2 maggio 2016

Un altro anno è passato... un buon compleanno...

Un altro anno è passato... un buon compleanno...


Un altro anno è trascorso, ed eccomi a preparare torte per festeggiare il compleanno della mia adorata bimba. Si festeggia a casa e a scuola naturalmente.
Per scuola preparo una torta semplice che possa andare incontro al gusto di tutti i bambini e che sia facile da mangiare con le mani, senza sporcare troppo loro stessi e la classe, sana e leggera. Mentre per i festeggiamenti a casa il discorso cambia.
Ho chiesto, così, alla mia piccola che torta avrebbe gradito non solo per quanto riguarda gli ingredienti, ma facendola anche scegliere da un libro del maestro Renato Ardovino, Il cake design, il dito le è cascato su due torte spettacolari "classiche" in particolare: una con fragole e l'altra con mirtilli, ingredienti base, diciamo. Purtroppo non essendo ancora stagione di mirtilli locali, la scelta è stata per forza sulle fragole: quindi la bluberry cake, è stata modificata in strawberry cake, inoltre la ricetta originale della torta è state un po' modificata, soprattutto nella farcitura della crema, diciamo alleggerita. Ma il bello delle ricette è anche questo, poterle personalizzare, no?
Normalmente per lucidare la frutta nelle crostate o di guarnisione, viene usata la gelatina alimentare o gelatina di albicocche. Personalmente non amo la gelatina alimentare (di origine animale) così mi metto alla ricerca di alternative, e le trovo sul sito di greenme.it. Le alternative sono, come dicevo, la gelatina di mele o di albicocche, oppure della confettura di albicocche stemperata con un po' di acqua e frullata, oppure ancora mischiare acqua, zucchero e fecola (o maizena). Io ho scelto questa ultima soluzione, dato che dovevo solo lucidare delle fragole fresche e non volevo aggiungere degli altri aromi, anche se leggeri, dati dalle gelatine di frutta.
Il lavoro è stato premiato: la mia piccola era radiosa, non solo per la presentazione, ma ha gradito molto anche mangiarla, tanto che una fetta, vi assicuro, non piccola perchè è una torta cheviene alta, 2 o 3 strati volendo, non le bastava, voleva il bis...
C'è soddisfazione più grande per una mamma? non credo... questi sono i regali che ci facciamo, quelli che "vanno da cuore a cuore, e sono unici, di uguali non ce ne sono"... questo è quello che sto cercando di trasmettere... chissà...
Ma bando alle chiacchere e torniamo alla ricetta...


Ingredienti
Per la base
  • 480 gr di farina
  • 100 gr di fecola di patate (o amido mais, ma io preferisco fecola)
  • 380 gr di zucchero semolato
  • 4 uova bio
  • 300 gr di fragole frullate
  • 300 gr di burro morbido
  • 16 gr di lievito per dolci
Per la farcitura
  • 600 gr di ricotta
  • 300 gr di zucchero
  • 100 gr di fragole fresche
Per le meringhe
  • 100 gr di albumi
  • 120 gr di zucchero a velo
  • 100 gr di zucchero semolato
Copertura e decorazione
  • 200 ml di panna fresca
  • 300 gr di granella di meringa
  • fragole fresche
  • 3 gr di fecola patate
  • 15 gr zucchero
  • 50 gr acqua

Parto col fare le meringhe. In una planetaria monto gli albumi con lo zucchero a velo, quando il composto ha raggiunto una consistenza spumosa aggiungo poco alla volta la restante parte di zucchero continuando a montare. Metto il composto in un sac à poche con beccuccio a stella e faccio ciuffi dal diametro di 4-5 cm su una teglia foderata con carta forno. Cuocio in forno preriscaldato a 90°-95° C per circa 90 minuti. ho anche lasciato la porta del forno leggermente aperta per far uscire l'umidità, mettendo a fermo una presina da forno nella porta.

