Brioche con cioccolato al latte

Brioche con cioccolato al latte

Brioche con cioccolato al latte

brioche con cioccolatoEcco un altro uovo da riciclare. Non sono un'amante del cioccolato al latte, e quindi devo trovare il modo di utilizzarlo. Penso di spalmarlo sul panbrioche che ho impastato per una ricetta salata, e a dire il vero quando ho deciso di produrlo, avevo già in mente una base neutra (non dolce né salata) versatile a qualsiasi uso. Il cioccolato al latte, nella sua dolcezza, si equilibra bene con la base non dolce, dando armonia al tutto, senza eccedere in dolcezza. Stranamente questo cioccolato lo trovo buono anche da sé, e per essere una che ama il fondente significa che è un cioccolato proprio ben fatto.
Comunque tornando alle brioche, ho scelto di farle piccine, così anche con il caffè possono stare bene. Ottime servite calde o tiepide. Sono anche una colazione o merenda golosa. Quelle che non vengono consumate subito, le conservo nel congelatore e le scaldo quando mi servono al microonde, con la funzione defrost. Di solito le consumiamo al mattino per colazione con cappuccino o latte.

Ingredienti
Ho usato la metà dell'impasto del panbrioche salato con stracchino e radicchio che avevo messo da parte, ovviamente vuoto. Ho steso l'impasto dando una forma circolare, l'ho divisa in 16 spicchi per ottenere delle brioche piccole, ma questa è una scelta personale. Ho sciolto parte dell'uovo di cioccolata al latte e l'ho spennellato sugli spicchi di pasta. Ho arrotolato la pasta dal lato lungo, come per i croissant, e sistemato in teglia foderata di carta forno, con la punta del triangolo messa sotto. Ho lasciato lievitare ancora per almeno 30 minuti. Prima di infornare ho spennellato la superficie con uovo e panna sbattuti (ma va bene anche tuorlo e latte). Ho infornato in forno statico preriscaldato a 180° per circa 20/30 minuti. Sfornato e lasciato raffreddare su una gratella per dolci. Sono buonissimi serviti tiepidi.

Panbrioche salato stracchino e radicchio

Panbrioche salato stracchino e radicchio

Panbrioche salato stracchino e radicchio


Il mio amore per gli impasti credo che si sia capito, nel mettere le mani in pasta, e spesso impasto a mano, senza nemmeno usare impastatrice o robot da cucina.
Questa volta ho voluto fare un panbrioche a base quasi neutra, che ho diviso in due, usandone una metà per una ricetta salata e una metà per delle brioche dolci (che posterò a parte). Io ho dato forma che sembra uno strudel, ma va benissimo, anzi forse esteticamente rende di più, se si intreccia in forme più piccole.

Ingredienti
  • 500 gr di farina 0 (io ho usato la varietà Pan di Sempre di Marino)
  • 25 gr di lievito di birra fresco
  • 20 ml di miele (o 10 gr di zucchero)
  • 7 gr di sale
  • 2 uova
  • 80 gr di burro
  • 80 ml di latte
  • 100 ml di acqua
  • foglie di radicchio lavate e asciugate
  • 250 gr di stracchino
  • pepe
  • parmigiano reggiano grattugiato 
  • 1 uovo (o tuorlo) e 2 cucchiai di panna (o latte) per spennellare
  • semi di papavero
Ho messo la farina in una scodella a fontana, sul bordo ho sparso il sale (lontano dal lievito),  e nel centro della fontana ho messo il miele, il latte, il burro scaldato nel microonde e ho sciolto il lievito. Quando il lievito è ben sciolto, inizio ad accorpare la farina impastando. Ho sbattuto un pochino le uova e unito all'impasto, continuando a impastare, e infine ho aggiunto, poco per volta, l'acqua. Ho continuato ad impastare fino ad avere una palla morbida ed elastica, ma non appiccicosa. Ho messo a lievitare l'impasto ottenuto in una scodella coperta con coperchio o pellicola in frigorifero per tutta la notte. Posso anche mettere a lievitare in un posto caldo fino al raddoppio del suo volume (circa un paio di ore). Se ho fatto riposare l'impasto tutta la notte in frigorifero, prima di lavorarlo, lo lascio per un po' a temperatura ambiente. Quando l'impasto si sarà "scaldato" lo lavoro su un piano. Io ho diviso l'impasto a metà. Ho steso la prima metà in forma rettangolare e spalmato lo stracchino, sparso un po' di parmigiano grattugiato, un po' di pepe, e steso le foglie di radicchio lavate e asciugate. Ho arrotolato dal lato lungo, come uno strudel. Ho lasciato riposare per circa 30 minuti, e spennellato con uovo sbattuto con la panna, e cosparso sulla superficie dei semi di papavero.
Ho cotto, in forno statico preriscaldato, per 30 minuti circa a 180° C. Ho servito tiepido.

Café de la maison

Café de la maison

Café de la maison

Ho assaggiato questo caffè l'estate scorsa in montagna, e mi è piaciuto talmente tanto che mi sono appuntata velocemente come era fatto con l'intenzione di replicarlo per un momento goloso qui a casa. Oggi ho deciso che era una buona giornata, anche se terribilmente uggiosa, per il caffè goloso, e ovviamente bevuto in compagnia con la Sister. Ieri in un momento di caldo e bel tempo avevo preparato delle belle e buone meringhe, che naturalmente causa umidità della pioggia di oggi si sono rovinate, sigh. Comunque l'ho preparato, scegliendo delle meringhe che non si erano troppo rovinate, certo con meringhe sbriciolate, o meringhette mini come le mie, croccanti il risultato è ottimo. Il caffè caldo, bollente, ben si sposa con la super dolcezza delle meringhe che danno anche il tocco croccante, e la crema ciocco-nocciola, che sta benissimo con entrambi i gusti, si scioglie un po' col calore del caffè e rimane come gusto finale. Semplicemente per veri golosi e da assaporare tranquillamente e in comodità.

Ingredienti
  • caffè caldo
  • crema ciocco-nocciola spalmabile
  • meringhe
Ho preparato il caffè e nell'attesa che venga su ammorbidisco, anche scaldandola un po', la crema spalmabile alla ciocco-nocciola che spalmo sul fondo e sulle pareti della tazzina di vetro o bicchiere (io ho optato per il bicchiere non avendo tazzina in vetro). Quando il caffè è pronto lo verso nei bicchieri, e sopra sistemo delle meringhe (sbriciolate se sono grandi, intere se sono mini mini come quelle fatte da me). Servo subito.

La caprese nel bicchiere... ovvero caprese destrutturata

La caprese nel bicchiere... ovvero caprese destrutturata

La caprese nel bicchiere... ovvero caprese destrutturata

La caprese di pomodoro e mozzarella è uno dei piatti che prediligo. E mi piace sperimentare anche versioni diverse di questo semplice piatto.
Dopo aver letto il libro di Shamira Gatta, Alchimie in cucina, ho deciso di provare (già lei è chef, quindi il termine provare è più che appropriato) la sua versione destrutturata. Così oggi armata di pazienza, coinvolgendo mia figlia, che mi assisteva solo con la presenza perché troppo piccola ancora per collaborare, spiegandole i passaggi, leggendole il libro, preparo il bicchiere. Mi piace avere mia figlia intorno mentre sono in cucina, e farle vedere, sentire, odorare assaporare, è anche questo un modo per stare insieme, per educarla all'alimentazione sana, agli ingredienti, ai profumi etc, e poi sono ricordi, ricordi che si terrà dentro. Comunque ecco che oggi propongo alla Sister la caprese destrutturata, e confesso che un po' mi incuriosisce su quale potrà essere la sua reazione. A dire il vero anche io ero incuriosita e allo stesso tempo un po' scettica in merito al gusto, invece devo dire che è stata una piacevole novità, ed è stata apprezzata sia dai grandi che dai piccini. Infatti la prima assaggiatrice aveva promosso la crema di mozzarella, ma poi è stato un piacere vederla "sgrufolare" nel suo mini (e intendo proprio mini) bicchierino felice come pochi al mondo, mentre si leccava i baffi, cucchiaio e bicchiere.
Unica differenza in merito alla ricetta della chef è che ho sostituito la mozzarella di bufala, di cui ero sprovvista, con mozzarella vaccina. Nell'insieme il procedimento è un po' più lungo rispetto a presentare il classico piatto di pomodori e mozzarella, ma di sicuro una novità scenografica di particolare effetto, soprattuto se si vuole un qualcosa di elegante.

