Cornetto bicolore vaniglia e cacao

Cornetto bicolore vaniglia e cacao

Cornetto bicolore vaniglia e cacao


cornetti bicolore vaniglia e cacao


I cornetti bicolore sono deliziose soffici brioche in cui due impasti di colore diverso si alternano in una spirale rendendo questa colazione, o merenda, una gioia da vedere, golosa da mangiare, profumata.

Credo che tutti restiamo affascinati e incantati dalla semplice bellezza di questo lievitato, se poi aggiungiamo che sono anche buoni e rallegrano la nostra colazione o la nostra pausa, che altro si può volere?

Forse possiamo renderli ancora più golosi farcendoli con una crema, una confettura o della crema spalmabile.

La ricetta è semplice, i cornetti sono di pasta brioche all'italiana sia quello alla vaniglia che quello al cacao, che una volta stesi, sovrapposti e arrotolati creano quella bella spirale bicolore.

Per realizzarla ci vuole solo un po' di pazienza, ma alla fine avrai una sana colazione o merenda, che farà felici grandi e piccini. 

A te la scelta di quale impasto mettere dentro e quale fuori, io ho preferito quello al cacao dentro, ma quale che sia la tua preferenza il risultato sarà comunque ipnotico in questo gioco di spirale colorata.

La delicatezza e il profumo di vaniglia abbraccia il cacao nella sua purezza, come uno ying e uno yang che si rincorrono all'infinito, un gioco di equilibri aromatici, cromatici e di sapori.

Non ti resta che provarli, e con le mie istruzioni, un po' di tempo e pazienza, ti ritroverai avvolta in questa magia dei sensi.


Ingredienti

Impasto alla vaniglia

250 g di farina tipo 0 (230-260 W)
2,5 g di lievito di birra fresco
1 uovo
100 g di latte
60 g di zucchero
60 g di burro
1 cucchiaino di vaniglia tritata
1 presa di sale

Impasto al cacao

220 g di farina tipo 0 (230-260 W)
30 g di cacao amaro 
2,5 g di lievito di birra fresco
1 uovo
100 g di latte
60 g di zucchero
60 g di burro

Per completare

50 g di acqua
50 g di zucchero


Inizia con l'impasto alla vaniglia. 

Nella ciotola della planetaria versa la farina con il sale e la vaniglia.

In un boccale metti il latte con lo zucchero e scioglici il lievito di birra.

Versa il latte nella farina con la planetaria in movimento. Poi unisci l'uovo leggermente sbattuto. Quando l'uovo è stato assorbito dall'impasto aggiungi il burro a pezzetti, uno alla volta e non aggiungere il successivo se il primo non è stato inglobato. Quando l'impasto è lucido, liscio ed elastico, spostalo su un piano di lavoro. Fai un giro di pieghe, forma una palla e mettilo in una ciotola, coperta (meglio se con pellicola alimentare) a lievitare fino al raddoppio.

Procedi ora con l'impasto al cacao.

Nella ciotola della planetaria mescola la farina con il cacao e il sale.

In un boccale metti il latte, lo zucchero e scioglici il lievito di birra.

Versa il latte nelle polveri con la planetaria in movimento. Poi unisci l'uovo leggermente sbattuto. Quando l'uovo è stato assorbito dall'impasto aggiungi il burro a pezzetti, uno alla volta e non aggiungere il successivo se il primo non è stato inglobato. Quando l'impasto è lucido, liscio ed elastico, spostalo su un piano di lavoro. Fai un giro di pieghe, forma una palla e mettilo in una ciotola, coperta (meglio se con pellicola alimentare) a lievitare fino al raddoppio.

Quando gli impasti saranno lievitati prendi quello bianco, spostalo su un piano di lavoro e stendilo in un rettangolo, più o meno regolare, dello spessore di 0,5 cm, e metti da parte.

Fai lo stesso con la pasta al cacao, e tieni come riferimento le misure dell'impasto bianco.

