalda, che ci ricorda un momento… un momento casalingo, un ricordo d'infanzia, ricorda casa… ma non solo...
Ebbene qui in casa di comfort food ne abbiamo diversi, ma stasera ci siamo concesse piadine casalinghe, condivise anche con la cara Sister, che era da un po che le voleva ma sostiene di non poterle mangiare… ma queste sì…
Per questo nuovo impasto ho pensato di usare l’acqua di governo delle mozzarelle, in fondo se ho fatto la pasta, e poi il lievito/pasta madre, anche le piadine devono venire.
Così oggi pomeriggio impasto: farina, acqua di coltura di mozzarella di bufala, e bicarbonato, niente sale e niente grassi.
Conclusione, non solo le piadine sono venute, ma sono leggerissime, soffici e buone. Qui le hanno divorate.

Ingredienti

  • 250 gr di farina per pizza e pane
  • 5 gr di bicarbonato
  • acqua coltura di mozzarella
  • per farcire salmone, prosciutto, mozzarella, squacquerone, stracchino…

Impasto la farina con il bicarbonato e l’acqua di coltura della mozzarella fino ad ottenere una pasta morbida, e lascio riposare coperta da un canovaccio in una ciotola. Divido poi la pasta in 4/8 palline di pasta (a seconda di quanto grande voglio la piadina) e lascio riposare ancora un po’ coperte da canovaccio. Nel frattempo mi preparo i ripieni e metto a scaldare una padella antiaderente. Stendo la pasta in sfoglie sottili e metto, una alla volta, nella padella a cuocere. Quando inizia a gonfiarsi la giro, faccio cuocere ancora qualche minuto e poi farcisco e servo. Attenzione che la padella sia ben calda, e poi lasciare a fuoco medio in questo modo non si brucerà e cuocerà bene.

2 giugno 2014

 Bāozi e Jiaozi  con verdure al vapore... ovvero i ravioli cinesi

Bāozi e Jiaozi con verdure al vapore... ovvero i ravioli cinesi


E' da un po' che provo a rifare a casa i ravioli di verdure al vapore. Affascinata dai film orientali in cui si vedono scene di preparazione culinarie, dei veri e propri rituali, scanditi da ritmi e gesti ben precisi, il tutto in un'armonia particolare che viene ricercata anche nei sapori e nelle pietanze. Ricerca di una pace e un equilibrio, essere zen. Passerei ore a vedere quelle immagini scorrere sul mio video, e non mi stanco nemmeno dalla lentezza della ripresa che si attarda sui particolari: coinvolge a tal punto che la storia quasi passa in secondo piano. Ma sto divagando sulla poesia che trovo in quelle immagini, e a volte anche nel poco di letteratura orientale che ogni tanto mi concedo. Comunque da amante della cucina orientale, che conosciamo qui in occidente, quindi parlo della cucina ricca cantonese, e memore dei film visti, mi sono più volte chiesta se sarebbe stato difficile rifare in casa alcuni dei piatti che prediligo. Ho iniziato così a documentarmi e a sperimentare finché, visitando il Salone del Libro di questo anno, nella miriade di libri, mi salta in mano La cucina vegetariana cinese di Jack Santa Maria. Mi incuriosisce, lo sfoglio, e decido di approfondire portandomelo a casa. L'autore racconta ricette dell'oriente vegetariano, un oriente popolare, magari anche povero, ricette che riflettono l'etica del Taoismo e del Buddismo, con cenni storici e linguistici. Ed eccomi ora a ricercare l'armonia, l'essere zen, la pace e la tranquillità, nel farmi assorbire dalla preparazione di questi ravioli.
La cottura che io preferisco è quella al vapore, molto veloce e leggera. Quasi tutta la cucina cinese si basa su preparazioni con cottura veloce per non alterare le proprietà degli alimenti (che una lunga cottura farebbe perdere), anche se magari la preparazione di alcune pietanze risulterà più laboriosa. Una curiosità  che avevo sempre avuto, magari mangiando nei ristoranti orientali, era proprio la differenza tra i diversi ravioli, ed ecco che grazie a questo libro mi viene anche spiegato l'etimologia dei nomi dati ai piatti.
La differenza sostanziale tra questi due tipi di ravioli è nel tipo di pasta impiegato, anche perché per il ripieno ho usato lo stesso per entrambi: il bāozi viene fatto con pasta lievitata, mentre lo jiaozi è un impasto semplice senza uova né lievito e la sfoglia è più sottile (che io ho arricchito con della lecitina di soia, ma è stata una mia libera iniziativa non scritta nel testo). Rispetto alle ricette del testo, io non ho usato il vino di riso, che si può sostituire con cherry secco, in quanto non avevo né l'uno né l'altro.