Ingredienti per 4 persone

  • 700 gr di pomodorini ciliegini
  • 300 ml di panna fresca
  • 1 mozzarella di circa 250 gr
  • 1 cucchiaio di maizena
  • 5 foglie di basilico
  • 1/2 bicchiere d'acqua
  • 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
  • 1 cucchiaio di lecitina di soia
  • 1 cucchiaino di sale
Per la vellutata di pomodorini ho lavato e asciugato i pomodorini, messi nel bicchiere del frullatore ad immersione, e poi passate attraverso un colino a maglie fitte. Ho salato, condito con un cucchiaio di olio extravergine d'oliva, e messo da parte in frigorifero.
Ho continuato la preparazione con la crema di mozzarella. Ho tagliato a striscioline la mozzarella. In un pentolino ho scaldato la panna con un pizzico di sale, quando ha iniziato a fare le prime bollicine, mescolando costantemente, ho unito la maizena. Continuando a mescolare ho fatto addensare. Ho tolto dal fuoco aggiunto la mozzarella e mescolato energicamente finché non inizierà a filare. Se necessario frullo tutto con il frullatore a immersione, e ottengo una crema ancora più vellutata. Dispongo la crema in bicchieri (anche piccoli se voglio una sorta di finger food) di vetro, e lascio raffreddare. Quando raggiunge temperatura ambiente faccio rassodare in frigorifero. Il tempo di rassodamento della crema dipenderà dalla grandezza dei bicchierini: per un bicchiere contenente 100 ml di crema occorreranno circa 40 minuti.
Mentre la crema si rassoda in frigorifero, procedo con l'aria di basilico. Nel boccale del frullatore ad immersione metto le foglie di basilico lavate, il 1/2 bicchiere d'acqua, un pizzico di sale e il cucchiaio di olio extravergine d'oliva. Frullo tutto per bene ottenendo una salsa molto liquida di colore verde brillante. A questo punto metto il cucchiaio di lecitina e frullo ancora, cercando di incorporare l'aria. In superficie si formerà una schiumata verde che è l'aria di basilico.
Non mi resta che comporre la mia caprese destrutturata. Sopra la crema di mozzarella metto la salsa di pomodoro, con un cucchiaio tolgo l'aria di basilico dal boccale del frullatore a immersione, e delicatamente la metto sopra la salsa di pomodoro. Non mi resta che servire.


Panbrioche soffice, come riciclo uovo cioccolato Kinder

Panbrioche soffice, come riciclo uovo cioccolato Kinder

Panbrioche soffice, come riciclo uovo cioccolato Kinder

panbrioche con cioccolato

Un classico, a Pasqua si regalano uova di cioccolato ai bimbi. A dire il vero credo che anche a noi adulti faccia piacere riceverli ancora. Ma il punto non è questo. Il punto è che in casa c'è cioccolato di tutti i tipi. Stavolta provo a riciclare quello dell'uovo Kinder, che è stato regalato a mia figlia e che non può mangiare ahimè, e lo uso come ripieno in questo panbrioches, la cui ricetta trovata per caso mi ha incuriosito e mi ci ha ispirato. Il frantumare in pezzi microscopici l'uovo di cioccolato è anche terapeutico: ho lasciato l'uovo nella carta e con batticarne e pestello di marmo l'ho battuto ben bene. Pensate mentre lo fate a qualcosa o qualcuno...
La particolarità di questo panbrioche è l'assenza nell'impasto di uova e burro, o meglio al posto del burro c'è dell'olio di semi di girasole più leggero dell'olio d'oliva ( io avevo quello), oltre al fatto che quando posso io sostituisco lo zucchero col miele. Se devo peccare in zuccheri che almeno siano alimenti naturali e non trattati e con proprietà nutrienti. Dovevo inoltre finire un rimasuglio di farina manitoba, e l'ho mischiata alla farina 0, ma va benissimo usare tutta farina di tipo 0. Ho messo solo un cucchiaio abbondante di miele in quanto usando poi il cioccolato della kinder, già molto dolce di suo, non volevo esagerare in dolcezza. Consiglio di consumarlo tiepido: viene sofficissimo e il cioccolato si "squaglia"...

Ingredienti 

Per il lievitino

  • 100 gr di farina 0
  • 20 ml latte
  • 80 ml acqua tiepida
  • 25 gr di lievito fresco
  • 1/2 cucchiaino di miele
Per impasto
  • 400 gr farina 0
  • un cucchiaino di sale
  • 80 ml olio di semi di girasole 
  • 100 ml acqua
  • 30 ml latte
  • un cucchiaio abbondante di miele
Ripieno e glassatura
  • 200 gr cioccolato Kinder
  • 30 gr cioccolato fondente
  • latte per spennellare
  • zucchero a velo
Ho iniziato preparando il lievitino: ho mischiato il latte con l'acqua e scaldati (devono essere tiepidi), ho sciolto il lievito e il miele dentro i liquidi e unito il tutto alla farina e mescolato bene. Viene un impasto stile pastella densa. Ho lasciato riposare per 30 minuti al caldo. L'impasto farà delle bolle e crescerà un po'.
In una scodella ho messo la farina e disposta a fontana. Sui bordi ho messo il sale, nel centro il lievitino e iniziato a mescolare. Ho unito prima il latte, il miele, e l'olio, impastando bene, e lentamente l'acqua. Deve venire un impasto morbido ed elastico. Copro il panetto e lascio lievitare fino al raddoppio del volume (circa due ore). Quando l'impasto è lievitato posso scegliere se procedere con la forma e la cottura, oppure interrompere la lievitazione e farlo riposare e rilievitare.
Io ho scelto per una seconda lievitazione.
Nel frattempo frantumo l'uovo di cioccolato Kinder e il fondente, mescolandoli insieme.
Quando l'impasto è di nuovo ben lievitato lo metto sul piano di lavoro e divido impasto per dare la forma. Stendo una prima palla di impasto cercando di dare una forma rettangolare, mi aiuto col matterello, lo farcisco con parte del cioccolato frantumato, arrotolo dal lato lungo e mi ritrovo così con un primo rotolo. Procedo con gli altri. A questo punto intreccio due o tre rotoli e sistemo in forma circolare (se possibile dentro uno stampo da ciambella), faccio incisione con coltello sulla superficie. Sistemo nella teglia, copro e lascio lievitare al tiepido per altri 30 minuti.
Preriscaldo forno statico a 180°.
Spennello la superficie del panbrioche con del latte, cospargo di zucchero a velo e inforno per 30 minuti circa. Servo tiepido.