Ora spennella un po' di acqua sull'impasto al cacao e poi sovrapponi quello alla vaniglia. Gira l'impasto e metti quello alla vaniglia sotto, a contatto con il piano di lavoro, e quello al cacao sopra rivolto verso di te (puoi anche invertire, dipende da quale impasto vuoi che si veda fuori e quale dentro). Stendi, assottiglia, nuovamente i due impasti ora sovrapposti. Dividi ora l'impasto in triangoli, decidi tu la grandezza dei tuoi cornetti. 

Se vuoi, prima di chiuderli puoi inserire il ripieno che preferisci vicino la parte larga (la base del tuo triangolo). Ora arrotola dalla base verso il vertice, tirando leggermente la punta. 

Metti i cornetti formati su una teglie rivestita con carta forno, poi copri e lascia lievitare.

Preriscalda il forno statico a 160° C, inforna i cornetti e fai cuocere per 20 minuti circa. Se la superficie si dovesse scurire troppo, puoi coprirli o impostare la cottura solo sotto.

Nel frattempo prepara lo sciroppo: versa in un pentolino l'acqua con lo zucchero e metti sul fuoco a sciogliere. Quando il liquido sarà trasparente spegni e sposta il pentolino.

Appena avrai sfornato i cornetti spennella la superficie con lo sciroppo e spostali su una griglia per dolci a raffreddare.

Sono ottimi tiepidi, e per conservarli io li surgelo e li scaldo quando servono, in queso modo saranno sempre come appena fatti.

cornetti all'italiana



 


 

American apple pie à la mode

American apple pie à la mode

American apple pie à la mode



american apple pie à la mode

L'American apple pie à la mode è la torta di mele americana, quella di Nonna Papera per intenderci, che viene servita calda con una pallina di gelato o panna montata.

Con questa torta festeggio World Cake Day insieme alle amiche Gioia e Gabriella, e rientra nel nostro progetto #frameofbreak, colazioni e merende culturali.

Penso di averlo già detto: io adoro le torte di mele, sanno di casa, sanno di buono sono un comfort food senza stagione, quindi ogni occasione è buona per farne una, trovare nuove ricette e nuovi abbinamenti. Che dire poi del profumo che pervade casa mentre cuoce. Se poi aggiungo anche che magari questa particolare torta è stata ispirata o è presente in un libro o in un film, meglio ancora.

Il film

Ed eccoci arrivare quindi a questa particolare apple pie, che quasi passa inosservata nel film Harry ti presento Sally (When Harry Met Sally), del 1989, con Billy Cristal e Meg Ryan, regia di Ron Reiner, sceneggiato da Nora Ephron. Una commedia divertente, leggera, con un buon ritmo narrativo, piena di dialoghi e scene passate alla storia. 

È uno di quei film da vedere almeno una volta nella vita. È stato inserito dall’American Film Institute nella lista delle migliori commedie statunitensi, il film ha superato i confini della commedia romantica per diventare un vero e proprio cult. Sono pochi gli elementi che fanno di questa pellicola una commedia brillante, in grado di emozionare gli spettatori senza ricorrere alle mille banalità del genere. A partire dall’interpretazione brillante di Meg Ryan e Billy Crystal, alla colonna sonora di Harry Connick jr, fino ai dialoghi esilaranti fra Harry e Sally.

Il film rappresentò per i due attori protagonisti, Billy Crystal e Meg Ryan, l’opportunità di consolidare la loro fama in patria e di farsi conoscere fuori dagli USA, grazie al grande successo di pubblico e di critica che ottenne la pellicola. Il film fu candidato all’Oscar per la migliore sceneggiatura di Nora Ephron, e a cinque Golden Globe.

La trama

La trama della commedia si sviluppa nell'arco di 10 anni. Il primo incontro di Sally (Meg Ryan) e di Harry (Billy Crystal) risale al periodo universitario, dove, senza conoscersi ed avendo un’amica in comune, intraprendono il viaggio in auto di ritorno a New York insieme. Una volta giunti alla meta, si salutano, pensando di non rivedersi mai più. Invece, ciclicamente, i due si incontreranno casualmente. Questi diversi incontri faranno si che il loro rapporto, piano piano, si trasformi da una semplice conoscenza ad amicizia, fino a giungere all’amore e quindi al matrimonio. L'arco temporale è intervallato da interviste a coppie e alla loro particolare storia.

