Lamingtons...

Lamingtons...

Lamingtons...


Nuova sosta per le immaginarie gite scolastiche: stavolta si va in Australia!
Trovare un piatto tipico "aussie", compito non facile, anzi è una cosa praticamente impossibile: l'Australia, infatti, è un vero “melting pot”, un grande, meraviglioso contenitore di tante culture, lingue, tradizioni diverse.
Comunque, cercando cercando, alla fine trovo dei dolci considerati delle vere leccornie per grandi e piccini, che hanno addirittura, dedicata una giornata nazionale, diffusi in tutta l'Australia, e hanno una storia, delle storie, leggende da poter raccontare: i lamingtons.
Questi dolci devono il loro nome a Lord Lamington, governatore del Queensland dal 1861 al 1901. La leggenda vuole che la prima volta in cui siano stati serviti questi dolci fosse un giorno in cui il governatore portò il suo staff in una casa di villeggiatura per evitare il troppo caldo di Brisbane. Il cuoco francese Armand Gallad, preso in contropiede perché non aspettava ospiti e avvisato all’ultimo momento, decise di tagliare della torta del giorno prima in piccoli quadrati, di tuffarli nel cioccolato fuso e poi nelle scaglie di cocco che aveva a disposizione. Il dolce piacque talmente tanto agli ospiti del governatore che ne chiesero la ricetta. Siccome appunto sono leggende sull'origine di questi dolci, altri sostengono che siano nati sempre dal cuoco Gallad che per errore gli scivolò la torta nel cioccolato fuso…Ancora qualcuno attribuisce il nome alla moglie del governatore, ovvero Lady Lamington, ma la versione più buffa che ho letto è che l'idea dei dolcetti, legati per il nome sempre al governatore, furono ideati sulla base dalla forma del cappello che indossava sempre Lord Lamington!!!
Ma in sostanza, cosa sono questi lamington? Semplice: sono dei cubetti di torta della misura di 4cm per 4cm, ricoperti di cioccolato e cocco rapè, nella versione classica, ma si trovano anche farciti di creme o marmellate o confettura, meglio se di lamponi.
Si conservano per qualche giorno in frigorifero.
Ogni anno il 21 luglio si festeggia il National Lamington Day in tutta l'Australia.

Ingredienti
Per la torta
  • 200 gr di farina (oppure 150 farina e 50 fecola di patate)
  • 4 uova
  • 110 g di burro
  • 200 g di zucchero
  • 1 ½ cucchiaino di lievito per dolci
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 1 pizzico di sale (facoltativo)
Per la glassa
  • 75 g di burro
  • 250 ml di latte
  • 65/70 g di cacao amaro
  • 400 g di zucchero a velo
Copertura
  • 250 g di cocco rapè
Farcitura (facoltativa)
  • Confettura di lamponi, o crema al burro o creme a scelta…

Procedimento
Ci sono due modi per fare la torta, li riporto entrambi.
Io ho seguito le indicazioni del secondo procedimento.
La torta va fatta uno o due giorni prima per farla raffreddare bene prima di tagliare le forme dei dolci.

Monto il burro con lo zucchero e quando il composto sarà bello spumoso aggiungo un uovo alla volta fino ad ottenere una crema fluida. A questo punto incorporo la farina e il lievito setacciati insieme. Verso il composto in una teglia rettangolare imburrata e infarinata (o ricoperta con carta forno) e cuocio in forno preriscaldato statico a 180° C per circa 20 minuti (prima di sfornare controllo la cottura con uno stecchino).

Oppure...
Monto le uova con lo zucchero e la vaniglia, fino a quadruplicare il loro volume iniziale, aggiungo poi la farina con il lievito setacciati, mescolando delicatamente per non smontare il composto, e infine unisco il burro fuso. Verso il composto in una teglia rettangolare imburrata e infarinata (o ricoperta con carta forno) e cuocio in forno preriscaldato statico a 180° C per circa 20 minuti (prima di sfornare controllo la cottura con uno stecchino).

Quando la torta si è raffreddata la taglio in cubetti di circa 4 cm per lato e successivamente li conservo in frigorifero per alcune ore per farli rassodare, in questo modo saranno più facili da immergere nel cioccolato fuso.

Per preparare la glassa: setaccio lo zucchero a velo e il cacao in due ciotole diverse. In un pentolino faccio sciogliere il burro, aggiungo il latte, poi il cacao e successivamente lo zucchero a velo, mescolo continuamente per evitare la formazione di grumi.