Sfida mamma e figlia sulla Pastiera

Sfida mamma e figlia sulla Pastiera

Sfida mamma e figlia sulla Pastiera

Quest'anno ho deciso di preparare la Pastiera, un dolce tradizionale pasquale di origine partenopea. L’origine della Pastiera è molto antica e la si può far risalire ai culti pagani quando la si preparava per celebrare l’arrivo della primavera, dove il significato del grano era inteso come rinnovo della vita, la natura in risveglio dopo il letargo invernale; nel tempo è diventata usanza di prepararla per la festività della Pasqua, come segno di rinnovazione e abbondanza. La ricetta prende spunto dalle tecniche utilizzata dalla monache nei monasteri Napoletani che preparavano questo dolce il giovedì Santo in quanto è una dolce che invecchiando migliora il suo sapore e che può essere conservato fino a dieci giorni.
E' una torta di pasta frolla ripiena di un impasto formato da ricotta, grano bollito, uova, aromi, agrumi e canditi. La frolla della pastiera è croccante, mentre il suo ripieno è morbido di un colore giallo oro molto intenso mentre il suo sapore e il profumo varia a seconda degli aromi utilizzati.  Come ogni dolce della tradizione, anche la pastiera ha moltissime varianti e versioni di ricette a seconda della zona, e accorgimenti e modifiche apportate dalle diverse famiglie. Inoltre ci sono ora diverse varianti moderne che usano aromi, spezie e cioccolato, ma sono varianti di pastiera, libere interpretazioni così come si usa il grano precotto.
Ecco nella mia famiglia il testimone del dolce tradizionale era passato a mia madre, che appunto ha adottato l'uso del grano precotto. Sinceramente la sua versione del dolce è buona, ma non è quella della nonna, non so se mi spiego, o almeno il ricordo di quella della nonna, del grano che si sente bene sotto i denti. Già il grano precotto è comodo, me personalmente perde un po' in gusto, valutazione molto personale, si intende. Inoltre nella tradizione, per la frolla ci vuole lo strutto, e io non sono amante del prodotto. Così, questo anno, ci ritroviamo in una sorta di gara culinaria: due preparazioni di pastiere, la mia e quella di mia madre. Verranno fatte assaggiare insieme, senza rivelare, se non alla fine, dei commenti di amici e familiari (questi ultimi ben conservano il ricordo delle ricette storiche familiari) le mani che le hanno prodotte.
Così eccomi qui: mi armo di pazienza studio le varie ricette e taccuini della nonna e inizio il vero rituale di preparazione della pastiera comprando del grano tenero bio e inizio la preparazione. Devo dire che sono rimasta molto soddisfatta dell'insieme: mi è riuscita una Pastiera profumatissima di aromi agrumati, i miei canditi fatti in casa hanno rafforzato questo gusto di agrume, e il grano si sentiva, eccome. Ecco usando il grano per eccellenza, ho raddoppiato la dose della ricotta, forse ho un po' esagerato, e nonostante la mia esagerazione il grano si sentiva lo stesso. Di solito si usa pari peso di ricotta e grano. Nota: mi è successo di dover usare il non simpatico grano precotto, e in quel caso, a dispetto di quanto si trova scritto sulla confezione, io lo sciacquo bene sotto l'acqua e poi lo metto in cottura con latte, burro e zest di limone... la pastiera vuole la crema di grano. QUando uso il grano precotto metto un po' meno ricotta... ma proprio poco meno. Si va sempre al gusto personale. Come scelta di ricotta io ho mischiato della ricotta normale con del fior di ricotta, la necessità è di usare una ricotta "ricca". Se avanza del ripieno, come è successo a me, l'ho trasformato in sformatini di pastiera, senza la frolla come base, mettendoli a cuocere in stampi di silicone al forno.
Alla fine della "gara pastiera" devo dire con soddisfazione di aver avuto il pieno consenso di pubblico.
A proposito, nelle note della nonna viene aggiunta nota aromatica di cannella e miele millefiori al posto dello zest di arancia. Anche lì va un po' a gusto e ispirazione del momento... a me piacciono entrambe le versioni.

Ingredienti per cottura grano tenero bio
  • 500 gr grano tenero bio crudo
  • 2 litri e mezzo di acqua

Ingredienti per la frolla
  • 300 gr farina per frolla (oppure 250 gr di farina 0 e 50 gr di fecola di patate)
  • 3 tuorli
  • 150 gr burro
  • 120 gr di zucchero
  • zest di un limone
  • 1 pizzico di sale

Ingredienti per il ripieno 
  • 300 ml latte
  • 300 gr grano tenero bio cotto
  • zest di un limone
  • 30 gr burro
  • 600 gr ricotta (fior di ricotta e ricotta)
  • 300 gr zucchero
  • 150 gr circa di canditi a pezzettini (cedro, scorza arancia)
  • cannella
  • zest d'arancia (o miele millefiori)
  • 2 fialette di acqua fior d'arancio (essenza di fior d'arancio)
  • 2 uova intere
  • 2 tuorli
Inizio con la preparazione del grano: lavo bene i chicchi di grano tenero bio sotto l'acqua corrente per pulirlo, liberarlo dalle impurità. Dopodiché lo metto in una pentola: per 500 gr di grano crudo, metto 2 litri di acqua fredda, lo porto a bollore e abbasso la fiamma, lasciando un bollore dolce fino alla completa cottura del grano, ossia quando il chicco si sfalda è cotto (diciamo che ci vorranno circa un'ora e mezza o due). A questo punto, a fuoco spento, copro la pentola con una coperta per mantenere il calore, e metto a riposare per 24 ore. Passato questo tempo, prendo il grano cotto e lo sciacquo bene per levargli quella "gelatina" che nel frattempo si è formata. Il grano cotto triplicherà di peso, quindi si pesa da cotto quello che serve per la pastiera e il resto può essere congelato.

Preparo poi la frolla: metto in una ciotola i tuorli, lo zucchero, lo zest di limone, il burro morbido, e il sale, mescolo bene il tutto fino ad avere una pastella omogenea. Mescolo il tutto con la farina (o farina e fecola di patate), amalgamo bene, ne faccio un panetto che metto a riposare in frigorifero per un giorno (in realtà, se si ha fretta, basta anche mezz'ora).

Procedo con la cottura della crema di grano: metto il grano cotto in una pentola con il burro, il latte e la buccia di limone grattugiata, mescolo gli ingredienti portando a ebollizione su fuoco dolce, e continuo a mescolare fino ad ottenere una crema densa e piuttosto rappresa. Una volta pronta la crema di grano lascio intiepidire. 

In una scodella capiente lavoro la ricotta con lo zucchero. Unisco poi le uova e amalgamo bene il tutto. Aggiungo la crema di grano (che nel frattempo si è raffreddata o almeno intiepidita), i canditi e l'essenza di fiori d'arancio, la cannella (o zest di arancia) e mescolo bene tutto.

Ora riprendo la pasta frolla (se l'ho fatta riposare un giorno la tiro fuori dal frigorifero prima di iniziare la preparazione della crema di riso) e la stendo dello spessore di circa 5 mm. Imburro uno stampo, o lo fodero con carta forno, e lo rivesto con la pasta frolla, ritaglio i bordi in eccesso, le quali mi serviranno per fare le strisce per le losanghe. Verso il ripieno nella teglia che dovrà raggiungere i bordi della frolla. Ora con i ritagli di pasta ricavo una sfoglia non troppo sottile e con una rotella tagliapasta dentellata faccio delle strisce con le quali decorare la pastiera a losanghe (le metto in diagonale per ottenere dei rombi).

Ho cotto in forno statico preriscaldato a 170° per due ore circa. Qualcuno la cuoce  a 200° per un'ora, oppure c'è chi preferisce usare il forno ventilato a 180° per 50 minuti. Io per la pasticceria preferisco il forno statico.
Una volta pronta, ho spentoil forno e aperto lo sportello e lasciato le teglie (o i ruoti) all'interno ancora almeno una decina di minuti. Appena saran vagamente tiepide, o raffreddate, ho sfornato, tolto deicatamente dagli stampi le torte e sistemate su una gratella per dolci. Fare molta attenzione quando la si estrae dalla teglia, è molto delicata.

Consiglio: esattamente come in passato nella tradizione, è meglio preparare la torta qualche giorno prima (uno o due) per fare in modo che gli aromi si mescolino e diventino più intensi. 


Tagliolini al limone con fiore di zucca

Tagliolini al limone con fiore di zucca

Tagliolini al limone con fiore di zucca

Mi è stato regalato il libro di cucina di Alessandra Spisni, La maestra di cucina, e ho trovato questa bellissima ricetta. Ho un debole per la pasta fatta in casa (è anche terapeutico per sfogarsi impastare, diciamolo), mi piace proprio farla e avendo tutti gli ingredienti belli freschi, eccomi a rifare questo bel piatto. A proposito è talmente gustoso che lo apprezzano anche i bimbi.
Il libro della maestra Alessandra Spisni è molto ben fatto, con ricette semplici e veloci, ma stando sempre attenta al gusto e al mangiar bene.