Preparo la base della torta. In un contenitore monto metà dello zucchero con il burro ammorbidito e in un altro contenitore il restante zucchero con le uova. In una ciotola mescolo la farina, la fecola di patate e il lievito. Aggiungo il composto montato di burro e zucchero a quello di uova. Incorporo le fragole frullate e, infine, le polveri setacciate, mescolando con delicatezza dal basso verso l'alto. Imburro due teglie da 30 cm di diametro e verso un terzo dell'impasto in una teglia e i restanti due terzi nell'altra. Faccio cuocere l'impasto più alto in forno preriscaldato statico a 170° C per circa 30 minuti, quello più basso per circa 20 minuti.

Per la farcitura lavoro la ricotta con lo zucchero e la rendo cremosa, se serve posso aggiungere o del latte o della panna. Farcisco la torta con la ricotta e aggiungo le fragole tagliate a pezzetti.

Per la copertura: monto la panna senza zucchero. Spatolo la panna montata sulla torta. Sbriciolo le meringhe in granella, e le faccio aderire alla superificie di panna.
Preparo la lucidatura delle fragole: in un pentolino metto l'acqua, la fecola e lo zucchero. Faccio scaldare il composto facendo scogliere bene lo zucchero ma senza portare a ebollizione. Quando il liquido si sarà rappreso lo tolgo dal fuoco e lo faccio raffreddare un po', sempre mescolando, prima di spennellarlo delicatamente sulle fragole.

Torte di carote... senza grassi 


Questa è una ricetta dello chef Simone Rugiati che ho preso durante la sua trasmissione Food Maniac, ricetta per una colazione. Semplice, sana, golosa... Ed è stata la torta di compleanno per festeggiare a scuola, anche per un discorso di praticità nel trasporto e nel consumarla in classe. Di sicuro poi avrebbe trovato il gusto di tutti, grandi e piccoli.

Ingredienti
  • 150 gr di mandorle (o farina di mandorle)
  • 150 gr di zucchero semolato
  • 1 scorza di limone
  • 300 gr di carote pelate
  • 4 uova bio
  • 50 gr di farina 00 (io uso la 0)
  • 1 bustina di lievito
  • burro per gli stampini o teglia
Frullo le mandorle con lo zucchero, sul quale ho grattugiato la buccia di limone, e tengo da parte. Pelo e pulisco le carote e le taglio grossolanamente. Frullo le carote e le uova insieme, e unisco tutti gli impasti aggiungendo anche la farina e il lievito setacciati. Imburro la teglia, o gli stampini monoporzione (questi li riempio per 3/4). Cuocio in forno già caldo statico a 160° C per 8/10 minuti e poi alzo la temperatura a 180° C e cuocio per un'altra mezz'ora. Sforno e faccio poi raffreddare prima di servire.

11 aprile 2016

Una tranquilla oziosa Pasquetta...

Una tranquilla oziosa Pasquetta...


Una Pasquetta oziosa, ma non per questo meno golosa. 
Ho tantissimi albumi avanzati dalla preparazione delle pastiere, e sinceramente non ho molta voglia di farci dei dolci, così, visto che a Pasquetta si mangian uova, perché non farci delle crêpes che van bene sia da antipasto che da dessert? Per di più queste crêpes di albumi sono leggerissime, se sembran troppo pallide basterà aggiungere della curcuma all'impasto. Mia figlia ne va pazza, letteralmente pazza. In effetti son più leggere. 
Le crêpes di antipasto le ho farcite con salmone, caprino e ricotta (il ripieno dei ravioli) profumato con erba cipollina.
Si continua poi con dei ravioli di magro conditi con del sugo di pomdori freschi. Questi ravioli li ho mangiati la prima volta da una mia zia nel Cilento, ed eran deliziosi, delicati e profumati. Peccato non riuscire a trovare anche qui gli stessi formaggi per il ripieno, ancora fatti in modo artigianale. Qui mi sono accontentata e arrangiata con qualcosa di simile: del caprino fresco, freschissimo, cosicché non abbia il gusto caratteristico un po' forte e pungente che di solito hanno i formaggi di capra, e lo ammorbidisco con un po' di fior di ricotta vaccina (ideale sarebbe stata un po' di ricotta di bufala). La sfoglia per i ravioli è stata fatta usando solo gli albumi. È una pasta che va lavorata per renderla elastica, e poi va fatta risposare prima di stenderla e farcirla. Per far apprezzare il ripieno della pasta faccio un semplice sugo con dei pomodori datterini confit con origano e basilico e frullati. A discrezione se aggiungere alla fine sulla pasta condita il parmigiano, servito "a parte". Per divertirmi ho fatto anche tre ravioloni a forma di teiera e tazze da tè... Chissà per il mio blog? Un omaggio ad "Alice nel paese delle meraviglie" a cui si è appassionata mia figlia, e che anticipa la sua torta di compleanno alla quale sto già lavorando? Chi lo sa....
Per dolce, visto che si deve chiudere in crescendo, prendo la crêpes e la farcisco con una crema di ricotta, zucchero, e cioccolato fondente, e la ricopro di cioccolato fondente fuso...
Dopodiché tutti a oziare sul divano... 
Naturalmente la giornata non poteva finire se non con una cena leggera ma golosa. la mia bimba mi ha richiesto un risottino con ortiche (io ho sembre quelle secche in barattolo ermetico in dispensa), ma per renderlo speciale ho preso in prestito un'idea dello chef Simone Rugiati, per un suo risotto alla zucca, in cui aveva dato una nota croccante e gustosa facendo del crumble con la crosta del parmigiano (che è edibile e sapida). Io già uso la crosta del parmigiano a sciogliere nelle zuppe per dar sapore, ma questa idea mi è piaciuta molto e mi permette di utilizzare le croste anche nel periodoin cui non cucino zuppe calde. Inoltre aggiunge questa nota croccante, saporita e piacevole, inaspettata.

