30 settembre 2025

Il gelo al limone e "Il matrimonio del mio migliore amico"

Il gelo al limone e "Il matrimonio del mio migliore amico"

Il gelo al limone e "Il matrimonio del mio migliore amico"

editato il 30 settembre 2025 da


un budino di gelo al limone decorato con una fettina di scorza di limone candita servito su un piatto artigianale con i colori dell'acqua su un tavolo di granito verde grigio


Tra i dolci che raccontano la Sicilia attraverso freschezza e poesia, il gelo al limone occupa un posto speciale. Non è soltanto un dessert: è una storia tramandata da secoli, fatta di agrumi luminosi, leggende e quell’arte tipicamente isolana di trasformare la semplicità in raffinatezza. 

Il suo nome potrebbe trarre in inganno: gelo, infatti, si riferisce alla consistenza gelatinosa con la quale si presenta e non al fatto che viene servito freddo.

In un’epoca in cui il dolce tende spesso alla complessità e alla spettacolarità, questo dessert richiama alla memoria l’essenziale: raffinato, semplice, elegante e il profumo inebriante e inconfondibile del limone.


Origini tra Arabi e leggende d’amore

La storia del gelo affonda le radici nella dominazione araba della Sicilia (IX-XI secolo). Gli arabi introdussero l'uso degli agrumi e tecniche di arte pasticcera usando gli amidi, acqua di fiori, dando così le basi per molti dolci oggi famosi. 

Il concetto di "gelo" (dal latino gelu, "ghiaccio" o "congelamento") si riferisce, appunto, a una preparazione gelatinosa ottenuta tramite l'uso di amidi che conferiscono al liquido una consistenza morbida e liscia.

Accanto alla storia, vive una leggenda romantica: il dolce avrebbe preso forma come pegno d’amore per Eleonora D’Angiò, regina consorte del Regno di Sicilia nel Trecento, a cui un ufficiale,  innamorato segretamente, dedicò questa preparazione delicata e profumata.

Fra verità storica e mito popolare, il gelo conserva l’anima della Sicilia: un incontro di culture, passioni e creatività gastronomica.


Il gelo al limone come metafora d'identità

Pensando al gelo al limone, immediatamente mi è venuta in mente la nota scena di Julia Roberts che usa una metafora gastronomica nel film "Il matrimonio del mio migliore amico", una commedia romantica degli anni ’90 che vede la protagonista in un gioco sottile tra amicizia e amore. 

In questa scena, Julia Roberts, per spiegare le dinamiche dei sentimenti, usa una metafora culinaria: da una parte c’è la gelatina, dall’altra la crème brûlée. La gelatina è fresca, leggera, divertente; la crème brûlée sofisticata, perfetta. Sembrano opposti inconciliabili, eppure proprio in quella contrapposizione si annida il cuore del film: una metafora simbolica per spiegare le complicazioni del cuore.

La gelatina, il cui termine intendiamo vicino al "gelo" siciliano e in particolare al gelo al limone, non è una semplice gelatina, rischiamo di sottovalutarlo: il gelo siciliano è una signora gelatina, elegante senza essere pretenziosa, solare ma senza risultare stucchevole, è irresistibile e non stanca mai.

Riprendendo la teoria di Fabrizio Mangoni sulla fisionomica dei dolci, nel film Julia Roberts è la nostra gelatina, o meglio, il nostro gelo al limone, semplice, autentico, sincero e meno appariscente ma indimenticabile, mentre Cameron Diaz è la complessa, sofisticata, perfetta, artificiosa e inarrivabile crème brûlée. Questa metafora culinaria esprime tutta la complessità emotiva delle relazioni. Una rilfessione che si abbina bene con l'essenza del gelo al limone: un dolce semplice, dalle umili origini e popolari, che conquista con la sua naturalezza e freschezza.


Il Film: "Il matrimonio del mio migliore amico"

locandina "Il matrimonio del mio migliore amico"

Uscito nel 1997, Il matrimonio del mio migliore amico (My Best Friend’s Wedding), diretta da P. J. Hogan, è una delle romance comedy più amate degli anni ‘90. 

La trama è semplice ma spietata: Julianne (Julia Roberts) scopre all’improvviso che il suo migliore amico Michael (Dermot Mulroney), con cui ha sempre avuto un legame profondo ma platonico, sta per sposarsi con la giovane e perfetta Kimberly (Cameron Diaz). Presa dal panico e da un sentimento che non aveva mai voluto ammettere, Julianne decide che deve fermare quel matrimonio. In una serie di situazioni comiche, romantiche e sempre più disperate, Julianne tenta di sabotare le nozze... ma nulla va come previsto e, durante il percorso, scopre di dover mettere in discussione sentimenti, amicizia e crescita personale.