Ingredienti
  • 300 gr di farina (io ho usato quella per pasta e dolci, tipo 0)
  • 3 uova
  • 12 fiori di zucca
  • 80 gr di burro
  • 1 limone
  • 50 gr di mascarpone (io me lo sono fatto in casa)
  • 50 gr di parmigiano reggiano grattugiato
  • 1 cipollina fresca
  • 1 spicchio d'aglio (io non l'ho messo)
  • sale e pepe macinati
Ho impastato la farina con le uova (se serve mi aiuto anche con un po' d'acqua, dipende dalla farina che si usa), tirato la sfoglia, fatta riposare e tagliato i tagliolini.
Preparo il ripieno dei fiori di zucca: in una padella dai bordi alti e capace, tipo saltapasta, soffriggo dolcemente il burro con la cipolla tritata finemente, e a chi piace anche l'aglio (io non uso nelle mie preparazioni l'aglio perché non lo gradisco e non lo tollero molto...). Sfumo con il succo del limone e condisco con sale e pepe.
Lesso i tagliolini in acqua bollente salata assieme alla scorza del limone tagliata a striscioline (solo la parte gialla del limone, non la bianca che è amara). Quando i tagliolini solo pronti li scolo e li metto a saltare nella padella mantecando con il mascarpone.
Apro i fiori di zucca, lavati, li stendo su un piano, spolvero con parmigiano, li riempio con i tagliolini, e li arrotolo tipo cannellone. Sistemo i fiori di zucca farciti in una pirofila leggermente imburrata. Aggiungo dei piccolissimi fiocchi di burro sulla superficie dei fiori di zucca, spolvero con altro parmigiano e inforno a 180° per 10 minuti prima di servire.

Piccola nota per un mascarpone freschissimo: scaldo la panna in un pentolino, che tolgo al primo bollore, faccio raffreddare 5 minuti e poi aggiungo qualche goccia di acido citrico diluito al 50% in acqua. Lascio raffreddare a temperatura ambiente per 30-40 minuti. Poi verso tutto in un recipiente o barattolo pulito e lascio in frigorifero per almeno 12 ore. Questo procedimento l'ho letto nel libro del maestro pasticcere Salvatore De Riso, I dolci del sole.

"Acquasale cilentana"... o pane e pomodoro!!!

"Acquasale cilentana"... o pane e pomodoro!!!

"Acquasale cilentana"... o pane e pomodoro!!!


pane e pomodoro con mozzarella di bufala

Adoro questo piatto, lo mangio sin da quando ero piccola, ci sono praticamente cresciuta, e ora è anche uno dei piatti preferiti da mia figlia.
L' acquasale cilentana è una delle ricette più antiche della tradizione, un semplice e veloce piatto povero che veniva considerata come la colazione estiva degli abitanti di Castellabate (SA), in particolar modo dei pescatori e dei contadini del Cilento. I pescatori cilentani si portavano il pane sulle barche e lo preparavano bagnandolo direttamente nell’acqua del mare, e poi condendo con pomodori, olio, etc. Oggi, invece, l'acquasale cilentana, che fa parte della sana dieta mediterranea, viene spesso servita come antipasto o, specialmente se arricchita di altri ingredienti, anche come piatto unico.
Il biscotto di grano, che in dialetto si chiama “viscuotto”, è un pane di grano che viene formato in filoni da 30-35 cm, cotto una prima volta, poi fatto raffreddare, spezzato in fette spesse e cotto di nuovo per molte ore a temperatura bassissima.
Anticamente veniva rimesso nel forno ormai spento e si biscottava con il semplice calore residuo dei laterizi. In questa maniera il pane si conservava per lunghissimo tempo, sollevando le donne dalla necessità di fare il pane ogni pochi giorni; inoltre poteva facilmente essere trasportato nei lunghi viaggi in mare dei pescatori o degli equipaggi che si imbarcavano per commercio. 

E' decisamente un piatto fresco e semplice e pieno di sali minerali e vitamine. In pochi minuti, senza accendere fornelli o sporcare pentole, è pronto da mangiare. Si può mangiare con le mani, e i bambini per questo lo adorano, e direi non solo loro, sembra che le cose mangiate con le mani siano più gustose, ma nulla vieta di usare le posate, ognu faccia come crede... E’ un piatto colorato che mette allegria, quasi lo potrei considerare un comfort food. Il gusto e il profumo di questo pane biscottato di grano è speciale, un gusto ricco, consistenza croccante (non va bagnato troppo) messo anche in risalto e lucente dall’olio extravergine d’oliva, il mio rigorosamente cilentano. l'odore dei pomodori e dell’origano… insomma un vero piacere per tutti i sensi.

Soprattutto quando fa caldo la sera è un "toccasana" rinfrescante e diventa piatto unico freddo quando lo accompagno alla mozzarella, preferibilmente, di bufala, ma anche una bella fior di latte fatta ad arte va bene, prosciutto, tonno… insomma quel che più piace… e ci si ricreia…

Ora una piccola citazione letteraria che mi ha colpito, in quanto non mi sarei mai aspettata di trovare un simile piatto in un testo letterario. Ma lo scrittore Manuel Vàzquez Montàlban, nelle sue "Ricette immorali" parla proprio della ricetta pane e pomodoro e scrive: 

E' indispensabile che tutti gli esseri e tutti i popoli saggi della terra capiscano che pane e pomodoro è un paesaggio fondamentale dell'alimentazione umana. Piatto peccaminoso per eccellenza perchè comprende e semplifica il peccato rendendolo accessibile a chiunque. PIatto peccaminoso in quanto può significare un'alternativa a tutto ciò che trascendente, a tutto ciò che diventa pericolosamente trascendente, se diventa cultura della negazione...

Sì al pane e pomodoro... ovunque e sempre...



Ingredienti

  • pane di grano biscottato del Cilento
  • pomodorini o pomodori
  • sale
  • olio extravergine d'oliva
  • origano
  • mozzarelle, affettati per accompagnare (ingredienti a piacere)
La preparazione è semplice. Bagno il pane biscottato nell’acqua per pochi istanti, mi piace che resti croccante, se si preferisce più morbido lasciarlo più a lungo in ammollo, va a gusto. Scolo l’acqua dal pane, lo spezzo in pezzi più piccoli e li dispongo in un piatto. Condisco il pane con i pomodori, dopo averli lavati e tagliuzzati, e uso sia il loro succo che polpa con buccia. Condisco il tutto con olio extravergine d’oliva, il sale e l’origano. Accompagno, per renderlo piatto unico, con mozzarelle, affettati, tonno o alici, etc..
Non resta che servire.

Easter Bunny... chocolate eggs.. uova di cioccolato...

Easter Bunny... chocolate eggs.. uova di cioccolato...

Easter Bunny... chocolate eggs.. uova di cioccolato...

Easter Bunny, Easter Bunny, hop hop hop... canta una canzoncina di bambini... e così si arriva a Pasqua... E con la Pasqua mi vengon in mente tante cose da bambini come il coniglietto di Pasqua che nascondi dolci ovetti decorati, e cesti colorati con dolci golosità, dolci tradizionali e teneri animaletti... E poi immancabilmente il pensiero va al cioccolato... non cioccolato qualsiasi, ma dei carinissimi gusci di cioccolato a formare un uovo al cui interno si inseriscono delle sorprese. E chi dice che le uova di cioccolato con sorpresa son solo per i bambini? Credo che tutti, indipendentemente dall'età, rimaniamo affascinati da questa particolare lavorazione del cioccolato... e poi il gusto di romperlo e scoprire la sorpresa... bhè a me diverte sempre...
All'inizio dei miei esperimenti di pasticceria avevo già provato a fare delle uova di cioccolato, ma sinceramente all'epoca che mi fossero riusciti era stato davvero fortuna perchè ero andata un po' a caso. Ora, con qualche anno in più, e forse qualche studio in più, ho voluto riprovarci. Non ho uno stampo bellissimo in policarbonato, ma uno economico in silicone, quindi ogni tanto qualche difettuccio o guscio rotto mi capita ancora, però devo dire che lavoro decisamente meglio rispetto agli inizi. Il mio stampo consente di fare delle uova piccole, la cui misura è 12x6 cm circa, circa 70-100 gr circa.
Tempero il cioccolato per gli stampi, in questo modo, i miei gusci vengono belli lucidi, dovrebbero staccarsi da soli dallo stampo (soprattutto se si usano quelli in policarbonato), e il cioccolato si scioglie in bocca. Scelgo di usare del cioccolato fondente con percentuale diversa di cacao. Temperaggio cioccolato usato è quello per innesto, per me un po' più semplice come procedimento da seguire nella mia cucina. Il procedimento consiste nello sciogliere il 2/3 del