Crêpes di albumi dolci e salate

Ingredienti
  • 150 gr di albumi bio
  • 75 gr farina (io tipo 0)
  • 100 ml di latte
  • 1 pizzico di sale
  • Burro per ungere la padella
Ho preparato la pastella delle crêpes mescolando prima gli albumi con il latte e un pizzico di sale. Quando gli albumi son belli rotti e mescolati col latte, aggiungo la farina. Mescolo fino a creare una bella pastella liscia e senza grumi. Copro la scodella con della pellicola e metto a riposare in frigorifero.
Riprendo la pastella pochi minuti prima di dover cuocere le crêpes.
Metto una padella antiaderente sul fuoco, la imburro leggermente, e poi verso un sottile strato di pastella. Quando la pastella si rapprende e si stacca dal fondo è ora di girarla. 
Attenzione che queste crêpes restano pallide. Quando pronta la farcisco col ripieno fatto di salmone affumicato, caprino e ricotta mescolati, sale, pepe e erbette cipollina. Chiudo la crêpes farcita e servo subito. 
Nel caso in cui le preparassi prima e le servissi più tutte insieme, procedo alla cottura di tutte le crêpes e le tengo al caldo fino al momento di servire.

Ravioli

Ingredienti per 2 persone
  • 75 gr di albumi bio
  • 150 gr di farina 0 e semola rimacinata
  • 1 cucchiaio d'acqua tiepida (se serve)
  • 1 pizzico di sale
  • 180 gr caprino fresco
  • 50 gr fior di ricotta vaccina
  • 1 pizzico di sale 
  • Pepe
Ho impastato le farine con gli albumi, e se serve aggiungo un po' di acqua tiepida. impasto a lungo per rendere la pasta elastica, e poi la metto a riposare coperta da pellicola. Mi preparo il ripieno dei ravioli mescolando il formaggio caprino con la ricotta, sale e pepe. Lavoro bene il ripieno per renderlo bello morbido.
Lavo bene i pomodori, li metto in una teglia da forno, condisco con olio, sale (grosso), basilico e origano, e metto in cottura in forno ventilato a 200 C circa per una ventina di minuti. Poi metto i pomodori e il succo di cottura in un bicchiere del frullatore e frullo il tutto. Metto da parte per condire i ravioli.
Riprendo la pasta, la lavoro ancora un po' sul piano e poi procedo a stenderla in modo sottile, metto il ripieno con il cucchiaino, richiudo con altra sfoglia e ritaglio e chiudo bene i ravioli. Se non si consumano tutti subito, si possono anche congelare senza cuocerli prima, e poi al bisogno buttarli direttamente nel'acqua in ebollizione.
Faccio bollire i ravioli in acqua salata e condisco con la salsa al pomodoro appena fatta. Aggiusto di sale e pepe e impianto. A parte servo anche del formaggio grattugiato, per chi non ne può fare a meno. Personalmente io li preferisco senza aggiunta di formaggio grattugiato, in cui percepisco bene la particolarità del ripieno che viene anche esaltato dalla salsa al pomodoro confit.