Nel film non ci sono impedimenti o particolari ostacoli a separare Harry e Sally, né alcuna tensione fra odio e amore: è solo la storia di due persone normali che si incontrano e iniziano a parlare, parlano di amore, sesso e amicizia, bisticciano, diventano amici e finiscono per innamorarsi. Lo fanno con arguzia e ironia, senza cadere nei mille stereotipi delle commedie romantiche, ed è proprio in questo equilibrio  fra romanticismo e comicità a rendere così speciale questo film.

Lo vedo e rivedo e non mi stanca mai, nonostante conosca il film a memoria.

La scena più famosa

Del film la scena più famosa, e che rientra tra le scene cult mitiche della storia del cinema, è senza ombra di dubbio quella di Harry e Sally durante una pausa pranzo insieme e il finto orgasmo di Sally, per dimostrare a Harry che le donne possono fingere. È semplicemente memorabile, che dire della signora che ordina "quello che ha preso lei"? Un curiosità questa signora è la mamma del regista.

Certo rispetto a questa scena forse quella dell'ordinazione a inizio film passa un po' in secondo piano. Però è comunque una scena, a parer mio, significativa: le poche scene iniziali mettono già le basi di quello che potrà essere il rapporto tra i due personaggi, e inoltre svela già i loro caratteri e le loro "manie". 

"A parte"

Ma torniamo a Harry e Sally, e soprattutto a questa speciale apple pie. 

Dobbiamo tornare all'inizio del film, al viaggio da Chicago a New York. I protagonisti, durante questo viaggio, fanno una sosta per la cena e qui assistiamo all'ordine di Sally, che lascia a dir poco attoniti Harry e la cameriera, la quale a un certo punto smette anche di scrivere sul taccuino.

Sally: …E poi la torta di mele…
Cameriera: …chef e torta di mele…
Sally: …ma la torta la voglio riscaldata e non ci voglio il gelato sopra, lo voglio a lato e che sia di fragole, non di crema se possibile, se no niente gelato, solo panna, ma panna vera, se è in lattina allora niente.
Cameriera: Neanche la torta?
Sally: No! La torta la prendo, ma non riscaldata!
Cameriera: Ah, ah.

Ecco questo "a parte" tornerà in tutto il film: questa sua caratteristica (o mania) è fondamento delle donne, definite da Harry, ad alto mantenimento. Però lo stesso Harry alla fine del film, durante la sua dichiarazione a Sally, una delle più belle che si siano sentite, le dice

Adoro il fatto che ci metti un’ora e mezza per ordinare un panino.

Ora "mania"? o come dice Sally "voglio le cose a modo mio". 

E ammettiamolo la gola è anche un po' pignoleria... o no? 

La ricetta 

Seguendo Sally ho voluto anche io fare "l’apple pie á là mode", ma "a modo mio". 

Un croccante e sottile guscio di crust pie che racchiude un morbido ripieno di mele, aromatico e profumato alla cannella, vaniglia e limone, e una bella cupola alta che resta così anche in cottura, rendono questo dolce irresistibile! 

Solitamente le mele del ripieno sono le Granny Smith, acidule, croccanti e poco acquose. Ho sostituito parte delle Granny con delle Melannurca, delle piccole, deliziose mele rosse campane, considerate le "regine delle mele" e prodotto I.G.P., hanno la polpa croccante, compatta, bianca, gradevolmente acidula e succosa, con aroma caratteristico e profumo finissimo.

Per fare l'apple pie è consigliabile usare uno stampo da 22 cm svasato, ossia più stretto sul fondo. Lo trovi in commercio proprio come stampo per apple pie, ma in mancanza anche uno stampo tipo quello per la pastiera, ossia con i bordi non troppo alti andrà bene lo stesso.

Importante rispettare i tempi di riposo, non saltare i passaggi per la perfetta riuscita della torta.

Il risultato è stato un successo: l'ho servita leggermente tiepida con una quenelle di panna montata poco zuccherata e una spolverata di zucchero a velo vanigliato e cannella.