Ingredienti per jiaozi
  • 200 gr di farina
  • 1/2 cucchiaino sale
  • acqua
  • 2 cucchiaini di lecitina di soia (mia aggiunta)
ingredienti per bāozi
  • 3 cucchiaini di lievito secco
  • 1 cucchiaino di zucchero grezzo (io ho usato il miele)
  • 450 gr di farina
  • acqua tiepida
ingredienti per il ripieno di verdure
  • 1 cipolla finemente tritata
  • 2 cucchiai di olio (io ho usato extravergine d'oliva)
  • 1-2 cucchiaino di zenzero tritato fine
  • 2 cucchiai di salsa di soia
  • 500 gr di ortaggi misti ( io ho usato cavolo verza e carote)
  • cherry secco o vino di riso per sfumare (io non l'ho usato)
Ingredienti per salsa accompagnamento
  • salsa di soia
  • paprika (io ho scelto quella piccante)
  • zenzero
Per i ravioli bāozi (fagottini di ortaggi): ho versato in una ciotola 225 ml di acqua tiepida, vi ho sciolto il miele e il lievito e lasciato riposare fino al raddoppio del volume. Ho messo la farina in una ciotola capiente e unito la miscela di lievito. Ho iniziato ad impastare e aggiunto acqua tiepida, gradualmente, fino ad avere una bella pasta morbida e duttile. Impasto bene, copro con un canovaccio, e metto a lievitare per un'ora in un luogo al riparo da correnti d'aria e tiepido.
Per i ravioli jiaozi (mezzelune farcite): ho setacciato la farina con il sale, ho aggiunto abbastanza acqua (circa 225 ml), in cui ho sciolto la lecitina di soia, da fare una pasta liscia e setosa. Ho impastato bene e coperto con un canovaccio.
Preparo il ripieno dei ravioli: metto l'olio in una padella con la cipolla e lo zenzero (la ricetta vuole che si mettano gli ingredienti in olio bollente, io preferisco stufarli, scottarli velocemente), aggiungo dopo pochissimi minuti gli altri ortaggi tritati, condisco con salsa di soia, e faccio stufare per pochi minuti.
A questo punto riprendo in mano gli impasti dei ravioli. Inizio con la pasta lievitata: la lavoro ancora un po', poi la divido in diversi pezzi e la stendo con il matterello per farne una sfoglia e, aiutandomi con un coppapasta, ne ricavo dei dischi. Metto al centro di ogni disco il ripieno (a seconda della dimensione del disco), sollevo poi i lembi della pasta riunendoli al centro e torcendoli un poco per tenerli uniti, oppure pizzico i quattro lembi al centro e creo dei fagottini.
Stendo anche la sfoglia dei jiaozi, stessa procedura, mi creo dei dischi di sottile sfoglia, al centro metto il ripieno e richiudo la pasta dando la forma di una mezzaluna, pizzicando bene i bordi. Posso anche sigillare i bordi inumidendo gli orli con un po' d'acqua. 
Ho fatto cuocere i ravioli per 10 minuti al vapore a fuoco vivo, nei castelli di bambù foderati con della carta forno bagnata (ma vanno benissimo anche delle foglie di verdure come lattuga, cavolo, etc, quelle esterne più dure), e servito caldissimi accompagnati da salsa di soia a cui ho mescolato succo di zenzero (ho schiacciato un pezzetto di zenzero fresco con lo spremiaglio) e paprika piccante.