Riso con ortiche e crumble di parmigiano

Il risotto con le ortiche lo faccio spesso, qui la variante è data da questo crumble di crosta di parmigiano, che le dà la nota croccante gustosa, e anche... inaspettata...

Ingredienti
  • 4 cucchiai di ortiche essiccate
  • 1 cipolla piccola tritata
  • 2 cucchiaini di zenzero
  • 350/400 gr di riso baldo (o comunque un riso a chicco tondo per risotti)
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • Sale, pepe
  • Acqua calda q.b. (o brodo vegetale)
  • Parmigiano grattugiato
  • crosta di parmigiano
  • 2 cucchiai olio
  • Una noce di burro
Ho pulito e tritato finemente una cipolla, messa in un tegame con olio, burro, zenzero e le ortiche essiccate e un po' di acqua. Ho fatto appassire a fuoco basso. Quando la cipolla è trasparente sfumo col vino bianco, e appena evapora, aggiungo il riso e lo faccio tostare. Allungo poi il tutto con acqua calda, o del brodo vegetale (o di carne), in cui ho sbollentato anche la crosta di parmigiano, e aggiusto col sale grosso integrale. 
Prendo la crosta di parmigiano ammorbidita e la taglio a cubetti piccoli che metto poi a rosolare, prender colore e rendere croccanti in una padella antiaderente, e metto da parte.
Quando il riso è cotto aggiusto di sale e pepe, tolgo dal fuoco, metto il parmigiano e chiudo con coperchio per un paio di minuti. Dopodichè tolgo il coperchio e mescolo bene, in questo modo ottengo una bella mantecatura. Impiatto il risotto, metto il crumble di crosta di parmigiano eservo in tavola spolverizzando con una macinata di pepe nero.

6 aprile 2016

Riso con ortica su cestino di parmigiano

Riso con ortica su cestino di parmigiano

Questo è uno dei risotti che mia figlia preferisce, e a dire il vero piace molto anche a me. La preparazione è abbastanza semplice e per chi preferisce al posto dell'acqua calda (versione leggera) si può usare del brodo vegetale o di carne. L'ortica essiccata è molto comoda da usare, già prnta bella e pulita, io di solito la faccio scaldare insieme alle spezie per ammorbidira e tirarne fuori il suo sapore. attenzione a non usarne troppa perchè il gusto è un po' forte e potrebbe non essere gradito a tutti.
Per divertirmi e cambiare un po' ho provato a fare un cestino di parmigiano e usarlo come contenitore per il risotto per l'impiattamento. Ovviamente ho mangiato tutto. La parte del cestino a contatto con il risotto si scalda e ammorbidisce, mentre il resto resta croccante.
Et voilà piatto pronto da servire.

Ingredienti
  • 4 cucchiai di ortiche essiccate
  • 1 cipolla piccola tritata
  • 2 cucchiaini di zenzero
  • 350/400 gr di riso baldo
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • Sale, pepe
  • Acqua calda q.b. (o brodo vegetale)
  • Parmigiano grattugiato
  • 2 cucchiai olio
  • Una noce di burro

Ho pulito e tritato finemente una cipolla, messa in un tegame con olio, burro, zenzero e le ortiche essiccate e un po' di acqua. Ho fatto appassire a fuoco basso. Quando la cipolla è trasparente sfumo col vino bianco, e appena evapora, aggiungo il riso e lo faccio tostare. Allungo poi il tutto con acqua calda, o del brodo vegetale (o di carne) e aggiusto col sale grosso integrale. 
Preparo la scodella di parmigiano: prendo una padella e faccio un fondo col parmigiano grattugiato, metto su fuoco medio alto, e aspetto che il formaggio si fonda e assuma un bel colorino dorato. Poi, mentre è ancora bello caldo bollente, lo metto su una scodella rovesciata per fargli prendere la forma.
Quando il riso è cotto aggiusto di sale e pepe, tolgo dal fuoco, metto il parmigiano e chiudo con coperchio per un paio di minuti. Dopodichè tolgo il coperchio e mescolo bene, in questo modo ottengo una bella mantecatura. Impiatto mettendo la scodella di parmigiano, il risotto dentro la cialda al parmigiano, e servo in tavola spolverizzando con una macinata di pepe nero (io ho trovato una varietà del Madagascar molto profumata e dal gusto intenso).