Sally la sapeva lunga, questa apple pie à la mode rientrerà tra le preferite di casa.

American apple pie à la mode


Ingredienti

Per la crust pie

250 g di farina per dolci
160 g di burro freddo a pezzetti
10 g di zucchero a velo o semolato fine
90 g di acqua ghiacciata
10 g di aceto di mele
4 g di sale fino

Per il ripieno

2 mele Granny Smith
8 Melannurca
50 g di zucchero semolato fine
15 g di farina per dolci setacciata
15 g di panna fresca liquida
succo di un limone
2 cucchiaini di cannella
buccia grattugiata di 1/2 limone
1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia (o i semi di 1/2 bacca)
2 g di sale 

Per la finitura

1 uovo leggermente battuto
15 g di latte intero
15 g di zucchero semolato 

Per servire

panna montata poco dolce o gelato

Prepara la crust pie. In una ciotola, unisci la farina setacciata con il sale e lo zucchero. A parte mescola l'acqua ghiacciata con l'aceto di mele.
Con la planetaria munita del gancio a foglia, o a mano in una ciotola e aiutandoti con le lame di due coltelli, lavora brevemente il burro freddo con gli ingredienti secchi in modo da ottenere un composto sbriciolato. Aggiungi l’acqua con l’aceto e lavora velocemente fino ad amalgamare tutto. Forma un panetto, avvolgilo nella pellicola alimentare. Metti in frigorifero a riposare per un paio di ore.

Prepara il ripieno. Lava le mele, asciugatele, tagliale a pezzetti più o meno regolari. Trasferiscile in una ciotola e mescolale con lo zucchero, il succo e la buccia di limone, la farina, la panna, la cannella e la vaniglia. Copri con pellicola e fai macerare per 30 minuti circa.

Rivesti lo stampo con carta forno. Dividi la pasta in due porzioni, una più grande e una un po’ più piccola. Stendi l'impasto più grande sul piano di lavoro leggermente infarinato, questo sarà la base, a 3 mm circa. Rivesti la base dello stampo. Elimina la pasta in eccesso e rifinisci i bordi lasciando qualche millimetro fuori dallo stampo. Bucherella il fondo con i rebbi di una forchetta e trasferisci in frigo per 10 minuti. 

Un consiglio: mantieni la pasta molto fredda tra un passaggio e l'altro.

Passato il riposo in frigo, aggiungi il ripieno di mele formando una cupola alta. Se serve aiutati con le mani compattando bene le mele e spingendo verso l'alto, non dovranno esserci spazi vuoti, altrimenti in cottura faranno sgonfia la cupola. 

Stendi l’altra porzione di crust pie, sempre a 3 mm circa, e sistemala sulle mele. Chiudi bene, sigilla i bordi e taglia la pasta in eccesso. 

Metti la torta in frigorifero per 15 minuti. Ora puoi realizzare un bordo decorato, fai quella che preferisci. Puoi anche semplicemente pizzicare il contorno con il pollice e l'indice, o arrotolare e pizzicare. Quello che ti suggerisce la fantasia. Poi rimetti in frigorifero la torta per almeno 1 ora, questo passaggio è importante per farle prendere una forma perfetta.

Nel frattempo preriscalda il forno a 175° C in modalità statica.

Dopo un'ora riprendi l'apple pie, spennella la superficie con l'uovo sbattuto con il latte, poi cospargi con lo zucchero. Con un coltello dalla lama liscia fai 5 tagli sulla superficie, come una stella o un fiore, servirà a far uscire il vapore in cottura.

Inforna nel ripiano medio-basso del forno, e cuoci per 50-60 minuti. Se la superficie dovesse scurirsi troppo, copri la superficie con un foglio di alluminio per alimenti, se invece non è ben caramellata fai gli ultimi 10 minuti con il grill e sposta la torta nel ripiano basso.

Trascorso il tempo di cottura spegni e lascia la porta del forno aperta per far raffreddare l'apple pie.

Prima di servirla devi lasciarla riposare almeno 5 ore, meglio 12 ore per avere un taglio perfetto e consentire agli aromi di amalgamarsi.