A contribuire al successo del film è anche il personaggio interpretato da Rupert Everett, l'amico gay di Julianne, George, e le canzoni del film co-protagoniste di situazioni divertenti.

La scena che tutti ricordano (oltre al karaoke disastroso di Cameron Diaz e il pranzo con “I Say a Little Prayer”) è quella in cui Julianne paragona sé stessa e Kimberly a due dessert molto diversi. Julianne spiega a Kim il motivo per cui Michael sceglierebbe la gelatina invece di una crème brûlée al ristorante: 

Julienne: Tu sei Michael, sei in un famoso ristorante francese e ordini crème brûlée come dessert: è bella a vedersi, è dolce, è insopportabilmente perfetta. All'improvviso Michael si rende conto che non "vuole" la crème brûlée... no, vuole un'altra cosa.

Kim: E che cosa vuole invece?

Julienne: Gelatina...

Kim: Gelatina?! Perché la gelatina?

Julienne: Perché è più di suo gusto la gelatina! La gelatina risponde di più ai sui gusti, capisco che in confronto alla crème brûlée è solo gelatina, ma probabilmente è quella che ci vuole per lui.

Kim: Posso diventare gelatina!

Julienne: No, la crème brûlée non sarà mai gelatina, tu non potrai mai essere gelatina!

Kim: Devo diventare gelatina!

Julienne: Tu non diventerai mai gelatina!


Questo dialogo è diventato leggendario perché racchiude il cuore del film: non sempre si può essere ciò che l’altro desidera.

Il matrimonio del mio migliore amico è una commedia romantica anomala: il finale non è quello che ci si aspetta. Non c’è la confessione d’amore ricambiata, non c’è il bacio finale sotto la pioggia. C’è invece un abbraccio, un’ammissione, una rinuncia. Una scelta dolorosa, ma necessaria.

Il film è apprezzato per il suo equilibrio tra umorismo ed emozione, dialoghi brillanti e personaggi ben costruiti. La sceneggiatura tocca temi universali come l'amore non corrisposto, la lealtà e la scoperta di sé. È un film dalle sfumature realistiche e ironiche, che raccontano i rapporti veri con profondità e spensieratezza. In un panorama di commedie romantiche che spesso seguono schemi rigidi, questo film osa dirci che non tutte le storie d’amore sono destinate a essere vissute, e che va bene così.

 La ricetta del gelo al limone


un budino di gelo al limone decorato con una fettina di scorza di limone candita servito su un piatto artigianale con i colori dell'acqua su un tavolo di granito verde grigio

La ricetta del gelo al limone è molto semplice, quasi un rituale. Viene tramandata di generazione in generazione. 

Ingredienti semplici e profumati: limone, succo e scorza, zucchero, amido e acqua, cotti a fuoco lento fino a ottenere una consistenza gelatinosa, vellutata e setosa. 

È un dolce dal gusto ricco che si scioglie in bocca: un dolce non dolce e la nota agrumata aspra e rinfrescante alla fine fa venire il desiderio di volerne ancora.

Non mancano, ovviamente, rielaborazioni del dolce al cucchiaio inserendo consistenze diverse, abbinamenti diversi e giocando sull'impiattamento.

Lasciando a te la scelta, io ti propongo la ricetta classica, sia in versione al piatto che in versione pret a porter nel vasetto, entrambe però monoporzione.

Fai solo attenzione che la versione al piatto è molto delicata da sformare dallo stampo, ma è il prezzo da pagare per la sua eleganza e bellezza quasi eterea.

Ingredienti

  • 1 l di acqua
  • 4 limoni grandi non trattati
  • 220 g di zucchero
  • 90 g di frumina o amido di mais o di riso
  • buccia di limone candita o pistacchi tritati per decorare, fiori di gelsomino o foglioline di menta, facoltativo
Procedimento

Metti in infusione la buccia di 2 limoni (solo la parte gialla) nell'acqua fredda per almeno 2 ore, meglio se li lasci tutta la notte, per concentrare gli aromi.

Versa in una casseruola l'acqua, dalla quale hai tolto le bucce di limone, il succo dei 4 limoni filtrato e l'amido setacciato, mescola bene poi aggiungi lo zucchero. 

Porta a ebollizione, a fuoco lento, mescolando continuamente con una frusta da pasticciere affinché non si formino grumi. Raggiungi l'ebollizione, e continua a mescolare fino a ottenere una crema liscia e gelatinosa. Togli la casseruola dal fuoco e lascia intiepidire prima di versare il gelo alimone negli stampi scelti.

Una volta freddo metti gli stampi in frigorifero per almeno 6 ore prima di servire.

Puoi decorare, prima di servire il gelo al limone, con dei pistacchi tritati grossolanamente, con un scorzetta di limone candita, un fiore di gelso, che ne esaltano il profumo e il colore, oppure anche nulla, nella sua elegante semplicità.

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