21 marzo 2016

Lamingtons...

Lamingtons...


Nuova sosta per le immaginarie gite scolastiche: stavolta si va in Australia!
Trovare un piatto tipico "aussie", compito non facile, anzi è una cosa praticamente impossibile: l'Australia, infatti, è un vero “melting pot”, un grande, meraviglioso contenitore di tante culture, lingue, tradizioni diverse.
Comunque, cercando cercando, alla fine trovo dei dolci considerati delle vere leccornie per grandi e piccini, che hanno addirittura, dedicata una giornata nazionale, diffusi in tutta l'Australia, e hanno una storia, delle storie, leggende da poter raccontare: i lamingtons.
Questi dolci devono il loro nome a Lord Lamington, governatore del Queensland dal 1861 al 1901. La leggenda vuole che la prima volta in cui siano stati serviti questi dolci fosse un giorno in cui il governatore portò il suo staff in una casa di villeggiatura per evitare il troppo caldo di Brisbane. Il cuoco francese Armand Gallad, preso in contropiede perché non aspettava ospiti e avvisato all’ultimo momento, decise di tagliare della torta del giorno prima in piccoli quadrati, di tuffarli nel cioccolato fuso e poi nelle scaglie di cocco che aveva a disposizione. Il dolce piacque talmente tanto agli ospiti del governatore che ne chiesero la ricetta. Siccome appunto sono leggende sull'origine di questi dolci, altri sostengono che siano nati sempre dal cuoco Gallad che per errore gli scivolò la torta nel cioccolato fuso…Ancora qualcuno attribuisce il nome alla moglie del governatore, ovvero Lady Lamington, ma la versione più buffa che ho letto è che l'idea dei dolcetti, legati per il nome sempre al governatore, furono ideati sulla base dalla forma del cappello che indossava sempre Lord Lamington!!!
Ma in sostanza, cosa sono questi lamington? Semplice: sono dei cubetti di torta della misura di 4cm per 4cm, ricoperti di cioccolato e cocco rapè, nella versione classica, ma si trovano anche farciti di creme o marmellate o confettura, meglio se di lamponi.
Si conservano per qualche giorno in frigorifero.
Ogni anno il 21 luglio si festeggia il National Lamington Day in tutta l'Australia.

Ingredienti
Per la torta
  • 200 gr di farina (oppure 150 farina e 50 fecola di patate)
  • 4 uova
  • 110 g di burro
  • 200 g di zucchero
  • 1 ½ cucchiaino di lievito per dolci
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 1 pizzico di sale (facoltativo)
Per la glassa
  • 75 g di burro
  • 250 ml di latte
  • 65/70 g di cacao amaro
  • 400 g di zucchero a velo
Copertura
  • 250 g di cocco rapè
Farcitura (facoltativa)
  • Confettura di lamponi, o crema al burro o creme a scelta…

Procedimento
Ci sono due modi per fare la torta, li riporto entrambi.
Io ho seguito le indicazioni del secondo procedimento.
La torta va fatta uno o due giorni prima per farla raffreddare bene prima di tagliare le forme dei dolci.

Monto il burro con lo zucchero e quando il composto sarà bello spumoso aggiungo un uovo alla volta fino ad ottenere una crema fluida. A questo punto incorporo la farina e il lievito setacciati insieme. Verso il composto in una teglia rettangolare imburrata e infarinata (o ricoperta con carta forno) e cuocio in forno preriscaldato statico a 180° C per circa 20 minuti (prima di sfornare controllo la cottura con uno stecchino).