29 maggio 2014

Lingue di gatto alla panna

Lingue di gatto alla panna


lingue di gatto

Che fare quando in cucina avanzano degli albumi? 

Bhè di certo non si buttano, gli albumi si possono conservare e congelare finché non viene in mente un modo per riciclarli, che non siano le solite meringhe o i macaron, che tanto van di moda... 

Ma se posso esser sincera, a parte la sfida di farli, perché davvero è una bella prova di pasticceria, poi non è che ne vado matta, ecco preferisco altri dolci.

Comunque modi per riciclare gli albumi ce ne sono molti, sia nel dolce che nel salato.

Uno dei tanti modi è preparare delle lingue di gatto, che sono dei deliziosi biscottini molto sottili e allungati che prendono il nome proprio da questa loro caratteristica.

Più che biscotti fanno parte di quella piccola pasticceria secca, le petit friandises, che di solito si servono accomagnando un tè, dei gelati, dei semifreddi, delle creme, cioccolata calda, delle mousse (mousse al caffè).... ma sono buonissimi anche da soli.

Dalle origini molto antiche, di cui però non si hanno notizie certe. Artusi ne parla nei suoi libri definendoli "biscottini per il tè". Negli anni Venti a Parigi il pasticcere della Les Halles ne sfornava tantissime durante il giorno, e le confezionava in scatole di latta, sulle quali vi era disegnato un gatto con gli stivali.

La preparazione delle lingue di gatto è molto semplice, pochi ingredienti, e richiede poco tempo. Nella maggior parte delle ricette viene usato il burro, ma in una delle mie tante ricerche e sperimentazioni ho trovato la variante con la panna, e devo dire che è diventata la mia preferita. La panna dona un gusto più delicato a questo biscotto.

Purtroppo devo dire che hanno un difetto... no due. Il primo è che finiscono subito: non ci si rende conto di mangiarli, sono biscottini leggeri, sottili e friabili, che si sciolgono quasi in bocca, però attenzione, quando dico leggeri intendo che sono lievi come piume, ma in realtà sono un concentrato di calorie e zuccheri. Il secondo difetto è che, proprio come le meringhe, risentono dell'aria, della temperatura e dell'umidità, quindi se non finiscono subito sarà opportuno conservarli in una scatola con chiusura ermetica.

Il segreto per preparare delle lingue di gatto perfette è nell’impasto, che deve risultare morbido, consiglio per dare la forma di mettere l'impasto in un un sac à poche con un beccuccio liscio e sottile. Appena sfornata, calda bollente, è possibile modellare la lingua di gatto, ma bisogna essere molto veloci, si possono creare delle spirali, dei castini, etc. 

A proposito io ho dimezzato le dosi, visto che avevo solo 100 gr di albume, e già così ne vengono quasi due teglie.

Ma ora non resta che mettere mano agli attrezzi, accendere il forno e preparare queste delizie giusto per l'ora del tè.


Ingredienti

  • 300 gr di farina 00 (io 0 e 00)
  • 300 gr di zucchero a velo (io vanigliato)
  • 200 gr albume
  • 250 ml di panna fresca liquida
  • qualche goccia di estratto vaniglia o vanillina
Preriscaldo il forno a 200° C, e rivesto le teglie con carta forno.
In una ciotola monto gli albumi a neve ben ferma.
In un'altra ciotola più grande monto la panna a neve ben soda.
Unisco le due masse montate, delicatamente.
Mescolo la farina con lo zucchero a velo, poi poco alla volta le unisco alle masse montate facendole scendere da un setaccio/colino e delicatamente le incorporo. Continuo fino a completare le polveri. Devo ottenere un composto morbido, filante e senza grumi.
Trasferisco l'impasto in un sac à poche a cui taglio la punta, posso anche mettere un beccuccio liscio e sottile. Formo le mi lingue di gatto direttamente sulle teglie formando delle strisce di impasto della lunghezza di 4-5 centimetri l’una, e le distanzio l'una dall'altra di circa 3 cm.
Inforno e lascio cuocere per circa 7, max 10 minuti. Devono rimanere chiare con solo i bordi  più scuri, dorati. Le tolgo dalla teglia appena sfornate e le lascio raffreddare.
Le lingue di gatto si conservano in una scatola sigillata.
 