Per servirla "à la mode" scaldala un pochino e accompagnala con una pallina di gelato o di panna montata poco dolce.

Spolverizza con zucchero a velo e poca cannella.

La torta si conserva fino a 3 giorni in frigorifero.


American apple pie à la mode con panna montata e cannella

#frameofbreak

Ti invito ora ad andare a curiosare le torte delle mie amiche, che con me hanno festeggiato il World Cake Day.

Gioia ha preparato la torta paradiso, di Iginio Massari, ha appena fatto in tempo a sfornarla che era già andata a ruba per merenda. Nata a Pavia sul finire dell’ 800 dalle mani sapienti del pasticciere Enrico Vigoni, fu definita da un cliente “torta del paradiso” per la sua consistenza leggera ma piena di gusto: da quì il suo nome.
Gabriella ha sfornato una torta tenerina, golosa e umida, chiamata anche Torta Montenegrina in onore di Elena Petrovich del Montenegro, principessa che divenne moglie di Vittorio Emanuele III di Savoia, diventando poi Regina d’Italia, che Gabriele D’Annunzio chiamò la "Principessa d’Oltremare", per la sua gentilezza e la bontà d’animo.

I brownies alle more di Joe... a modo mio

I brownies alle more di Joe... a modo mio

I brownies alle more di Joe... a modo mio



brownies alle more di Joe

I brownies alle more di Joe, tratti dal ricettario "Il piccolo libro di chocolat" di Joanne Harris e Fran Warde, edito da Garzanti, sono stata la mia prima esperienza di una preparazione in diretta con le socie di AIFB per la rubrica del "Venerdì Casual".

L'ideale, come la stessa Joanne Harris suggerisce, sarebbe di andare a raccogliere le more ai bordi delle strade di montagna o di campana, il gusto sarà ben diverso. Se non è possibile ci possiamo accontentare di quelle che vengono vendute al mercato e nei supermercati.

I brownies sono una preparazione semplice di origine americana, gli ingredienti base sono cioccolato, farina, uova, burro e zucchero. Il loro successo forse è dovuto proprio alla loro facilità nella preparazione.

Con il tempo la ricetta base è stata arricchita e personalizzata con altri ingredienti, e alcuni amano anche glassare questi dolci dalla forma rettangolare.

Esiste anche una versione chiara del brownie, eseguita con lo stesso procedimento ma sostituendo il cioccolato fondente con il cioccolato bianco e per questo chiamata "blondie".

Storia dei brownies

Una leggenda legata alle origini questo dolce racconta che un pasticciere distratto si dimenticò di mettere il lievito alla torta di cioccolato che stava preparando, sfornando così una torta bassa. All'assaggio però la trovò comunque buona, la tagliò a pezzetti e la fece assaggiare ai suoi colleghi e amici per vedere se poteva piacere ugualmente. Infatti, la ricetta originale dei brownies non prevede l'aggiunta di lievito (alcune ricette lo utilizzano, ma in piccola quantità), ma solo cioccolato fuso, farina, burro e uova.

Il nome dei brownies deriva dal suo caratteristico colore marrone dovuto al grande quantitativo di cioccolato che si usa per prepararli.

Ma “Brownie” è anche il nome del folletto dal carattere un po’ permaloso e pronto ad aiutare l’uomo in cambio di dolci e latte che è tanto famoso in Inghilterra, e dato il colore scuro della sua carnagione, questa considerazione inizia a far nascere i primi dubbi sull’etimologia della parola.

E così arriviamo a un’altra storia, secondo la quale Bertha Palmer, donna d'affari di Chicago e presidentessa del Board of Lady Managers della World’s Columbian Exposition, nonché titolare del Palmer Hotel. Nel 1983 chiese a un pasticcere di preparare un dolce che fosse pratico per le donne che frequentavano il Chicago World's Columbian Exposition: doveva essere una torta gustosa ma abbastanza piccola da stare in una lunchbox e facilmente consumabile anche al sacco.