Oppure...
Monto le uova con lo zucchero e la vaniglia, fino a quadruplicare il loro volume iniziale, aggiungo poi la farina con il lievito setacciati, mescolando delicatamente per non smontare il composto, e infine unisco il burro fuso. Verso il composto in una teglia rettangolare imburrata e infarinata (o ricoperta con carta forno) e cuocio in forno preriscaldato statico a 180° C per circa 20 minuti (prima di sfornare controllo la cottura con uno stecchino).

Quando la torta si è raffreddata la taglio in cubetti di circa 4 cm per lato e successivamente li conservo in frigorifero per alcune ore per farli rassodare, in questo modo saranno più facili da immergere nel cioccolato fuso.

Per preparare la glassa: setaccio lo zucchero a velo e il cacao in due ciotole diverse. In un pentolino faccio sciogliere il burro, aggiungo il latte, poi il cacao e successivamente lo zucchero a velo, mescolo continuamente per evitare la formazione di grumi.

A questo punto posso scegliere se farcire i cubetti di torta. Taglio a metà il quadretto di torta e stendo un velo di confettura di lamponi. Poi, prima che il cioccolato si raffreddi, passo ogni cubetto di torta prima nel cioccolato e dopo nel cocco rapè (farina di cocco), poi li appoggo su una gratella per dolci a scolare.

Prima di servirli li rimetto in frigorifero per poche ore, così che la glassa si addensi.

I lamingtons possono essere mangiati sia a temperatura ambiente che freschi da frigorifero.

14 marzo 2016

Festa spagnola a scuola...

Festa spagnola a scuola...

Nella scuola materna di mia figlia una delle materie per l'anno in corso è "un inizio di geografia". Ovviamente, vista la giovane età degli allievi, la materia viene affrontata in modo leggero e direi anche molto simpatico. Le maestre hanno inventato un personaggio, che gira il mondo e porta alla scoperta dei continenti, avvicinando così i bambini a usi e costumi dello stato prescelto. 
La prima sosta di questo viaggio immaginario la fanno, o meglio, la facciamo in Spagna! Eh sí, uso il plurale, perché in questa avventura siamo tutti coinvolti, anche noi adulti ad aiutare a preparare costumi e cibi tipici per la festa. Ovviamente mi presto per quanto riguarda l'aspetto culinario, è una gioia per me poter realizzare qualcosa per tante persone. Penso che questo sia un modo simpatico per appassionare dei bimbi piccoli a dei concetti che per loro sono ancora lontani e astratti, e di sicuro una festa in cui si mascherano, viene fatta una storia, e assaggiano, lascerà nei bimbi un piacevole ricordo. Inoltre trovo che sia bello un coinvolgimento delle famiglie in modo che ci sia una collaborazione costruttiva tra casa e scuola. 
Così eccoci all'opera: alcune mamme preparano nacchere con tappi di birra, ventagli e cappelli, e la sottoscritta si mette all'opera ai fornelli e forni per realizzare una paella versione bambini, e perché no, qualche dolcetto.
La paella, anche se versione bimbi, l'ho dovuta adattare con gli ingredienti che sono riuscita a trovare. Uso il termine adattare apposta perché prima di tutto ci manca il riso spagnolo, il riso bomba, un riso particolare dal chicco rotondo e piccolo e con poco amido, la cui caratteristica è quella che tiene la cottura, rimane bello sgranato e mettendoci a lungo a cuocere si impregna bene di tutti i sapori di questo piatto. Poi la paella deve il suo nome al recipiente della cottura una paellera appunto (padella) in cui vanno messi e aggiunti tutti gli ingredienti poco alla volta. È un piatto di origine povera. Come dicevo, non avendo riso spagnolo, ho usato un riso italiano che si assomiglia a quello spagnolo, ma siccome il nostro riso contiene dell'amido uso l'accortezza di lavarlo più volte per farglielo perdere e averlo così sgranato in cottura. Altra modifica che uso per i bimbi è quella di alleggerire il piatto, uso solo verdure, una salsiccia di maiale non speziata, e petto di pollo, e ovviamente le spezie ma non piccanti. Mentre cucino si sprigiona in casa un profumino appetitosissimo. Ovviamente il nostro riso ci mette molto meno tempo in cottura rispetto a quello spagnolo, e così ecco che in molto meno tempo si ha una paella. Mi sono poi presentata a scuola con tutta la pentola wok gigante (non avendo padellera mi sono adattata usando il mio wok) fumante, e le espressioni di tutti eran raggianti. Il responso finale è stato molto più che soddisfacente, la felicità è l'essere riuscita a incontrare il gusto di tutti, e la loro contentezza ripaga in un modo ineguagliabile. Lo rifarei già domani. E poi inutile dirlo, usare un pentolone gigante, cucinare per tanti, mi ha esso una gioia senza pari. Non pubblico qui la ricetta della paella perchè questa è la versione, come dicevo, adattata ai bambini, ma mi sono ripromessa di rifare a breve questo piatto.
Non mi piaceva l'idea di lasciare i bimbi e le maestre senza un dolce. Ovviamente per comodità di trasporto e fruibilità scolastica, non potevo fare un dolce al cucchiaio, così mi sono messa alla ricerca e ho trovato, tra le innumerevoli ricette, quelle delle magdalenas, delle tortine simili alla madeleine francesi, ma fatte con olio d'oliva o di semi (io ho usato un extravergine d'oliva molto leggero) tipiche della comunità di Aragona. Queste tortine vanno consumate una volta raffreddate, anzi il giorno dopo sono ancora più buone. 
Ho anche preparato una quesada della Cantabria, questo sembra un budino, un flan, e va servito tiepido. 
Entrambi i dolci sono molto profumati e ricchi di sapori. 
Scusate la prolissità dell'introduzione, ecco ora senza ulteriori indugi le preparazioni vere e proprie.

