I brownies alle more di Joe... a modo mio



brownies alle more di Joe

I brownies alle more di Joe, tratti dal ricettario "Il piccolo libro di chocolat" di Joanne Harris e Fran Warde, edito da Garzanti, sono stata la mia prima esperienza di una preparazione in diretta con le socie di AIFB per la rubrica del "Venerdì Casual".

L'ideale, come la stessa Joanne Harris suggerisce, sarebbe di andare a raccogliere le more ai bordi delle strade di montagna o di campana, il gusto sarà ben diverso. Se non è possibile ci possiamo accontentare di quelle che vengono vendute al mercato e nei supermercati.

I brownies sono una preparazione semplice di origine americana, gli ingredienti base sono cioccolato, farina, uova, burro e zucchero. Il loro successo forse è dovuto proprio alla loro facilità nella preparazione.

Con il tempo la ricetta base è stata arricchita e personalizzata con altri ingredienti, e alcuni amano anche glassare questi dolci dalla forma rettangolare.

Esiste anche una versione chiara del brownie, eseguita con lo stesso procedimento ma sostituendo il cioccolato fondente con il cioccolato bianco e per questo chiamata "blondie".

Storia dei brownies

Una leggenda legata alle origini questo dolce racconta che un pasticciere distratto si dimenticò di mettere il lievito alla torta di cioccolato che stava preparando, sfornando così una torta bassa. All'assaggio però la trovò comunque buona, la tagliò a pezzetti e la fece assaggiare ai suoi colleghi e amici per vedere se poteva piacere ugualmente. Infatti, la ricetta originale dei brownies non prevede l'aggiunta di lievito (alcune ricette lo utilizzano, ma in piccola quantità), ma solo cioccolato fuso, farina, burro e uova.

Il nome dei brownies deriva dal suo caratteristico colore marrone dovuto al grande quantitativo di cioccolato che si usa per prepararli.

Ma “Brownie” è anche il nome del folletto dal carattere un po’ permaloso e pronto ad aiutare l’uomo in cambio di dolci e latte che è tanto famoso in Inghilterra, e dato il colore scuro della sua carnagione, questa considerazione inizia a far nascere i primi dubbi sull’etimologia della parola.

E così arriviamo a un’altra storia, secondo la quale Bertha Palmer, donna d'affari di Chicago e presidentessa del Board of Lady Managers della World’s Columbian Exposition, nonché titolare del Palmer Hotel. Nel 1983 chiese a un pasticcere di preparare un dolce che fosse pratico per le donne che frequentavano il Chicago World's Columbian Exposition: doveva essere una torta gustosa ma abbastanza piccola da stare in una lunchbox e facilmente consumabile anche al sacco.

Così nacque il Palmer House Brownie, il primo brownie della storia, che però ancora non conteneva cioccolato ma era composto di glassa all'albicocca e impasto di nocciole.
Nel 1904 la ricetta dei brownies comparve per la prima volta nei libri "American Cookery" e "Service Club Cook Book", nel 1905 in "The Boston Globe" e nel 1906 nella seconda edizione del "Boston Cooking-School Cook Book".

Successivamente, nel 1907, la casalinga Maria Willet Howard decise di modificare la ricetta originale con quella presente nel suo Lowney’s Cook Book pubblicato a Boston, dove propone l’aggiunta di una maggiore quantità di cioccolato e di uova, ottenendo come risultato un brownie più ricco e simile a quello odierno. Questo verrà chiamato con il nome di Bangor Brownie, che secondo alcuni fa riferimento alla città di Bangor nel Maine, di cui era originaria la casalinga e vera artefice della ricetta originale del brownie.

I brownies hanno avuto molto successo nel Nord America, dove vengono consumati a colazione o a merenda per accompagnare una tazza di tè o caffè.

Ma la fama e la golosità dei brownies ha conquistato anche il resto del mondo, Italia compresa. La ricetta base viene spesso rivisitata e personalizzata dalla pasticcerie e dalle caffetterie ottenendo sempre e comunque un effetto molto gradito.

brownies alle more di Joe

La ricetta

Riporto la ricetta originale redatta da Joanne Harris e Fran Warde, e tra parentesi indico le modifiche che ho apportato per i miei brownies.

I brownies non si possono considerare una preparazione light, ma come ho scritto sopra, si prestano a molte modifiche e personalizzazione ottenendo sempre un ottimo risultato finale.

E così ho personalizzato: al posto del burro ho usato l'olio di cocco (quello neutro), lo zucchero ho diminuito la dose (ma potevo scendere a 150 g visto che è risultato comunque molto dolce per i miei gusti), inoltre ho usato zucchero di barbabietola integrale italiano e zucchero semolato in pari quantità. 

Nel procedimento le autrici mettono direttamente in casseruola burro e cioccolato a pezzi, io invece ho preferito metterli a bagnomaria.

A proposito se non si trovano le more, si possono usare altri frutti di bosco o frutta secca.

Conclusione: i brownies sono assolutamente un peccato di gola che porta il buon umore, umidi dentro, cremosi, goduriosi.

Ingredienti

  • 110 g di farina per dolci
  • 225 g di zucchero (io 200, ma ne basta anche 150, metà semolato bianco e metà grezzo integrale)
  • 120 g di cioccolato fondente rotto in pezzetti regolari (io cioccolato fondente al 72%)
  • 120 g di burro (io olio di cocco neutro)
  • 2 uova
  • 150 g di more fresche

Scalda il forno, statico, a 180° C. Fodera una teglia bassa quadrata della misura 18x18 cm con la carta forno.

Sciogli a bagnomaria il cioccolato e il burro, mescolando di tanto in tanto. Una volta fusi, toglie dal bagnomaria.

Sbatti le uova e uniscile al composto di cioccolato insieme allo zucchero e alla farina. Mescola finché il composto non risulta omogeneo.

Aggiungi 100 g di more e mescola delicatamente.

Versa l'impasto nella teglia. Cospargi sulla superficie le more rimaste e cuoci al centro del forno per 30 minuti, o finché il composto non si è rappreso formando una crosta in superficie.

Attenzione raffreddandosi il brownies indurisce, quindi non superare la mezz'ora di cottura, è normale che rimanga umido, cremoso all'interno.

Lascia raffreddare e poi taglia in 25-30 quadratini.



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