Ingredienti
  • cioccolato (io ho usato il fondente) 
Prendo il cioccolato e lo taglio a pezzetti piccoli, più o meno regolari, in questo modo si scioglierà in maniera uniforme. Dal totale del cioccolato ne prendo circa i 2/3 e li metto a sciogliere a bagnomaria (dentro un pentolino in acciaio, posto sopra una pentola con dell'acqua). Porto a bollore l'acqua nella pentola, e spengo il fuoco sotto.  Inoltre il pentolino con la cioccolata non deve essere a contatto con l’acqua.
Quando la cioccolata si è sciolta e raggiunge la temperatura di 45°- 48°, comincio ad inserire, poco per volta, i pezzetti di cioccolata lasciati da parte. Li faccio fondere  e controllo che la temperatura arrivi a 28° C per il cioccolato fondente.
Ora verso un po' cioccolata in ogni incavo dello stampo, ricopro bene tutte le pareti, mi aiuto anche con un pennello, faccio scolare eccesso e metto a raffreddare.
Se il cioccolato sidovesse raffreddare troppo, basterà riportarlo sul bagnomaria facendo attenzione a non superare le temperature suddette.
Una volta che il guscio si è raffreddato bene, passo una seconda pennelleta di cioccolato negli stampi e lascio nuovamente raffreddare bene. Una volta che si è ben raffreddato stacco i gusci dalle cavità dello stampo e metto da parte.
A questo punto prendo due metà uovo, metto la sorpresa dentro una metà mentre l'altra la bagno dentro il cioccolato fuso, unisco le due metà e metto a raffredare.  Altro modo per incollare due metà è far sciogliere un pochino, vicino a una pentola calda, il bordo dell'uovo e poi incollare l'altra metà. Sinceramente mi son trovata meglio con il primo metodo.
Quando la chiusura delle uova si sarà ben raffreddata, procedo con il confezionamento... non resta che consegnarli...
Easter Bunny hop hop hop...


Pasta con ricotta, salmone e profumo di limone

Pasta con ricotta, salmone e profumo di limone

Pasta con ricotta, salmone e profumo di limone

Avevo una ricotta da consumare, o meglio un fior di ricotta, molto più morbida, e penso di usarla come condimento per la pasta. Ma non avevo voglia del semplice condimento pasta con la ricotta, buono per carità, volevo qualcosa di diverso. In realtà volevo farcirci una pasta tipo conchiglioni da farcire e passare poi in forno, ma non avevo formato di pasta adeguato. Inoltre non volevo fare qualcosa di pesante perché ci sarebbe stata anche una torta. Guardo nel frigorifero: ho del salmone affumicato, dei limoni non trattati, questi due ingredienti in casa non mancano quasi mai. E pochi giorni prima, sistemando, tra i miei vecchi ritagli di ricette, libri e opuscoli, etc... mi ricordo di aver letto di un condimento che mi sembrava interessante. In passato avevo già abbinato salmone e ricotta, e l'insieme è delicato e leggero. Stavolta nella ricetta si parla anche di aggiungere limone e panna. Avendo un fior di ricotta, quindi morbido, decido di omettere la panna, e modifico la ricetta nella procedura. Cuocio la pasta in acqua bollente in cui ho messo in infusione della buccia di limone. Nel condimento uso anche zest e succo di limone, pepe macinato fresco e erba cipollina, come dicevo non metto la panna. Il risultato una pasta profumatissima, leggera, che può tranquillamente essere un piatto unico facendola seguire da verdure (o mangiandole prima come antipasto).

Ingredienti per 4 persone
  • 350-400 gr di pasta 
  • 200 gr di ricotta
  • 200 gr di salmone affumicato
  • 2 limoni bio non trattati
  • 20 gr di burro
  • sale
  • pepe
  • erba cipollina
Ho messo a bollire l'acqua con sale e la buccia di mezzo limone, e poi vi butto la pasta in cottura.
In una padella di quelle con bordi alti, tipo saltapasta, ho sciolto il burro con zest di limone (1 intero e il mezzo), dopodiché ne ho spremuto il succo. A fuoco spento ho aggiunto la ricotta e il succo di limone al burro sciolto e amalgamato bene il tutto fino ad avere una crema, se serve aggiungo acqua di cottura della pasta. 
Ho tagliato in piccoli pezzi il salmone affumicato.
Quando la pasta è al dente la metto nella padella con il condimento, mescolo bene, aggiungo il salmone, il pepe, e l'erba cipollina e aggiusto di sale. Mescolo bene, impiatto guarnendo con ancora un po' di pepe e erba cipollina.

E per un compleanno.... torta Caprese...

E per un compleanno.... torta Caprese...

E per un compleanno.... torta Caprese...

Avevo chiesto suggerimento alla Sister: dammi un ingrediente base per il dolce, che io poi mi attivo.
Lei mi risponde, si può avere qualcosa con il cioccolato? Come no! Pensa che ti pensa, sfoglia appunti e ricette... e poi nei meandri della mia mente torna sempre... In più mi serve come torta di compleanno per la mia bimba, che a per la scuola ne ha già una apposta... e allora, sicura comunque di trovare il suo gusto... si fa la torta Caprese!
Questa torta prende il nome dal suo luogo di origine, Capri, e secondo la leggenda, sarebbe nata da un'involontaria creazione di un pasticcere nel 1920: sembra che il pasticcere avesse dimenticato di mettere la farina nella torta che stava preparando. Il risultato, comunque, fu così buono che il pasticcere chiamò la torta con il nome di "caprese" e iniziò a produrla con regolarità, ottenendo in poco tempo grande successo.
Nel corso degli anni ho fatto molte versioni della ricetta della torta, e assaggiato tante capresi. Leggendo in vari testi di cucina e vagando nel web emerge un solo dato certo: non esistono due ricette uguali della caprese! Anche le ricette dei maestri pasticceri sono sempre diverse: chi usa il cacao al posto del cioccolato fondente, chi fa la versione anche bianca al limone (tra l'altro buonissima e presto posterò), chi aggiunge farina o fecola, chi infine usa un pizzico di lievito.
Ma non mi sono arresa, e ho continuato le ricerche, finché non sono approdata ad una ricetta che non prevede l’uso né di farina né di lievito, possono variare le quantità degli ingredienti ma è basilare l'assenza di farina, lievito, fecole o altro. La caprese perfetta ha un cuore morbidissimo e umido, si deve quasi sciogliere in bocca, mentre questo effetto non si ottiene se fosse presente la farina.Questo non toglie che comunque anche le altre ricette, in cui è previsto l'uso di farina o fecola, siano molto buone.
Qui ho voluto la vera storica caprese, adatta anche per coloro che sono intolleranti al glutine data la mancanza di farina. Le mandorle sappiamo che come frutto oleoso sono un valido aiuto al nostro organismo, sono un alimento energizzante e ricco di vitamine,  ferro, calcio, magnesio, potassio, rame, fosforo, zinco, vitamina E, e importanti aminoacidi, acidi grassi polinsaturi Omega 3 e 6. In merito al cioccolato, in questo caso fondente al 70% (ho usato parte di tavoletta all'80% e parte di quella al 50%) recenti studi hanno dimostrato effetti benefici sull'organismo, e quindi rivalutiamolo, soprattutto noi donne, ovviamente senza eccedere nelle calorie.
E quindi eccola impastata e in forno, pronta per essere consumata in famiglia, e l'ho adattata anche  come torta di compleanno della mia piccola. Ho messo le candeline, ha soffiato, canzoncina, e divorato la torta.
Confesso che in realtà preferiamo festeggiare i "non compleanni", ce ne sono di più e non si contano...