Quesada


Questo dolce, di cui esistono molte versioni di ricette (alcune di queste prevedono l'uso di un formaggio tipico della Cantabria), ricorda un po' un flan o alla lontana un clafoutis. E' profumatissimo, piacevole da mangiare, per nulla stucchevole, e va servito tiepido. Inoltre prepararlo è abbastanza semplice e veloce, e bisogna solo avere molta pazienza nella cottura.

Ingredienti

  • 3 uova
  • 150 gr di zucchero
  • 100 gr di burro morbido
  • 150 gr di farina 00 (io ho usato la 0)
  • 150 gr di yogurt naturale
  • 400 ml di latte
  • 1 pizzico di sale
  • zest di un limone
  • 1 cucchiaio di cannella

Ho grattugiato la zest di limone sullo zucchero, in modo che ne assorbisse gli oli essenziali. Ho aggiunto le uova ed iniziato a sbattere, unito il burro morbido sempre sbattendo, la farina, lo yogurt, il pizzico di sale e la cannella. Ho continuato a sbattere finché il tutto non si è amalgamato bene. Ho imburrato e infarinato uno stampo, meglio in ceramica o in vetro/pyrex, sconsiglio quelli a cerniera. Cuocio in forno preriscaldato statico a 180 C per 40-50 minuti. Attenzione in cottura il dolce si gonfia per poi abbassarsi e assestarsi man mano che si raffredda.
Ho guarnito con cioccolato fondente sciolto con poco latte e burro per renderlo lucido è servito tiepido.
Si può anche decorare con cannella o zucchero a velo.
Servo in tavola direttamente nello stampo.

Magdalenas

Questi sono dei dolci buonissimo, veloci ed economici da fare. Per ottenere delle ottime magdalenas è importante che tutti gli ingredienti siano a temperatura ambiente, se si vuole esagerare scaldare anche gli utensili che si useranno per evitare lo shock termico. Inoltre gli ingredienti sono pochi e semplici quindi importante che siano di ottima qualità. Se non esistono particolari intolleranze è consigliabile usare del latte intero: la differenza si sente!
Il passaggio essenziale che distingue le magdalenas dai muffin è il fatto che l'impasto deve essere il più possibile pieno d'aria, è necessario che le fruste lavorino le uova con lo zucchero almeno per 5 minuti, e, nonostante la presenza del lievito, richiede il riposo in frigorifero (alcuni consigliano riposo addirittura notturno, ma essenziale almeno 30 minuti...). Per i muffin di solito ci si limita ad una veloce unione degli ingredienti e poi si infornano direttamente. Il forno per la cottura delle magdalenas deve essere ben caldo: lo shock termico tra l'impasto freddo e il forno caldo renderà i dolci dei piccoli vulcani pronti ad esplodere. Prima di consumarle bisogna farle raffreddare bene. Si possono conservare in un barattolo ermetico, e il riposo conferirà loro un sapore unico.