A questo punto posso scegliere se farcire i cubetti di torta. Taglio a metà il quadretto di torta e stendo un velo di confettura di lamponi. Poi, prima che il cioccolato si raffreddi, passo ogni cubetto di torta prima nel cioccolato e dopo nel cocco rapè (farina di cocco), poi li appoggo su una gratella per dolci a scolare.

Prima di servirli li rimetto in frigorifero per poche ore, così che la glassa si addensi.

I lamingtons possono essere mangiati sia a temperatura ambiente che freschi da frigorifero.

Festa spagnola a scuola...

Festa spagnola a scuola...

Festa spagnola a scuola...

Nella scuola materna di mia figlia una delle materie per l'anno in corso è "un inizio di geografia". Ovviamente, vista la giovane età degli allievi, la materia viene affrontata in modo leggero e direi anche molto simpatico. Le maestre hanno inventato un personaggio, che gira il mondo e porta alla scoperta dei continenti, avvicinando così i bambini a usi e costumi dello stato prescelto. 
La prima sosta di questo viaggio immaginario la fanno, o meglio, la facciamo in Spagna! Eh sí, uso il plurale, perché in questa avventura siamo tutti coinvolti, anche noi adulti ad aiutare a preparare costumi e cibi tipici per la festa. Ovviamente mi presto per quanto riguarda l'aspetto culinario, è una gioia per me poter realizzare qualcosa per tante persone. Penso che questo sia un modo simpatico per appassionare dei bimbi piccoli a dei concetti che per loro sono ancora lontani e astratti, e di sicuro una festa in cui si mascherano, viene fatta una storia, e assaggiano, lascerà nei bimbi un piacevole ricordo. Inoltre trovo che sia bello un coinvolgimento delle famiglie in modo che ci sia una collaborazione costruttiva tra casa e scuola. 
Così eccoci all'opera: alcune mamme preparano nacchere con tappi di birra, ventagli e cappelli, e la sottoscritta si mette all'opera ai fornelli e forni per realizzare una paella versione bambini, e perché no, qualche dolcetto.
La paella, anche se versione bimbi, l'ho dovuta adattare con gli ingredienti che sono riuscita a trovare. Uso il termine adattare apposta perché prima di tutto ci manca il riso spagnolo, il riso bomba, un riso particolare dal chicco rotondo e piccolo e con poco amido, la cui caratteristica è quella che tiene la cottura, rimane bello sgranato e mettendoci a lungo a cuocere si impregna bene di tutti i sapori di questo piatto. Poi la paella deve il suo nome al recipiente della cottura una paellera appunto (padella) in cui vanno messi e aggiunti tutti gli ingredienti poco alla volta. È un piatto di origine povera. Come dicevo, non avendo riso spagnolo, ho usato un riso italiano che si assomiglia a quello spagnolo, ma siccome il nostro riso contiene dell'amido uso l'accortezza di lavarlo più volte per farglielo perdere e averlo così sgranato in cottura. Altra modifica che uso per i bimbi è quella di alleggerire il piatto, uso solo verdure, una salsiccia di maiale non speziata, e petto di pollo, e ovviamente le spezie ma non piccanti. Mentre cucino si sprigiona in casa un profumino appetitosissimo. Ovviamente il nostro riso ci mette molto meno tempo in cottura rispetto a quello spagnolo, e così ecco che in molto meno tempo si ha una paella. Mi sono poi presentata a scuola con tutta la pentola wok gigante (non avendo padellera mi sono adattata usando il mio wok) fumante, e le espressioni di tutti eran raggianti. Il responso finale è stato molto più che soddisfacente, la felicità è l'essere riuscita a incontrare il gusto di tutti, e la loro contentezza ripaga in un modo ineguagliabile. Lo rifarei già domani. E poi inutile dirlo, usare un pentolone gigante, cucinare per tanti, mi ha esso una gioia senza pari. Non pubblico qui la ricetta della paella perchè questa è la versione, come dicevo, adattata ai bambini, ma mi sono ripromessa di rifare a breve questo piatto.
Non mi piaceva l'idea di lasciare i bimbi e le maestre senza un dolce. Ovviamente per comodità di trasporto e fruibilità scolastica, non potevo fare un dolce al cucchiaio, così mi sono messa alla ricerca e ho trovato, tra le innumerevoli ricette, quelle delle magdalenas, delle tortine simili alla madeleine francesi, ma fatte con olio d'oliva o di semi (io ho usato un extravergine d'oliva molto leggero) tipiche della comunità di Aragona. Queste tortine vanno consumate una volta raffreddate, anzi il giorno dopo sono ancora più buone. 
Ho anche preparato una quesada della Cantabria, questo sembra un budino, un flan, e va servito tiepido. 
Entrambi i dolci sono molto profumati e ricchi di sapori. 
Scusate la prolissità dell'introduzione, ecco ora senza ulteriori indugi le preparazioni vere e proprie.