 

26 maggio 2014

Mousse al caffè con cacao e lingue di gatto

Mousse al caffè con cacao e lingue di gatto

mousse al caffè con lingue di gatto

Oggi per chiudere in bellezza il pranzo della domenica ho voluto preparare questa deliziosa mousse al caffè, che ho conosciuto e apprezzato durante uno dei miei corsi di pasticceria/cucina. E' un dolce al cucchiaio non forte e non pesante e nemmeno stucchevole, che ho voluto rendere ancora più goloso aggiungendo una spolverata di cacao amaro e da questa piccola delizia della pasticceria chiamata lingua di gatto. Questi biscottini, fatti in casa ovviamente, mi permettono di riutilizzare immediatamente gli albumi avanzati dalla preparazione della mousse. La preparazione del semifreddo è abbastanza veloce, inoltre è possibile, anzi consigliabile farlo un giorno prima di servirlo, in questo modo, riposando, sarà migliore. E' comunque buona anche consumata subito. Ho usato questo dolce come un cafè gourmand, sostituendo il classico caffè di fine pasto. Il semifreddo, se per caso avanzasse, è possibile conservarlo nel surgelatore. Ovviamente la mousse al caffè non sarebbe indicata per i bambini, però ripiegheranno sulle lingue di gatto, e vi assicuro che non sentiranno la mancanza della mousse

 
Ingredienti per 4/6 coppette

  • 2 tuorli d'uovo bio
  • 50 gr di zucchero
  • 150 ml di panna da montare
  • 1 cucchiaino di zucchero a velo (facoltativo)
  • 1/2 cucchiaino di caffè solubile
  • 30 ml di caffè ristretto
  • cacao amaro in polvere e lingua di gatto per guarnire
Ho riscaldato il caffè in un pentolino con lo zucchero fino a quando quest'ultimo non sarà sciolto, allora tolgo il tutto dal fuoco e aggiungo il caffè solubile. Ho messo in una casseruola i tuorli con il caffè caldo, ma non bollente, metto la pentola a bagnomaria e con la frusta ho montato la crema. Passo la casseruola in acqua e ghiaccio senza smettere di montare, e raffreddo la crema. Ho montato la panna con il cucchiaino di zucchero a velo, e l'ho incorporata nella crema, poco alla volta.
Suddivido il semifreddo nelle coppette scelte e metto a riposare in frigorifero. 
Servo la mousse cospargendola con cacao amaro e una lingua di gatto.

23 maggio 2014

Mezz'ora e in tavola... pasta con pomodori e acciughe...

Mezz'ora e in tavola... pasta con pomodori e acciughe...

Ecco un condimento che si prepara mentre aspettiamo che la pasta sia al dente... E' colorato, gustoso, per gli amanti del pomodoro, e per i bimbi che vogliono "la pasta rossa". Se viene consumata solo da adulti, che amano il piccante, ben venga l'aggiunta del peperoncino magari in padella nell'olio freddo così scaldandosi rilascerà meglio le sue proprietà, e i sapori si intensificheranno. Il tutto sarà pronto in meno di mezz'ora. A proposito il sughetto è buono anche senza acciughe.