Così nacque il Palmer House Brownie, il primo brownie della storia, che però ancora non conteneva cioccolato ma era composto di glassa all'albicocca e impasto di nocciole.
Nel 1904 la ricetta dei brownies comparve per la prima volta nei libri "American Cookery" e "Service Club Cook Book", nel 1905 in "The Boston Globe" e nel 1906 nella seconda edizione del "Boston Cooking-School Cook Book".

Successivamente, nel 1907, la casalinga Maria Willet Howard decise di modificare la ricetta originale con quella presente nel suo Lowney’s Cook Book pubblicato a Boston, dove propone l’aggiunta di una maggiore quantità di cioccolato e di uova, ottenendo come risultato un brownie più ricco e simile a quello odierno. Questo verrà chiamato con il nome di Bangor Brownie, che secondo alcuni fa riferimento alla città di Bangor nel Maine, di cui era originaria la casalinga e vera artefice della ricetta originale del brownie.

I brownies hanno avuto molto successo nel Nord America, dove vengono consumati a colazione o a merenda per accompagnare una tazza di tè o caffè.

Ma la fama e la golosità dei brownies ha conquistato anche il resto del mondo, Italia compresa. La ricetta base viene spesso rivisitata e personalizzata dalla pasticcerie e dalle caffetterie ottenendo sempre e comunque un effetto molto gradito.

brownies alle more di Joe

La ricetta

Riporto la ricetta originale redatta da Joanne Harris e Fran Warde, e tra parentesi indico le modifiche che ho apportato per i miei brownies.

I brownies non si possono considerare una preparazione light, ma come ho scritto sopra, si prestano a molte modifiche e personalizzazione ottenendo sempre un ottimo risultato finale.

E così ho personalizzato: al posto del burro ho usato l'olio di cocco (quello neutro), lo zucchero ho diminuito la dose (ma potevo scendere a 150 g visto che è risultato comunque molto dolce per i miei gusti), inoltre ho usato zucchero di barbabietola integrale italiano e zucchero semolato in pari quantità. 

Nel procedimento le autrici mettono direttamente in casseruola burro e cioccolato a pezzi, io invece ho preferito metterli a bagnomaria.

A proposito se non si trovano le more, si possono usare altri frutti di bosco o frutta secca.

Conclusione: i brownies sono assolutamente un peccato di gola che porta il buon umore, umidi dentro, cremosi, goduriosi.

Ingredienti

  • 110 g di farina per dolci
  • 225 g di zucchero (io 200, ma ne basta anche 150, metà semolato bianco e metà grezzo integrale)
  • 120 g di cioccolato fondente rotto in pezzetti regolari (io cioccolato fondente al 72%)
  • 120 g di burro (io olio di cocco neutro)
  • 2 uova
  • 150 g di more fresche

Scalda il forno, statico, a 180° C. Fodera una teglia bassa quadrata della misura 18x18 cm con la carta forno.

Sciogli a bagnomaria il cioccolato e il burro, mescolando di tanto in tanto. Una volta fusi, toglie dal bagnomaria.

Sbatti le uova e uniscile al composto di cioccolato insieme allo zucchero e alla farina. Mescola finché il composto non risulta omogeneo.

Aggiungi 100 g di more e mescola delicatamente.

Versa l'impasto nella teglia. Cospargi sulla superficie le more rimaste e cuoci al centro del forno per 30 minuti, o finché il composto non si è rappreso formando una crosta in superficie.

Attenzione raffreddandosi il brownies indurisce, quindi non superare la mezz'ora di cottura, è normale che rimanga umido, cremoso all'interno.

Lascia raffreddare e poi taglia in 25-30 quadratini.



Brioche Juliette

Brioche Juliette

Brioche Juliette

brioche Juliette


La brioche Juliette è un preparazione che si trova nel ricettario di Joanne Harris e Fran Warde, "Il piccolo libro di chocolat", edito da Garzanti nel 2014.

Joanne Harris non ha bisogno di presentazioni, è autrice di numerosi bestsellers tra cui Chocolat, diventato un film candidato agli Oscar nel 2000, con Juliette Binoche e Johnny Deep.