Ingredienti
  • 150 gr di mandorle (io ho usato farina di mandorle)
  • 125 gr di cioccolato fondente di ottima qualità
  • 125 gr di burro
  • 3 uova bio
  • 100 gr di zucchero semolato fine
  • un pizzico di sale
  • zucchero a velo per guarnire
Ho usato la farina di mandorle che avevo già, diversamente me la faccio tritando le mandorle con un po' di zucchero, in questo modo lo zucchero assorbe l'olio che le mandorle possono perdere mentre vengono tritate per essere ridotte il più finemente possibile, ossia in polvere. Comunque sarà una polvere grossolana, non verrà mai come una farina, e nemmeno quella acquistata sarà mai così fine. E' proprio una caratteristica.
Ho fuso il cioccolato fondente con il burro nel microonde (si può fare anche a bagnomaria), l'ho mescolato bene per renderlo bello lucido e liscio e ho lasciato intiepidire.
Ho separato gli albumi dai tuorli. Ho montato a neve ben ferma gi albumi con un pizzico di sale. Ho sbattuto i tuorli con lo zucchero. Nel frattempo il cioccolato si è intipiedito e ho unito la farina di mandorle e mescolato molto bene, aquesto punto ho aggiunto i tuorli con lo zucchero e amalgamato bene. Molto delicatamente, in due o tre volte, unisco gli albumi montati a neve, mescolando dal basso verso l'alto e girando la ciotola, per evitare di smontare il composto.
Rivesto con della carta forno bagnata e strizzata uno stampo da 20 cm, verso l'impasto, e metto a cuocere in forno statico preriscaldato a 180° per 30/35 minuti.
Trascorso il tempo sforno la torta e la lascio raffreddare nel suo stampo su una griglia per dolci. Poi delicatamente la trasferisco su una gratella per dolci e la faccio raffreddare completamente.
Servo la torta su un piatto di portata spolverizzata con zucchero a velo. Quella originale fanno anche gli stencil con la scritta, io non ho lo stencil per fare i fariglioni e la scritta Caprese.
La torta si conserva a temperatura ambiente, sotto una campana di vetro, preferibilmente, per 3/4 giorni. Si adatta ad ogni occasione: sia per il fine pasto che per il tè del pomeriggio.

Plumcake ricotta, pistacchi e semi di papavero

Plumcake ricotta, pistacchi e semi di papavero

Plumcake ricotta, pistacchi e semi di papavero


Oramai sono nel pieno delle mie sperimentazioni dolciarie, e ho scoperto che non mi dispiace affatto il pistacchio. Tra l'altro cerco di variare molto e integrare alimentazione anche con i frutti oleosi che sono preziosi per il nostro organismo, sempre in certe quantità. Alcuni principi di nutrizione (oramai sono persa in questi studi, mi piacciono moltissimo): i pistacchi sono ricchi di vitamina A, B1 (o tiamina), B2, B3, B5, B6, C, E, oltre a ferro, fosforo e manganese, potassio, rame, e grassi polinsaturi (i grassi buoni), è un'ottima fonte di antiossidanti in grado di contrastare la formazione di radicali liberi e proteggere quindi il nostro corpo dall'invecchiamento cellulare (e anche prevenendo la degenerazione maculare).
Usandoli come farine riesco a farli mangiare anche ai bimbi. Questo dolce è nato per caso, tra l'altro volevo fare un piccolo pensiero alla Sister, amante dei plumcake ma non se lo fa perchè poi le avanza, e del pistacchio. Volevo un qualcosa di leggero e in cui il pistacchio si sentisse, e così le mie mani prendono gli ingredienti e li mischiano nella ciotola con fare chimico, trascrivendo su un foglio volante qualsiasi riciclato ingredienti e dosi. Con le dosi indicate ho fatto tre plumcake della misura di 12x7 cm circa. Non avendo usato farina di frumento questo dolce è indicato anche per coloro che sono intolleranti al glutine. Unico consiglio è ridurre la quantità di semi di papavero, per i miei gusti si sentivano un po' troppo sotto i denti, e aggiungerei dello zest di limone.


Ingredienti
  • 40 g di farina di pistacchi
  • 60 g di fecola di patate
  • 120 g di ricotta vaccina
  • 50 ml di panna
  • 1 uovo
  • 80 g di zucchero
  • 10 g di semi di papavero (ma forse ho un po' esagerato, ne bastano meno)
  • succo di 1/2 limone
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci
Ho lavorato la ricotta con la panna e lo zucchero. Ho aggiunto l'uovo, unito le farine e il lievito e amalgamato bene il tutto. Infine ho incorporato i semi di papavero e il succo di limone.
Ho versato il composto nello stampo del plumcake ( io ne ho usati 3 piccoli). Ho scaldato il forno statico a 180° e cotto per circa 20/30 minuti (fare sempre prova stecchino). Sfornato e lasciato raffreddare su gratella.

Fusilli con pesto di zucchine

Fusilli con pesto di zucchine

Fusilli con pesto di zucchine

Un primo fresco, delicato, e veloce da fare. Piacerà di sicuro a tutti in quanto le zucchine fresche sono delicatissime e dolci. Volendo sta benissimo anche una spruzzata di zenzero. Le zucchine a casa mia ci sono spesso, ma invece dei soliti piatti in cui si cuociono, ho voluto provare un qualcosa di nuovo, aggiungiamo che ero in super ritardo nella preparazione del pranzo ed ecco l'idea. Essendo tutto a crudo non si perdono tutte le proprietà degli alimenti con la cottura. Per la ricetta mi mancavano solo i pinoli, che non ho messo nella mia preparazione e ho aggiungento più mandorle. Di solito mi piace usare le trofie o la pasta lunga, ma la mia bimba ancora con la pasta lunga ha difficoltà, così per farle cosa gradita ho usato i fusilli bucati, quelli che sembrano una molla per intenderci. Ecco essendo lei ancora piccola, nel suo piatto lo zenzero non l'ho messo. La versione speziata allo zenzero l'ho fatta solo per me con la pasta avanzata del pranzo, e devo dire (vabbé a me lo zenzero piace) che quella particolare nota stava proprio bene e dava quello che la critica enogastronomica Fiammetta Fadda chiama lo "Zing" in più.
Volendo arricchire questo piatto si possono aggiungere dei gamberi o gamberetti, dopo averli fatti saltare e aromatizzare in padella magari con del brandy o delle spezie.

Ingredienti
  • 250 gr di zucchine piccole verde chiaro fresche
  • una manciata di mandorle (tra quelle pelate e quelle no)
  • una manciata di pinoli
  • 30 ml di olio extravergine d'oliva (anche meno se allungate con acqua cottura pasta)
  • sale e pepe
  • 10 foglie di basilico fresco (quello del mio balcone prima che...)
  • parmigiano grattugiato
  • 400 gr di pasta ( io ho usato i fusilli)
Ho lavato le zucchine e tagliate a pezzi e messe nel bicchiere del minipimer. Ho aggiunto le mandorle, i pinoli (io non li avevo quindi ho aggiunto più mandorle), le foglie di basilico e l'olio e iniziato a frullare. Quando ho reso tutto una crema aggiusto di sale e pepe, e aggiungo parmigiano. 
Intanto cuocio la pasta, quando è al dente la scolo tenendo da parte acqua di cottura, la condisco con la crema di zucchine e mi aiuto con acqua di cottura per amalgamare bene. Ancora un filino d'olio, spolverata di parmigiano e giro di pepe e porto in tavola.

Gamberi tra curry e tandoori con riso thai

Gamberi tra curry e tandoori con riso thai

Gamberi tra curry e tandoori con riso thai

Voglia di cose speziate e piccanti, profumi e aromi particolari. Era da un po' che meditavo cibo indiano, in particolare la marinatura e cottura in tandoori. Avevo dei gamberi che giravano per il congelatore, lo so non sono il massimo, ma li avevo e così dovevo pur farli in qualche modo. Inizialmente pensavo a dei ravioli al vapore, e invece oggi ecco l'idea: provo a marinarli come nello yogurt e paprika e spezie varie che posso scegliermi in base al mio gusto, ben consapevole che mi accontenterò di cuocerli in padella visto che non ho un forno tandoori. E così ecco una fusion tra curry e tandoori, ma in fondo la cucina è anche questo, inventare, mescolare, sperimentare.
In questa mia versione son venuti molto speziali e piccanti, ma gustosi. Il riso thai, profumatissimo, nella sua versione semplice bollita, accompagna benissimo l'insieme, e viene condito dalla salsa dei gamberi. Un bel contrasto anche cromatico, che purtroppo nel mio piatto bianco risalta poco, scusate ma al momento sono sprovvista di tutte le porcellane delle trasmissioni culinarie e delle maggiori food blogger.