Ingredienti
  • 350-400 gr di pasta a scelta
  • 250 gr di pomodorini
  • 1 cipolla piccola
  • 8 filetti alici sott'olio
  • olio d'oliva (io extravergine)
  • sale, pepe e... peperoncino
Mentre aspetto che l'acqua per la pasta bolla, pulisco e affetto una piccola cipolla. Metto la cipolla e i filetti di alici e un filo d'olio in una padella, abbastanza capiente da poter contenere anche la pasta, a fiamma dolce. Lavo e taglio i pomodori grossolanamente, e li metto nella padella, e alzo il gas a fuoco medio. Faccio cuocere il condimento senza coperchio, allungando, quando serve, con l'acqua di cottura della pasta. Quando l'acqua della pasta arriva a ebollizione, butto la pasta e metto pochissimo sale, visto che nel condimento sono presente le alici, se serve aggiusto alla fine. Quando la pasta è quasi al dente, ossia quando manca proprio pochissimo, la scolo, tenendo da parte dell'acqua di cottura, e la metto nella padella con il condimento. Faccio completare la cottura della pasta in padella, così che si amalgami bene con il condimento e crei la giusta viscosità. Se noto che la pasta con il condimento si asciugano troppo, allungo con dell'acqua di cottura. Aggiusto di sale e pepe, e servo in tavola. 

20 maggio 2014

Trofie con pesto di fagiolini

Trofie con pesto di fagiolini

Questo anno mi sto dedicando a provare i pesti. Hanno molti vantaggi, sono veloci da fare, sono freschi, gustosi, sono piatti bilanciati, completi e se vogliamo anche leggeri. Inoltre in questo modo cerco di far mangiare le verdure verdi a mia figlia, e le introduco nell'alimentazione la frutta oleosa con tutte le sue proprietà. Chi di noi, che ha figli, non ha avuto periodi in cui cibi assunti fino a poco prima improvvisamente non lo mangiano più, e senza una ragione. Non sto parlando di qualcosa che potrebbe contenere elementi che possono dar fastidio all'organismo, non siamo tutti uguali e reagiamo in modo differente soprattutto in un campo così particolare come il gusto. Ma quando il problema è legato al colore, bhè in questo caso, mi spiace, ma cerco l'escamotage per introdurlo, anche se in piccole quantità, nella dieta della mia amatissima figlia.
Oggi ho trovato al mercato dei fagiolini bellissimi, freschissimi e teneri. Li compro, li porto a casa, li pulisco, e li faccio bollire. Una parte la metto via, e con l'altra ne faccio un bel condimento per la pasta. Il pesto fatto con fagiolini, mandorle, pinoli, olio e parmigiano, e una girata di pepe, è una favola: dolcissimo. Inoltre, anche se ho usato il minipimer, non ho frullato stile omogeneizzato, ma lascio la frutta secca un po' granulosa, mi piace che si senta e che abbia anche l'aspetto di un pesto fatto al mortaio.
Per la cronaca, ovviamente, appena mia figlia vede il piatto protesta... poi riesco a convincerla ad assaggiarla e ammette che è buono e ne mangia un po'...


Ingredienti
  • 350-400 gr di fagiolini (mi piace che ci sia il condimento)
  • una manciata di mandorle 
  • una manciata di pinoli
  • 30 ml di olio extravergine d'oliva (anche meno se allungate con acqua cottura pasta)
  • sale e pepe
  • qualche foglie di basilico fresco (quello del mio balcone prima che...)
  • parmigiano grattugiato
  • 400 gr di trofie
  • acqua di cottura della pasta
Ho pulito e lessato i fagiolini, quando sono pronti li scolo e li metto da parte.
Porto dell'acqua salata all'ebollizione e ci cuocio la pasta. Nel frattempo metto nel bicchiere del minipimer i fagiolini, il basilico, le mandorle, i pinoli, l'olio, e frullo. Allungo con l'acqua di cottura della pasta, aggiusto di sale e pepe, e infine amalgamo il parmigiano.
Quando la pasta è cotta, la scolo, tenendo da parte dell'acqua di cottura, e la condisco con il pesto. Se serve allungo con dell'altra acqua, un filo di olio se fosse necessario o per guarnire il piatto. Aggiusto di sale e pepe. Impiatto e per chi gradisce spolvero con altro parmigiano.

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