Quesada


Questo dolce, di cui esistono molte versioni di ricette (alcune di queste prevedono l'uso di un formaggio tipico della Cantabria), ricorda un po' un flan o alla lontana un clafoutis. E' profumatissimo, piacevole da mangiare, per nulla stucchevole, e va servito tiepido. Inoltre prepararlo è abbastanza semplice e veloce, e bisogna solo avere molta pazienza nella cottura.

Ingredienti

  • 3 uova
  • 150 gr di zucchero
  • 100 gr di burro morbido
  • 150 gr di farina 00 (io ho usato la 0)
  • 150 gr di yogurt naturale
  • 400 ml di latte
  • 1 pizzico di sale
  • zest di un limone
  • 1 cucchiaio di cannella

Ho grattugiato la zest di limone sullo zucchero, in modo che ne assorbisse gli oli essenziali. Ho aggiunto le uova ed iniziato a sbattere, unito il burro morbido sempre sbattendo, la farina, lo yogurt, il pizzico di sale e la cannella. Ho continuato a sbattere finché il tutto non si è amalgamato bene. Ho imburrato e infarinato uno stampo, meglio in ceramica o in vetro/pyrex, sconsiglio quelli a cerniera. Cuocio in forno preriscaldato statico a 180 C per 40-50 minuti. Attenzione in cottura il dolce si gonfia per poi abbassarsi e assestarsi man mano che si raffredda.
Ho guarnito con cioccolato fondente sciolto con poco latte e burro per renderlo lucido è servito tiepido.
Si può anche decorare con cannella o zucchero a velo.
Servo in tavola direttamente nello stampo.

Magdalenas

Questi sono dei dolci buonissimo, veloci ed economici da fare. Per ottenere delle ottime magdalenas è importante che tutti gli ingredienti siano a temperatura ambiente, se si vuole esagerare scaldare anche gli utensili che si useranno per evitare lo shock termico. Inoltre gli ingredienti sono pochi e semplici quindi importante che siano di ottima qualità. Se non esistono particolari intolleranze è consigliabile usare del latte intero: la differenza si sente!
Il passaggio essenziale che distingue le magdalenas dai muffin è il fatto che l'impasto deve essere il più possibile pieno d'aria, è necessario che le fruste lavorino le uova con lo zucchero almeno per 5 minuti, e, nonostante la presenza del lievito, richiede il riposo in frigorifero (alcuni consigliano riposo addirittura notturno, ma essenziale almeno 30 minuti...). Per i muffin di solito ci si limita ad una veloce unione degli ingredienti e poi si infornano direttamente. Il forno per la cottura delle magdalenas deve essere ben caldo: lo shock termico tra l'impasto freddo e il forno caldo renderà i dolci dei piccoli vulcani pronti ad esplodere. Prima di consumarle bisogna farle raffreddare bene. Si possono conservare in un barattolo ermetico, e il riposo conferirà loro un sapore unico.

Ingredienti

  • 350 gr di farina (io uso la tipo 0)
  • 200 ml di olio d'oliva dolce, o mais o girasole (io ho usato un oliva extravergine dolce)
  • 3 uova medie bio
  • zest di 1 limone
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 1 cucchiaino raso di bicarbonato di sodio
  • 1 pizzico di sale
  • 1 cucchiaino di essenza di vaniglia
  • 250 ml di latte
Mescolo la farina con il lievito e il bicarbonato e metto da parte. Grattugio la buccia di limone sullo zucchero.
Sbatto per almeno cinque minuti con le fruste le uova con lo zucchero. Aggiungo poi il latte, il pizzico di sale e l'olio, e continuo a sbattere con le fruste. Infine unisco la farina con il lievito e continuo a mescolare con le fruste fino a completo dissolvimento di ogni grumo.
Faccio riposare l'impasto in frigorifero per almeno 30 minuti.
Intanto scaldo il forno a 200°C statico.
Trascorso il tempo di riposo prendo l'impasto e riempio per tre quarti i pirottini di carta, e inforno.
Aspetto tre minuti e abbasso la temperatura del forno a 180°C .
Faccio cuocere per 15 minuti circa, e prima di sfornare faccio la prova stecchino.  
Faccio raffreddare e spolverizzo con lo zucchero a velo.
Volendo, si può creare una deliziosa crosticina (io ho scelta questa opzione), cospargendo la superficie dell'impasto con lo zucchero semolato prima della cottura. 

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