Ingredienti

  • 200 gr di gamberi da pulire (i miei erano congelati con carapace)
  • 3-4 cucchiai di yogurt (di mia produzione)
  • 2 cucchiaini di paprika piccante
  • la punta di un cucchiaino di zenzero
  • salsa di soia
  • peperoncino
  • una punta di pasta wasabi
  • olio d'oliva
  • riso thai
  • sale
Ho scongelato e pulito i gamberi. Ho preparato la marinata mescolando yogurt, paprika, salsa di soia, peperoncino, lo zenzero e la pasta wasabi. Ho messo i gamberi puliti nella salsa ottenuta, li ho mescolati e lasciati a marinare per 4 ore circa (ma possono marinare anche più ore in questo modo si insaporiranno ancora di più, diciamo che senza esagerare si possono preparare anche il giorno prima, o la mattina per la sera...). 
Ho lessato il riso thai mettendolo in un pentolino e coprendolo con acqua fredda, un po' di sale e l'ho messo a cuocere, mescolando ogni tanto per non farlo attaccare. Quando l'acqua di cottura del riso si è ritirata, il riso dovrebbe essere pronto e al dente, se non fosse così aggiungete ancora poca acqua e continuate l'ebollizione fino a cottura.
Ho scaldato l'olio extravergine d'oliva (ma va bene anche olio d'oliva o di semi, come si preferisce) in una padella, giusto un filo. Ho messo in  padella i gamberi con la salsa in cui l'ho marinati e fatto cuocere. Quando sono pronti e la salsa si è un po' ritirata, aggiusto di sale e spezie.
Impiatto il riso thai con accanto i gamberi con il condimento, e servo caldo.

Japanese cheesecake

Japanese cheesecake

Japanese cheesecake



Mi piacciono i cheesecake, ma non amo molto le basi di biscotto e burro, così eccomi a ricercare ricette di questo dolce senza base di biscotto. Ho trovato una ricetta dello chef Gordon Ramsey che posterò in seguito, ho provato una volta a dedurne la cottura e gli ingredienti guardando la trasmissione americana del Boss delle Torte... alcuni conoscenti me ne hanno parlato. Finchè navigando in rete mi imbatto in questo nome particolare pubblicato sul blog Il pranzo di Babette. Mi ha subito incuriosito, e mi sono segnata la ricetta. Finché ecco arrivare il giorno per provarla. Prometto a un mio caro amico che gli avrei preparato la cheesecake, uno dei suoi dolci preferiti, ed ecco l'occasione per questa ricettiva, in questo modo se mi avanza la torta la posso dare anche alla mia bimba per merenda, essendo diciamo leggera. Naturalmente rispetto alla ricetta originale io non uso formaggio spalmabile ma solo ricotta vaccina, così sarà sicuramente più leggera.
Risultato direi eccellente, approvata in pieno. E' ottima sia da sola che accompagnandola con coulis di lamponi o fragole, a seconda di quanto dolce vi piace. Unica cosa mi mancavano i miei amatissimi limoni d'Amalfi, la torta ne avrebbe guadagnato sicuramente in più sia in sapore che profumo. Nell'insieme la torta è leggera, soffice, appena umida e usando la ricotta il gusto di formaggio non si sente proprio.
Sicuramente questa ricetta verrà rifatta molte altre volte, unica cosa cottura molto lunga, quindi prendetevi del tempo, anche perché deve restare di colore chiaro, la sua bellezza è proprio questa.

japanese cheesecake
Ingredienti
  • 150 g di ricotta vaccina
  • 50 g di burro
  • 3 uova
  • 80 g di zucchero
  • 40 g di farina
  • 50 ml di latte
  • un cucchiaino di succo di limone (io ho messo il succo di un limone naturale piccolo piccolo)
  • buccia grattugiata di un limone (il mio era quello che ho spremuto dopo, quindi piccolo anche se naturale)

Lascio il burro a temperatura ambiente finché non si ammorbidisce. Poi lo metto in una ciotola con la ricotta e lavoro bene fino ad avere una crema densa e liscia. Senza smettere di mescolare aggiungo il latte, i tuorli, il succo e la scorza grattugiata di un limone. Unisco la farina setacciata e amalgamo bene. Monto a neve ben ferma gli albumi con lo zucchero. Delicatamente unisco i due composti: metto prima 1 o 2 cucchiai di albumi a neve nella crema, in gergo si direbbe "a perdere", e mescolo dal basso verso l'alto per incorporarli, poi aggiungo il resto degli albumi e, sempre mescolando dal basso verso l'alto per non smontarli, amalgamo i due composti. Verso l'impasto in una tortiera di 22 cm di diametro foderata con carta da forno. Ho messo la tortiera a bagnomaria (usando una teglia con acqua calda) e messo il tutto in cottura nel forno statico a 150° per 55 minuti. Trascorso questo tempo ho controllato la cottura, e siccome la mia torta necessitava ancora l'ho lasciata per altri 30 minuti. Ho poi sfornato e lasciato raffreddare il dolce dentro la teglia su una gratella per dolci. Quando è fredda, la tolgo dalla teglia e posiziono su piatto da portata.
Posso servire questa torta così semplice al naturale, ed è delicatissima, oppure fare un coulis di frutta come lamponi o fragole, in cui i primi saranno decisamente più aciduli mentre la fragola sarà più dolce e delicata. O anche, nel massimo della golosità, con cioccolata. Ideale da accompagnare con una tazza di tè, nella sua versione senza creme...
japanese cheesecake
 

Mozzarella in carrozza

Mozzarella in carrozza

Mozzarella in carrozza

Oramai vedo che tutti propongono la propria versione della mozzarella in carrozza. Mi ricordo che da bambina la mangiavo. E' un piatto semplicissimo e veloce, che incontra anche il gusto dei bambini.
Questa è la mia versione, se così vogliamo definirla, in quanto non uso pancarrè confezionato, uso pane casalingo, può essere un pancassetta (volendo anche del panettiere, quindi quello buono) casalingo, o in questo caso avevo il mio brown soda bread, che ben si presta come sostituto del pancassetta. Poi uovo, un po' di latte, mozzarella e burro, ed ecco una cena bella che fatta in "emergenza".

Ingredienti
  • 1 uovo ogni 2 persone
  • fette di pane (dipende dalla grandezza)
  • un po' di latte 
  • mozzarella
  • sale e pepe
  • burro
Taglio fette il pane e la mozzarella. In una ciotola, o piatto fondo, sbatto le uova con il latte (il latte lo uso per ammorbidire un po', quindi ne basta poco). Metto la mozzarella tra due fette di pane, e lo immergo nell'uovo sbattuto: sopra, sotto e anche i lati. Nel frattempo metto a sciogliere una noce di burro abbondante in una padella e vi adagio le mozzarelle in carrozza. Faccio dorare bene e servo ben caldo aggiustando di sale e pepe.

Peperoni ripieni

Peperoni ripieni

Peperoni ripieni

Voglia di puparuoli mbuttunati!
Vado a fare la spesa e trovo questi splendidi peperoni di piccoli dimensioni, di forma direi perfetta conica che sembrano delle cornucopie da farcire, colorati... e li compro per soddisfare il mio desiderio goloso. Ma non solo la gola, anche la voglia di ripercorrere le ricette familiari materne che riemergono nella mia memoria. E' proprio vero che ci sono delle cose che rimangono dentro in noi, anche inconsapevolmente. E' l'educazione alimentare che una volta veniva impartita inconsapevolmente, e che adesso invece bisogna andarla a cercare per una sana alimentazione. E' anche questa una ricetta povera ma gustosa. Mia nonna materna faceva dei fantastici puparuoli mbuttunati, mia mamma anche, ed entrambe mettevano aglio e usavano molto condimento. Poi, causa mia, hanno iniziato a fare la versione senza aglio: scusate ma io non lo sopporto proprio e non riesco a digerirlo. Stavolta, invece di aspettare che fosse mia mamma a farli e mangiarli da lei, avendoli in casa ho deciso di cucinarmeli da sola. Gli ingredienti li avevo tutti e nessuno stavolta può dirmi nulla su aglio sì o aglio no. Così prendo i pomodorini, l'olio, l'acciuga, il mio pane fatto in casa, ma si può tranquillamente usare del pane raffermo, anzi è un buon modo per riciclarlo, i capperi sotto sale, e ovviamente i peperoni. La mia è una versione un po' più leggera rispetto a quella familiare storica: sono parca nell'uso del condimento, ma nulla vieta che voi possiate abbondare.
Questo piatto è buono anche se viene consumato da "riposato" in quanto si insaporisce. Io comunque lo preferisco sempre tiepido. Altro consiglio, io la salsa di pomodoro a pezzi, che viene "fritta", io l'ho usata tutta per farcire i peperoni, ma se ne fate di più è ottima come accompagnamento e da "pucciare" con il pane.