Fran Warde è chef, ha diretto una propria scuola di cucina e poi è passata al food stiling and writing; è stata editor per la rivista Red ed è autrice di numerosi libri di ricette.

Questo ricettario è dalla insolita forma quadrata, dopo un’introduzione della Joanne Harris, e i consigli tecnici di Fran Warde, troverai la raccolta di 50 ricette tutte corredate con foto. Ogni ricetta dopo il titolo ha una breve introduzione di Joanne Harris, e a piè di pagina puoi trovare anche delle note o suggerimenti. È un libro piacevole da sfogliare, le ricette sono delle vere tentazioni di golosità.

Sul sito di AIFB troverai la mia recensione completa del libro, vai a vederla se ti ho incuriosito.

Joanne Harris racconta nel libro che "Juliette Brioche" era il soprannome dato a Juliette Binoche da sua figlia di sei anni quando Juliette andò a stare a casa loro prima delle riprese di "Chocolat"

Non ho seguito alla lettera la ricetta, ma ho apportato qualche piccola modifica alla preparazione che si trova nel libro: infatti la brioche è un panbrioche arrotolato con il cioccolato all'interno che forma un vortice, da tagliare poi a fette. Ho pensato che per le colazioni fossero più comodi i monoporzioni, ma che comunque richiamassero visivamente la Brioche Juliette. Ho usato il lievito di birra fresco, riducendo la quantità e allungando il tempo di lievitazione. Inoltre ho fatto fare due lievitazioni e ho spennellato la superficie con uovo e latte.

Le mie mini brioche Juliette sono deliziose, sofficissime e leggere, il cioccolato fondente all'interno forma il suo mini vortice e si armonizza perfettamente nell'insieme.

Sono perfette per la colazione o la merenda, risultano migliori se mangiate calde o tiepide. 

Ingredienti

  • 500 g di farina forte
  • 200 g di latte tiepido
  • 125 g di burro ammorbidito
  • 50 g di zucchero
  • 2 uova sbattute
  • 5 g di lievito di birra fresco
  • 150 g di cioccolato fondente spezzettato grossolanamente
  • 1 cucchiaino di sale
  • 1 uovo con un po' di latte per spennellare 
Mescola il latte tiepido, il lievito, lo zucchero e lascia riposare per 5 minuti.
Nella planetaria munita di gancio a uncino amalgama la farina, il sale e il burro finché il composto non forma delle briciole.
Aggiungi il liquido con il lievito e le uova, continua a far impastare a bassa velocità fino a quando il composto non si incorda all'uncino ed è uniforme e amalgamato in modo omogeneo.
Sposta ora l'impasto su una superficie leggermente infarinata e procedi a fare un giro di pieghe, forma un panetto e metti a lievitare in una ciotola coperta con pellicola alimentare fino al raddoppio. 
Quando l'impasto è lievitato mettilo su un piano leggermente infarinato, fai un giro di pieghe e, aiutandoti con una bilancia per fare tutti i pezzi dello stesso peso, porzionalo.
Ora con ogni pezzo fai un giro di pieghe, poi stendilo e dai una forma il più possibile rettangolare, spargi all'interno il cioccolato tritato, lasciando un dito dal bordo, e arrotola sul lato più corto. Sigilla bene la base e metti la brioche su una teglia rivestita con carta forno. 
Una volta formate tutte le brioche copri la teglia con pellicola alimentare e procedi con la seconda lievitazione.
Preriscalda il forno, modalità statica, a 200° C e metti una teglia o un pentolino con l'acqua sul fondo.
Appena le brioche avranno raddoppiato il loro volume, togli la pellicola alimentare e spennella, delicatamente, la superficie con uovo e latte sbattuti. Inforna e cuoci per 20 minuti circa.
Per non far scurire troppo la superficie delle brioche inizia la cottura con la funzione solo basso del forno, e gli ultimi 5 minuti sposta nella funzione sopra e sotto (sempre statico).
Sforna le brioche e lasciale intiepidire su una gratella per dolci.

Nota: se non le consumi tutte subito, ti consiglio di surgelarle e scaldarle quando ti servono, così saranno sempre sofficissime, oltre che mangiate calde sono migliori.


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