Ingredienti

  • 350 gr di farina (io uso la tipo 0)
  • 200 ml di olio d'oliva dolce, o mais o girasole (io ho usato un oliva extravergine dolce)
  • 3 uova medie bio
  • zest di 1 limone
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 1 cucchiaino raso di bicarbonato di sodio
  • 1 pizzico di sale
  • 1 cucchiaino di essenza di vaniglia
  • 250 ml di latte
Mescolo la farina con il lievito e il bicarbonato e metto da parte. Grattugio la buccia di limone sullo zucchero.
Sbatto per almeno cinque minuti con le fruste le uova con lo zucchero. Aggiungo poi il latte, il pizzico di sale e l'olio, e continuo a sbattere con le fruste. Infine unisco la farina con il lievito e continuo a mescolare con le fruste fino a completo dissolvimento di ogni grumo.
Faccio riposare l'impasto in frigorifero per almeno 30 minuti.
Intanto scaldo il forno a 200°C statico.
Trascorso il tempo di riposo prendo l'impasto e riempio per tre quarti i pirottini di carta, e inforno.
Aspetto tre minuti e abbasso la temperatura del forno a 180°C .
Faccio cuocere per 15 minuti circa, e prima di sfornare faccio la prova stecchino.  
Faccio raffreddare e spolverizzo con lo zucchero a velo.
Volendo, si può creare una deliziosa crosticina (io ho scelta questa opzione), cospargendo la superficie dell'impasto con lo zucchero semolato prima della cottura. 

24 febbraio 2016

Madeleine bretoni di Michel Paquier

Madeleine bretoni di Michel Paquier

madeleine bretoni 
 
Le madeleines... golosi dolcetti che evocano molti riferimenti letterari. Questa prelibatezza della piccola pasticceria è da sempre una delle mie passioni. Stavolta ho voluto provare la ricetta, molto burrosa e bretone, del pasticcere Michel Paquier. La cosa importante che suggerisce anche il pasticciere, è mescolare bene l'impasto e mettere il burro poco per volta e lentamente per farlo ben incorporare. Fondamentale poi il riposo. Cosa si può dire delle madeleines: sono semplicemente perfette sempre, un equilibrio di profumi, sapori e aromi, adatte in ogni occasione, stagione e momento della giornata. D'estate col gelato, in inverno con tè o, per i più golosi, con la cioccolata calda, magari un po' speziata, come consiglia sempre il pasticcere. Per quanto mi riguarda sono ideali anche da sole,  e nel formato mini accompagnano un caffè o un tè...

Ingredienti
  • 4 uova bio
  • 250 g di zucchero semolato
  • 250 g di farina 0
  • 250 g di burro
  • 1/2 bacca di vaniglia
  • 8 gr di lievito per dolci
  • un pizzico di sale
  • scorza di limone grattugiata
Grattugio la buccia di limone sullo zucchero per non perderne gli olii essenziali.
Con una frusta sbatto le uova con un pizzico di sale, poi aggiungo lo zucchero con zest di limone e continuo a mescolare senza montare. Taglio in due la mezza stecca di vaniglia e, con l'aiuto di un coltello, prendo i semini. Unisco il tutto al composto di uova e continuo a mescolare. Unisco ora, tutto in una volta, la farina con il lievito setacciati, e continuo a mescolare.
Quando gli ingredienti sono ben amalgamati, eliminando eventuali grumi mescolando energicamente, aggiungo a filo il burro fuso tiepido.
Copro la ciotola con il composto con della pellicola e lo conservo in frigorifero per quattro ore (almeno, alcuni lasciano riposare anche tutta una notte). Trascorso questo tempo, mescolo leggermente l'impasto e trasferisco il tutto in una sac à poche.
Riempio gli stampi per madeleines e metto in forno preriscaldato statico a 180° C per circa 12 minuti.
Sforno e lascio raffreddare prima di servire.



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