Ingredienti
  • peperoni rossi e gialli
  • pane raffermo (io ho usato del pane integrale)
  • pomodorini
  • alici sott'olio
  • olio extravergine d'oliva
  • capperi (io ho usato quelli sotto sale lavati)
  • origano, basilico
  • sale e pepe
Lavo e taglio a pezzi i pomodori che metto in una padella con dell'olio a disfarsi e friggere per farne una salsa grossolana a pezzettini. 
Aggiungo i capperi, e poi scelgo se far sciogliere i filetti di alici sott'olio nei pomodori per un sapore più delicato, o invece aggiungerli a pezzetti (in questo modo l'alice si sentirà molto di più) a freddo e in ultimo prima di farcire i peperoni. Dipende dai gusti. 
Trito grossolanamente il pane che vado ad aggiungere al pomodoro, amalgamo bene e levo dal fuoco.
Lavo i peperoni, e levo il torsolo e i semi interni e risciacquo. Riempio i peperoni con la farcia di pane, pomodoro, alici e capperi. 
Prendo una padella che possa contenere i peperoni farciti e mi consenta di rigirarli comodamente per la cottura. Metto l'olio, lo faccio scaldare e quando pronto metto i peperoni, attenzione che olio schizza, quindi mi aiuto con un coperchio. Rigiro su tutti i lati dei peperoni e quando son ben rosolati su tutti i lati, sono pronti. 
Impiatto e servo, volendo e se ce n'è ancora, accompagno con i pomodori a pezzetti fritti che ho usato anche per il ripieno. 

All'insegna del light: branzino con salsa yogurt e senape

All'insegna del light: branzino con salsa yogurt e senape

All'insegna del light: branzino con salsa yogurt e senape


Inizia la primavera, iniziano le diete (forse), però non sempre i piatti sani e dietetici devono essere tristi e privi di gusto. Ecco che un buon pesce bollito, accompagnato da patate e riso bolliti nell'acqua del pesce sgrassata, e messi così sanno un po' tanto di ospedale (ma lasciatemi dire magari in ospedale: questo se lo scordano proprio!), vengono accompagnati dal una gustosa salsa preparata con base yogurt, per me fatto in casa,  cui aggiungo della senape di digione. Questa va aggiunta un po' a gusto personale, mescolandola allo yogurt poca alla volta e assaggiando. La senape di digione è molto forte quindi attenzione.
Esteticamente magari non sarà un piatto bellissimo e colorato, ma sicuramente è gustoso. Io ho usato un branzino, ma per dare colore si può usare una trota salmonata, che bollita si sgrassa bene, o insomma, quello che si preferisce. Per gli intolleranti al lattosio è possibile sostituire con yogurt vegetale o panna vegetale.

Ingredienti
  • 1 branzino
  • patate
  • riso
  • yogurt
  • senape di digione
Ho bollito il pesce con degli aromi, sedano, carota e cipolla, pepe e sale. Una volta cotto l'ho scolato e pulito. Ho filtrato il brodo e sgrassato, e ho usato questa acqua di cottura per bollire le patate a pezzetti e il riso. Nel frattempo mi preparo la salsa mescolando yogurt con la senape.
Impiatto i filetti di pesce, vicino il contorno di patate e riso e metto la salsa in una salsiera così ognuno se ne può servire a piacere e a gusto.

Mug cake di riso, ricotta e ciocco-wasabi

Mug cake di riso, ricotta e ciocco-wasabi

Mug cake di riso, ricotta e ciocco-wasabi

Nel corso di una cena giapponese a base di sushi, ho concluso prendendo una mousse al cioccolato con wasabi. Un dolce molto particolare che mi ha conquistato. In un angolo della mia memoria, e in uno dei miei tanti foglietti di appunti ho preso nota e ho attaccato il notes in cucina. Poi arriva il giorno che ti prende la voglia di dolce per un piccolo break, o magari semplicemente si fa un pranzo veloce in compagnia e si ha bisogno di un dessert "sciuè sciuè"... e così ecco arrivare in aiuto la mug cake. Queste torte in tazza sono velocissime da fare, semplicissime e si usano pochi attrezzi. Tra l'altro basta un forno microonde per la cottura, massimo 5 minuti e via, è pronta da servire. Ed eccomi a preparare questa una tortina sofficissima senza grassi, senza glutine,al cioccolato speziato con wasabi... per decorare un po' di panna semimontata, ma è opzionale. Io ho scelto delle tazzine da caffè, volevo proprio fare un dolcino piccino, ma in realtà andrebbe fatta proprio nelle mug, e ovviamente la porzione aumenta. Consiglio di fare attenzione nel dosare il wasabi, questo è un condimento molto usato nella cucina giapponese per esaltare il sapore di ogni pietanza, dal sushi alle zuppe, il suo segreto sta nella piccantezza: ho scoperto che è conosciuto anche come namida, ossia “lacrima”, perché se assunto in quantità eccessive può causare la lacrimazione (e io ne so qualcosa, esagero sempre). Il wasabi viene fatto da una pianta di origine giapponese, chiamata ravanello giapponese e della stessa famiglia del nostro rafano o senape. Si può trovare sia in pasta, forse la versione più nota, che in polvere. Nelle biobotteghe si trovano entrambi. Il wasabi ha molte proprietà: è un ottimo alleato alla prevenzione delle intossicazioni alimentari per via delle sue proprietà antibatteriche; inoltre, è un buon digestivo con grandi capacità antinfiammatorie e depurative per l’organismo (espelle le tossine e aiuta la pulizia del fegato); infine, è ricco di vitamina C e di antiossidanti, tra l'altro recenti studi hanno dimostrato che questa radice alza il livello di sopportazione del dolore percepito dal nostro cervello, e chi ha provato a mangiare giapponese ben lo sa.
Tornando alla ricetta, se amate i gusto insoliti, di certo rimarrete piacevolemente colpiti da questo abbinamento, il wasabi rende il cioccolato, o il cacao amaro, piacevolmente stuzzicante e ne esalta il sapore. Per quanto riguarda la mug cake, direi che è la torta in tazza perfetta per chi non ha tempo ma ha voglia di qualcosa di dolce facile e veloce, e perfetto per chi non ha forno e nemmeno molti strumenti da cucina.

Ingredienti
  • 100 gr di fior di ricotta vaccina
  • 80 gr di yogurt bianco (di mia produzione)
  • 1 uovo
  • 80 gr di farina di riso
  • 20 gr di cacao amaro in polvere
  • 100 gr di zucchero
  • 1 pizzico di sale
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci
  • 1 puntina di pasta wasabi
Ho lavorato la ricotta con yogurt e zucchero con una frusta. Ho aggiunto l'uovo, mescolato bene, unito la pasta wasabi, mettendone pochissima per volta e assaggiando finché non raggiungo il gusto desiderato, ed infine ho unito la farina di riso con il cacao e il lievito, il pizzico di sale. Ho amalgamato per bene tutti gli ingredienti. 
Ho preso le mug, o anche le tazzine a seconda di cosa si preferisce, le ho oliate o imburrate, versato l'impasto per tre quarti, in quanto lieviterà in cottura, e messo nel forno microonde per 2 minuti e mezzo, massimo tre (ma dipende dalla dimensione delle tazze usate), e azionato in automatico il forno a microonde. Quando pronte faccio attenzione a toglierle dal forno e lascio intiepidire. 
Queste torte in tazza sono buone anche fredde.
Per un momento goloso, da coccola, accompagno con panna montata fresca.

Created By lacreativeroom